Jackie Astronotus


[Racconto di Paola Manoni]

Prima parte


Floriflora (imperativa): "Non voglio sentire storie Jackie Astronotus! La richiesta mi pare più che legittima!"

Jackie: "Mia regina, ma come faccio a partecipare a una parata così importante? Non mi sembra possibile!"

Floriflora: "Invece lo è, ovvio che lo è: il gran giurì dei fiori lo richiede, dunque lo farai!"

Jackie: "Ma io non ho i petali in testa!"

Floriflora: "Quisquilie!"

Jackie: minimizza la regina del Fiorfiore con nonchalance.

"E, seppure sappia compiere delle mediocri piroette, non spargo polline intorno a me!"

Floriflora (ostinata): "Doppie quisquilie."

Jackie: "E non ho colori, né sfumature, né verdi foglie da sventolare!", ribatto.

Floriflora: "Sventolerai, sventolerai..."

Jackie (provocatorio): "Vedete una corolla sulla mia testa? O una minuscola radice che spunti timidamente dal taschino?"

Floriflora (ironica): "Noooo! Non ancora!"

Jackie: Cerco di essere più autoritario e minaccioso che mai:

"Maestà: voi volete sostenere l'impossibile presso il gran giurì e questa volta non l'avrete vinta!"

Floriflora: "Io dispongo dei migliori chiacchieroni del regno, caro il mio ragazzo, e se anche si dovesse arringar la folla per ore ed ore, questo non mi spaventa."

Jackie: "Non ho alcun dubbio, mia regina.


Cioè, non ho difficoltà a credere nell'efficacia del vostro esercito di parlatori, ma è ciò che diranno che mi preoccupa."

Floriflora: "Il gran giurì ha sollevato una questione di forma, Jackie caro, e tu sai quanto mi sia cara l'etichetta.

Ergo, non intendo venir meno alla richiesta dell'alta corte."

Jackie (disperato): "Ma io non sono un fiore, maestà!"

Floriflora (inflessibile): "Ma io DEVO avere un giovane, nonché verde virgulto quale consigliere e quello avrò, perché tu lo diventerai! Fine della discussione."

Jackie: Esito un po', incerto e timoroso, allungando verso sua maestà una foglia di papiro.

"Ehm... ecco... a proposito di consiglieri... ehm... regina, ero giustappunto venuto a corte per farvi omaggio delle mie... ehm... dimissioni e..."

La Flo è di spalle, ma la vedo fremere dalla rabbia:

Floriflora (furiosa): "Jackie: metti via subito quel lurido papiro accartocciato. Anzi, da' qua, è meglio che ci pensi io."

Jackie: Ciò detto mi strappa dalle mani la pergamena che ho vergata con tanta cura e la fa in mille pezzi.

"Ma... ma quelle erano le mie dimissioni...", osservo affranto.

Floriflora (compiaciuta): "E invece... vedi? Ora è solo carta straccia."

Jackie: "Cos'avete intenzione di fare?", domando titubante e un po' preoccupato.

Floriflora (sorniona): "Lo vedrai presto, caro il mio Astronotus, lo vedrai presto.

Adesso va pure nella tua capanna, io devo organizzare molte cose."

Jackie: "Maestà, ve lo chiedo per l'ultima volta: lasciate perdere.

Avete letto l'ordinanza, le regole del Fiorfiore.

Prevedono che abbiate come consigliere un suddito appartenente al regno vegetale.

Trattasi, come ben sapete, di essere verde con una corolla di petali al posto del colletto, con foglie a guisa di goccia dai contorni dentellati, o lisci, oppure lobati, fluttuante di petali, farcito di polline e così via!", rincaro, ironico.


La Flo mi ascolta disinteressata.

Floriflora: "Niente che non possa avere anche tu figliolo, credimi.

Abbi fede!"

Jackie: "Io ho fede, regina! Ho fede che la pioggia passi e che il sole sorga, ho fede che qualcuno nasca, che il grano cresca ma... ma tutto questo non mi trasformerà in un fiore!"

Floriflora: "Sta bene, ammettiamo pure che la tua visione delle cose non sia così errata.

Nulla di quanto dici mi impedirà di confermarti come mio consigliere."

Jackie (ansioso): "Maestà", proseguo, "Stamane Percy mi ha detto che dalla torre più alta del castello si vede una lunga colonna di fiori in marcia.

Fra poco saranno qui le più autorevoli e antiche famiglie del regno vegetale e voi volete sostenere, di fronte a cotanta storia verde, che il vostro consigliere, Jackie Astronotus, è, al secolo, un tulipano? O...o, che ne so, un ciclamino o, peggio ancora, una rosa purpurea?"

Floriflora (sfacciata): "Infatti!"

Jackie: "Ma voi volete eludere con un colpo d'ala le norme che regolano il vostro regno!"

Floriflora: "Tutt'altro, ragazzo, tutt'altro.

Ciò nonostante voglio, anzi, esigo che quanto hai fatto per il Fiorfiore ti sia riconosciuto.

E inoltre, giammai stupide regole mi impediranno di pregiarmi di consigliere tanto arguto."

Jackie: Oh, la Flo, quando ci si mette, è testarda quanto una quercia.

