Le scarpe rosse

[Racconto di Giovanna Gra]

 



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durata 34 minuti - Credits


Salve a tutti amici, oggi voglio raccontarvi una storia un po' diversa dalle altre.
O forse no.
Forse, a pensarci bene, è sempre uno dei miei racconti a bordo rete, ma è il modo in cui l'ho vissuto che è diverso.
Si tratta di una vicenda dove, per una volta, la realtà si è imposta nel mondo virtuale.
E questo, per un digital native come me, è davvero sconvolgente.

Spero di riuscire a raccontarvela al meglio, vi voglio fornire tutte le suggestioni del caso... o almeno ci provo.
.....................

Scusate i puntini, mi sono dovuto assentare qualche istante dalla pagina.
La causa?
Mia nonna!
Di recente ha scoperto le comodità del web e quando le serve qualcosa non mi lascia in pace finché non l'ho accontentata.

Ma torniamo a noi.
Voglio darvi un'idea d'insieme su quello che sto facendo per inquadrare i fatti che voglio raccontare.
Perciò, nonna a parte, ecco cos'è successo.
Sono diversi giorni che ricevo delle nuove mail.
Il mittente?
Un ragazzo.

Già, un ragazzo, un giovane cinese che si chiama Ci e che mi ha mandato un paio di cartelle con una specie di biografia dove scopro che ha lontane radici italiane.

E' simpatico e ha una storia molto simile alla mia.
Sì, la cosa che mi ha più impressionato è che abbiamo tante cose in comune.

Le mie origini (e chi mi legge dall'inizio lo sa) sono metà cinesi e metà napoletane, anche se io in verità conosco di più il mio lato... partenopeo.
Proprio per questa ragione, ogni tanto mi prende l'uzzolo di andare alla ricerca della mia parte orientale vagando a zonzo nel web.
Ed è questo il modo in cui ho conosciuto Ci.

Ci è esattamente speculare a me, cioè è più cinese che partenopeo.
Vorrebbe avere un contatto con l'Italia per progettare il suo primo viaggio a Napoli almeno quanto io vorrei visitare Pechino.
Mi ha attirato l'idea di conoscerlo perché il mio hobby preferito è lavorare a un algoritmo, per l'esattezza un algoritmo che produca idee.
Impossibile?
Può darsi... ma il futuro potrebbe riservare delle sorprese...

Ad ogni modo, non è facile trovare dei coetanei con cui riuscire a parlare di queste cose, perciò l'incontro con Ci mi ha gasato un sacco.
E' vero, con mia nonna passo ore e discettare di algoritmi (e, detto fra noi, lei è un tipo determinato ed esigente), ma i suoi algoritmi per lo più sono ricette, quindi, non esattamente il mio genere.

Con Ci, invece, posso discutere di un sacco di cose in modo talmente piacevole che mi sembra di chiacchierare con mio fratello, se ne avessi uno, o, che ne so, con un amico d'infanzia di quelli che conosci a un anno e poi te li porti dietro tutta la vita.
Di quelli che sanno tutto di te, che sanno come prenderti, qualsiasi sia l'umore con cui ti svegli la mattina.

Insomma, grazie a lui stavo passando un periodo davvero cool, fino a che, circa una settimana fa, tornando a casa, ho trovato un pacco sul tavolo.
L'ho subito aperto e, con la nuova applicazione che riconosce i colori, ho scoperto che dentro al pacco c'era il paio di scarpe rosse che desidero da una vita e che le mie tasche fino a oggi non si sono mai potute permettere...

Che meraviglia!

Dopo essere rimasto semi tramortito per almeno un quarto d'ora e dopo aver ispezionato le scarpe per almeno altri dieci minuti, ho finalmente capito che... erano proprio mie!

Con una scarpa fra le mani sono crollato sulla sedia della cucina della nonna.

La domanda era:
chi può aver fatto un gesto simile?

