Mentre ci dilettavamo in una partita di biglie, sentiamo all'improvviso un urlo disperato.
"Cos'è successo?", domanda Guido allarmato mentre con una bella spinta impressa dall'indice e il pollice cerca di mandare la sua biglia rossa oltre la curva.
Barbara arriva in cortile trafelata.
"Ehi, raga', è sparito Tito, il gatto rosso della signora Tupini!"
"Come sarebbe sparito?
Come fa a dirlo?"
"Ti dico che è sparito!", ripete Barbara convinta.
Intervengo per sdrammatizzare:
"Magari la signora Tupini è diventata troppo noiosa e Tito ha fatto le valigie e ha traslocato."
"Naaa... che spiritoso...", Barbara mi rimbrotta, poi aggiunge:
"Sì, Tito adora le valigie, ma le usa come cuccia, mica per partire!
Stavolta è proprio sparito!"
Ragazzi, io adoro gli animali e adoro Tito, ma sono perplesso:
tutti sanno quant'è vagabondo quel gatto!
Guido mi legge nel pensiero e osserva:
"In effetti Tito è sempre in giro..."
"Sarà anche sempre in giro", replica Barbara, "ma non quando la signora Tupini gli cucina le acciughe."
"Ahi, ahi... l'acciuga è galeotta, hai ragione cugina!", chiosa Guido facendo tagliare il traguardo alla sua biglia con un'ennesima spinta ben assestata.
A quel punto siamo tutti d'accordo:
non è credibile che Tito diserti le acciughe.
"Quindi dobbiamo indagare?", chiedo.
"Ovvio, dobbiamo indagare", risponde Barbara e poi domanda:
"Da cosa incominciamo?"
"Dal movente", rispondo serafico,
" Elementare... Watson. "
"E... quindi?", domanda Guido.
"E quindi, la domanda è:
chi è che poteva volere l'eliminazione di Tito?"
E' una domenica mattina e, lasciando sospesa nell'aere la mia domanda, osserviamo in silenzio la signora Rossetti che esce dal portone e attraversa il cortile.
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"Lei, per esempio", mi sussurra Barbara in un orecchio.
"Stai pensando a Cico?", dico io.
"Già, sto pensando a Cico", dice lei.
"La smettete di parlare in codice voi due?", sbuffa Guido.
"Chi è Cico?"
"Eddai, non ti ricordi?
Era il canarino della Rossetti", gli spiega Barbara dandogli un buffetto sulla testa.
Guido non è convinto
"Ma scusate, è successo un secolo fa!
Tito aveva cinque mesi..."
"Già, ma i rancori si covano", sibila Barbara.
"Più delle uova di canarino", concludo io.
Dopo la signora Rossetti, ecco apparire il ragionier Bartocci con il suo
boxer.
"E perché... lui?
Non potrebbe essere un altro indiziato?", mi bisbiglia Guido in un orecchio.
"A cosa stai pensando?", domando.
"Immagina la scena:
Il boxer si avventa sul gatto.
Breve colluttazione, e Tito è spacciato.
Bartocci, che - non dimentichiamoci - è ragioniere, quindi un freddo ragionatore, prende il gatto e lo fa sparire per proteggere il suo cane da probabili accuse."
"Che orrore!", commenta Barbara schifata.
"Possedere un cane non ti fa essere automaticamente un assassino di gatti."
Nel frattempo, in cortile è arrivato Andrea, l'informatico del gruppo, con il suo laptop.
"Sto mettendo on line il profilo della vittima:
Altezza?", domanda.
"Beh, penso... 20 cm al garrese", dico io.
Lui aggiunge il resto.
"Ok.
Maschio, rosso, razza soriana, spirito randagio.
Ecco fatto, l'annuncio è on line."
In quel momento arriva Pietro, il portiere, e ci avverte:
"Ragazzi, come ve lo devo dire che è proibito calpestare le aiuole?"
"Che noia!", sbotta Barbara.
"Pietro, cavolo, nessuno te le tocca le tue aiuole, siamo qui, fermi immobili sul prato, ok?"
Poi, esasperata, si rivolge a me, Guido e Andrea.
"E' fissato con i fiori, è peggio di mia madre!"
"A proposito di fiori", dico io all'improvviso in preda a un'intuizione,
"...E della signora Germano cosa ne dite?"
"Cosa dobbiamo dire?", replica Andrea mentre digita sul suo computer.
