Fiorire[Racconto di Paola Manoni] |
Terza e ultima parte
Jackie: Ho la vaga impressione che il fiore dei fiori dica cose senza comprenderne realmente il significato, ma il fatto è chiaro: ho a che fare con un autentico prataiolo rivoluzionario. “E contro cosa protesti, chiuso nel tuo boccio?”, domando. Protesta, dice, contro il mondo. Non c'è niente che gli piaccia, di fuori. “Santo cielo e il polline? Come farai con il polline del tuo fiore?” Ma lui la soluzione ce l'ha già! Lo diluisce con la brina e ci disegna, oppure ci costruisce delle cose che poi mette a essiccare al sole. Incomincio a sudare freddo. “Ma il polline è una cosa importante, Fiorino, è la continuazione della tua specie. Non puoi usarlo come il pongo!” "Pongo?", ripete perplesso. “Ah, sì, scusa, il Pongo è...” Non c'è bisogno che lo spieghi, sa già di cosa parlo. È a un passo dalla realtà, lì giù, le cose filtrano dal mondo, e dunque anche il Pongo. M'informa dondolando su se stesso con l'aria di chi ne sa una più del diavolo. “Immagino”, osservo fra me un po' smarrito, mentre lui aggiunge che, comunque, non fiorirà. “Ma ci sarà pure qualcosa che ti piace qui fuori! La tua amica intellettuale, per esempio!” Lei? Lei è fantastica, ma è una 'pupa' da difendere... sì, insomma, spiega, per quando verrà l'impollinatore. Per la prima volta mi sembra di scorgere in Fiorino un velato timore, oltre che una profonda ignoranza. “E chi sarebbe l'impollinatore?”, domando curioso. Esattamente non lo sa, ammette, ma ha sentito dire che deve essere un individuo orribile che ruba tutto il polline. Invece il polline è suo e non lo darà a nessuno per nessun motivo! “Ma tu fai parte del regno floreale e devi contribuire affinché questo universo proliferi!” E chi l'avrebbe deciso, domanda polemico. “La tua regina!” Regina, sì, sì, si dice che ce ne sia una ma... lui, in realtà non ci crede, sono cose delle favole! “No, non è esattamente come dici tu, ragazzo”, lo informo, paterno. Lui mi sfida, non vuole sentire le mie panzane filo governative. Se lo voglio piegare, devo andare a prenderlo, se ho coraggio, ma lui non arretrerà dalle sue posizioni. “Non sono panzane filo governative, è la natura che...” Strilla furioso che dico sciocchezze. “Ma pensa alle giovani gemme, agli eterei boccioli, ai germogli incerti! Stai facendo un grosso errore, stai seminando scompiglio in questo mondo e molta, molta confusione. Ciò è decisamente sbagliato!” Ha sentito dire, m’informa con più sicumera che mai, che un certo Miao ha lasciato detto: 'La confusione è grande, la situazione, quindi, eccellente!'. “Andiamo bene”, commento fra me e me, “un tipino in un'età facile.” Non è questione di età, replica lui inviperito e reitera che le regole di questo sistema non gli piacciono, non le ha decise lui e non le vuole rispettare! Non vuole spargere il suo polline al vento, vuole giocarci come gli pare e piace. Penso che la regina Floriflora, dall'alto della sua corona, non apprezzerà affatto ciò che si mormora ai confini del suo regno. Ciò nonostante, la verve e la testardaggine di questo rivoluzionario mi divertono; in fondo le sue potrebbero anche essere osservazioni legittime. “Potrò tornare domani a discutere le tue teorie?”, gli domando con la massima serietà, confidando di trovare prima o poi un punto d'incontro. Forse, risponde lui facendo il prezioso, quando avrà messo le sue statuine a essiccare al sole... magari... vedremo. Poi toglie il disturbo, nascondendo nel fiore il suo faccino sveglio e intelligente. La mattina dopo, di buonora, mi alzo per fare colazione. Mentre distillo con precisione, annuso e pregusto una mistura di prelibati aromi che mi sono portato nello zaino, scorgo due piedi all'ombra delle frasche. Sono due piedi lunghi, ben curati, abitanti in scarpe sfarzose. Uno dei due picchietta sul selciato: non ho dubbi circa la loro provenienza, né ho più dubbi sulla natura dei miei prossimi guai. “Maestà! Quale onore!”, esclamo, quasi in falsetto dalla tensione. Floriflora mi sventola davanti al naso il rapporto che le ho inviato. È seccata e sembra abbia molta premura. Floriflora: “Come sto? Sto che non ci ho capito un baccello di questo tuo reportage!” Jackie: “Me ne rendo conto regina, ma... la situazione non