All'improvviso mi viene un dubbio.
Controllo sul mio smartphone il calendario... magari è il mio compleanno e non me ne sono accorto!


Macché, al mio compleanno mancano ancora molti mesi, quindi il mistero delle scarpe rosse s'infittisce.
Passo in rapida sequenza la mia agenda informatica, frugo nel portafoglio, mi tasto la fronte per capire se scotto, magari sono sudato, pallido, gialliccio...
Insomma, cerco di capire se una parte di me è stata presa da un attacco di acquisto compulsivo incontenibile...
Non scotto affatto, anzi sono freschissimo e, diciamo la verità, mi sento proprio un leone.

Non ci sono tracce di stress, dunque non posso essere stato preda di un raptus consumistico.
Ho anche controllato tutti i miei risparmi e sono ancora lì, nel porcellino di gomma.
Sono preda di un sogno?
Scuoto la testa, mi pizzico una guancia...
...E le mie fantastiche, agognate scarpe sono ancora lì, sul tavolo, pronte per una corsa.
Sempre turbato da numerosi e confusi sospetti, incomincio a girare intorno al tavolo rimuginando.
Magari è un errore, mi dico, un caso di omonimia.
Di recente sono arrivati dei nuovi inquilini nel palazzo, due coniugi, e mi pare abbiano tre figli maschi della mia età.
Forse dovrei andare a bussare e chiedere se per caso...
Ma no!
Bando ai timori, sembra un sogno e invece è la realtà:
queste meravigliose scarpe rosse sono mie, mi appartengono e sento che i miei piedi già non ne possono più fare a meno.
Adesso me le provo!
Individuo i lacci nella scatola e li infilo per orizzontale, che è molto più trendy che a X, come faccio con le vecchie.
Quindi, infilo una mano nella destra, estraggo la carta che sta dentro per fare volume e ci infilo il piede.

Volete un parere?
Volete un'impressione?
Invece vi darò una sentenza:
ho ai piedi le scarpe più cool del creato e, in questi casi, gente, ci si sente proprio un dio.
Insomma...
Mi mancano le ali e Mercurio non avrebbe storia.
Morale, mi porto le scarpe a letto e vado a dormire, dimenticandomi di mangiare.

La mattina dopo, la nonna mi vede arrivare al tavolo della colazione col pigiama e le scarpe rosse.
Commenta qualcosa del tipo che non mi ha sentito rientrare e che devo aver fatto molto tardi per decidere di andare a letto quasi vestito.
Curiosa osservazione, che mi fa scaturire, però, una inevitabile domanda:
"Quindi, deduco che questo paio di meravigliose scarpe rosse non siano un tuo regalo."
La nonna trasecola.
Non voglio che si preoccupi, ma non voglio neanche, conoscendola, che mi costringa a restituire il pacco.
Ergo, divago, dicendo che, probabilmente, me le ha inviate il mio nuovo amico Ci.
"Chi?", domanda lei.
"Ci!"
"Ci?"
"Sì."

Volo in camera mia e decido di scoprire se Ci è in rete.
Lo è, per fortuna, e gli racconto la vicenda delle scarpe.
E' perplesso, però commenta:
"Scusa Li, se l'indirizzo è il tuo e i dati coincidono, usando le scarpe di certo non commetti reato. Magari è una nuova forma di pubblicità."

Dubito circa la nuova forma di pubblicità, ma concordo sul reato, perciò mi lavo velocemente e avvio la mia giornata con le preziose scarpe rosse ai piedi.

La sera torno a casa distrutto:
ho camminato, che dico, corso, tutto il giorno.
Sono stanco, ma i miei piedi sono in estasi e, se potessero, mi solleverebbero a qualche metro da terra.
Sì, insomma, se non fossero un tantinello stanchi anche loro.

Mangio un'ottima cenetta lasciatami dalla nonna e vado a letto senza nemmeno affacciarmi sul web.
Il mio amico Ci aspetterà e, anche se dovevamo discutere la parte centrale del mio algoritmo, capirà che ho avuto troppo da fare con le scarpe nuove.

