Al castello!


[Racconto di Giovanna Gra]

Prima parte


Jackie: Il palazzo del Fiorfiore è deserto.
Sono arrivato da almeno un'ora e nessuno mi è venuto incontro; devono essere tutti molto indaffarati.
E' una bella giornata e mi sento bene.
Lo nota anche il Betullo maggiordomo che compare all'improvviso e mi chiede se per caso ho ricevuto buone notizie.
Veramente no, visto che oggi nella cassetta delle lettere ho trovato solo petali di Stelle di Natale.
Posta singolare, mi fa notare il Betullo.
Si, singolare, convengo.
Comunque, insiste lui, si vede che mi sono riposato perché ho tutta un'altra faccia!
In effetti sono più tranquillo, ho la netta sensazione che il peggio sia ormai alle spalle.
E per questo sono contento, forse un po' incosciente, ma contento.

Il Betullo mi confessa che è un piacere vedermi così, accenna un inchino e si allontana.
"Vado in giardino a cercare la mia nuvola!", urlo, girando i tacchi.
Mi rassicura, manderà qualcuno a chiamarmi quando è ora di cena.
Il giardino è straordinariamente quieto, pensavo di incontrare Floriflora con un codazzo di giardinieri, ma nulla.
Cammino verso il boschetto tanto amato da Fanfauna ma non la vedo cavalcare neanche in lontananza.
Torno al palazzo e cerco il maggiordomo.
Non vorrei insospettirlo, visto come mi ha accolto stamane, ma devo fugare ogni dubbio.
Finalmente lo trovo:
"Ditemi, non avete notato un'aria strana alla reggia? Non trovate buffo che a quest'ora la regina Floriflora non sia in giardino fra le sue rose e la regina Fanfauna diserti la sua cavalcata quotidiana?"

Il Betullo, flemmatico, mi risponde che trova tutto normalissimo.
La sua scarsa loquacità mi mette in difficoltà, ma insisto.
"Beh, però è assai curioso che nemmeno la mia Cotton stia volteggiando nella voliera."
Lui continua a fare spallucce.
Niente di curioso, no.
Mi sto innervosendo e sbotto:
"Insomma, vorrei qualche spiegazione!
Questo palazzo sembra deserto e voi continuate a darmi risposte evasive!"
Non capisce cosa intendo per strano o curioso, ma, di fatto, anche lui lo è.
E poi continua a chiamarmi Sir e mi sembra sempre più distante.
Oddio, è vero, ultimamente ho rischiato di lanciare qualche allarme un po' infondato, ma chiunque potrebbe capire che mi sento investito da gravi responsabilità.
In ogni caso, mi affretto a rispondere:
"Può darsi che io mi sia dimostrato un po' ansioso e apprensivo ultimamente, tuttavia trovo insolito che le signore testé menzionate rinuncino entrambe e nel medesimo giorno alle loro attività preferite."
Ora, il mio interlocutore sembra in difficoltà.
Giunge, provvidenziale, il campanello della cena.
Il Betullo mi domanda se desidero accomodarmi a tavola, altrimenti il desco si fredderà, dice, schiarendosi nervosamente la voce.

Giungo nella grande sala da pranzo e scopro di essere l'unico commensale.
"Ehhiiii!", urlo.
Il Betullo arriva trafelatissimo.
"Oh, insomma!
Anche questo, vi sembra normale?", osservo.
Il maggiordomo si guarda intorno spaesato.
Alla fine lo costringo a confessare e scopro che Floriflora si è iscritta a un improbabile corso dal nome Sei bella? Diventa Farfamodella!
"La regina a un corso, bah...", rimugino fra me.
Fanfauna, invece, pare sia stata invitata a un convegno dal titolo Le corna: architettura e design.
"Visto il titolo potrebbe anche essere un vero convegno", osservo.
Anche Estefy, Vernon, Primity e Toty hanno imitato le zie, ma il titolo della loro conventicola è L'alta stagione: tutti i segreti per diventare un invidiabile periodo.

"Mhh, immagino che anche per la mia Cotton si prospetti un congresso o qualche strana diavoleria che ne giustifichi l'assenza", domando polemico.
Il Betullo, prontissimo, mi fa sapere che Cotton ha comunicato che avrebbe disertato la cena per andare in cielo a vedere lo show Giocando sotto la pioggia.
Pare che vi reciti il suo cirro preferito, dice la guardia maggiordomo, strizzandomi l'occhio con aria complice.
"Sembra che non mi resti che accettare la realtà.
E va bene, se le cose stanno così, mangerò da solo.
Dite pure nelle cucine che sono pronto."

