Il gatto del Cheshire




[Racconto di Giovanna Gra]


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Era tanto che Penelope non aveva notizie di sua sorella.
Erano passati almeno tre giorni.

Del resto, Penelope viveva a Roma già da un anno e Alice era ben solida nella sua Londra, cuore pulsante dell'Inghilterra.
Due vite molto diverse.

Penny e Alice erano gemelle eterozigoti, di quelle che non si somigliano.
Tuttavia, come tutti i gemelli, da bambine erano state molto legate l'una all'altra.
Poi, avevano scelto ciascuna la propria strada.

Alice aveva un piccolo studio veterinario ben avviato in una cittadina a circa un centinaio di chilometri da Londra, meglio nota come Lyndhurst.
Penelope, invece, più prosaicamente lavorava per una società di assicurazioni.

Per cui, il giorno in cui Penny ricevette un dono via posta, non le parve poi così insolito, visto che proveniva dall'Inghilterra.

"Strano", pensò mentre firmava la ricevuta all'omino delle consegne.
"Alice avrebbe potuto mandarmi due righe, o magari farmi uno squillo".

Penelope e Alice avevano l'abitudine di scriversi una mail prima di andare a letto ogni sera, anche solo per parlare del meteo, argomento che appassionava entrambe.

Poi, però, Penny pensò che Alice volesse farle una sorpresa, quindi guardò il suo cadeau con riconoscenza e curiosità.
Lo prese fra le mani.
Certo, non poteva essere un errore.
Quel regalo era proprio per lei!
Frugò nella scatolina di paglia vicino all'ingresso, cercando una mancia per l'omino della consegna, risoluta a congedarlo.
Una volta rimasta sola, si chiuse la porta alle spalle con l'idea di posare il pacco sul tavolo da pranzo e frugare in cerca di un biglietto.

Dopo qualche istante, sentì bussare alla porta di casa.
Penny andò ad aprire.
Era ancora l'omino che aveva effettuato la consegna.
"Ho dimenticato di farle firmare l'opzione gatta ci cova", disse.
Penelope rise.
"E... cosa sarebbe l'opzione gatta ci cova?".
"Se controlla sul pacco, sul retro della scatola c'è il marchio della ditta con la prenotazione".
Penny fece rientrare l'omino per esaminare il dono appena ricevuto.
Sì, in effetti era come le aveva detto.
C'era un bell'autoadesivo verde smeraldo su cui spiccava il nome della ditta CHESHIRE.
"Ma non è una città?", domandò Penelope perplessa.
"Vede, è il bollino giallo che le indica l'opzione gatta ci cova", replicò l'uomo, non rispondendo, di fatto, alla sua domanda.
"Stupenda... mia sorella ne sa sempre una più del diavolo!", osservò Penny.
Poi, domandò all'omino:
"E... cos'ha di tanto eccezionale quest'opzione gatta ci cova?".
Lui la guardò stralunato.
"Beh, è l'opzione estendibile a un familiare.
Guardi che capiterà una volta su un milione che la concedano così, alla consegna", disse, scandalizzato che Penny non lo sapesse.
"Ah...", replicò la ragazza vergognandosi un po' della propria ignoranza.
"E posso usufruirne da subito?", chiese curiosa.
"Mah, non lo so.
Dipende dalla fascia che ha sottoscritto chi le manda il regalo", spiegò il tizio ancora perplesso.
"Beh, visto che viene da Londra... penso sia di mia sorella".
"Scusi se mi faccio i fatti suoi... non è sicura?
Cioè, lei non sa chi le ha mandato il pacco?".

No.
Penelope, doveva ammetterlo, non aveva ancora la certezza di chi fosse il mittente.

