La Battaglia di Hastings

[Racconto di Paola Manoni]


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durata 25 minuti - Credits

Parla Blanche:

"Certamente, eccellenza, useremo la lana e sarà un'opera tessile degna della grandezza di vostro fratello, non abbiate tema."
Questa commessa è una benedizione del cielo... dopo tanti affanni, finalmente era giunta l'occasione per risollevarci dalla miseria.
Il vescovo Oddone ha ordinato un arazzo: un'opera che descriva mirabilmente le gesta del suo fratellastro, Guglielmo il Conquistatore
Ma le mie ricamatrici sassoni non ne vogliono sapere: dicono di non voler prestare il proprio ago per glorificare l'assassino delle loro famiglie...
Lo so che hanno ragione ma sono costretta a persuaderle... e poi in fondo sta solo a noi fare le giuste scelte figurative per ritrarre i nostri conquistatori nella maniera più veritiera...
Riesco alla fine a convincere le ragazze che accettano il lavoro a patto che siano condivise tutte le decisioni sull'arazzo.
Il Vescovo non ci ha dato molti dettagli: si attende soltanto una tela di grandi dimensioni, richiesta per il palazzo vescovile di Bayeux, che ricordi Guglielmo e la battaglia di Hastings.
La giornata è stata densa di eventi e ora non riesco ad addormentarmi.
Saranno le pernici arrosto che ho mangiato a cena oppure le preoccupazioni per l'aspetto politico della commessa di questo arazzo... mi rigiro nel letto con tanti pensieri per la testa, su come organizzarmi... se affidare a ciascuna ragazza un pannello figurativo, così che poi li cuciamo tutti assieme, in modo da montarli in un'unica striscia ricamata.
L'idea si consolida... infine compro 80 matasse di filo di lana e dispongo quindici postazioni di lavoro.
Un telaio da arazzo è molto grande. E' disposto verticalmente, formato da due rulli lunghi sette metri, tenuti da due montanti. Dal rullo in alto si distendono i fili dell'ordito e dunque si cala la struttura interna, mentre sul rullo in basso si avvolge il tessuto in corso di lavorazione.
Per risparmiare adopereremo per l'ordito dei fili di canapa che serviranno a irrobustire la struttura, mentre la trama costituirà l'effettivo lavoro da ricamo.
Evelyne, la ragazza che nella battaglia ha perso il padre, lo zio e il fratello sembra molto inquieta.
Vuole sapere che tecnica utilizzeremo e che insegnerò a tutte.
L'altra notte ho deciso per la tecnica detta ad alto liccio.
Cioè ricalcheremo il cartone d'arazzo, riportando i contorni sull'ordito e poi ogni ragazza avrà di fianco il cartone per curare la precisione di tutti i dettagli.
E' una tecnica laboriosa e tutte se ne lamentano... ma dobbiamo portare a casa il risultato nel migliore dei modi se vogliamo i soldi promessi!
Il giorno della Candelora, a quattro anni di distanza dalla battaglia di Hastings, incominciamo il lavoro.
Corre l'anno 1070 e i miei capelli iniziano a ingrigire.
Per alleggerire le ragazze preparo io stessa i cartoni sulla base dei loro bozzetti.
Passo le mie giornate interamente immersa nel disegno: mi preoccupo dell'abbigliamento delle figure, dei castelli normanni, mi documento sulle navi.
Vado al porto di Plymouth per vedere l'ammiraglia Mora, su cui navigava Guglielmo.
Con le ragazze tingiamo la lana in otto diversi colori e poi partiamo per l'avventura al completamento di tutte la fasi preparatorie del lavoro.
Il lavoro più duro è ricostruire i luoghi, gli edifici. Ad esempio il castello di Edoardo a Westminster.
La stoffa inizia a prendere corpo, avvolta sul rullo inferiore dei telai, e prende anche forma un nuovo punto che introduciamo per questo lavoro... stile che avrà poi molta fortuna: il punto di Bayeux.
Ricamiamo per interi anni e produciamo una quantità incredibile di pannelli, ognuno rappresentante una scena unitaria.
I miei capelli sono ormai definitivamente bianchi quando consegniamo l'arazzo al Vescovo nel 1082.
L'opera è imponente: l'arazzo è lungo ben settanta metri, per una larghezza di cinquanta centimetri.
Ogni distinto pannello ha, per volere del vescovo, un commento in lingua latina che abbiamo copiato senza comprendere i segni né il significato.
Siamo tutte analfabete però sappiamo contare e dunque sappiamo quante figure vi sono nell'arazzo: ben millecinquecento di cui seicentoventisei personaggi, duecentocinquanta tra cavalli e muli, circa cinquecentocinquanta animali di tutti i generi, senza enumerare i castelli, le chiese e altri luoghi o varietà di imbarcazioni.
Ora che l'arazzo è completato, cercherò committenze per nuove opere: per fare della storia un racconto ricamato affinché le nuove generazioni possano leggere e comprendere, oltre alla scrittura della penna, sulla carta e sulla pergamena, anche la narrazione figurata in punta d'ago.

 

 

 

 

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