"Non vi ricordate le scene che ha fatto tre mesi fa quando ha ristrutturato il giardino e Tito gli ha camminato sui vasi di orchidee?"
"Quella è fissata coi fiori.
E' quasi peggio di Pietro con la sua collezione di girasoli", osserva Guido.
"Beh, ragazzi, dovete ammettere che coltivare girasoli in vaso non è da tutti, e che i tre di Pietro sono bellissimi", aggiunge Barbara ammirata.
"Resta il fatto che la signora Germano ha minacciato Tito sotto i miei occhi.
Secondo me è l'indiziata numero uno."
"Va bene, ci facciamo un giro in cortile e poi andiamo ad interrogare i sospetti."
"Sta bene, dividiamoci", ordina Andrea.
Gigi e Barbara si fanno l'androne, le scale e le cantine, io e Guido il cortile, la strada e il condominio vicino.
Morale:
io e Barbara ci metteremo almeno due d'ore a battere tutto il percorso.
Le cantine sono buie e sinistre e, dopo la scomparsa di Tito, mettono anche più paura.
Quando torniamo in cortile, troviamo Andrea e Guido a braccia conserte in attesa:
"Accipicchia, ce ne avete messo di tempo!"
"Una strizza nelle cantine!", esclama Barbara.
"Avete trovato qualcosa d'interessante?", m'informo.
"Nada", risponde Guido.
"Nessuna pista.
Bisogna procedere agli interrogatori degli indiziati", osserva, logico, Andrea.
"Perfetto, andiamo per ordine."
Tiriamo fuori matita e taccuino e ci dirigiamo verso l'interno 18, dove abita la signora Rossetti.
"Chi èeeeee?", urla al di là della porta d'ingresso appena io, Barbara, Guido e Andrea ci attacchiamo al campanello.
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"Signora Rossetti, sono Gigi, Gigi Sonnino con qualche amico."
La signora apre la porta e sorride affabile.
"Oh, ragazzi... qual buon vento?", ci domanda.
"Beh, ecco, signora Rossetti... è sparito Tito.
Sa, il gatto della signora Tupini."
La Rossetti borbotta fra sé.
"Ah, mi spiace.
Tito... mmmhh... non è quel soriano fulvo che si mangiò il mio povero Cico?"
"Già... proprio lui", ammette Barbara guardandola con sospetto.
Ma la signora non si scompone:
"Beh, purtroppo, allora ha fatto il suo mestiere di gatto.
Dopotutto, Cico era un canarino.
Ma... cosa posso fare per voi?"
"Possiamo dare un'occhiata al suo balcone?", domandiamo titubanti.
"Ma certo!
Prego, accomodatevi", ci invita gentilmente.
Mentre io perlustro il balcone, gli altri completano l'interrogatorio.
"Non è che l'ha visto di recente, per caso?", chiede Andrea mostrando il suo computer col faccione di Tito in primissimo piano.
"No, non direi...", risponde la Rossetti.
"Beh, se le venisse in mentre qualcosa, che ne so, un indizio, può farcelo sapere?", domanda il più cortesemente possibile.
"Certo ragazzi, certo, non mancherò."
"Trovato niente?", mi domanda Barbara una volta fuori.
"Ha un balconcino molto fiorito con edera su tutti i muri, ma niente che si possa dire sospetto."
Nessuno di noi commenta l'accaduto, e intanto ci dirigiamo all'interno 24, dove abita il ragionier Bartocci.
Suoniamo.
Dall'altra parte, un ringhio sordo manifesta la sua presenza.
"Rocky, a cuccia", sentiamo intimare all'interno della casa.
"Buongiorno bella gioventù, cosa accade?
Avete perso il pallone nel mio giardino?"
La scena a casa della signora Rossetti si ripete per gli altri condomini che consideriamo sospetti.
Quindi, ci ritroviamo in cortile.
"Allora", comincia Barbara,
"vogliamo fare il punto?"
Guido alza la mano impugnando una matita e sbriciando il suo notes.
"Una domanda:
avete notato che nel prato del ragionier Bartocci c'era della terra smossa di fresco?"
"Oh povero Tito!", sospira Barbara impressionata.
"Dai, dai, non tiriamo facili conclusioni...", la conforta Andrea, poi aggiunge:
"Almeno ci ha fatto entrare.
E poi, la piscinetta che ha costruito per il suo cane era proprio forte!
Se pensi che la signora Germano non ci ha nemmeno ricevuti..."
"Con quale motivazione?", domando io.
