Un clandestino


[Racconto di Paola Manoni]

Seconda parte




Jackie: La regina continua a cercarmi ma io vorrei occuparmi dei miei strumenti scientifici, per costruire una centralina meteorologica, piuttosto che correre sempre a risolvere i problemi della corte.
So di non avere scelta, devo rispondere all'appello e mi avvio rassegnato, facendo una sosta alla bottega del formaggio.
Ho ordinato una groviera-gigante per scovare il topastro.
Corro lungo i corridoi della reggia trasportando l'ingombrante forma di cacio.
La regina è assisa sul suo trono e nervosamente tamburella le dita sui braccioli.

Floriflora (con tono di rimprovero): "Era ora! Dov'eri finito... Tutto questo tempo...??!"

Jackie: Con non curanza eludo le domande della regina:
"Ditemi: da dove provenivano gli ultimi rumori sinistri? Ho portato con me qualcosa di irresistibile che farà uscire il nostro avversario allo scoperto".

Floriflora: "Vorrai dire mostro più che avversario... ha appena mangiucchiato una sciarpa di foglie di pannocchia, riposta nel mio armadio, a cui tenevo moltissimo!
Io sono certa che costui sia un sabotatore!"

Jackie: Ci rechiamo nella regale stanza da letto.
Posiziono la forma di formaggio nell'armadio di Floriflora che ora si lamenta dell'odore del cacio tra i suoi vestiti.
Mi apposto dietro gli sportelli e attendo che calino le tenebre.
Mi stendo sul divano... giusto un attimo... e... mi sveglio di soprassalto!
Accidenti, è già mattina... apro l'armadio trovo un gran buco nel formaggio.
Me l'ha fatta sotto il naso...

Floriflora: "Il metodo non è certamente infallibile! Ma almeno nessun altro vestito è stato attaccato!"

Jackie: Devo dire che questo smacco è fastidioso e mi difendo dai commenti della regina:
"Ci rivediamo stasera... adotterò un altro metodo. Ma vi ricordo che nell'empiria c'è sempre scienza... che la scienza è tale perché è falsificabile e procede per tentativi ed errori!"
Ciò detto, mi allontano dalla reggia a piedi.

Scorgo Cotton in cielo: si è fatta più densa, più scura e più alta.
Prima di tornare a casa passo nell'orto cittadino e raccolgo sotto l'albero del pero dei frutti molto maturi... quasi marciti.
La previsione meteo è senza ombra di dubbio preoccupante.
Il barometro è crollato a valori molto bassi.
E' sicuramente in arrivo una depressione, considerando anche l'aspetto di Cotton e delle sue sorelle castellane all'orizzonte.
Sono molto infastidito dall'idea di non poter condurre i miei studi meteo per fare il cacciatore di topi.
Ma questo è il destino di molti e si sa: nessun grande è ritenuto tale dalla sua gente!
Seconda notte, seconda esca, sempre nell'armadio di Floriflora che è una rastrelliera di abiti di tutti i generi, lunga diverse spanne.
Mi apposto di fuori e stavolta attendo vigile.
Mi sveglia (accidenti... mi sono addormentato di nuovo!) un sottile singhiozzo: mi sa che le pere hanno funzionato!!!
Apro l'armadio e vedo un topolino: grigio ma con le zampe bianche.
Le orecchie rotonde, candide all'interno, sollevate sulla testa.
E tonda anche la pancia morbida.
Corre a zig zag su una stola della regina ricamata con fili d'oro.
Somiglia molto alla camminata incerta di Callino, lo gnomo a servizio nell'orto botanico, sempre alticcio.
Sveglio la regina.
"Ecco il vostro nemico, lievemente ubriaco!", dico fieramente.

Floriflora (sbalordita): ""Mai visto nulla di simile... ma come mai è ridotto così?!"

Jackie: "Ecco, ho dovuto farlo! Stavolta gli ho fatto mangiare delle pere molto mature.
Si sa che la maturazione eccessiva della frutta trasforma lo zucchero in alcol.
Questo topo le ha mangiate ed ecco che si è ubriacato!"

Floriflora: "Topo... hai detto? E' questo il suo nome?"

Jackie: Spiego alla regina le caratteristiche di questo animale.

Floriflora: "Dunque vive di notte!"

Jackie: "Sì", replico aggiungendo qualche altra spiegazione, "è un animale selvatico che facilmente si è adattato a boschi, a siepi, a margini delle foreste, a terreni incolti.
Ma vive anche in parchi e giardini, oltre che nelle case.
Adora le patate e le barbabietole.
Se nessuno di voi ha mai visto un simile animale... mi rimane soltanto un'ipotesi", dico a voce alta ma, in realtà, sto rivolgendo il pensiero a me stesso.

Floriflora:: "Quale, Jackie caro?"

