Naudiz


[Racconto di Paola Manoni]

Seconda parte




Jackie: Salimmo nuovamente sulla terrazza per salpare con lo Stravacante.

L’atterraggio fu dopo pochi minuti.

Ci incamminammo subito per le strade del paese.

Un piccolo fiore domandò a Nimphea se sapesse dove fosse la sua abitazione.

 

Nimphea: “Uhhmm! Fammi vedere!

Sei un ciclamino... dunque abiterai verso il bosco.

Vai pure dritto e gira a destra dopo la piazza, poi continua sempre per la stessa direzione alla volta del bosco.

Spero incontrerai la tua mamma!”

 

Jackie: Dopo un altro paio di conversazioni in strada, avevamo appurato con certezza che la perdita di memoria era generale.

 

Nimphea: “Perché noi due ricordiamo?

O forse pensiamo di ricordare e anche noi abbiamo dimenticato tutto?”

 

Jackie: “Da dove vieni?”

 

Nimphea: “Da Stella Pulcherrima!”

 

Jackie: “Ecco, hai ricordi! Ma la tua domanda è molto interessante: perché solo noi due abbiamo memoria?

Dobbiamo capirlo!”

Risalimmo sullo Stravacante.

Durante il volo ebbi come la sensazione di essere seguito e più di una volta mi parve di percepire dietro di me un respiro un po' affannoso.

E girandomi di scatto mi sembrò di vedere un'ombra che si allontanava.

Rientrammo nel laboratorio, distrutti, avviliti e spaventati.

Già sulla porta mi resi conto che ad aspettarci c'era uno scoppiettante fuoco nel caminetto.

Nuovamente acceso… dal topo, pensai.

Ma non era così.

C'era un forte odore di pipa.

Entrai molto allarmato nella stanza.

E sul divano trovai di spalle Flowers, vestito con una veste bianca rifinita con ricami d'argento.

“Come hai fatto a entrare?”

Ma la mia domanda era superflua… Flowers mi rammentò la presenza del topo in casa mia…

Seduti tutti e tre attorno al fuoco, parlammo immediatamente della situazione assurda in cui ci trovavamo.

Poi Flowers, su nostra insistenza, ci spiegò il motivo per il quale non avevamo perso i ricordi…

Semplicemente perché ieri eravamo fuori dal paese… e poi aggiunse con un tono misterico e sacrale che così era scritto!

“Scritto… e dove?”, chiesi insistentemente.

E la risposta fu di una sola parola: FUPARK!


 

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Immagine di Jackie e Nimphea sulla neve (Per leggerne la descrizione proseguire nel link). Si vedono Jackie e Nimphea in figura intera, rispettivamente a destra e a sinistra di un campo di neve, che si salutano. Sullo sfondo, il castello del Fiorfiore da cui fa capolino la vegetazione. Particolare di Jackie. Sullo sfondo, il castello.Particolare di Nimphea. Sullo sfondo, il castello.
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Deglutii tre volte e poi chiesi ancora spiegazioni.

Flowers pazientemente mi disse che FUPARK è l'alfabeto runico.

Si tratta delle prime sei lettere che lo compongono.

Disse ancora che vi era una relazione tra le rune e la natura... che ciascuna lettera ha diverse corrispondenze: con le stagioni, le pietre, gli alberi...

E gli alberi abbattuti, ricordò Flowers, ci avevano già annunciato una sciagura... come del resto l’evento della mia entrata in scena nel Fiorfiore e la profezia di Naudiz!

Mi sudavano le mani per l’ansia.

Flowers spiegò che Naudiz è una runa molto importante.

Assieme ad altre cinque, appartiene per la mitologia elfica alla così detta sfera dell'Hel e tutte appartengono all'elemento del fuoco.

Queste sei rune rappresentano principi cosmologici non contrapposti.

Questo vuol dire che sono ancora legate al loro opposto.

Dunque Naudiz è simboleggiata da un bastoncino su cui se ne sovrappone, a croce, uno più corto che taglia obliquamente in alto la lettera.

Significa ardore, impeto, azione perché simboleggia il fuoco.

La sua runa contrapposta è invece Isan: il ghiaccio primitivo che attende di essere risvegliato, simboleggiato da un bastoncino singolo, senza taglio.

Dopo una lunga pausa di silenzio, Flowers ci svelò un segreto.

Quando io arrivai nel Fiorfiore, lui interrogò le rune sul mio conto.

E dal sacchetto rosso delle sue rune d'argento estrasse Naudiz.

Per questo ed altri motivi io vengo riconosciuto come l'eroe designato!

