La Battaglia di Hastings

[Racconto di Paola Manoni]


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durata 25 minuti - Credits

Parla Myrrill:

Molto prima dei fatti cruenti, mio cugino ci parlava di grandi preparativi in terre normanne.
Meno conosciuti di noi, elfi dei boschi, i miei cugini acquatici sono creature magiche che vivono nelle profondità marine e hanno un colorito azzurrino, i capelli argentei o verdi.
Respirano nell'acqua perché hanno le branchie dietro le orecchie.
E con un complicato sistema di ultrasuoni percepiscono finemente l'ambiente che li circonda, anche se possono uscire dall'acqua solamente per poche ore.
Mi diceva dunque di un grande reclutamento di uomini e preparativi durati lunghi mesi... si vociferava di un'invasione.
L'idea del duca Guglielmo era di attraversare il braccio di mare che separa la mia patria insulare, l'Anglia, dalle terre normanne di Francia e fare dell'Isola un mero terreno di conquista.
Mi sembrava una prospettiva assurda visto che le truppe reali del re Aroldo d'Inghilterra erano già mobilitate sull'Isola a Nord, contro i Vichinghi.
Dal canto nostro, dal mondo magico degli elfi e del cosiddetto Piccolo Popolo, osservavamo questi conflitti tra gli esseri umani con un certo distacco ma anche con tanta preoccupazione.
Ci eravamo già da tempo ritirati nell'invisibilità.
Ci sentivamo liberi solo in certi luoghi: nei nostri rifugi su altopiani e brughiere, lungo coste frastagliate, tra l'erica e la torba.
Gli esseri umani sono bellicosi, guerrafondai, e mio cugino mi diceva che la stirpe normanna, in particolare, esaltava grandemente questi difetti.
Soprattutto i baroni, col fatto di avere un titolo feudale, facevano subire le più turpi angherie al popolo.
Istituivano assurdi dazi e gabelle solo per concedere l'attraversamento di un ponte su un fiume, o per le macine al mulino... la gente doveva addirittura pagare per celebrare le proprie nozze...
Il duca Guglielmo, permetteva tutto ai suoi vassalli, interessato com'era a curare i suoi esclusivi interessi e dunque a consentire ogni tipo di sopruso.
Molto tempo fa Ariadna Gulyin, veggente del Piccolo Popolo magico, aveva già vaticinato eventi nefasti.
Ariadna disse di aver sognato una lucertola appena nata ma già di grandi dimensioni, con la testa tonda e bianca, con gli occhi penduli.
Un rettile velocissimo che s'insinuava nelle pieghe del suo cuscino.
Vide poi la lucertola tessere dei fili, come un ragno, secreti dalla lingua biforcuta: fili d'oro e di seta.
Quella stessa notte nasceva l'infante duca di Normandia, Guglielmo, e per Ariadna, secondo ragioni magiche che sono sconosciute anche a molti di noi, fu chiaro che il rettile rappresentasse le attitudini feroci del futuro condottiero.
All'epoca regnava in Inghilterra Edoardo il Confessore, di stirpe anglosassone, che non aveva discendenti diretti, dunque non poteva lasciare alcun erede.
La madre di Edoardo, di origine normanna, lo aveva fatto educare in Normandia.

 

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Immagine di Gyrth (Per leggerne la descrizione proseguire nel link) Il fratello di Aroldo è in piedi, in figura intera. Ha le braccia conserte e la testa leggermente reclinata in avanti. I capelli sono lunghi e all'indietro. Dei grandi baffi caratterizzano il volto. Indossa un mantello di colore viola, listato di rosso, gettato sulle spalle. Le gambe sono coperte da un grande scudo. Sulla parete di fondo si aprono delle finestre arcuate da cui si vede la notte. Particolare dello scudo, a scacchi rossi e viola, tinto con dei colori simili a quelli del vestito di Aroldo.Particolare del busto di Gyrth.
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Sicché i rapporti con la corona inglese erano ottimi, al punto che venne promesso ai duchi normanni la successione al trono inglese.
Nel 1064 Edoardo, convinto della sua promessa, mandò in Normandia il più potente dei nobili anglosassoni, Aroldo figlio di Godwin che invero mirava al trono inglese.
Guglielmo comprese immediatamente il gioco e iniziò a tessere le sue trame politiche.
Fu molto sagace perché lo nominò suo cavaliere in modo da poterlo sottomettere: Aroldo, infatti, era diventato suo vassallo!
Il 5 gennaio 1066 moriva Edoardo.
La razza umana ha una caratteristica che la contraddistingue: quella di poter essere dominata da una semplice, piccola minoranza di individui bene organizzati... e Guglielmo, con gli appoggi internazionali, si organizzò molto bene.
Regalò alla gente, vessata dal fiscalismo e dalla prepotenza dei baroni, il sogno di nuove proprietà.
Il richiamo delle terre lontane, al di là del mare, il riscatto dalla povertà, convinse la gente a partecipare alla grande conquista dell'Anglia.
Eravamo minacciati da un male notevole, per l'ennesima volta minacciati.
Che dire di noi, le stirpi fatate?

