Gelsi rossi


[Racconto di Paola Manoni]

Seconda parte

JACKIE: (racconta)
Camminiamo per ore e capisco perché questo bosco lo abbiano chiamato Fitto.
E' veramente un intrico di rami nodosi.
Alcuni sono lisci lisci, nudi perché levigati dal vento mentre altri, di legno più duro, mantengono una corteccia scura fatta di piccole scaglie legnose.
Alzo la testa e vedo Cotton, altissima nel cielo, che mi segue.
Mi fermo, e si ferma anche lei. Accelero, e lei vola!!!
Ho una figlia gassosa!
Il percorso diventa più accidentato e ripido.
Ci stiamo avvinando alla cima Ciripaco e per spezzare il passo che inizia a farsi pesante, ci divertiamo a calpestare e scrocchiare le foglie secche sui sentieri:
Cric crac, cric crac. Ma a un certo punto, dopo un ennesimo crac sentiamo un forte:
pitcceuiuu!!!
Percy Bet dice sia il grido della cincia bigia mentre Estefy propende per un rampichino.
Iggy non è d'accordo: il rampichino fa un unico tsiiii, inconfondibile, che è diverso pure dal rampichino alpestre...
E poi, intervallato dal rumore dei nostri passi, sentiamo ancora un:
kik, kik, kik e poi koook, koook... Arresto l'allegra brigata allungando il braccio destro:
"Fermatevi!", dico d'impulso, "avete sentito il picchio rosso che tambureggia sull'albero?"

Estefy:"Gli ultimi colpi suonano strani: suonano vuoti!"

Jackie (racconta): Ci giriamo tutti verso il lato da dove provengono i rumori del picchio.
La pista sonora ci aiuta a scorgere il tronco dove si trova l'uccello.
Ci avviciniamo con circospezione, a dire il vero senza sapere cosa stiamo realmente andando a verificare.
C'è un letto di foglie, alto e soffice, che ricopre tutto il terreno.
Il picchio ha smesso di tamburellare.
Attendiamo qualche attimo e poi, siamo tutti d'accordo nel ritenere che il picchio stia sbattendo il becco su un tronco cavo.
Nulla di rilevante.
Quando gli indizi sono pochi e incerti, è bene non trascurare il benché minimo dettaglio anomalo.
Ritorniamo sui nostri passi e continuiamo a scalare la vetta, dove dovrebbe trovarsi la ghiandaia portinaia.
Dopo poco, alzo gli occhi al cielo e vedo Cotton volare in direzione del tronco cavo.
Si dirige di gran carriera.

Mi giro e non vedo nessuno. Guardo avanti e mi sembra manchi qualcuno...
"Estefy??! Dove sei?"
Nessuno di noi si è accorto della sua mancanza.
Iggy è sconcertato.
"Torniamo indietro, presto!", dico agli altri e corro giù, a capofitto, per la discesa del sentiero .
Vedo la mia nuvola girare in tondo, come a volerci segnalare la porzione di terreno in corrispondenza del suo giro.
Anche gli altri corrono dietro di me.
Quando arrivo sul posto, mi sembra non ci sia niente di strano.
Solo tante foglie scricchiolanti tra gli alberi.
(rivolgendosi risolutamente agli altri): "Se Cotton si è fermata qui e volteggia ancora nervosamente su questo punto, vuol dire che ci sta segnalando qualcosa!"
La nuvola intanto si rabbuia e improvvisamente fa piovere sopra le nostre teste.
(rumore di pioggia scrosciante)
Mi vengono in mente mille pensieri istantanei sul messaggio della pioggia, ora molto battente, ma nessuno sembra fornire una spiegazione adatta al caso.
Poi capiamo: con la pioggia le fitte foglie che sono in terra si assottigliano e mostrano una cavità.
(urlando a gran voce) "Cotton! Piccola mia! Sei bravissima!"
Iggy si avvicina alla voragine, nascosta dalle foglie, e vi getta un sasso mentre scandisce a voce alta: "Centouno, centouno, centouno ...", e contemporaneamente conta con le zampe, tirando fuori le unghie ad una ad una.
Iggy continua a contare e poi si sente lo: stoook del sasso atterrato nella cavità del terreno.