"Permette?", disse l'omino deciso, oltrepassandola.
Si buttò sulla strenna cercando il nome del destinatario.
Trovatolo, mostrò l'etichetta a Penelope.
"I dati coincidono?
Lei è per caso Penelope...".
Penny, irritata, gli tolse il pacco dalle mani.
"Sì, certo che sono io, gliel'ho già detto.
Le ho firmato la carta no?"
"Volevo solo aiutarla, signorina.
Lei non sa quanta gente al mondo urlerebbe di gioia nel ricevere una strenna del genere, con inclusa l'opzione gatta ci cova!".

Penny, accompagnandolo alla porta osservò:
"Perché?


Non le sembro abbastanza entusiasta?
Vedrà che questa sera urlerò di gioia anch'io, dopo aver parlato con mia sorella.
L'accompagno...".

Quando l'uomo se ne fu andato, Penny chiuse l'uscio e si mise a fissare la scatola.
Confezione e packaging erano molto colorate, altro indizio che la faceva pensare ad Alice.

Poi, visto che il tutto era ben corredato da un infuocato fiocco rosso che sembrava urlare al mondo: scioglietemi decise di aggredire il regalo incominciando da lì.

Fu allora che la scatola si mosse.
Penelope fece un salto indietro e lanciò un urlo che, però, soffocò sul nascere.
Quindi si fece coraggio è sollevò un'ala della confezione per spiare l'interno della scatola.
Con immenso stupore la trovò vuota.

A quel punto, si decise a comporre il numero di casa di Alice per chiedere lumi.

Naturalmente, Alice non era in casa.
E, se non era in casa, non era neanche in studio, visto che le due cose coincidevano.

Quando la sorella non era in casa, in genere era a fare un giro di visite dei suoi clienti pennuti, piumati, squamosi, pelosi e chi più ne ha più ne metta.

Penelope, però, era inquieta, quindi accese il computer per scrivere una mail alla sorella.

Appena aperto, il pc la salutò con un tintinnio, segno che aveva ricevuto una mail.
Finalmente!
La mail era di Alice.
Penny ci si gettò avidamente.

"Cara Penelope, scusa se non mi sono fatta viva ultimamente, ma una terribile epidemia di tosse da canile mi ha obbligata a curare tutti i cani del circondario.
Per questa ragione non ti ho ancora telefonato, né scritto, pur avendo da darti una buona novella:
Ho preso un gatto.
Sì, mi sono decisa, finalmente
.


L'ho incontrato nel bosco di New Forest.
Vagava solo solingo e ho deciso di adottarlo, o forse è meglio dire è lui che ha adottato me...
E' un gatto di una specie particolare e molto rara.
Ha gli occhi verde smeraldo, incantevoli ed incredibilmente magnetici.
Ha una stella bianca sul petto e ho deciso di chiamarlo Oreste.
Naturalmente mi piacerebbe inviarti una sua foto, ma non sono ancora riuscita a immortalarlo.
Sai come sono fatti i gatti...
".

Poi si lamentava della pioggia, anche se, dopo l'ultimo temporale, in una splendida passeggiata nel bosco le annunciava di aver trovato degli ottimi funghi.
Li avrebbe fatti controllare avendo deciso di organizzare una cena con un po' di amici nel fine settimana.

Tutto qui?

Penny lesse la mail tutta d'un fiato e non trovò traccia né menzione del suo regalo.

Controllò la data:
era di quella mattina.
Quindi, se le avesse spedito un pacco, sarebbe stato plausibile pensare che fosse arrivato.
Ergo, Alice avrebbe dovuto chiederglielo.

Forse non era lei il mittente?

Non aveva alternative, doveva aspettare che tornasse a casa e parlarle.
Lasciò la scatola sul tavolo e si mise alla scrivania a preparare dei preventivi per alcune polizze che doveva consegnare quello stesso pomeriggio.

Mentre era presa a far di conto, sentì dei rumori in cucina.
Un piatto era caduto dalla credenza.
Penelope si guardò intorno con circospezione, diede un occhio alla finestra per capire se per caso ci fosse del vento.
Di vento, onestamente, non ce n'era nemmeno un filo.
Quindi annusò il piatto.
Ora ricordava... lo aveva lasciato sulla credenza il giorno prima con un avanzo di burro e alici, spuntino che amava fare verso le undici del mattino.