Dopo questa esoterica spiegazione ebbi un moto interiore di ribellione che mi diede il coraggio di domandare:

“Designato a fare cosa??? A bruciare nel fuoco!?”, dissi in tono forse un poco dissacrante.

Vidi Flowers avvampare, forse lo avevo fatto arrabbiare.

Mi scusai e timidamente gli dissi che la spiegazione simbolica non mi sembrava chiarisse la situazione, la causa dell’amnesia generale e di tutte le stranezze che erano capitate nel Fiorfiore.

Flowers mi rispose seccamente, ricordandomi che vi era, eccome, un nesso!


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Immagine di Emanuele in pigiama (Per leggerne la descrizione proseguire nel link) Si vede il topo in pigiama a pallini rossi, in figura intera sul tavolo che tiene in equilibrio un biscotto, alto quasi come lui. Con la zampa destra regge dietro le spalle un cucchiaino che è molto più grande di lui, in rapporto alla sua statura. Particolare del topo.Particolare del biscotto.
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Alla fontana dove ho bevuto: c'era un'iscrizione runica… e Flowers mi svelò la traduzione: l'uomo fuorviato da un oscuro asse inciso che non tarderà a manifestarsi... colui che ha già annientato tutto il Fiorfiore... perché, chi cancella la memoria, cancella l'identità.

In effetti Flowers aveva ragione: non esistiamo se non ricordiamo, perdiamo noi stessi!

Nimphea ed io rabbrividimmo.

L'uomo oscuro verrà da me e tenterà di ridurre anche me al suo volere!

Ma la cosa che mi gettò nell’angoscia fu che Flowers, per la prima volta, ammise di essere completamente disarmato.

Tra i suoi poteri non vi era nulla che potesse aiutare a risolvere la situazione.

Ero io e solo io che avrei dovuto fare qualcosa.

Rimanemmo a lungo in silenzio che poi ruppi con un grido:

“Emanuele, Emanuele, maledizione, dove sei?!!”, mi ricordai del topo tutto a un tratto perché avrei voluto domandargli se avesse acceso lui il fuoco.

Ma non ottenni alcuna risposta perché Emanuele si fece vedere dopo un’abbondante mezz’ora, quando Flowers era già andato via.

E con mio enorme sconcerto venni a sapere che nel camino si ripeteva per la seconda volta un fenomeno di autocombustione.

Il topo, infatti, non lo aveva mai acceso!

Nimphea provò a consolarmi e poi ipotizzò che fossi proprio io, inconsciamente, ad averlo acceso… coi poteri di Naudiz!

La situazione mi stava sfuggendo di mano e dovevo documentarmi, non c’era altro da fare viste le scarse informazioni in mio possesso… e l’indomani sarei andato dritto a cercare dei volumi sull’argomento, sempre sperando di trovare la biblioteca aperta.

Almeno stavolta ebbi fortuna e rimasi tutto il giorno tra la polvere dei libri.

Micky Mick, il coniglio bibliotecario, era in una amnesia totale e non mi riconobbe nemmeno.

Faceva impressione vedere un amico ridotto in quel modo e a malincuore decisi di non occuparmene perché non avevo la possibilità di aiutarlo.

Soprattutto perché temevo di non avere tempo.


 

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Immagine dello Stravacante ormeggiato (Per leggerne la descrizione proseguire nel link) Si vede lo Stravacante in aria, tenuto da una cima fissata a terra da un bastone. Jackie è di profilo e, a sinistra, due guglie del castello. Cadono tondi fiocchi di neve. Particolare dello Stravacante.Particolare delle due guglie e di Jackie di profilo che indossa una svolazzante sciarpa di colore azzurro.
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Non dovevo sprecare nemmeno un minuto perché avevo l'impressione che l'Oscuro mi sarebbe venuto a cercare molto presto.

Nei libri trovai alcune risposte, importanti anche se non conclusive.

Diverse tra loro ma che tuttavia appartenevano a una comune logica.

Per quel che riguarda l'amnesia collettiva, le ipotesi circa la causa mi sembrava potessero ridursi fondamentalmente a due:

L'ipotesi chimica.

Lessi che esiste una sostanza, la simvastatina che provoca, se in dosi massicce, perdita di memoria.

Forse con l'aiuto di qualche POPS, per esempio, la sostanza poteva essere stata sparsa in cielo e la gente averla respirata.

Era scritto inoltre che nel giro di tre settimane gli effetti sarebbero spariti.

Ma ventun giorni erano veramente troppi.

Un tempo perfetto in cui ordire ed eseguire un attentato, o qualcosa che avrebbe potuto definitivamente distruggere il regno del Fiorfiore.

