Seconda parte
Jackie: E' il piedone di Floriflora, impaziente e sonnambulo.
Floriflora: (ansiosa) "Avete risolto l'enigma?"
Jackie: (sbadigliando) "Co... co... cosa?", balbetto.
Quello che ho veramente capito è che in questa avventura, quando è preda dell'enfasi, la regina mi da del voi.
Floriflora: "Giovanotto! La minaccia incombe, i giorni pullulano di disgrazie, il dramma germina a nostra insaputa!"
Jackie: La regina declama e marcia nel disordine della mia stanza frullando vestiti, panini, vocabolari e carte astronomiche.
Poi, guardandosi attorno, commenta sconsolata:
Floriflora: "Certo, ignoro come si possa trovare un'idea in questo caos!"
Jackie: "Maestà, dal caos son nate le stelle!" rispondo automaticamente.
E, all'improvviso capisco il messaggio!
"... La Pulcherrima... la Stella di Natale... ma certo!
Ma certo!"
Floriflora: "E sarebbe?"
Jackie: Esclama la regina con la voce rotta dall'emozione.
Cerco di spiegare.
"L'enigmatico Flowers vi ha dato l'Euphorbia a causa dei miei studi."
Floriflora: (implorante) "Quali studi, di grazia?"
Jackie: "Sulla stella di Betlemme!"
Floriflora: "E cosa dicono codesti studi?"
Jackie: "Dicono che un giorno, un certo signore, tal Keplero, suppose che la stella che aveva guidato i Magi dovesse essere qualcosa di più complesso di un evento visibile a tutti, come una cometa.
Altrimenti, si disse, l'avrebbe vista anche Erode.
Ma il saggio Keplero sapeva che i Magi erano uomini colti e potevano leggere la volta celeste come una mappa."
Floriflora: "E allora?"
Jackie: "E allora andò a cercare di interrogare i cieli passati e scoperse che la notte di Natale era accaduto un fenomeno incredibile."
Floriflora: "Cioè?"
Jackie: "Giove, pianeta della regalità e Saturno, pianeta protettore degli Ebrei, si erano avvicinati per ben tre volte nella costellazione dei Pesci."
Floriflora: (allarmata) "E ciò era molto grave?"
Jackie: "Ma no maestà, tuttavia si trattava di un evento rarissimo in astronomia, poiché questi pianeti avevano, al tempo, significati molto particolari.
Senza dubbio annunciavano la nascita di un re!"
Floriflora: "Quindi?"
Jackie: "Quindi, Keplero scoperse come probabilmente erano andate le cose.
E cioè che Erode, grazie alla sua ignoranza, non aveva potuto leggere il cielo.
Mentre ai Magi era chiaro che una certa notte doveva essere accaduto qualcosa di incommensurabile!"
Floriflora: (sbrigativa/ansiosa) "Per concludere?"
Jackie: "Voi avete detto all'enigmatico Flowers dei miei studi siderali; è chiaro che lui conosce bene le intuizioni di Keplero e quindi mi parla attraverso i teoremi del cielo."
Floriflora: (spazientita) "E la storia della cometa che mi avete testé raccontato cosa c'entra?"
Jackie: "La storia della cometa ve l'ho raccontata per spiegare il motivo del regalo di Flowers, e poi perché la trovo emozionante; perché si avvicina il Natale ed io adoro le atmosfere Natalizie.
Ma vedo che avete già il bagaglio, seguitemi allora!"
Qualche istante dopo ci apprestiamo a partire con lo Stravacante.
La mia nuvola si aggira ansiosa mentre finisco di attrezzare la navicella volante.
"Ok, Cotton, se proprio insisti ti porterò con me, maaaa... niente picchiate, niente voli in quota, niente temporali burloni.
Non uscirai dallo Stravacante! Chiaro?"
Cotton scodinzola allegra ma non sono sicuro che obbedirà.
Floriflora: (rabbrividisce) "In tutto ciò, io non ho capito dove stiamo andando."
Jackie: Fa freddo di notte, mentre le vele dello Stravacante vibrano nel cielo stellato.
"Qui!", strillo indicando la mappa delle costellazioni.
La regina mi guarda imbronciata, le spiego:
"Siamo nell'emisfero settentrionale in cerca della costellazione di Bootes.