"Che il suo balcone è proprietà privata, che del gatto non gliene frega niente e che se è sparito ben gli sta.
Sostiene che, per non farlo scappare, la signora Tupini avrebbe dovuto tenerlo chiuso in casa."
"Ma che stupidaggine", commenta Barbara infastidita.
"I gatti sono girovaghi per indole, lo sanno tutti!"
"E la coppia del 31?", chiedo.
"Sono arrivati da poco, non hanno mai visto gatti in giro, tantomeno Tito.
Non hanno canarini, né cani, né fiori sul balcone e stanno ancora traslocando", chiosa Barbara.
Guido mi dà di gomito
"Guarda laggiù.
Pietro sta spazzando sotto il suo davanzale.
Che ne dite di andare a fare qualche domanda anche a lui?"
"Ottima idea!", convengo.
Così, ci dirigiamo tutti insieme dal nostro portiere.
"Ehi, Pietro, hai visto mica Tito di recente?", domando andandogli incontro.
Pietro ci sorride placido
"Cos'è, la signora Tupini vi ha affidato il caso?"
"Esattamente", conferma Barbara puntigliosa.
"Tu hai qualche sospetto?"
"No...", sorride Pietro divertito, e aggiunge:
"Ragazzi, questo è un condominio di gente per bene.
Magari qualcuno è più scorbutico di un altro, ma nessuno farebbe mai del male a Tito."
"Sarà...", osservo perplesso.
Pietro vede il mio scetticismo e mi incalza:
"Non è che leggi troppi romanzi gialli?"
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"No, Pietro.
E' che conosco Tito.
Per allontanarsi da casa così tanto tempo dev'essere stato costretto."
"E quindi... di chi sospetti?"
"Beh, prendi per esempio la signora Germano.
Ce l'ha sempre avuta a morte con Tito perché le calpestava i boccioli delle orchidee", dico convinto.
Barbara aggiunge :
"E non ci ha nemmeno permesso di perlustrare casa sua!"
"Forse aveva il balcone in disordine", sghignazza Andrea.
"Spiritoso!
Con quei due enormi vasi di euforbia che stava travasando... potevamo pure darle una mano...", lo zittisce Barbara.
Guardo Pietro che aggiusta i suoi preziosi girasoli.
Sono bellissimi.
Pietro vede che lo sto osservando e commenta:
"Ok, Gigi, anch'io amo più i fiori che i gatti, come la signora Germano, ma questo non fa di me necessariamente un rapitore di soriani o un assassino di felini."
"Forse no.
Ma forse altri, meno concilianti... ti è caduta della terra sul davanzale?"
"Sì.
La coppia del trentuno ha fatto un repulisti del balcone.
Più tardi gli porto il regolamento di condominio... sono appena arrivati."
"Sì, lo sappiamo... poveracci, stanno ancora traslocando", aggiunge Andrea.
"Ok, Pietro, grazie per la chiacchierata", concludo io.
Sono stanco di congetture, voglio risolvere il caso.
"Beh, fatemi sapere quando scoprirete il colpevole", ci dice lui con un sorriso amichevole.
"Contaci!
E comunque, ne riparliamo domenica col derby!", rilancia Andrea.
Sia Pietro che Andrea sono due gran tifosi e se le dicono di santa ragione ogni fine settimana.
"Spero di tornare in tempo! Questa settimana vado in campagna da mia sorella", ci urla Pietro allontanandosi per andare incontro al postino.
Torniamo alla base, vicino al prato.
Barbara mi guarda curiosa:
"E' da quando sei uscito dalla casa della signora Germano che ti osservo:
Tu hai un sospetto, ve'?"
Rido.
"No, io ho una certezza."
"Spara!!", mi strillano in coro Andrea e Guido.
"Ragazzi, Tito forse è stato rapito, forse no... ma fortunatamente è ancora fra noi."
Secondo voi a che conclusioni è arrivato Gigi Sonnino?
Chi è il colpevole?
La signora Rossetti, gentilissima, è pur sempre l'unica ad avere, dalla morte del suo canarino, il movente più grosso.
E il ragioniere Bartocci?
Con la sospetta buca nel suo giardino?
O magari la signora Germano, così evidentemente ostile al povero Tito...
O la coppia del 31, apparentemente insospettabile, come lascia intendere Pietro, perché appena arrivata?
La risposta nella prossima puntata!
Nel frattempo provate a rispondere scrivendo a regia-easyweb@rai.it
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