Assolto me stesso anche da questa incombenza, mi sfilo con pochissimi gesti i vestiti, scarpe incluse, e, distrutto, m'infilo a letto avvolto nel mio adorato pigiama.
Dopo un quarto d'ora sto già ronfando, perso in un sonno molto, ma molto profondo.
Verso le quattro, quando cioè tutto il mondo dorme e anche in strada non passa anima viva, mi sveglio per andare a fare la pipì.



Sono momenti, questi, in cui, se non casco dal sonno, si risvegliano le mie vecchie paure della notte.
I suoi silenzi, i timori di strane presenze nella stanza...
Quando mi capita (e mi capita!) di avere a che fare con queste paure ataviche, debbo svegliarmi per bene e ragionare da adulto, tranquillizzando il mio bambino interiore.

Stavolta, però, sono troppo distrutto e non ho tempo per dare retta a stupide paure infantili.
Insomma, la stanchezza azzera qualsiasi timore e sento che le poche energie che ho mi servono per tornare a letto, ergo, mi trascino alla meta.

Insonnolito, procedo a tentoni.
Libreria, poltrona, sedie...
Passo a fianco del tavolo dove riposa quieto il mio PC ed è esattamente a quel punto che sento uno strano fruscio.
C'è qualcosa che sfrigola... insomma, che fa un rumore inconsueto.
Un istante, poi nulla.
Quindi, altro sfrigolio per una frazione di secondo.
Poi torna il silenzio, interrotto subito dal passaggio di una moto truccata che romba nella notte.
Non ho più sonno.
Non so che fare.
Poi decido:
la cosa migliore è tornarsene a letto.
Farò finta di addormentarmi.
Se c'è qualcuno nella mia stanza, forte del mio sonno agirà ancora e allora tenterò di coglierlo in flagrante e deciderò il da farsi.
Quindi, ciondolando, torno fra le lenzuola ma prima di infilarmici, con discreta maestria acchiappo il cellulare dal comodino e lo nascondo.

Qualche istante dopo, un altro fruscio.
Sono un po' annebbiato dal sonno e il mio cervello non lo coglie immediatamente.
Dopo qualche istante, un dubbio si accende nel mio subconscio.

Balzo dal letto sveglio come un grillo e mi fiondo sul PC.
Il mio computer è inequivocabilmente, nonché pacificamente spento.
Perlustro la stanza.
E' in disordine, ma è la mia stanza!

Nell'ora successiva non accade nulla, dopodiché ricado in un sonno profondo popolato di ladri che vogliono rubarmi il computer e (orrore!) le mie scarpe nuove!

Per fortuna, quando mi sveglio è già mattina.
Non è accaduto nulla di tutto ciò che ho sognato.
Il computer giace placido sul tavolino e le scarpe rosse sono allineate, in attesa dei miei piedi, al fondo del letto.
Mi trascino al tavolo della colazione dove mi aspetta un cappuccino fumante.
La nonna è in piedi ed è già molto attiva.
Infatti, mi vuole proporre una discussione per modificare il suo algoritmo sulla ricetta della carbonara.
Sospetta che, per ottenere il vero algoritmo, si debba sostituire la pancetta con il guanciale.
Gliel'ha detto Nino, il salumiere.
Non ne sono convinto, mi permetto di osservare.
Lei s'inalbera e quasi si offende dicendomi che non mi sono nemmeno accorto che, per la colazione, ha usato il nuovo servizio di tazzine di legno di mango che le ho regalato.

Sono molto irritato da tutti quegli urli di prima mattina e le rispondo, non troppo garbatamente, che mi sono appena svegliato e che mi deve dare il tempo di riemergere da una notte tumultuosa.
Pertanto, non ho avuto il tempo di far caso al servizio che le ho regalato.