Jackie: "In nessun tempo avete avuto dei topi, qui nel Fiorfiore. Dunque...", lascio la regina in sospeso...

Floriflora: "Dunque, avanti!", replica impaziente.




Jackie: "...Dunque la sola ipotesi plausibile è che sia venuto da New York con me e Iggy... (nell'avventura descritta in Un gatto in città ) poi, deve aver subito anche lui, come me a suo tempo, un cambio di dimensioni: è veramente minuscolo!"
Prendo il topo nelle mani il quale corre lungo il braccio e si infila immediatamente nel taschino della mia giacca.
Credo di avere un'aria molto assonnata.
Sono proprio stanco.
"Con il vostro permesso, mi congedo! Il caso è chiuso."

Floriflora: "Ma questa nuova creatura... devo saperne di più!
Se non appartiene al Fiorfiore, come potrò essere la sua regina?"

Jackie: "Un'altra volta, maestà, un'altra volta... non pensate che dovremmo sentire anche il parere della vostra reginsorella Fanfauna, vista la sua giurisdizione sugli animali?"
Floriflora risponde qualcosa ma io sono troppo stanco per comprendere.
Il topo dorme nella giacca e io mi avvio a piedi.
Cotton è molto indaffarata per via delle nubi che si stanno addensando in cielo e vedo che stavolta non mi viene a prendere.
Finalmente a casa e... finalmente in pigiama: è da tempo che non posso dormire tranquillo.
Infilo il topo in un mio calzino... effetto sacco a pelo! Lo adagio accanto a me, sul cuscino che ho di fianco.
Un lampo e un tuono mi fanno sobbalzare.
Non so che ore siano, forse è pomeriggio.
Il topo deglutisce e continua a dormire beato.
Apro la finestra, l'aria è veramente elettrica.
Ci sono temporali ovunque che si perdono all'orizzonte.
Il barometro è al di sotto di 920 ettopascal e spira un vento sinistro e impetuoso.


Preparo il tè e mi domando dove sia Cotton.
Chissà se stavolta si è trasformata in una nuvola minacciosa.
Qualcuno bussa alla mia porta e con mio immenso stupore apro a Nimphea che sembra molto agitata.
Mi spiega i suoi timori.
La squadra di flyball è in trasferta su Stella Pulcherrima e da più di dodici ore non arrivano notizie!
Uno scroscio di pioggia forte e l'urlo del vento ci fanno sussultare.
Ho buone ragioni di credere che questa sia una tempesta di forza gigantesca, ma non è detto che si stia abbattendo anche in altre regioni oltre che nel Fiorfiore.
Non ho molti argomenti consolatori perché, effettivamente, sono molto preoccupato anch'io.
Ma come faccio a dirglielo? La getterei nel panico e dunque taccio.
Negli attimi di silenzio che seguono tra noi sento una vocina sottile che ripete più volte: hot tower...
Oddio... il topo ha una voce...!
Mi rivolgo a lui incuriosito:
"Cosa dici?", e lui mi risponde in inglese... I said hot towers.
"Il topo parla inglese", commento affascinato!
Nimphea è allibita.
Stavo dimenticando che in questo mondo il topo è un animale sconosciuto e di conseguenza... faccio le dovute presentazioni, avanzando oramai quel che non è più un'ipotesi ma una certezza: il roditore proviene da New York.
E' venuto via con me ed Iggy dalla precedente avventura metropolitana.
Avevamo un clandestino a bordo!
Nimphea non sa l'inglese e allora traduco la frase.

