Adesso parlo io

[Racconto di Giovanna Gra]

 

Terza e ultima parte


Madre Natura:

Passò altro tempo, il demone sul trono di Salomone spendeva e spandeva secondo i suoi capricci mentre il legittimo sovrano conduceva una vita da povero ma libero e onesto lavoratore.
Tutto questo continuò fino al giorno in cui all'amo del Re pescatore non abboccò la spigola golosa.
Naturalmente, quando Salomone assaggiò la spigola i suoi denti fecero fatica a non rompersi!
Accidenti, si chiese il re dolorante, ma che razza di spigola poteva aver pescato per essere così dura e pesante?
Sputò il boccone che aveva testé messo in bocca e s'avvide che, a procuragli dolore, non era stata la spigola, ma un anello.
Anello che conosceva assai bene.
Salomone prese l'anello, lo ripulì e se lo mise al dito.
Era finalmente tornato in possesso di uno dei suoi oggetti magici e lo avrebbe usato per riconquistare il suo regno.
Con l'aiuto degli animali penetrò nella reggia perché, dalle stalle, i cavalli gli indicarono il momento propizio.
Si riprese il suo scettro perché i cani gli indicarono dove il diavolo l'aveva sotterrato.
Si riprese il mantello perché tarme e topi gli svelarono in quale armadio fosse rinchiuso.
Le scimmie, che lui aveva accolto a corte, gli indicarono dove fosse lo specchio magico e, con quello, poté vedere dove si nascondeva il diavolo.
Infine, il gatto lo condusse nei sotterranei dove giaceva il suo potente tappeto.
Dalle stalle, anche le mucche e i tori avevano qualcosa da dirgli, infatti, la conversazione, sebbene segreta, fu proficua e importante.
Quindi, tornato in possesso dei suoi simboli, Salomone partì deciso alla volta del nemico, determinatissimo a farsi giustizia.
Volò per mari e monti, volò per oceani e montagne, volò per anse e golfi.
Finalmente, nel cuore del deserto, vide l'odiato nemico.
Appena il diavolo si accorse del re incominciò a offenderlo e a provocarlo.
Era un demone, reagiva così, non sapeva combattere ad armi pari.
Non sapeva come giustificare di essere stato un ladro, un imbroglione, un farabutto.
Del resto è un dato di fatto: chi non ha ragione sa di non aver ragione e, per aver ragione, offende.
Diabolico!
Ma Salomone, forte e serafico, non rispose a nessuna delle tante provocazioni del diavolo, men che meno a quelle più abbiette e cattive.
Insomma, lo lasciò straparlare.
E lo ignorò.

Poi, quando il diavolo incominciò a mostrare una certa stanchezza, il re gli chiese se avesse finito e, distraendolo con una scusa, lo acchiappò lesto per le corna e lo lanciò ai confini occidentali del mondo sconosciuto.
Eh, già, era l'unico modo per affrontare il diavolo: prenderlo per le corna.
Questo gli avevano consigliato i tori e le mucche, convocandolo nella stalla.
E questo, seguendo il consiglio di quei saggi animali, Salomone aveva fatto.
Da quel giorno e per molto tempo sulla terra prosperarono pace e serenità.
Il vero sovrano aveva raccontato le sue disavventure al popolo, il popolo aveva capito e si erano affettuosamente riconciliati.
Tutti riconobbero in lui l'unico, saggio e potente re Salomone.
E, del periodo che seguì, in cui molto regnò, ci giungono ancora i fasti grazie alle tante leggende che avete ascoltato.

Poi, quando venni a sapere che per lui erano finiti i giorni, quando fu in punto di morte, mandai una gazza a riprendere l'anello.
Proprio quel giorno solenne la gente capì qual'era il potere dell'arcano ornamento.
Vide la gazza che chiedeva al re se poteva sfilargli l'anello e vide il re annuire, raccomandando all'uccello di non farla diventare una cattiva abitudine.
Poi, li vide ridere insieme e accomiatarsi proprio come due vecchi amici.
Oggi, naturalmente, quell'anello lo cercano in tanti.
Tanti sovrani, dopo Salomone, avrebbero pagato oro e diamanti per avere quel potere.
Invece i secoli trascorsero placidi dalla morte del re, senza che mai mi decidessi a donarlo di nuovo.
Questo perché nessuno più aveva mostrato tanto amore per gli animali da meritarsi il prezioso.
Fatto salvo un giovane, in verità. Francesco, lo chiamavano, ma lui aveva altri canali per comunicare con quel mondo.
Poi, un giorno, quel nessuno lo trovai!
Non aveva esattamente le caratteristiche che mi sarei aspettata, ma aveva tutti i requisiti per meritarselo.
Fu un segno del Tempo?
Non lo so, può darsi.
O forse era semplicemente giunto il momento.
Ad ogni modo, quando madre natura vuole dire qualcosa di nuovo a questo mondo, sovente deposita un uovo.
Così feci.
E adesso bisogna solo attendere.
Le cose devono fare il loro corso, gli animali devono prendere fiducia, il figlio dell'uomo... ehm, in questo caso, la figlia dell'uomo dovrà risorgere.
Ma penso che, alla fine, riusciranno a stabilire l'antico legame.
In un mondo così veloce e disattento sembra sempre più necessario qualcuno che traduca la voce della natura.
E io quella voce ho deciso di affidarla a una bambina.
Già, una bambina, perché penso che l'avvenire sia loro e penso che prossimamente il futuro sarà un po' più femmina che maschio.
Oh, no, non voglio discriminare, per carità, voglio solo tentare vie nuove.
Voglio estrarre dalle viscere della terra quell'anello sepolto da secoli e donarlo a quella bambina sperando che si faccia messaggera dei miei due regni.
Come Salomone, anche lei, indossando l'arcano monile, potrà parlare con passeri, lupi, vermiciattoli e abitare nelle loro storie.
Vivere insieme a loro le conquiste e i disagi.
Insomma, lasciarsi andare nel mondo selvatico.
Voglio che frughi nel sottobosco fra le radici e le spighe, che incontri insetti infintamente piccoli e apprenda gli umori di animali infinitamente grandi.
Mi auguro che possa esplorare le modalità di fuga.
Desiderare in senso primitivo la grande libertà.
Temere l'uomo e le sue strategie di caccia.
Avere l'incubo del predatore.
Migrare e portarsi molto lontano, verso il sole e il mare caldo.

Insomma, conoscere tutta quella vita che nasce, si afferma e si sviluppa in un bosco, fra le foglie fitte degli alberi di una foresta, fra i tronchi solenni di abeti secolari, fra le scalinate di muschio che conducono alla sorgente e al principio di ruscelli dalle acque gelate e argentine.
Che si diverta districando ragnatele seriche e ricamate, ricavando bisacce dalle cupole delle ghiande.
Che raccolga le gocce d'acqua che tintinnano sulle foglie, perlustrando i laghetti da cui sgorga ogni inizio.
Cronache di vita, questo è quello che ho in programma di mostrarvi in futuro.
Raccontandovi le avventure di una bambina persa nel bosco, vi parlerò di quel mondo segreto e misterioso che è la vita fra gli animali.
Per questo ho lasciato il mio segno. Per ripartire da dove tutto ebbe inizio:
un magnifico, sferico, levigatissimo, candido uovo.


FINE

 

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