Terza e ultima parte
Jackie: Achenio prosegue imperterrito e, con piglio imperiale, ordina che la sovrana prenda dimora presso il candido fiore per meditare in vista delle nozze.
Un lungo silenzio cala sulla folla.
Il fuoco dardeggia sugli ampi bracieri ai lati della sala.
Gli occhi di Nimphea saettano per la stanza in cerca di un rifugio.
Achenio invita il promesso sposo a pronunciarsi e a onorare la promessa fatta alla sovrana.
Il principe di legno di Guaiaco si alza.
"È proprio lui il promesso sposo di Nimphea?", domando in preda al panico a un pomposo trombone.
Il trombone annuisce e, bisbigliando, m'informa che si tratta di un nobile della famiglia dei Sempreverde.
Virgulto ha guardato a lui con immenso favore causa la resina che produce nelle sue terre.
È un grande esperto dell'arte aromataria antica, precisa il trombone.
Achenio esorta il principe a dichiararsi.
È dunque pronto a condividere la vita futura con la promessa sposa?
In caso affermativo, lo informa che, il giorno delle nozze, prenderà il posto del Barone oltre a tutti i suoi poteri.
Sono disperato.
Il giovane resinoso si alza in piedi altero.
Io sto per avere un mancamento.
Ampi olezzi di resina avvolgono gli astanti.
Nimphea lo guarda con aria di sfida.
Io osservo ora lui, ora lei, ora lui, ora lei.
Il nobile Guaiaco, schiarendosi la voce con la fronte imperlata di sudore, sembra esitare, ma alla fine accetta.
Il cerimoniere, al mormorio della folla, comunica che se qualcuno ha qualcosa da dire deve parlare ora, altrimenti dovrà tacere per sempre... e il popolo è sistemato.
Nella sala, il silenzio è glaciale.
Virgulto è seduto sul suo trono, ma sembra seduto su un trono di spine.
Il saggio Achenio si frega le mani in continuazione: è decisamente impaziente.
Nimphea sembra pietrificata.
L'attesa dura istanti interminabili.
Mosso da un istinto incontrollabile, urlo:
"Io! Io ho qualcosa da dire!"
Con gesti decisi e misurati mi spingo fino al centro della sala.
Poi, con aria di sfida, taglio la folla in due, arrivando ai piedi della scalinata.
Sento alle mie spalle una fluttuante ginestra mormorare ad un assonnato papavero:
"Deve esseve quel'impvessionante uomo elfo mandato da quella stvavagante Floviflova."
Achenio, minaccioso, scende tre gradini dell'ampia scalinata e mi chiede, anzi, mi urla, di identificarmi.
Per le cronache petaliche, è indignatissimo.
Faccio qualche passo ancora e arrivo ai piedi del primo gradino.
Nimphea non muove un muscolo.
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La fisso pensando: dammi un cenno... fammi capire che desideri io vada avanti! Ma lei, per tutta risposta, chiude gli occhi e sospira.
Achenio, vedendomi da vicino, mi riconosce.
Sì, sono l'uomo elfo.
"Esatto, l'uomo elfo!", esclamo, producendomi in un inchino eccessivamente riverente; poi, rivolto al Barone, continuo:
"Eccellenza, perdonatemi, ma in questa corte ci sono molte cose poco chiare.
Voi state promettendo vostra figlia a un signore che, a giudicare dall'espressione del vostro volto, non piace a voi tanto quanto alla vostra gente."
Achenio è molto contrariato.
Come mi permetto? Sto discutendo la legge, la legge della natura!
Il saggio continua a imprecare, Nimphea tiene gli occhi bassi e Virgulto fissa con sommo imbarazzo il suo scettro.
Andiamo bene!
"Questa è la natura di chi non vuole vedere le cose!", dico io, ma l'omino, stizzoso, non vuole sentire ragioni.
Dice che la principessa deve convolare a nozze quanto prima! È necessario! È lo stato che lo esige! Ed è un fatto: loro non possono permettere l'estinzione di una specie: sarebbe un sacrilegio!
Quindi, ribadisce ancora più istericamente che quella è la natura.
"Il cerimoniere ha ragione!", esclamo, ma aggiungo, "Perché non dire tutta la verità, e far sapere al popolo, la vera urgenza?
Cioè, che nei granai reali mancano pollini e semenze!"
La folla, sgomenta, incomincia a mormorare, cedendo a una discreta agitazione.
Il vecchio cerimoniere mi dà del villano fanfarone, ma è meno sicuro di prima.
Forse non si aspettava che qualcuno come me fosse al corrente dei furti.
Riavutosi dallo shock, mi aggredisce: sono appena arrivato e già pretendo di sapere quel che accade nel loro regno? Insomma, la principessa deve convolare a giuste nozze, questo è il punto e questa è la natura!
"Eh, no! Questa è la natura di un autentico complotto, amico mio!", osservo con un tono che non ammette repliche.
La platea mormora scandalizzata.
