Deposizione di Sir Green

[Racconto di Giovanna Gra]

 



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durata 21 minuti

Onorevole Spettro.
Onorevoli colleghi e Pigmenti.
Ministri dell'Iride.
Sono lieto, in qualità di Signore delle Verdeggianti Valli, di far parte di questo supremo dibattimento.

Ho ascoltato con molto interesse coloro che mi hanno preceduto.
Ho ascoltato ciascuna deposizione con sommo interesse.
Ho atteso le formule, saggiato le sfumature e le convinzioni a dir poco focose e appassionate di Sir Rubens.

Ho soppesato le ragioni profonde, lontane di Sir Atreius delle Tenebre, lasciandomi trascinare, come voi del resto, nel grembo ignoto del cosmo, perdendomi più di voi oltre l'oscurità della creazione e del mistero.

E ancora, ho ammirato gli appunti, a dir poco illuminanti, di Messer Giallognolo di Cadmio.
Egli ci ha regalo verità dolci come il miele e ottime ragioni logiche, chiare e avvincenti come la luce del sole.

E non ho mancato di analizzare a lungo, voglio dire, una per una, le istanze e i pigmenti uranici di Messer Cobalto di Cyanos.
Egli ha posto le sue ragioni oltre le nubi, fra l'atmosfera e le stelle, e noi l'abbiamo ammirato per l'immensità del suo regno.
Cobalto di Cyanos, voi venite e andate lontano, perbacco!

Ecco, dunque, la luce!
Ci annuncia Messer Rubens e ci descrive il tutto più o meno così, cito a memoria:

"Essa si può immaginare come una potente scotta.
Un fascio di canapo che grazie all'unione di molti fili, i colori, compone la forza che alla fine ci lega e la rivela."


Luce, aggiungo io, che i ceppi dei Rubens, dei Cobalto, dei Cadmio e di tutti i reali pigmenti qui riuniti, contribuiscono a far brillare, spargere sulle cose e sulle anime, sul nulla e sul tutto.

Luce... di questo, in sostanza, stiamo parlando.

E chiedo, dunque, in formale assise alla suddetta compagnia di cui mi onoro e pregio di appartenere, di ascoltare questa mia arringa come e più delle altre, con la giusta tensione.
Attendere, dunque, con soppesata stima, il dipanarsi della mia ragione. Sebbene sia fra gli ultimi, ambisco anch'io a essere posto in lizza fra i primi.

Ascoltate, dunque, la ragione del mio esistere.
La teoria che quadra e circonda.
Fluida e iridescente, vitale come la clorofilla.

Verità secondo cui oggi, signori, vi invito qui a riservare alla mia persona e alla lega che rappresento l'unico principato della dinastia dell'Iride.

Poiché io sono il colore che possiede i giusti natali.
Io sono il colore da cui sgorga la giusta spinta.


Io, il colore!

Il primo, poiché mi trovate lì, all'origine della rinascita.
Come dite?

Oh sì, Sir Atreius, davvero vi ho ascoltato e ho ben presente i vostri natali: il caos, le acque nere, le idee, le stelle ancora spente tenute da voi in pugno.
So, in altre parole, che siete voi l'idea dell'inizio.
Non ho in mente di contraddirvi.
Infatti io sono qui per dirvi... no, no Messer Atreius, ora mi dovete il silenzio!
Dicevo, sono qui per dirvi che sì, voi, siete per tutti l'idea di inizio, ma io senza dubbio sono e resterò sempre il PRINCIPIO.

Eh, no, Messere, le vostre ragioni sono fumose e oscure, voi avete parlato prima di me, io dopo di voi e questo non è un caso!

Signore... io sono il colore della vita, di ciò che nasce, di quel che è fertile, perciò ora vi intimo di ritirarvi.
O quanto meno di fare un passo indietro.
...Ma tutt'altro... no, no, non voglio essere impertinente!
Ma, Signore, ci tengo a farvi notare che l'avete dichiarato voi stesso a questo vasto auditorio.
Voi avete covato idee di principio, è certamente così, ma vedete... il principio sono io!

...E va bene Messer Rubens, voi vi definite il colore per eccellenza... l'abbiamo sentito... lasciatemi proseguire ve ne prego...
Grazie.