 

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Immagine di Guglielmo a cavallo, visto da dietro (Per leggerne la descrizione proseguire nel link). Il normanno, coperto interamente dalla corazza, tiene con la mano sinistra il grande vessillo papale che però, visto da dietro, non mostra le insegne. Guglielmo è fermo su un altopiano. Al di sotto si snoda una colonna di soldati. Attraversano delle rocce bianche dietro le quali si vede il sole che tramonta sul mare. Particolare dei soldati.Particolare di Guglielmo.
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Ci ritirammo in un mondo invisibile e da allora, con la magia, preserviamo il nostro popolo.
Nei giorni precedenti, tra il 27 e il 28 di settembre, la nave ammiraglia di Guglielmo, partita da St. Valery in Normandia, approdava a Beachy Head dove giungeva successivamente il resto dell'esercito normanno composto da diecimila uomini.
Li vedevo accampati a circa dieci chilometri da Hastings. Aspettarono per due settimane la notizia della battaglia di Aroldo contro i norvegesi che vide vittoriosi gli Anglosassoni. -
Guglielmo aspettava, come un gatto attende il topo.
Nell'ora amara della battaglia vidi muoversi gli arcieri normanni, seguiti dalla fanteria e infine dai cavalieri.
Migliaia di alabarde, frecce, punte di lama si avvicinavano spargendo per l'aere l'acre odore della morte.
Asserragliati su una piccola altura vi erano Aroldo con i suoi fratelli Leofwin e Gyrth e il loro piccolo esercito.
Avevano solo una fanteria, armata con la semplice ascia da guerra anglosassone.
Dentro di me recitai una formula magica che tra noi elfi cantileniamo in caso di pericolo estremo.
Ha il potere di lenire il dolore delle ferite e della morte.

 

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Immagine di una ricamatrice (Per leggerne la descrizione proseguire nel link) Si vede una donna, in figura intera. Indossa una lunga veste di colore rosa con le maniche lunghe di colore celeste e sul capo una cuffia dello stesso colore. Lavora presso un grande telaio di legno. Tira un filo con la mano destra. Tutto attorno a lei vi è una specie di ragnatela di fili che passano attraverso la stanza. Sulla parete di fondo, una finestra ad arco acuto da cui si intravede un cielo diurno. Particolare dei fili che attraversano la stanza.Particolare della ricamatrice a mezzo busto.
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No so dire esattamente quanto tempo durò lo scontro.
Direi che tutto si svolse in poche ore.
I normanni giocarono di astuzia. La cavalleria normanna si scatenò a sorpresa: finse una ritirata e l'esercito anglosassone cadde nel tranello perché scese dalla collina per inseguire i finti fuggiaschi.
A quel punto si scatenò l'inferno...
Ad Hastings ho visto molte anime salire al cielo e il corpo di Aroldo orrendamente mutilato.
A un certo punto si sparse la notizia tra le fila normanne della morte di Guglielmo.
Ho ancora nelle orecchie la risposta che il duca urlò ai suoi, uscendo dalla mischia... urlava con rabbia:
"Guardatemi bene, sono ancora vivo, e per grazia di Dio sarò vincitore!"
Dopo la battaglia rimase solo il rantolo dei moribondi.
E poi dopo il tramonto non vi era più alcun segno di vita, solo un alito di vento a sorvolare il campo.
Chiusi gli occhi e mi incamminai in direzione Nord-Est.
Dovevo raggiungere la mia gente e riferire quanto avevo visto.
Arrivai in casa di mio padre due giorni dopo.
Il ristoro che sanno offrire gli elfi è qualcosa di celestiale.
Non so dire quante ore di sonno ci vollero per farmi ritrovare le forze.
Soprattutto, non so più dire da quante migliaia di anni son qui perché, dalla vittoria di Guglielmo, detto il Conquistatore, ci siamo ritirati anche dai confini e non torneremo mai più presso gli insediamenti degli uomini.

 

 

 

 

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