Lei, per tutta risposta, prende la borsa, il carrello per la spesa e annuncia che stamane non avrà bisogno di internet per fare la spesa, anzi, a proposito di internet, mi dice che potevo anche aspettare a pagare la bolletta della luce perché sarebbe scaduta alla fine del mese!
Detto ciò, esce sbattendo la porta.

Mentre immergo la seconda fetta di torta nel cappuccino, le sue parole mi risuonano nelle orecchie.

Stop!
Fermi tutti!
Ma di che cavolo di servizio di tazzine stiamo parlando?
Io non ho mai regalato alla nonna un servizio di tazzine di legno di mango!
Prendo il cellulare e la chiamo.
Incomincio a nutrire dei sospetti in ordine sparso, quindi m'informo con cautela.

Lei mi risponde che si tratta del nuovo servizio di tazzine che le è arrivato tramite posta questa mattina e che c'era anche un mio biglietto di auguri con tanto di firma.
Aggiunge che non è carino da parte mia, solo perché abbiamo un po' discusso, che faccia finta di dimenticarmi che è il suo compleanno.

Le dico che non me lo sono affatto dimenticato mentre mi picchio la fronte con il palmo della mano, perché la verità è che me lo sono dimenticato eccome!
Poi le chiedo se ha buttato il pacco delle tazzine.
Lei risponde che certo, lo ha buttato nei secchioni della carta, e attacca senza aspettare risposta, perché dal fruttivendolo è arrivato il suo turno.

L'ultimo pezzo di torta mi cade nella tazzina.
Sento uno switch e, dalla mia stanza, una voce che mi chiama.
Anzi, no, sì, chiama.
Insomma, è la mia voce che chiama il mio nome.
"Liiiiiii?
Li Hacker!", bercia.
Ma cosa sta succedendo?
Mi precipito nella stanza e sento lo stesso rumore che avevo sentito nel cuore della notte.
Mi piazzo al centro della camera e urlo minaccioso:
"Chi sei?
Fatti vedere vigliacco!"
Capisco che il rumore che avverto è l'ultimo fruscio che fa il mio PC quando lo spengo.

Riaccendo il computer e mi appare il faccione di Ci.
"Ehi, Hacker!"
"Accidenti Ci", dico alteratissimo, "Sei tu che fai questi scherzi del cavolo?"
"Quali scherzi?"
"Ah, non lo sai?", lo aggredisco, ma lui mi risponde subito.
"Amico, stai calmo!
Forse è meglio che ci aggiorniamo dopo, ok?"
"Niente affatto!", strillo avvelenato, "Ma se stai facendo il magico sappi che non è affatto divertente!"
Ci è basito.
"Ma quale magico?!!!
Di cosa parli?", chiede infastidito e prosegue, "Senti bello, cerca di capire cosa sta succedendo nella tua testa e poi mi richiami.
Con un po' più di educazione, ok?"
E mi toglie la comunicazione.

Mentre mi sto pentendo per la mia impulsività e per aver accusato a vanvera il povero Ci, lo smartphone che ho lasciato sul tavolo insieme ai resti della colazione mi annuncia che ho un nuovo messaggio.
Mi precipito in cucina sperando che sia Ci, magari un suo messaggino conciliante...
Chiedo alla sintesi di leggermelo e una voce melliflua e metallica, chiaramente alterata al computer, commenta:
"Oh, Li, trovo terribile quel golfino viola con le scarpe rosse.
Non abbiamo nell'armadio qualcosa più in tono?"
Impugno il cellulare furioso, sto per rispondere e ancora una volta...
STOP!
Fermi tutti!
A chi mi accingo a rispondere?
E, soprattutto, questo CHI come fa a sapere come sono vestito?