Perché io vi dico che è qui, qui dove io sono, il punto più intenso.
Qui voi dovete guardare... qui, a me, verso l'inafferrabile brillante!
Il colore, quello che fibrilla fra le foglie, percorre i prati fra le zampette di un bruco, scorrazza nei mari, nel profondo di certi sguardi, presso le rive dei laghi, fra le alghe, sul collo delle bottiglie, sulla cimosa delle bandiere e così, per via, compie il giro del mondo.

Io, brillante ed esteso, viaggio per le anguste e arcane porte dell'invidia fino alle guglie svettanti e infinite della speranza.

Io, Sir Green, il Germogliante degli altipiani di Sempreverde.
Semplicemente: il verde.

E quando scriveremo il trattato di semiologia della tinta, io vi dico che di quel verde smeraldo voi dovrete, come primo, celebrarne i natali, la giovinezza, l'ineffabile interpretazione, senza tralasciarne le ampie possibilità di miscela.

Oh, non se la prendano le antiche dinastie!
Certamente i rossi, i blu, i gialli e gli ineffabili neri viaggiano a questo mondo da tempo immemore.
Vantano presenze nella notte dei tempi.
Fanno valere le loro istanze primarie.
Giusto!
Giusto onorare chi ha vissuto dagli albori del mondo!
Chi ha veduto l'aurora primordiale.
Giusto, dico io, giusto!
Ma aggiungo, signori, che proprio queste sono le ragioni per cui a capo del consesso di pigmenti deve, deve esserci un colore nuovo!
L'impasto, magari, di due antiche sostanze, di due arcane materie, di due colori nati e coniati nel cosmo... ma qualcosa di nuovo!

Certamente, sì, un colore come il verde!
E' inutile girarci attorno, convengo con quegli Arancionicci laggiù.

E dunque, come già ho avuto modo di dirvi, ho ascoltato attentamente le istanze di ciascuno ed è proprio da esse che derivano le mie conclusioni.
Ma voi, voi, voi, quelle istanze le ricordate?

No, forse non abbastanza, e allora eccomi!

Voglio rinfrescarvi la memoria.
Rimembrate, dunque, quando Giallognolo di Cadmio ci ha detto che l'incoronazione l'avrebbero determinata i fatti?

Cito ancora a memoria:

"Fatti che decideranno come Algidi frutti di limone, del Cromo, di quel di Marte e di Isabella, saranno nomi che verranno utilizzati come titoli nobiliari da attribuire AI PRIMI, ai colori per eccellenza di cui la mia casata del giallissimo giallo, porta pigmenti e onori.
Quella stirpe che sarà al fine designata come la prima e di principio sarà tinta e così investita in eterno."


Poi è stata la volta del Blu e messer Cobalto di Cyanos ha detto:

"Non vi basta il cielo?
Non c'è niente che sia più grande.
Non vi serve nient'altro per volare...
Non vi basta il mare?
Non c'è niente che sia più fondo.
Indispensabile per nuotare..."


Blu!
Blu, perché Blu è il colore del firmamento!
Perché Blu è il luogo dove posano i piedi Jahwèh e Zeus.
"Nell'alto azzurro
quieto etere siede", così Euripide ne Le troiane ci indica la posizione di Zeus.

E ancora Blu è il colore che veste la divina dimora degli Dei Uranici.


Ora io vi dico:
potete avere di più!
Potete avere l'unione di queste due forze.
Potete avere il connubio ardito del Blu e del Giallo, poiché da esso nasce il Verde.

Un colore moderno, dunque, di recente germogliazione, che cova in esso usanze recenti e moti antichi.

Il Verde, il colore che simboleggia la vita, la nascita, la fertilità.

Verde, un regno glorioso.
Il regno vegetale.
Manto della terra.
Verde il colore del respiro.
Verde il colore della giovinezza.

Non son tutti questi argomenti nobili?
Reali?
Aristocratiche istanze?

Certo, sovente mi chiamano il Principe è vero... che i Viola e i Prugna se ne facciano una ragione!
E la ragione è semplice:
ho nel mio esercito di campagna truppe scelte, io!

Potete scommetterci, sì, un esercito... stupite, se volete, e lasciate libero sfogo alla meraviglia che serpeggia fra i vostri scranni.