"Scusatemi, principessa", dico, levando dal capo di Nimphea il prestigioso diadema, "Ma questo aggeggio va restituito al legittimo proprietario."
Altri mormorii commentano il mio gesto super audace.
Guaiaco, buttandosi verso di me, urla che il gioiello gli appartiene.
Mi affretto a estrarre le perle dalla coroncina e la getto al principe.
"Questo è quanto vi spetta! Le perle appartengono alla regina Floriflora, di cui, in detta sede, sono il luogotenente!"
La gente è sempre più basita e agitata.
Achenio minaccia di farmi arrestare e giustiziare nella pubblica piazza!
"A voi non devo proprio nulla, servo traditore!", replico con veemenza.
Ma il vecchio se ne frega e da ordine alle guardie di immobilizzarmi e arrestarmi.
Floriflora (squillante): "Ferrrrmi! Lasciate andare quel giovanotto!"
Jackie: Virgulto guarda la regina esterrefatto con la bocca spalancata.
Floriflora: "Sì, caro cuginetto, il mio prezioso luogotenente mi ha chiesto di intervenire, ergo, son qui!
Il palazzo è circondato dal mio esercito di Betulli, signori, siete avvertiti.
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E ora, Jackie caro, spiega a questa gente e alla sottoscritta la tua teoria.
In questo non lo so, ma nel mio regno siamo tutti molto curiosi."
Jackie: "Il segreto, maestà, sta in una lacrima che ho versato vedendo andar via la fanciulla dei miei sogni con il suo promesso sposo.
La mia lacrima è caduta sopra un seme e lo ha ricoperto come una calotta di vetro.
Allora ho capito!"
Floriflora (gorgogliando): "Sei un po' criptico, Jackie caro, ma cercherò di seguirti lo stesso."
Jackie: "Nel vostro forziere, maestà, sono spariti pollini e semi, giusto?"
Floriflora (risoluta): "Giusto!"
Jackie: "Anche qui, presso il custode dei custodi, sono sparite delle rare semenze."
La gente, ora in preda al panico, mormora di nuovo.
Jackie: "È così, sì", dico alla folla, "Siamo nei guai ed è bene che lo sappiate tutti!"
Un ciclamino, a voce altissima, dal fondo della sala, prega l'uomo elfo, cioè il sottoscritto, d'informare il popolo.
"Ci proverò raccontandovi i fatti.
Giudicherete voi.
Maestà, ve ne prego, riferite qual è l'unico indizio trovato sul luogo del delitto?"
Floriflora: "Gli scrigni divelti, sic... se ricordo bene sono risultati molto... ehm... appiccicosi."
Jackie: "Secondo voi potrebbe trattarsi di resina?", chiedo platealmente.
Floriflora: : "Beh, sì, pensandoci... potrebbe..."
Jackie: "Bene.
Quando la principessa Nimphea ha ricevuto il diadema dal Principe Guaiaco, mi ha esortato a guardarlo in controluce per mostrarmi lo splendore delle perle.
Dette perle presentavano diverse scorie al loro interno che, all'inizio, mi sono apparse come impurità.
Poi ho rammentato la mia lacrima che racchiudeva il seme e ho capito.
Infatti, molte informazioni di mondi dispersi, noi scienziati le abbiamo avute da gocce d'acqua, pollini e semi racchiusi in perle d'ambra, cioè: resina.
Da questi meravigliosi gioielli naturali abbiamo appreso aspetti fisici e climatici di mondi antichi, financo quello dei dinosauri."
Floriflora (perplessa): "Cioè?"
Jackie: "Maestà, quest'uomo", dico indicando il principe di Guaiaco, "Possiede una distilleria di resina in mezzo al bosco e, usando dei gusci di noce come calco, produce molte perle.
Floriflora: "E allora?"
Jackie: "La resina, maestà, è liquida e quando è liquida è come una lacrima che può cadere su un seme.
Ma la resina, al contrario della lacrima, si solidifica e, in questo modo, può custodire un seme per secoli.
Ed ecco dov'è finito il malloppo: nelle perle del diadema!"
Floriflora: "Come ho fatto a non pensarci prima? Jackie, sei un genio! Ma ci avete additato un solo colpevole... ce ne vogliono due per fare un complotto!"
Jackie: "Eh, da sempre siete regina assai acuta.
Il secondo impostore, maestà, è il vecchio Achenio!", urlo inferocito contro chi voleva maritare a un altro la mia amata.
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Achenio è furibondo.
Lui, Achenio il saggio, traditore del re?! Posso provare quello che dico?
Jackie: "È stato quel tatuaggio che avete sul polso a segnalarmi il vostro legame con il principe Guaiaco.
La parola PIX, che avete entrambi tatuata sul corpo deriva dal latino pix, picis, ovvero, resina.
Il vostro legame dovete spiegarcelo voi.
È uno stemma di famiglia? Siete una setta?"
Il principe Guiaco mi urla che sono un invadente elfo plebeo, ma non mi scuce un petalo.