Lì, vicino ad Arcturus, che si dice sia la quarta stella più brillante del cielo, troveremo una stella doppia che viene chiamata Pulcherrima... poi, qualcosa accadrà!"
Floriflora: "Temo che a un certo punto dovrete proseguire senza di me..."
Jackie: Mi dice la regina, mentre il mio laboratorio, visto dall'alto, diventa sempre più piccolo.
"Perché?", le chiedo allarmato.
Mi risponde che sono solo sensazioni.
"Accidenti, saremo lì proprio intorno alla notte di Natale, dovrò passarla da solo?"
Floriflora mi guarda dritto negli occhi.
Floriflora: "No, dico, adesso voi ditemi se questa vi sembra una domanda da eroe!"
Jackie: "Maestà: patti chiari e amicizia lunga; conosco una valanga di eroi che piangono, che non vogliono stare soli la notte di Natale e che talvolta hanno anche paura del buio! Va bene?"
In quel preciso istante, percepisco fortissima la sensazione di essere un puntolino zigzagante nel cielo stellato.
Sto fissando la volta celeste da qualche istante, abbiamo viaggiato per circa sette giorni e sette notti in una bufera di neve fitta, fitta.
Ora il cielo è limpido e posso tornare a consultare le stelle.
Secondo i miei calcoli dovremmo essere arrivati.
Così incomincio a calare di quota.
Finalmente atterriamo.
Floriflora, esausta, estrae da una sacco delle stoffe scure e me le porge.
Floriflora: "Tenete, avvolgetevi come un beduino!"
Jackie: "Perché?"
Floriflora: "Siamo in terre estreme, è meglio essere prudenti."
Jackie: Lasciamo lo Stravacante nascosto ai piedi di una collinetta tagliata in due da una stradina di foglie e da un ponte dove scorre un ruscello che ora è semi ghiacciato.
Attraversiamo il ponte in fila indiana.
Arrivati in fondo, scorgiamo, di lontano, un piccolo villaggio.
Alla vista delle lucine gialle alle finestre che lasciano intendere tanti piccoli camini accesi, mi si scalda il cuore.
Ho fame, freddo e sono molto stanco: per rendere il viaggio più sicuro e gradevole a sua maestà non ho dormito mai.
Ci avviciniamo attratti dall'idea di un pasto succulento e ci troviamo in una piazza.
Ci confondiamo fra la gente: sono tutti molto indaffarati.
Al centro della piazza vi è un abete argentato.
Floriflora: (sussurra) "E' un villaggio elfico!"
Jackie: (bisbiglia) "Da cosa lo capite?"
Il mio cuore batte affannosamente: forse avverte un pericolo?
Floriflora: (bisbiglia) "Sono tutti minuti ed esili, così son fatti solo gli elfi."
Jackie: Un vecchino con una barba incredibilmente lunga, che ci osserva da qualche minuto, ci invita a unirci alla festa.
Premuroso, ci chiede se abbiamo bisogno di qualcosa.
Un giovane che assiste alla conversazione sorridendo fa notare al vecchio che forse abbiamo fame.
Floriflora si guarda intorno con circospezione.
Floriflora: (sospettosa sussurra) "E' bene che vedano i nostri volti il meno possibile finché non siamo sicuri di essere in territorio amico."
Jackie: Non capisco, ma mi adeguo, mi sembrano tutti così cordiali... ma il vecchio ci invita ad assistere ai rituali per la preparazione delle feste.
"Oh, io sono un appassionato di leggende!", esclamo.
Lui commenta che anche il principe ci tiene molto... a modo suo.
Quindi c'è un principe?
E mi pare di cogliere nella voce del vecchio una vena polemica.
"Quale principe?", domando discretamente.
Mi indica con molta flemma un castello abbarbicato su una ripidissima collina e riferisce che siamo nel regno del principe della rosa elfica e pallida.
La regina è attraversata da un fremito di terrore che cerca in tutti modi di dissimulare.
Chiede al vecchio cosa fanno certi uomini che lavorano attorno a un tronco mozzo.
Lui spiega che si tratta di rituali molto antichi che si fanno con tutte le piante del Natale.
Jackie: "Stanno lavorando il ceppo", rispondo automaticamente.
Lui annuisce e mi dice che sono bene informato.
Mi dice anche che la mia voce gli rammenta quella di qualcuno.
Floriflora: (curiosa) "Cos'è il ceppo?"