La guardo mentre si allontana cincischiando i suoi petali a velo fra effluvi di camelie e tuberose, dichiarando con voce stentorea

Floriflora: "Dormi tranquillo Jackie Astronotus! L'avventura non comincerà che domani mattina, dopo che avrai fatto colazione con frutti di rovo spalmati di confettura di odorosa primavera, sorseggiato venticelli frizzanti e zuccherato il tutto con polvere di ranuncoli striscianti! Bye, bye!"

Jackie: Mi avvio verso casa piuttosto afflitto.

Come farò a uscire da questo pasticcio?

Il mio arrivo nel regno del Fiorfiore, tanto tempo fa, è stato così tumultuoso che solo adesso, in prossimità del gran giurì, la regina si accorge che il suo consigliere prediletto deve presentare delle prerogative... mmmh, per così dire... verdi, assolutamente irrintracciabili nella mia persona.

Io sono stato subito pronto a farmi da parte, per carità, sono pur sempre un naufrago dell'aria!

Questo mondo mi ha spalancato le braccia e mi ha accolto e io, a quei tempi, non potevo chiedere di meglio.

Dunque, non voglio violare le regole o offendere alcuno.


Da lontano, il piccolo uscio della mia capanna fa capolino fra le foglie di betulla; nel vederlo provo un senso di calore e di conforto ma... accidenti! Qualcuno, dentro, sta fischiettando!

Per mille acini d'uva essiccati, chi è che se la canta e se la suona dentro casa mia?

Improvvisamente ricordo: Fiorino!

Rammentate il giovanetto che viveva dentro al Fiore di Confine? (in Fiorire).

Beh, è fiorito e da allora vive da me.

Ho molto, moltissimo affetto per lui anche se... diciamo... non è sempre una convivenza facile.

Sicuramente, però, è stimolante.

Fiorino esce dalla porta e:

Fiorino: "Ciao Pa'!"

Jackie: dice gettandosi su un'amaca fatta con una foglia secca.

"Non mi chiamare Pa'", lo correggo.

Fiorino: "Perché Pa'?"

Jackie: "Te l'ho detto mille volte il perché: tu sei un fiore, anzi, sei Fiorino Primo della settima dinastia dei Fioriti, alleata degli Sfioriti, nemica acerrima degli Appassiti e io... io non c'entro niente con te!"

Mi guarda di traverso:

Fiorino: "Embè?"

Jackie (seccato): Non ho molta voglia di discutere con un giovanetto polemico e bizzoso, ho già troppi guai oggi.

"Che cosa vuol dire embè?"

Fiorino: "Vuol dire: allora? Che significa? Ma che diavolo stai dicendo?", risponde lui saccente.

Jackie: "Mhh... capisco.

Beh, piccoletto, sto dicendo che tu sei un fiore e io sono un ragazzo, anche se dalle mie parti forse avrebbero qualche perplessità. Quindi possiamo essere amici, molto amici, indissolubilmente amici, ma non parenti."

Fiorino (annoiato): "Ti girano, Pà?"

Jackie: Mi domanda dondolandosi sull'amaca.

"Guarda che se continui cadi di sotto, questa capanna è costruita su un albero, potresti farti male."

Fiorino: "Seee, seee, ho capito...", mi asseconda annoiato, poi aggiunge:

"E così la regina te l'ha detto.

È per quello che sei così furioso, Pa'?"

Jackie (nervoso): "Io non sono affatto furioso! Sono preoccupato, che è molto diverso!", rispondo risentito.

"Bah, secondo me è una grande petalata (gergo in uso fra i giovani fiori per indicare una cosa sbagliata) impedirti di fare il consigliere perché non appartieni... sì, beh, insomma... non sei nativo del regno.

Non sei d'accordo Pa'?"

Jackie: "Non mi chiamare Pa', Fiorino.

E comunque le cose non sono semplici come dici tu."

Fiorino: "Perché?"

Jackie: "Perché se un regno ha delle regole, queste stesse sono state sancite da saggi e vanno rispettate per il bene della comunità."

Fiorino: "Ma se sono regole stupide? Anche in quel caso vanno rispettate?"

Jackie: "Non sono affatto stupide.

Queste regole fanno in modo che il potere si concentri nelle mani di gente come te; cioè gente che resti fra il tuo popolo, fra i tuoi simili.

Un vagabondo, un viandante, uno sconosciuto, potrebbe non avere interesse a tutelare il vostro mondo, è per questo che gli vengono chieste delle garanzie."

Fiorino: "E allora dagliele Pa', cosa aspetti?"

Jackie: "Giovanotto, la questione non dipende da me, credimi, altrimenti farei di tutto per offrire le prove della mia fedeltà.

Caro Fiorino, ci sono molte cose che debbo insegnarti", sentenzio, un po' petulante.

Fiorino (sospettoso): "Faresti proprio tutto, tutto?"

Jackie: "Certo!", affermo.

Lui mi guarda strano.

"Perché mi guardi così? Non c'è niente che io possa fare, la legge parla chiaro: non sono un fiore.

E comunque, ora sono stanco, è tardi, ne discuteremo domani.

Ora vado a letto", concludo sbadigliando.

Fiorino: "Ti dispiace se resto ancora qui ad ascoltare le lucciole, Papà '?"

Jackie: "Fai pure, fai pure... mhhh... notte."


... fine prima parte.

 

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