"Ha detto: torri calde!", rispondo, ma anche io non comprendo cosa significhi.
Poi il topo aggiunge: Hurricane, typhoon! A queste parole, rabbrividisco.
Nimphea mi domanda di spiegarle:
"In America, da dove proviene questo topo, ci sono due oceani: l'Atlantico e il Pacifico.
In entrambi i mari si manifestano delle tempeste spaventose che sono chiamate uragani nell'Atlantico e tifoni nel Pacifico.
E questi sono i due nomi che ha citato il topo", concludo ma poi mi lascio tentare e aggiungo:
"Ovunque siano queste tempeste, sono molto misteriose le forze che determinano la trasformazione di un uragano in un mostro."
Ora Nimphea rabbrividisce impallidita e mi domanda nuovamente il nesso con le torri calde.
Mi occorre della documentazione che non ho!
Fuori si sta scatenando il pandemonio e non credo di poter arrivare fino in biblioteca.
Mentre rimugino sul problema, offro da mangiare al topolino.
Gli scaldo una tazzina di latte che gli porgo fumante con due biscotti tondi.
Frugo tra i libri del laboratorio e trovo qualcosa che forse può aiutarmi.
E' la Guida meteorologica del piccolo esploratore.
Era tra le dotazioni di bordo della mongolfiera con cui sono giunto in questo minuscolo mondo.
Sfoglio febbrilmente la guida... ecco!
"Ci sono", dico trionfante a Nimphea, leggo per filo e per segno:
"Le hot towers sono nuvole di pioggia alte come grattacieli che si formano all'interno di molti uragani. Mentre l'uragano si estende su centinaia di miglia, le hot towers, alte e sottili, interessano una regione che non supera le due miglia.
Una nuvola hot tower vive non più di un'ora, mentre l'uragano di cui fa parte può sopravvivere per più di una settimana. Le hot towers sono di piccole dimensioni ma possono decidere il destino dei grandi uragani."
Percepisco il pericolo di quanto ho appena letto ma, subito dopo, il mio pensiero va a Cotton: non si sarà mica messa a giocare a cava-cecio per fare parte con altre consorelle di una hot tower?
Guardo alla finestra preoccupato ma di Cotton nemmeno l'ombra.
In cielo si addensano nuvole nere, spesse, cariche di elettricità.
Il topo si è infilato nella tazzina: la sta ripulendo degli ultimi residui commestibili.
Sembra affamato... eppure da Floriflora ne ha mangiate di cose!
Mi è molto simpatico e gli offro l'ultimo pugno di fiocchi d'avena che avevo conservato per la colazione di domattina.
Mentre il topo sgranocchia, arriva da fuori una sventagliata di vento che fa tremare il laboratorio.
Nimphea mi guarda terrorizzata.
Non parla più!
Poi dalla finestra, la vedo.
Una torre altissima che si avvicina di gran carriera, proprio verso il laboratorio.
Il grattacielo gassoso prende la rincorsa e si riversa come un'onda sul tetto che in parte cede all'urto.

Guardo il topo che sembra essere indifferente alla situazione... ma poi invece capisco...
Lui l'ha sentita ancor prima di vederla... e ce lo ha detto: ci ha anticipato l'arrivo della nuvola malefica!
Lo diceva sempre nonna Lucienne: i topi sanno prevedere molti fenomeni, come i terremoti e i maremoti.
Forse nonna non sapeva che se la cavano piuttosto bene anche con gli uragani.
Non ho un anemometro per misurare l'intensità del vento ma sono certo che stiamo raggiungendo i 100 chilometri orari e più.
Mi avvicino al topo, ormai ben satollo di cibo e gli chiedo, in inglese, cosa prevede d'altro.
Eye!, mi risponde laconico.
"Occhio", ma che risposta sarà?
E mentre Nimphea e io cerchiamo di capire, sentiamo un disperato bussare alla porta.
Di nuovo Floriflora, coi capelli spettinati che sembrano bisce impazzite.

Floriflora: "Jackie caro, ho pensato che in queste ore meste e cariche di tragedia, Iggy e Fanfauna saranno in pericolo sulla costa occidentale!
Dobbiamo fare qualcosa per aiutarli!"

Jackie: "Eye", ripete il topo.

Floriflora: "Hagg!!!! Ancora quel roditore!"

Jackie: Poi dopo una pausa di silenzio Floriflora sentenzia la sua condanna:

Floriflora:: "E' colpa sua se tutto questo è accaduto! Ha portato il male presso di noi! Via! Sciò!!!"

Jackie: Mi vergogno per la regina ma la giustifico: forse il vento le ha dato alla testa.
"Signora sovrana, come potete pensare che un essere così piccolo possa provocare tanti guai?
Non ci risulta che un topolino possa essere complice delle tempeste!"
Floriflora si accascia su una sedia:

Floriflora:: "Senti, Jackie, sono molto stanca e, voglio salvare mia sorella con il suo gatto, tutto qui!"

Jackie: E' difficile pensare a una via di fuga, quando la furia scatenata del vento sembra una mano invisibile, una forza che tutto può!
Nella mia testa, cerco il senso della parola che il roditore continua a ripetere.
E poiché fino ad ora quel che ha detto ha trovato un fondamento, mi sforzo al massimo per comprendere oltre.
Ho bisogno di silenzio e di concentrazione.
Fisso i ricordi della nonna, i suoi modi di dire, i racconti di vita vissuta.
Pian piano si fa strada il ricordo di un modo di dire:
"Essere nell'occhio del ciclone..."
Ci rifletto un po'... Certo! Il topo fa riferimento all'area centrale di bassa pressione di una perturbazione che viene chiamata, per l'appunto: occhio del ciclone.
Trattasi del centro dell'uragano in cui girano attorno i venti impetuosi.
"Non dovete spaventarvi", dico rivolto a Floriflora, senza curarmi troppo del fatto che possa effettivamente seguire i miei ragionamenti, "L'occhio è una zona dove l'effetto del vento è pressoché nullo e generalmente piove poco..."

Floriflora: "E allora portiamo quest'occhio sopra le nostre teste e sopra quelle dei miei cari!"
La logica della regina non fa veramente una piega perché è follemente sensata!


... fine seconda parte.

 

 

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