Poi c’era l'ipotesi magica.

Appresi che esistono varie formule per provocare la perdita di memoria.

Un rito magico molto potente avrebbe potuto ottenere gli effetti di confondere un'intera popolazione.

Non veniva indicato alcun antidoto e comunque, in entrambi i casi, ne deducevo che l’onere della soluzione era solo a mio carico… la responsabilità di una sconfitta o di una vittoria dipendeva solo da me.

Nel senso che la salute mentale della gente sarebbe stata salva se avessi superato la prova che mi attendeva: la prova delle prove che da parecchio tempo Flowers paventava.

Poi in un altro testo, un antico codice vergato su pergamena, trovai ulteriori informazioni sulle rune, lingua degli elfi e degli antichi arcani.

Vi era scritto anche di una certa battaglia degli alberi e molte altre cose di ordine mitologico, molto interessanti ma non troppo attinenti con quanto avrei sperato di trovare.

Quando stavo per chiudere il libro lessi, con la coda dell'occhio la parola Yggdrasil che attirò la mia attenzione.


 

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Immagine di un folletto che dorme dentro un fiore (Per leggerne la descrizione proseguire nel link) Il folletto ha le orecchie a punta e i capelli riccioluti di colore bluastro. Dorme con le braccia e le gambe che escono dalla corolla del fiore. Calza degli stivaletti gialli a punta. Attorno, alcune foglie e sullo sfondo una nuvola. Particolare della vegetazione.Particolare del folletto addormentato.
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Si trattava della runa Askiz che vuole dire frassino dell'universo... pensai immediatamente alle radici che trovammo nel Bosco Fitto... alle nostre supposizioni circa la presenza di questo mitico albero presso di noi e lessi che esisteva una profezia.

La rovina dell'Yggdrasill causa l'estinzione di ogni forma di esistenza.

Questo sì che aveva attinenza con la perdita della memoria che, di per sé, è un'estinzione, forse la più sottile, dell'esistenza di ognuno...

Ma se la causa fosse stata il taglio del frassino... rimaneva allora da indagare sul suo esecutore materiale e, ancora, rimaneva da dare una risposta sul perché io e Nimphea non eravamo stati toccati dall'amnesia… la spiegazione di Flowers non mi appariva convincente.

Uscii dalla biblioteca con qualche informazione in più ma senza poter avere indicazioni su come affrontare l'Oscuro di cui nessuno parlava.

Dove l'avrei incontrato?

E con quali armi l'avrei combattuto?

Tornai al laboratorio che stavolta era veramente freddo.

Nessuno aveva acceso il fuoco.

Bevvi del tè e confidai tutti i miei dubbi al topo il quale mi disse seraficamente di non preoccuparmi.

Secondo Emanuele sarebbe stato l'Oscuro a venirmi a prendere e il suo consiglio era non di fare opposizione perché il nemico lo si combatte meglio dandogli l'impressione di assecondare il suo volere… insomma, pillole di saggezza dei roditori!

 

La notte mi svegliai di soprassalto.

Freddo e buio fitto.

Quando fui totalmente sveglio ebbi la percezione di una presenza.

Rimasi impietrito nel letto.

Totalmente gelato.

Avevo proprio freddo e una paura bloccante.

Immobile come una mummia.

Respiravo pianissimo per non farmi sentire.

Mentre l'altro, perché ero certo di non essere solo, respirava affannosamente.

Il rumore del suo fiato mi consentiva di localizzarlo nella stanza.

Si spostava, in direzione orizzontale e poi, lentamente, in senso verticale, verso il mio letto.

Non avevo nulla con me, nessuna luce, nessuna arma.

Ero solo, in pigiama e con null'altro.

Sicuramente il topo era uscito (è un viveur che si diverte tutte le sere), dunque ero veramente solo.

Dovevo combattere la paura, fermare la tachicardia che impazzava nel mio cuore.

Ne sentivo il battito nelle tempie e nella gola.

Quando arrivai a udire non solo l'affanno ma a percepire un alito gelato sopra la mia faccia, quando pensai che il nemico stava per annientarmi o per uccidermi con qualche artificio magico… allora pensai veramente di essere nei miei ultimi istanti di vita.

Decisi, nella resa totale, di abbandonarmi a un ultimo pensiero, alla sensazione calda di amore per Nimphea.

In questi attimi cruciali accadde che l'affanno del nemico divenne quasi una tosse soffocata che si allontanò da me.

Compresi! Avevo trovato l'arma!


... fine seconda parte.

 

 

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