Ceno nell'immensa sala con una certa inquietudine, il Betullo non mi ha convinto affatto, ma so che dovrò tenere i dubbi per me se non voglio passare per un paranoico.
Le cucine della reggia sono fantastiche e il pasto prelibato mi distrae dai miei funesti pensieri.
A un certo punto, il maggiordomo entra nella sala con un annaffiatoio e incomincia ad annaffiare le Stelle di Natale.
E' in quel momento, mentre lo osservo, che mi sorge il dubbio: perché qualcuno avrebbe dovuto infilare nella mia cassetta della posta del petali di Euphorbia?
Non si può definire un atto vandalico, né una dichiarazione d'amore.
E allora perché?
Possibile che oggi tutto il mondo viaggi alla rovescia?
Termino il gustoso pasto e attendo che qualcuno ritorni, ma le ore passano inesorabili e invano.
Scocca la mezzanotte e i miei sospetti diventano certezze.
Qualcuno ha impedito il ritorno alla reggia delle reginsorelle, delle stagioni e (sigh!) della mia piccola Cotton.
"Signor maggiordomo!", strillo.
Il Betullo arriva affannato, io continuo:
"Dite alle cucine di preparare delle provviste, ho bisogno del vostro aiuto per attrezzare il mio Stravacante."
Il Betullo mi fa notare che è tardi.
"Accidenti sì!
Ma non vedete che nessuno ha fatto ritorno?"
Finalmente, il mio interlocutore si scompone: gli avevo detto che sarei rimasto ad aspettare e pensava che le regine fossero tornare da un pezzo!
"Non è così ed è evidente che qualcosa, o meglio, qualcuno, sta impedendo loro di rientrare alla reggia!"
Mi domanda, alterato, dove penso di andare a cercare il resto della famiglia.
"Ho un unico elemento fra le mani, ergo seguirò quello."
Mi guarda interrogativo.
"Penso che le foglie di Euphorbia lasciate nella mia casella postale rappresentino l'indicazione di qualcuno che aveva molta fretta o non voleva farsi capire da altri."
Quale sarà la mia meta, dunque? Domanda il maggiordomo un po' confuso.
"Il castello del principe della rosa pallida ed elfica.
Quei petali mi suggeriscono di puntare un'altra volta alla Stella Pulcherrima per raggiungere quel sinistro maniero."

Ciò detto, con una certa angoscia, attrezziamo lo Stravacante.
Il Betullo mi saluta marziale e io ricambio serio.
Sono in cielo, le temperature stanno scendendo sensibilmente.
Ho freddo.
Il viaggio mi sembra più breve dell'ultima volta che l'ho affrontato.
Ben presto, infatti, appare il paese.
Il villaggio elfico e la strada sono coperti di neve.
Giungo nel bosco e lì atterro; voglio dare un'occhiata alla situazione.
Cammino nella neve morbida, sprofondando a ogni passo.
Guardo verso il castello: le luci sono accese e la torre più alta mi fa venire un'idea.
E' impensabile proseguire a piedi, arriverei dopo cent'anni, quindi devo tentare l'impossibile e atterrare fra le torri.
Monto sullo Stravacante deciso ad abbordare il palazzo senza troppi convenevoli.
Dopo una serie di manovre molto complesse ci riesco.
Ho portato con me la mia marsina nera.
La indosso e mi calo con una lunga scotta sopra l'entrata.
Le mani bruciano a contatto con la corda e il freddo mi fa male, mentre il vento mi sbatacchia contro il bastione.
Finalmente tocco terra e mi dirigo verso la porta principale.
"Ehi... Voi... Aprite!"
Mi vengono incontro degli esseri con strane uniformi, si domandano come mai il loro principe si trovi ancora fuori dal castello... bene, per ora ci sono cascati!
"Non fare domande, soldato, fammi entrare!", ordino risoluto e con aria cattiva (gioco sulla somiglianza tra me e l'odioso discendente della rosa pallida ed elfica).
Il soldatino si genuflette, intimorito.
Non si è accorto della mia vera identità.
Entro nel castello a grandi passi.
Chiunque mi incontri mi saluta con la massima deferenza.
Poi, un altro stranissimo essere piuttosto longilineo, avvolto in vistosi mantelli, mi corre dietro.
Mi dice che avevo annunciato che sarei rimasto nella grande sala coi miei ospiti, dunque, come mai mi aggiro per i corridoi? Forse ho bisogno di qualcosa?
"Sì, mio caro!
Ho bisogno di essere lasciato in pace, qualche volta!", mi si stringe il cuore a rispondere così sgarbatamente a un servitore tanto solerte che nemmeno conosco, ma ho bisogno che mi scambino per il loro tiranno.
Per non suscitare curiosità di sorta devo sembrare arrogante e infingardo come il signore di questo castello.
Il primo piano del maniero è composto da una lunga sequenza di stanze.
E' strano perché, al contrario del sinistro principe, questa dimora è molto accogliente, anzi, a dire la verità, mi è quasi familiare.
Spalanco porte su porte e tutte danno su stanze bellissime, finché non mi trovo di fronte al ritratto di una splendida fanciulla.
Il mio cuore ha dei violenti e ripetuti mancamenti.
Resto lì attonito a fissare quel volto perfettamente disegnato con una sensazione di gran felicità.
Non ho mai visto una simile bellezza!

Poi, per fortuna, mi ricordo della mia missione e, seppure a malincuore, procedo.
Questo palazzo è un labirinto di stanze stupende.
E' buffo perché metterei la mano sul fuoco che ad arredarlo è stata una donna e non un burbero insolente come il detestabile principe.
Finalmente mi trovo ai piedi di una lunga scalinata di marmo; qualcosa mi dice che in cima alle scale troverò... il mio nemico.


... fine prima parte.

 

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