Jackie: "Il ceppo è un pezzo di vecchio albero che dovrà bruciare tutta la notte di Natale, ma non completamente, perché, per portare fortuna, dovrà stare acceso ogni notte fino alla Befana... insomma, per lavorare il ceppo, bisogna essere dei maestri bruciatori", la informo.
Floriflora: "Laggiù ci sono degli uomini che battono su un albero, guarda!"
Jackie: "E' la raccolta del vischio, Maestà... mhh... però lo fanno in modo strano...", osservo.
Floriflora: "E quelli?
Quelli cosa stanno facendo?"
Jackie: "Buche, regina, dove pianteranno quegli arbusti che hanno al fianco.
Sono agrifogli... anche se...",vengo interrotto.
Finalmente ci chiamano per la cena.
Ragazzi, che meraviglia!
Una tavola di legno imbandita aspetta solo noi.
Ci sediamo di fronte allo splendido abete argentato decorato dalla neve e da uova di grillo colorate.
Le fronde sono ricamate da serici fili di ragnatela, oro e argento, e la rugiada, adagiata sui rami, manda riverberi luminosi.
Il vento spira lieve e gelido e fa suonare i campanelli e i cristalli di ghiaccio che si sono formati sulla cima.
Un grande fuoco crepita alle nostre spalle.
Con le mani intorpidite dal freddo impugniamo il mestolo di legno per trangugiare un brodo luminoso.
Domando il nome della splendida pietanza al mio vicino, consommé di scintille, mi viene risposto.
Pregusto la delizia del mio palato ma, nonostante la gran fame, non riesco a percepire nessun sapore.
Mi passano della corteccia affumicata e... nulla!
Giusto un vago aroma.
Spizzico degli involtini d'autunno e niente.
Ripongo qualche speranza nel dolce, cioè: neve frullata e cotta ma... nisba!
Ho più fame di prima.
Il vecchio, intanto, ci domanda se abbiamo dove dormire.
Floriflora: "Oh, grazie sì! Siamo accampati fuori dal paese.
Anzi, ora penso che andremo perché domani dobbiamo ripartire... beh, grazie di tutto."
Jackie: Gli elfi salutano in coro e ci lasciano andare senza troppi convenevoli.
Appena nell'oscurità commentiamo con orrore la cena.
Cotton, udite le nostre voci, ci è venuta incontro e spruzza pioggerellina appena la accarezzo.
Poi ci ascolta attenta.
"E' tutto strano Maestà!"
Floriflora: "Che intendi dire?"
Jackie: "Bah, tutti quei riti natalizi..."
Floriflora: "Cioè?"
Jackie: "Beh, insomma, lo sapete, è una mia fissa verificare le leggende e vi dico che il ceppo deve essere bruciato con il ginepro."
Floriflora: "E non è andata così?"
Jackie: Domanda la Flo sentendosi un po' in colpa per non averlo notato.
"No maestà! E inoltre i raccoglitori del vischio prendevano gli arbusti con le mani!"
Floriflora: (allarmata) "Per cento boccioli, non ci ho fatto caso, non c'è cosa di peggior auspicio, vi pare?"
Jackie: "Infatti!
E poi gli agrifogli non si devono piantare stasera, perché la tradizione vuole che lo si faccia la notte di Natale vicino alle stalle e alle capanne per tenere lontani malefici e animali velenosi!!"
Floriflora: (sospettosa) "Sì!
E' strano, qui sembra tutto un po'..."
Jackie: Sentiamo un rumore alle nostre spalle, avverto un brivido lungo la schiena.
"Volete dire... finto, Madame?", domanda una voce alle nostre terga.
Floriflora, seppur tremante, sfodera un coraggio da leonessa.
Floriflora: "Esatto, Sir!
Chiunque voi siate, sembra tutto odiosamente finto!"
Jackie: Una sagoma avanza nel buio finché, grazie alla nostra lanterna, non riconosciamo il vecchino.
L'anziano elfo si volge emozionato verso la regina.
Forse i giovani elfi con cui avevamo cenato poco prima potevano non sapere, ma sotto gli stracci che coprivano i nostri volti, lui, sua Maestà, l'ha riconosciuta subito.
Così dicendo, l'omino si inginocchia davanti alla Flo.
Assisto stupitissimo alla scena.
Floriflora: "Alzatevi, per carità!