Beh ragazzi, credetemi, un brivido mi scorre lungo la schiena.
Il precipitare degli avvenimenti m'impedisce di ragionare, ma una parte di me è ancora lucida e in grado di farlo.
Calma e sangue freddo ci vogliono, l'unico modo per esaminare i fatti.
Incominciamo da Ci.
Non posso biasimarlo se mi ha mollato al volo, devo essergli sembrato un pazzo.
Eppure, una parte di me pensava (e forse sperava) che fosse lui il donatore segreto delle scarpe rosse.
Gli indizi, del resto, parlavano chiaro.
Era uno dei pochi a cui avevo confessato questo mio desiderio.
L'unico che poteva conoscere i particolari per realizzarlo, cioè il mio indirizzo, eccetera, eccetera.
Ma poi, la notte scorsa, come spiegare che qualcosa o qualcuno si è introdotto nella mia stanza?
Il buon Ci abita in Cina, tanto per dirne una, quindi non può essere lui.
Ma allora chi è il fantasma notturno?

Altra incognita è il comportamento strano della nonna.
Prendiamo le tazzine:
come facevo a regalarle le tazzine di legno di mango se non ricordavo neanche lontanamente che oggi è il suo compleanno?
Debbo ammetterlo, circa le tazzine una parte di me sospetta che la nonna se le sia comprate.
Fa di queste cose quando deve stigmatizzare dei miei comportamenti sbagliati.
E vabbè, sì, lo confesso, non è la prima volta che dimentico una ricorrenza che la riguarda e questo suo modo di agire certo resta impresso.
L'unica cosa da fare è scendere in strada e recuperare il cartone delle tazzine che dice di avere buttato.
Se ho ragione e se la nonna ha acquistato le tazzine, il cartone non lo troverò.

Dopo cinque minuti torno in casa, più scornato che mai:
di sotto c'erano gli operatori ecologici che stavano svuotando il cassonetto contenente carta e cartoncino e, appena gli ho chiesto se c'era un pacco che poteva aver contenuto sei tazzine, mi hanno risposto di sì, che ce n'era uno con su scritto "Tanti auguri nonna" e che era addirittura firmato "Tuo nipote Lì".


Sono stato io.
Invece no.
NON sono stato io!

Cavolo, il messaggino!
Forse quello è un indizio!
In fondo allude anche alle scarpe rosse, e le scarpe rosse sono il primo pacco arrivato e non ordinato.
Torno al tavolo della colazione e, mentre cerco il messaggio appena arrivato, accendo il computer.
Mi faccio leggere dalla sintesi il numero del messaggio e lo cerco sul web.
Sono molto eccitato perché stavolta, ne sono convinto, sono a un passo dalla soluzione.
Il computer è lentissimo.
Si vede che stamattina ci sono problemi di connessione.
Per fortuna, alla fine aggancia qualcosa...

No!
Noooooooo!
Ma, allora, questo qualcuno ha deciso di farmi impazzire!
Volete sapere alla verifica del numero cosa appare?
Appare l'ultima cosa che volevo trovare:
un numero fornito da un servizio temporaneo di sms!
Servizi utili per chiunque non voglia essere scoperto.
E il mio fantasma si è affidato a uno di quei siti, ce ne sono circa dieci che forniscono numeri di cellulari temporanei per ricevere sms o inviarli e poi svanire nel nulla.
Si tratta di siti pubblici operativi in ben otto paesi diversi.

Sono a un punto morto, tutti i miei possibili indizi portano al nulla o, come nel caso del messaggio, al mistero più fitto e insondabile.
Rimugino con la faccia fra le mani mentre giocherello con lo zucchero e il cucchiaino della mia tazza della colazione.
Sono disperato e non so che fare.
A un tratto mi viene in mente un altro particolare:
la bolletta della luce.

La nonna si sbaglia, io non ho pagato la bolletta della luce!
Mi getto sul PC, che è sempre lentissimo ma vabbè, e controllo la carta prepagata della nonna, quella che abbiamo attivato in modo che io possa aiutarla e pagare le spese di casa.
Può controllare il suo estratto dalla banca, ma per i pagamenti on line l'aiuto io.
Dunque... sì, in effetti qualcuno ha prelevato un importo identico a quello della bolletta della luce di questo bimestre ma...
...Controllo e scopro che non ha affatto pagato la luce!