Nessuno comprende e, prima ancora che qualcuno domandi, il gatto spiega che il tempo di un secondo corrisponde esattamente alla durata del suono centouno.
Ne ha contati sette. Ora, la pietra che lanciata pesava, occhio e croce, un chilo e, tenuto conto della gravità, l'accelerazione del sasso in caduta libera e, eccetera, eccetera... il gatto stima un'altezza di 70 metri.
E' proprio un'ottima congettura!
Ho una corda di 80 metri con cui possiamo calarci attraverso il pertugio.
Tutti d'accordo su questo punto.
Lego con una gassa d'amante un capo della corda a un grande masso poco distante.
Verifico che il nodo tenga e inizio per primo la discesa.
C'è un forte odore di muschio.

Dal basso arriva un vento gelido molto teso... sinistro!
Siamo vicini alla cima Ciripaco ed è normale che in montagna faccia freddo.
Ma qui sembra ci sia una bocca di vento gelido che alita dalle viscere della Terra!
Tocco il suolo con un piede, poi con l'altro e infine do una strattonata alla corda per avvisare gli altri che ho terminato la discesa.
Uno alla volta, scendono tutti.
Stiamo spalla contro spalla, al buio e rabbrividiamo dal freddo.
Ho una lanterna a petrolio ma esito ancora ad accenderla.
Hu-hu! Hu-hu! Hu-hu!... sentiamo dall'antro oscuro questo grido profondo e breve che mi fa sobbalzare dallo spavento... ma Percy Bet dice che si tratta solo di un gufo reale.
A questo punto non accendo la lanterna per evitare di infastidire il pennuto notturno... e con mia grandissima sorpresa... appuro che il regale volatile sia parlante! Un'altra delle meraviglie di questo mondo fantastico!
Il gufo, che ha una vista cinquanta volte superiore a quella umana, ci guida nelle caverne.

Facciamo un vero e proprio slalom tra le rocce che al tatto sembrano molto voluminose.
Più ci inoltriamo all'interno e più il vento gelido aumenta.
Di Estefy nessuna traccia... il gufo sostiene possa essere caduta in qualche altra cavità-trappola...
Apprendo così che sulle pendici del Monte Ciripaco ci sono trappole poste per ordine di una malefica creatura... che il gufo chiama signora del ghiaccio!
Romilda... Percy Bet precisa il suo nome, la quale è divenuta una creatura malvagia da quando ha ceduto se stessa al potere commerciale di una certa umanità malvagia.
Le hanno garantito l'apertura di gelaterie col suo nome (la catena commerciale Romilda's Ice) nonché il monopolio mondiale di tutto il ghiaccio... in cambio di nascondere nel sottosuolo pericolosi rifiuti inquinanti!
Quindi... presumo che Romilda abbia rapito Vernon, l'inverno, per non avere altri concorrenti nel campo del ghiaccio!
Cosa se ne fa lei dell'inverno?
Nelle vene glaciali del sottosuolo, le temperature rimangono naturalmente basse tutto l'anno!
Invece Estefy è solo caduta inavvertitamente e ora la malefica Romilda trattiene anche lei...
Il gufo intanto ci conduce in cunicoli angusti.
Fa sempre più freddo e sentiamo il ghiaccio sotto le scarpe: scrocchia più forte delle foglie secche!
Improvvisamente si alza un turbinio di vento.
Una specie di tromba d'aria sotterranea ci solleva tutti e ci fa volteggiare in alto.
Il mulinello ci sospinge e quando finalmente finisce, ci troviamo in un posto con pareti gelate e scivolose.


... fine seconda parte.

 

 

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