Jackie: "E voi siete nei guai, amico mio, e dovrete spiegarci perché state saccheggiando inopinatamente i tesori di questo regno!"
Il Guaiaco si fa minaccioso e strepita che né io, il misero Astronotus, né Virgulto, né Nimphea, né tantomeno la regina Floriflora, saremo in grado di affrontare ciò che minaccia il nostro mondo.
E aggiunge che solo lui avrebbe potuto... ma che ora è tardi.
La regina lo interrompe con una calma apparente da far paura.
Floriflora (severa): "Volete farci la cortesia di spiegarcelo o preferite essere destinato a una spiga armata? Pungono, sapete?"
Il Guaiaco sputa per terra, ma alla fine risponde e ci informa che vi sono creature terribili che provengono dal mondo delle ombre e degli uomini che si chiamano POPS.
I POPS sbiadiscono le corolle, denudano i fusti, convertono i semi in terminator, cioè, in semi sterili.
La contaminazione di una semente comporta lo sviluppo di ben novecento piante mutanti con un'immediata diffusione, per impollinazione, delle aree vicine!
Floriflora: "Perché io non so nulla di tutto ciò? Perché devo apprenderlo dal mio Jackie Astronotus?"
Jackie: Urla Floriflora a Virgulto.
Virgulto informa la cugina che la scoperta dei furti è avvenuta grazie a Jackie Astronotus.
E che Achenio era riuscito a nascondere il pericolo che affliggeva le colture fino all'arrivo dell'uomo elfo.
Floriflora (furente): "C'è dell'altro? Cosa avrebbero dovuto farci con la refurtiva?"
Jackie: "Beh, immagino che, vista la situazione, il valore dei semi sani diverrà a breve inestimabile.
Immagino anche che i nostri eroi si preparassero a una globale speculazione, potendo disporre delle uniche ricchezze del regno!"
Floriflora (perentoria): "Prendeteli!"
Jackie: Il vecchio Achenio, al momento dell'arresto, bercia che essere processato è un suo diritto.
Tentando di accaparrarsi il favore della folla si scaglia contro di me e accusa la regina di dare credito alle parole di uno sconosciuto.
Di uno, per l'esattezza, di cui non si conoscono né storia, né l'origine.
Guaiaco si associa, ammutolendo la folla e rilancia, accusandomi.
Magari sono stato proprio io, Jackie Astronotus, a portare i POPs!
La leggenda non dice, forse, che io vengo dal mondo degli uomini? E l'uomo non è lo stesso mittente dei terribili inquinanti?
Fra la folla urlante e voltagabbana, anche Nimphea chiede la parola.
Nimphea: "Volete la leggenda di Jackie Astronotus? Ve la dirò io.
Jackie Astronotus è l'unico discendente della prima figlia di Oberon, re delle fate.
Suo padre? Sì, era un uomo.
Ma, soprattutto, era un navigatore solitario, esploratore dell'impensabile.
L'unico che, per la sua grande fede, riuscì ad avvistare le coste della magica isola di Avalon e che in quell'arcipelago trovò rifugio a Tir-nan-og, l'isoletta incantata dell'eterna giovinezza a Ovest del mondo.
Suo padre, un viaggiatore, quel viaggiatore che strappò il filo, il filo che divide la realtà dalla fantasia.
Colui che ha passeggiato sulla terra delle fate del Pembrokeshire, attraversato nubi fatte di polveri di diamanti per poi attraccare nella misterica Hy Breasail, isola fantasma dove regna la magia, che sorge fra le coste e il cuore d'Irlanda.
Ci ha lasciato le sue carte quando... quando è partito per esplorare la fine.
Era convinto, infatti, che la fine fosse solo un orizzonte, un limite per gli occhi facilmente navigabile con un volo della mente, con della provata immaginazione."
Jackie: Poi, rivolta verso di me, sussurra...
Nimphea: "William, William era il suo nome e Jackie Astronotus, suo figlio, è il nipote del re delle fate!
E io sono qui per dirvi che Jackie ha ragione.
Achenio sapeva da molto tempo che le cose andavano male, ma di fronte all'ipotesi di grandi profitti ha scelto di vendere il suo paese e la sua gente.
Risultato, ora i POPs si nascondono fra noi e sarà molto difficile combatterli!"
Jackie: Floriflora si asciuga le lacrime... non l'avevo mai vista così commossa.
Floriflora (sussurra): "Mi si sta sciogliendo il... sniff... sniff... mascara alle bacche selvatiche, sniff, sniff... E adesso ci vorrà proprio una magia per combattere questi orribili inquinanti e capire il loro potenziale offensivo.
Che ne dici Jackie?"
Jackie: Sono un po' ubriaco per tutte queste emozioni, ma rispondo con prontezza:
"Maestà, saremo realisti come al solito e faremo l'impossibile!"
La gente esulta, io guardo languido Nimphea, la Flo mi abbraccia con immensa emozione.
E adesso siamo di nuovo tutti uniti e pronti a combattere.
Ma questa è già un'altra avventura!
FINE
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