Truppe, ho detto, ben equipaggiate e pronte.
Son fiero del mio esercito, sì, dunque capita che me ne faccia vanto.
Vi sfido a trovarne un altro a lui somigliante che combatta una guerra invisibile o visibile ai pochi che sanno combattere.

Perché, signori, fra le mie armate, è bene che lo sappiate, vanto migliaia di grilli quali lancieri d'assalto indomiti e puntuali come un mirino.
E centinaia son oramai le lucertole delle mie brigate.
Ho pattuglie che presidiano chilometri, pattuglie assai ben addestrate di verdissimi bruchi, eccellenti guastatori.
E ottimi rinforzi a governo dell'acqua fra le agilissime rane, come lagunari.
Vanto, costì, corpi speciali di terra e di buca, fra brillanti ramarri.
E sfoggio ai fianchi del mio squadrone, pattuglie organizzate di parà imprendibili fra le cavallette.

E, parlando di celebrità, non mancano fra le mie file nomi importanti.
Molti amano vestire la mia divisa.
Un nome fra tutti?
Ma il grande Kermit, la notissima rana del Muppet Show!

Non vi basta?
Ma vi siete mai chiesti come mai la fortuna - signori, ho detto la fortuna!- ama posarsi sui rari e timidi quadrifogli verdi?

Verde è il pollice quando, sotto la cura dell'uomo, la natura prospera!
Verde è la legna quando ti dice che non la puoi bruciare.
Verde è il tavolo dove si gioca!

Ma ancora...

"Egli apparve in tutto il suo fulgore, era giovane e bello.
Avanzava lentamente, l'erba gli accarezzava i sandali e le fronde gli schermavano il viso.
Il suo sorriso poco rassicurante era misterioso e lasciava tracce.
I suoi occhi verdi e intensi frugavano fra i presenti in cerca di...
Aveva un'aria provvisoria e allegra, di passaggio e di sorpresa.
Aveva impeti fra le braccia e, sulle labbra, molti domani.
Aveva tempo da perdere e molte attese da consumare...
poi tutti si voltarono e lo lasciarono passare.
Era l'inatteso, l'imprevisto, la piacevole novità.
Era una passeggiata di meraviglia, tutto di lui lo diceva: era nel verde degli anni."
Anni verdi, signori, quelli che inseguirete per tutta la vita!
Quella giovinezza che qualcuno ha definito:
"...la passione per l'inutile" (Jean Giono, Triomphe de la vie).

O ancora...

"Il vero tesoro dell'uomo è la verde giovinezza, il resto degli anni una serie d'inverni" (Pierre de Ronsard, Elegia, dai sonetti per Elena).

Meditate gente, ve ne prego!

Vi parla colui che è a capo di molte, troppe sfumature!
Non ridano quei pallidi e spenti Bianchi!
Sì, dico a voi, sapete, di grazia, quante, dico quante tonalità di verde son state avvistate in Irlanda?
No?
Beh, ve lo dirò io e tenetelo bene a mente signori, perché siamo a quota settandue.
Esattamente settantadue sfumature, verde a volontà:
sugli alberi e sui prati, fra le foglie e immerse nei laghi.
Scommetto che verde è anche il dorso di Loch Ness il mostro!
Terribilmente verde la bandiera irlandese.
Ma è verde anche la bandiera dell'Organizzazione della Conferenza islamica, tant'è vero che, senza tema di essere smentito, ho sentito parlare di verde Islam molto tempo fa.

Ma devo ancora insistere?

Lo sapete, dunque, che di spazi verdi si parla quando si vuole alludere a spazi protetti?
Greenpeace: la pace verde, associazione nota in tutto il mondo, nata a Vancouver nel 1971 in difesa dell'ambiente.

Già, perché Verde è, prima di tutto, il colore del respiro.
Sì, signori, è così:
abbattendo le foreste, i polmoni del mondo, la terra sarà distrutta.

Verde il colore che tinge e giunge financo a conferire la tinta a uno dei sette peccati capitali:
l'invidia.
Sentimento che spesso in inglese vien detto:
il mostro dagli occhi verdi.

Verdoni invece i dollari dei gangster, poiché verdi sono i soldi che circolano negli USA.
Verde malachite, quel verde che urge per avere una tinta verde fra i tessuti.