Smarrito, frustrato, spaventato, decido di svelare tutto alla nonna.
A costo di fare la mia ennesima pessima figura, la chiamo immediatamente.
"Nonna...", lei mi risponde con un semi grugnito, ma resta ad ascoltare.
"E' vero, hai ragione, anche stavolta mi sono dimenticato il tuo compleanno..."
Lei, dall'altra parte, borbotta qualcosa tipo:
"Lo sapevo."
Poi resta in silenzio.
Io continuo.
"...E non ho pagato nemmeno la luce, ma non so perché manca quell'importo dal conto.
Nonna, sono disperato perché non capisco cosa sta succedendo.
Accadono cose contro la mia volontà, lo capisci?
Forse qualcuno ci spia, forse è il mio amico Ci che magari non è un vero amico..."

Incomincio a piangere, stressatissimo.
La nonna tace per qualche istante e poi mi confessa:
"Ok Li, non voglio sentirti così disperato.
E' vero, le tazzine le ho comprate io."
"Ma come hai fatto?", domando singhiozzando, "Tu non sai andare in internet!"
"Beh, ci ho provato..."
"Che vuol dire che ci hai provato?", le chiedo allarmatissimo.
"Ho fatto quello che fai tu di solito.
Guardando s'impara, sai?
Anzi, mi sono anche messa in contatto con dei... come si chiamano quei siti dove si parla con altri?"
"Forum, nonna", rispondo affranto, "e perché l'hai fatto?"
"Per sentire i pareri sui servizi da tè."
"Hai... chattato con delle persone?"
"Oh, sì, con diverse persone e in diversi siti!
Però non saprei dirti quali..."
"Capito.
Hai anche parlato di me, immagino."
"Certo", replica lei soddisfatta, "Volevo cercare qualche saldo su quelle scarpe rosse che ti piacciono tanto.
Perché, ho sbagliato?
Ero così contenta di essere riuscita a navigare da sola!"
"Eh, immagino...", commento io, ma lei continua.
"Ah, dimenticavo di dirti che la banca voleva una conferma sui nostri dati e gliel'ho data."
Intenerito dal suo cyber entusiasmo non dico altro e le chiedo di tornare a casa appena può.

Quindi, dopo essermi scusato con il mio amico Ci, insieme a lui ricostruisco le fasi convulse di questa strana vicenda.
Poi arriva la nonna e cerco di spiegare anche a lei quello che è successo.
La verità?
Io e la nonna siamo stati vittime di un phisher.
Il phisher è un truffatore che pratica il phishing, cioè una truffa informatica ai danni degli utenti per sottrarre dati personali.
In caso di gravi episodi di phishing c'è gente che si è vista addebitare grosse somme per mutui mai richiesti o rate di macchine mai acquistate.

Ecco la sequenza dei passi sbagliati che la nonna, alla sua prima uscita in internet, ha inconsapevolmente commesso rivelandosi la preda ideale.