Raccolse i cocci e tornò alla scrivania.
"Accidenti", disse, accorgendosi che i fogli su cui stava lavorando erano tutti sparsi in terra sul tappeto.
"Ma cosa sta succedendo?
Sembra che le cose in questa casa abbiano una vita propria...".

Fece una rapida pulizia e concluse i calcoli che le restavano.
Consultò le mail per vedere se per caso sua sorella le avesse riscritto.
Nulla.
Si decise allora ad inviarle due righe.

"Cara Alice, stamane ho ricevuto un pacco da Londra.
Il pacco, che secondo l'omino del corriere si pregia di una non meglio identificata opzione gatta ci cova, non aveva mittente ed era curiosamente vuoto. Strano.

Naturalmente, vista la località di provenienza e visto che non ho trovato mittente, non ho potuto che pensare a te e alle tue trovate originali.
Con lo scorrere dei minuti, però, mi sono fatta l'idea che l'operazione forse non sia completa, quindi sono in attesa di un seguito che tu mi possa spiegare.
Alludo anche, fra le altre cose, ad una fantasmagorica opzione commerciale di cui sembra godere l'omaggio.
Naturalmente, sopra ogni altra cosa, avrei piacere di ricevere delle spiegazioni da te, visto che sei sicuramente l'artefice del tutto.
Appena ti è possibile, tosse del canile permettendo, potresti illuminare la tua povera e ignorante sorella circa questo splendido regalo che hai deciso di inviarmi?
Con l'affetto di sempre
P.
".

Quindi Penelope si trascinò in bagno.
Si diede due colpi di trucco e, polizze alla mano, uscì di casa diretta alla sua utilitaria rossa.

Un rapido e turbolento temporale aveva allagato la città e avvolto il quartiere nella nebbia.
"Accidenti", borbottò fra sé Penelope, "Sembrano le previsioni che Alice mi scrive da Londra".

Ad ogni modo, la prima cliente da cui si sarebbe recata sarebbe stata la signora Foschini.
Abitava in periferia ed era una cliente pignola e piena di dubbi.
Insomma, una bella gatta da pelare, quindi meglio incontrarla a mente fresca.
Era un anno che discutevano i termini della polizza pensione e, nonostante i numerosi sforzi di Penny, la signora non era mai contenta.

Era quasi arrivata a destinazione quando la signora Foschini la chiamò al cellulare per comunicarle che della polizza non se ne sarebbe fatto un bel niente.
"Ho trovato qualcosa di più conveniente, ecco tutto", disse congedandosi in maniera antipatica.



Penelope era furibonda.
Aveva passato molte ore al telefono con quella donna discutendo ogni minimo cavillo di quel benedetto documento!
Fece rapidamente retromarcia e si avviò verso il centro.
La strada era ancora avvolta nella nebbia e Penny parlava da sola inveendo contro parametri e massimali quando un gatto le si parò davanti all'improvviso in mezzo alla strada.
Era un gatto grigio dagli occhi verdi, un'immagine confusa in quella foschia...

Penelope frenò bruscamente per non investirlo.
La macchina slittò sull'asfalto mangiandosi almeno dieci metri e arrivò a pochi centimetri da un passaggio a livello al di là del quale, qualche istante dopo, sfrecciò un treno alla velocità della luce.

Penelope per poco non svenne dalla paura.
Dopo un quarto d'ora, pallida e tremante, decise di proseguire per la sua strada.
Consultò il suo elenco e si diresse con grande fatica a casa del ragionier Brachetti.

Alla fine della giornata, dopo aver consegnato le polizze e i relativi preventivi a tutti i suoi clienti, Penelope puntò finalmente verso casa.
Era stremata e aveva ancora un po' di paura a causa dell'incidente sfiorato poche ore prima.