E ditemi, piuttosto, cosa è accaduto a questa sperduta contea!"
Jackie: Improvviso un fuocherello e ci stringiamo vicino al vecchio per ascoltare la sua storia.
Una storia accaduta diversi lustri prima.
Ci racconta di un principe giovane, generoso, nato da un amore ardente.
E pur tuttavia, quando questi salì al trono, nonostante tanta virtù, qualcosa nei loro raccolti incominciò a cambiare.
Tutti si accorsero che la terra dava bei frutti succosi, pieni di colori sfavillanti, ma insipidi.
Incominciarono a morire le lucciole e poi i raccolti e le semine non furono più coerenti.
Il loro unico ruscello si riempì di alghe tanto che, ora, farci il bagno era proibito per il rischio di contrarre gravi malattie.
Floriflora: (preoccupata) "Cosa ne pensate, Jackie?"
Jackie: "Penso che qualcuno abbia trattato chimicamente queste colture.
Per questo la cena ci è sembrata così strana", concludo.
Il vecchio conviene con me e parla di prodotti geneticamente modificati.
Perciò chiedo:
"E non fate nulla per difendervi?
Contagerete tutto il regno!"
Floriflora mi fa cenno di tacere.
Lui continua il suo racconto.
Ci dice che anni prima il loro principe era partito per le terre di confine, insomma, là dove incominciano quelle degli uomini.
Voleva vederci chiaro, ma al suo ritorno non era più lo stesso.
Qualcosa lo aveva mutato.
Aveva portato molti regali ma (se ne accorsero in seguito), anche tanti semi velenosi e tanta, tanta erba cattiva da coltivare.
Floriflora: (borbotta amara) "Che poi l'erba cattiva non muore mai..."
Jackie: Il vecchio seguita il suo racconto dicendoci che oggi, il Gran principe della Rosa Elfica e Pallida non permette che alcuno parli di queste cose e odia tutto ciò che è naturale e spontaneo.
Floriflora: (scandalizzata) "Ma come è possibile?"
Jackie: Lui, senza scomporsi, le racconta che un tempo aveva le più belle mele del villaggio.
Un giorno disse a suo figlio di portare a corte una cassetta delle migliori.
Da allora, il ragazzo è chiuso nelle segrete del castello.
Quando chiediamo con che accusa, ci riferisce che il principe ha il terrore di trovarsi di fronte a qualcosa di autentico.
"Ma la gente qui non reagisce a un simile tiranno?", domando d'impulso.
Lui replica che la gente è terrorizzata e se la cava come può.
Ognuno, al villaggio, ha un parente da curare per colpa dei semi avvelenati o un figlio ai ceppi per aver mostrato in qualche modo la verità.
Dice che i giovani hanno paura di fiorire.
Dice che un tempo erano un popolo fatato, ma questa falsità diffusa sta consumando tutti i loro poteri.
Floriflora: (indignata) "Eh sì! La qualità delle cose determina la qualità della vita e anche della magia."
Jackie: "E allora?", domando affranto al vecchino.
Mi risponde che non può farci niente se la gente ha incominciato a credere alle cose finte!
E dice che il principe concede un sacco di cose finte, ha riempito le loro vite di non verità!
E così, a volte, si contagiano anche i sentimenti!
Non importa se la mela è di gomma, o l'acqua sa di marcio, se domani ci si vuole bene e giovedì si cambierà idea.
L'importante è prendere un'altra mela, magari più rossa oppure più grande e per quanto riguarda il sapore... beh, al sapore, prima o poi non ci si farà più caso!
"So di dire una banalità... Ma vi state perdendo un sacco di cose belle per strada."
Mi sorride amaro e mi dice che da loro, oramai, è tutto falso e che la bellezza ha cambiato prezzo.
I semi modificati costano poca fatica, l'erba cattiva cresce ovunque e l'oro colato è sempre più raro!
Quindi ha un fremito.
Si scusa, deve andare.
Ci informa che tra non molto passerà il principe con la sua ronda e se non sono tutti al villaggio sono guai!
Quindi, il vecchio si inginocchia davanti a Floriflora e con commozione le raccomanda i suoi figli.
Floriflora: (commossa) "Su, su brav'uomo, vi prometto che farò il possibile... Ora andate... non correte rischi inutili, perbacco!"
... fine seconda parte.
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