sembra essere di rapida soluzione. Accidenti, mi dispiace che vi siate scomodata... se voleste tornare al castello posso garantirvi che...” Floriflora (burbera): “Niente affatto! Non ho tempo, non ha senso e soprattutto mi è giunta voce che qualcuno spettegola sulla mia corona!” Jackie: Cerco di minimizzare: “Noooo!... la situazione è molto meno grave di quello che sembra! Anzi, vi dico subito che potete dare ordine di sciogliere il vostro esercito.” Floriflora: “Sei troppo allegro per i miei gusti, caro Astronotus, e non capisco perché ti ostini a coprire un sovversivo. Perché, diciamoci la verità, di questo si tratta!” Jackie: “Maestà, deve ancora fiorire! E' giovane ed è rimasto solo...” Floriflora: “Tutti, in questo regno, se chiamati, devono fare il loro dovere. Anche lui!” Jackie: quindi la Flo si trascina sotto l'ostinato boccio e urla, come se già stesse fra le sue truppe: Floriflora: “Seguitemi!” Jackie: Ma siccome non condivido affatto le decisioni di sua maestà, mi oppongo. “No regina, non vi seguirò.” Floriflora (basita): “Noooo? Ma... Jackie... come osi?” Jackie: “Dovete aver fede nella natura ed è il colmo che sia proprio io a dirvelo! Quel giovanotto ha avuto qualche problema nella sua infanzia da germoglio, ma io credo in lui e penso che prima o poi capirà.” Floriflora (stizzita): “Quel giovanotto ha violato la corolla regale e deve essere punito e forse anche esiliato!” Jackie: “Maestà, ha solo bisogno di tempo! O volete dirmi che la sfilata reale è più importante dei problemi di un vostro suddito? Perché non è così che ho imparato a conoscervi. Lasciate che la natura compia il suo corso!” Floriflora: “La sfilata reale ha la sua importanza, certo, per mantenere l'ordine e la stabilità.” Jackie: ammette, un po' più pacata, la regina. |
Floriflora: “E comunque ti ricordo che il polline chiuso dentro a quel fiore mi appartiene! Tutto qui mi appartiene, appartiene alla corona e io pretendo che quel bocciolo fiorisca. Subito!” Jackie: Conclude la Flo, riprendendo fuoco immediatamente. “Vi avverto: state commettendo un grave errore, maestà. Non otterrete nulla perdendo le staffe, siete fuori di voi e la vostra rabbia vi rende cieca!” Ma lei è furiosa e determinata e, rivolta al cielo, urla e strepita. Floriflora: “Giovanotto, sono la tua sovrana! Al secolo Floriflora, regina De' Natura e ti ingiungo di mostrarti al mio cospetto.” Jackie: Solo adesso noto che la Flo indossa un'armatura pesantissima e molto sfarzosa e che la landa desolata palpita di presenze curiose e attente. Guardo con disperata speranza verso il germoglio ostinato. La Flo non accetterà mai di fare una brutta figura davanti ai suoi sudditi. Ma Fiorino non dà cenni di vita. Floriflora: “Insomma, per cento bacche, sono la regina! E sto per dichiarati guerra!” Jackie: Una mosca passa fra la Flo e il fiore zigzagando stancamente. Una goccia di brina cade sul selciato. Una ragnatela brilla ai raggi infuocati del tramonto. L'amica-baco sbircia perplessa dal groviglio dei suoi fili. L'attesa è interminabile. Il silenzio, totale. Finalmente, dopo un leggero fruscio, l'esile figura di Fiorino spunta fra i petali. Prego il cielo affinché sia conciliante ed educato. Sì guarda intorno flemmatico e, con sguardo un po’ birbante, annuncia alla regina del Fiorfiore che gli sta sconvolgendo l'habitat e se, senza troppe storie, può andare a berciare altrove. La coccinella mi si avvicina e bisbiglia ammirata che ho avuto un bel fegato con la regina. Tuttavia, dubita che quello sbandato farà come dico io. È disubbidiente e monello e non conosce la buona educazione. Intanto, la Flo, strepita furente. Floriflora (furiosa): “Io ti rovino l'habitat? IO ti rovino l'habitat?!!!” Jackie: La situazione è sull’orlo del precipizio quasi quanto una stella alpina. Mi faccio avanti. “Cosa avete intenzione di fare?” Floriflora (furibonda): “Credo che lo prenderò a cannonate, se non mi viene qualche idea più esplosiva!” Jackie: “Maestà, vi prego, voi avete avuto una vita piena di privilegi!...” Floriflora: “Già, non a caso sono la regina!” Jackie: Cerco d'intercedere per quel ragazzetto in tutti i modi. “Sta solo cercando di attirare l'attenzione su di se, è stato tanto solo! Ignora tante cose! Non posso credere