O quel Verde Verona, lo sfondo usato nei meravigliosi affreschi medioevali.

Verde che, insieme al blu e al rosso, è usato nella tecnica televisiva a colori come pigmento primario.

Verde, quel verde che, ultimamente, fra i pubblicitari -si dice- faccia vendere più del rosso...

Per il cielo, domandatevi come mai!

Il verde, il centro perfetto, il perfetto equilibrio.
Verde, che è a metà dello spettro fra l'estremità calda e la fredda... la perfezione.

Verde ufficio, ultimo verde coniato negli anni ottanta, meglio noto come il web color green, a indicare il colore dello schermo dei primi computer.

Verde che quando è approssimativo è detto brillante.
Non vi pare eccellente?

Verde come una piccola oliva, verde e piccante come il pepe.
Ma tanti, invero, sono anche i nostri aromi:
e penso a un verde gustoso e inconfondibile come il basilico o ancora più intenso come la mentuccia romana.
Verde come un chicco d'uva, quando l'uva è bianca.
Verde il pistacchio e verde la menta.

E mentre la pallina da ping pong rotola su un tavolo verde, quella da golf vola, fra le piccole colline del campo, meglio conosciuto, come il green.
Verde è la bile e verdi ancora sono le muffe.

Verdi era Giuseppe, colui che ha cavalcato il pensiero sulle ali dorate.
Verdi sono le divise dei nostri militi.

E verde è ciò che non tramonta come gli evergreen.

Verdazzurro, verdebiondo, verdemare, verdeggio, verdecupo, verdognolo, verdastro, verdolino... queste alcune fra le mie migliaia declinazioni!

Quando dite di un luogo che è verdeggiante ?
Ve lo siete mai chiesto?
Ve lo dico io...
Quando volete raccontare di un luogo rigoglioso e fertile, pieno di molto...

E Dio disse:

"...la terra produca germogli, erbe
che fanno seme secondo la loro specie,
alberi da frutto contenenti ciascuno il seme della propria specie.

Dio vide che era cosa buona.
Così fu sera e fu mattino, un terzo giorno."


[Genesi I 9- 13]

Così il mare, detto il Grande Verde dagli egiziani che adoravano Osiride dalla pelle verde, Dio della fertilità, della terra e della resurrezione.

Egli, che permetteva ai semi di germogliare, risvegliava i morti nell'aldilà per una nuova vita.

Leggiamo dunque dal Libro dei morti [cap XXXIX]

"Le gerarchie celesti percorrono le loro orbite intorno al Lago di Smeraldo."

Smeraldo, la pietra verde per eccellenza, la molto ambita, rara e desiderata.

Vestiva di verde anche Dioniso, dio del piacere, del vino, della vita.
Egli era infatti conosciuto anche con altri nomi, ad esempio
il Germogliante
o anche Dio dai verdi frutti.

E, ancora, regnano su prati e valli da tempi immemori i sempreverdi.
Come i cipressi, ad esempio.
Quegli alberi che nascondono fra loro il bel Ciparisso, giovane greco adorato da Apollo, che perì inavvertitamente nonché improvvisamente, e che il Dio del sole e della poesia, per rendergli omaggio e vita eterna, trasformò per sempre in un verde cipresso.
Verde per sempre, per sempre amato.

Erbe magiche, filtri e pozioni.
E' così che la natura e la magia si completano nella potenza magica del verde.

"Suvvia, dal pericolo voglio liberati e salvarti.
Tieni con quest'erba benefica in casa di Circe entra; il suo potere t' eviterà il mal giorno."
[Odissea X ]

Sapete che Verdi sono le chiome della primavera?

E ora guardate laggiù, al centro del bel giardino sacro.
Lì vi è piantato un albero dalle fronde verdi e fresche, che giocano col sole e con le ombre, che cullano germogli e volano piegandosi alla brezza.

Quello, l'albero del giardino sacro che svetta al centro, sì, quello!
Quello che state ammirando a bocca aperta, di cui annusate il profumo che palpita al vento... egli abita nel mio mondo, il regno vegetale.
Ebbene, quell'albero al centro del giardino sacro, rappresenta l'axis mundi, cioè il centro del mondo.
E' da li che gli uomini e gli dei si parlano...

Non ho altro da aggiungere...

 

 

 

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