Punto primo, all'apertura del PC non ha aggiornato l'antivirus, né atteso che il computer lo facesse automaticamente.
Neanche voi lo fate?
Pensate sia esagerato?
Beh, vi risponderò con un solo dato ufficiale:
Un malware infetta una pagina web ogni 14 secondi.
Adesso decidete voi se aggiornare il vostro computer oppure no.
Ah, dimenticavo, i virus possono prendere possesso anche della vostra web cam e spiare la vostra vita in tutto e per tutto.
La produzione di virus è costante e continua, l'osservatorio sui medesimi ha quindi bisogno di intercettarli e, se sono nuovi virus, trovare l'antidoto che poi, con gli aggiornamenti, invia al nostro PC.
Punto secondo:
in caso di siti sconosciuti con cui si voglia prendere contatto, è bene utilizzare indirizzi secondari.
La nonna, non sapendolo, ha dato il mio, lasciando così un'importante traccia.
Punto terzo:
Non si risponde mai alle mail che chiedono informazioni sulla vostra persona, non si clicca mai su indirizzi che, seppure interessanti, provengono dalla mail di un'azienda o da un mittente ignoto, e neppure da uno conosciuto come, per esempio, quello della vostra banca.
Alcuni indirizzi veri, infatti, possono nascondere dei sotto indirizzi che vi convogliano verso siti più oscuri.
Punto terzo:
Da quel che riferisce la nonna, l'indirizzo della banca nel quale ha eseguito la transazione era il solito nostro.
Ecco le domande (con relative risposte) che le ho fatto per giungere alla conclusione che non era vero.
Mia domanda:
"L'indirizzo lo hai digitato tu?"
Sua risposta:
"Sì, insomma, in verità no, ho iniziato a digitarlo e poi mi è apparso sulla barra, per cui poi ho cliccato quello."
Mia domanda:
"Me lo leggi?"
Sua risposta:
"http// e nome della banca.
Cosa c'è di strano?
La nostra banca è questa, no?"

"Di strano, cara nonna, c'è che tutti gli indirizzi che trattano dati sensibili, in particolar modo le banche, devono incominciare con https perché quella s vuol dire security.
Se la s non figura nell'indirizzo della banca, stai operando in una home che fa da specchietto per le allodole mentre ti sta carpendo dati e soldi.
La ragione dei piccoli prelievi tipo la bolletta della luce, ma anche l'invio di un paio di scarpe, sono tecniche che usano i phisher prima di prelevare la grossa somma a cui mirano.
Spesso, prima di fare il colpo, provano i dati in loro possesso e cercano di capire quanto l'utente è attento ai suoi conti".
Ergo, controllate la lista movimenti delle vostre carte, gente... è sempre meglio!

Come vi ho già detto, possedere i dati personali di ciascuno di noi significa avere a disposizione un opulento mercato, anche solo per conoscere le nostre abitudini da poter vendere ad aziende, banche e assicurazioni.

Ci sono altri piccoli escamotages che vi possono mettere al sicuro.
Per esempio, non spedite documenti in estensione di Word da cui si possano ricavare un sacco di informazioni sul vostro conto.
Non aprite mai e poi mai gli allegati di mittenti sconosciuti.
Non siate pigri, ogni indirizzo digitatelo sempre e daccapo.
Disattivate i javascript.
Rifiutate la posta in html.
Se il vostro computer è troppo lento insospettitevi, e fate lo stesso se il mouse non risponde ai vostri input.
Non diffondete sms di allarmi ricevuti, anche se apparentemente importanti e ricevuti da amici conosciuti.
Non scaricate applicazioni di cui non siete più che sicuri, incluse quelle dei compleanni.
Spesso i phisher si nascondono lì, per poi carpire dati e contatti del vostro cellulare.

Infine, se un vostro carissimo amico vi scrive una mail da Londra o da ancora più lontano e vi prega di mandargli del denaro perché è in difficoltà, fategli prima una telefonata.
Fatelo sempre, anche se la mail la conoscete e appurate, prima di qualsiasi azione, che sia proprio lui a avervela inviata.

Morale della favola, per questa volta pagheremo la bolletta della luce il doppio, ma almeno, per la nonna, è stata un'ottima lezione di informatica.
E anch'io ho imparato la lezione.
Mai mettere una nonna davanti al PC senza spiegarle le norme base della sicurezza, perché se si tratta di una nonna curiosa e intraprendente... ecco cosa succede!
Ragazzi, anche Li hacker può essere messo K.O. da un volgarissimo phisher.
E che paura quella notte!
Alla prossima amici miei!
Ciao
Li

 

 

 

 

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