che il vostro cuore sia diventato così duro... state dichiarando guerra a un bocciolo!” La Flo mi guarda scettica. Dopo un istante di silenzio domanda fra i denti. Floriflora: “E sta bene, cosa vuoi?” Jackie: M'illumino in un sorriso e rispondo d'un fiato: “Un giorno! Se entro un giorno non avrò risolto questa situazione, vi rimetterò le mie dimissioni e partirò per condurre una vita raminga e solitaria.” Floriflora (sardonica): “Uuuuh... che melodrammatico!” Jackie: “Ma se dovessi avere ragione io, voglio che mi permettiate di condurre quel giovanetto a palazzo per nominarlo mio aiutante.” La Flo non risponde, poi... Floriflora (urla): “Ordinate all'esercito di montare le tende! La guerra incomincerà domani!” Jackie: È notte. Spero, per il mio futuro e per quello di Fiorino, che la natura mi aiuti e che i miei calcoli non siano sbagliati. Ripassando a mente le mie strategie mi addormento. All'alba, mi sveglio. Da lontano i grilli cantano presso l'accampamento di sua maestà: è parte dell'esercito aerofloreale di prima linea. Sento le ronde ritmiche dei Betulli. Sento le ali delle truppe che frullano fra i fumi del sonno e qualche cicala che russa, molto in lontananza. Nient’altro. Eppure, qualcosa deve avermi destato all'improvviso. Cotton ha steso su di me una coltre di nebbia... vedo a malapena i miei piedi. Poi, improvvisamente, due voci: “Me ne dai un po'?”, domanda la prima, gentile e allegra. “Certo, puoi anche prendertelo tutto, se credi, a me non serve”, replica la seconda. Poi le due voci si scambiano un po' di smancerie tipo: “Oh, sei davvero molto generoso!” “E tu hai un bellissimo aspetto.” “Ah, ma che splendidi colori…”, e giù sorrisini e qualche spiega, tipo, “I colori? Appartengono alla mia famiglia da sempre; però è vero, sono molto belli! Beh, adesso devo proprio andare…”, eccetera, eccetera. Le due vocette esitano, poi una si fa coraggio: potrebbero andare via insieme, invece… Ma come? Beh, basterebbe volare! Cioè? Si apron le ali e le si frulla... così! Così? Sento rumori e scalpiccii. Poi, una delle due sbuffa. Sì, è lui, è Fiorino che, controvoglia, ammette di non avere ali in dotazione. Però, gli fa eco l’altra voce, ha delle bellissime mani che sanno creare tanti colori. Perciò, chiede al ragazzino se può cedere un po' delle sue polveri. Lo sento esitare, poi un lieve fruscio, poi più nulla. Qualche istante dopo, un frullo d'ali mi fa capire che l'amica baco se n'è andata. Mi faccio condurre da Cotton vicino al fiore. Sono alle spalle di Fiorino, che mi sembra commosso e sussurro: “Beh, alla fine è volata via.” Lui annuisce e tira su col naso. “Vedo che le hai regalato tutto il tuo polline.” Annuisce ancora, sempre più mesto, mentre il suo bocciolo incomincia a schiudersi. Ci sediamo e ci godiamo la brezza del mattino, aspettando il sorgere del sole. “Beh, allora questi impollinatori non sono così terribili”, faccio io. "Secondo te", mi domanda lui stupitissimo, "la mia amica è un impollinatore?" “Proprio così, come lo è anche il vento.” "Accidenti", esclama Fiorino, "questo non lo avrei mai immaginato." E io? Io lo sapevo dall’inizio? “Sì. Mi piace sapere le cose perché poi mi fanno meno paura.” Mi chiede se ho qualcosa da suggerirgli per quando la regina, domani, gli dichiarerà guerra. “Nessuno intende spararti, credimi”, lo rassicuro con una strizzata d'occhio. Si guarda intorno, non sa cosa fare ora che il suo polline è andato. "Forse", azzarda, "potresti insegnarmi a diventare... un duca? Ecco, questo mi piacerebbe: diventare duca. Potresti dirlo alla regina?" “Duca? E perché no... ci proverò.” Quindi, ci spalmiamo un po' di rugiada su un petalo di rosa per fare colazione e assistiamo, in silenzio, al sorgere del sole. Qui è Jackie Astronotus, dal confine del Fiorfiore. L'aria è tersa e il giorno è lieto: la prima Guerra dell'Infiorescenza non scoppierà. La natura, come ogni anno, ha tracciato i suoi percorsi. L'esercito di sua maestà, lentamente, si ritira. Stiamo tornando a casa e Fiorino è con noi. Saluto con la mano il passaggio delle carovane del polline mentre penso che è proprio vero quello che diceva il vecchio salice: c'è un tempo per il coraggio e uno per la cautela!
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