A casa, si preparò del latte caldo con del cognac.
Il cielo buio aveva ripreso a minacciare il mondo mostrando la sua rabbia attraverso rapide e pulsanti arterie gialle che illuminavano la sua volta nera che, poco più giù, fragorosi tuoni commentavano sonoramente.

Sorseggiando il suo latte, Penelope si posò il computer sulle ginocchia.
Prese uno dei due cuscini abbandonati sul sofà e si stupì di trovarlo caldo e un po' schiacciato.
Ma era troppo stanca per fare inutili congetture.

Quindi, con il cursore del computer, si mise a scorrere fra le mail in arrivo ed esultò nel trovarne una di Alice.
Come la precedente, la lesse tutta d'un fiato.

"Cara Penny, scusami se non ti ho anticipato l'arrivo del pacco, ma avevo bisogno che la pratica gatta di cova seguisse il suo iter.

Da quello che mi risulta ora è attiva e ha anche funzionato.
So che hai rischiato un brutto incidente e che, per fortuna, l'hai scampato.
Immagino il tuo stupore nel leggere queste mie righe, ma sono pronta a spiegarti ogni cosa, anche se ti prego di tenere per te quello che ti dirò.
La vicenda riguarda il gatto che ho adottato.
Vedi, Oreste è un gatto del Cheshire.
I gatti del Cheshire sono gatti speciali.
E' molto difficile incontrarne uno, non sempre si affezionano, non sempre possono essere allevati in cattività.
C'è un ente che li protegge, li studia e li monitora seguendo con grande discrezione i loro movimenti (per questo sono venuta a conoscenza del tuo incidente) e, purtroppo, la specie ormai conta pochi e rarissimi esemplari.
Sembra che questi felini abbiano un dono.
E' un dono, a mio avviso, molto spiccato nei gatti, ma in questo caso è addirittura magico o cronico, come dicono quelli dell'associazione.
E' il dono dell'ubiquità.
Riuscendo ad adottarne uno, anzi, riuscendo a farsi adottare da uno di loro, in caso di pericolo, ovunque tu sia, puoi contare sul loro aiuto.
Questo perché hanno la capacità di sdoppiarsi e di apparire nel luogo dove la tua vita viene messa in pericolo.
Sono una sorta di gatti da difesa.
E la famiglia dell'uomo a cui questi gatti si affezionano, può ricevere le stesse attenzioni, cioè, la cosiddetta opzione gatta ci cova.
Evidentemente, il mio gatto ha sentito che eri in pericolo e si è precipitato ad avvisarti.
Non devi stupirti di tutto ciò Penny, qualche volta capita che la scienza sposi la fantasia.
E' la giusta alchimia per fare nuove scoperte.
L'amalgama per acchiappare delle impercettibili intuizioni.

Non è un caso, infatti, che Lewis Carroll abbia citato un gatto del Cheshire nel racconto di Alice nel paese delle meraviglie.

Ricordi?
Ce ne parlava sempre la nonna del famoso Stregatto che appariva ovunque e contemporaneamente in qualsiasi luogo...
Come tutti quelli che conoscono questa specie, anche Carroll ne conosceva i pregi nascosti.
Per cui, oggi sono immensamente felice che Oreste ti abbia salvato la vita.
Sì, lo so cosa stai pensando, anch'io credevo di conoscere i gatti...
Ma evidentemente non era così...

'Non dire gatto se non l'hai nel sacco'.
Credimi, mai frase mi è parsa più adeguata, dopo aver conosciuto le meraviglie della specie di Oreste.
Con affetto, Alice
".

Penelope abbandonò il computer sul tappeto e si distese sul divano.
Rise, scuotendo la testa, un po' incredula.
Poi sorrise ancora, ripensando agli ultimi fatti della giornata.
In realtà trovavano le loro spiegazioni alla luce di ciò che le aveva appena rivelato sua sorella.
Il piatto con le acciughe, i fogli caduti, il sofà...

Quindi, socchiuse gli occhi e, finalmente pacificata, allungò una mano accarezzando un cuscino apparentemente disabitato.

 

 

 

 

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