La lotta biologica

[Racconto di Giovanna Gra]

 



Seconda parte




Madre Natura: Nella radura il silenzio è denso e pesante.
Jo, apprensivo, si propone di cercare la bambina fuggita nel cuore del bosco.
E' via già da un'ora.
Frank lo dissuade: la ragazzina ha bisogno di capire e lui si deve fidare.
Frank si mette a lucidare nervosamente i pomelli del suo guscio che, poco dopo, brillano nell'ombra.
Intanto, la piccola Nemo, allontanatasi dalla radura, si dispera fra le radici del suo ciliegio.
Il tempo scorre, le lacrime scivolano, il sole si inabissa impigliandosi fra i rami.
Passa di lì, presso l'albero di ciliegie, una formica che, scambiandola per un ragnetto, le domanda come butta.

NEMO: (singhiozzando) "Sniff... sniff... dice a me?"

Madre Natura: La formica si stupisce: e a chi se no?
Per caso vede altri?

Nemo: "No, in effetti no... però... io non sono un ragnetto!"


Madre Natura: E' proprio vero, certe giornate nascono storte.
La formica insiste, ne è sicura, Nemo ha tutto, proprio tutto del ragnetto.

Nemo: "Non è vero io, io, io... sono Nemo!"


Madre Natura: Ma la formica non demorde.
Embè?
Può essere un ragnetto che si chiama Nemo.
E dice alla ragazzina che è precisa identica a un tipo che conosce.
Poi si presenta, allunga la zampa: si chiama Enrica, Enrica la formica.


Nemo: (incuriosita) "Ne... Nemo... piacere.
Davvero quel tipo che conosce mi somiglia tanto?"

Madre Natura: Si, la formica ne è convinta: il tipo ha quattro lunghe zampe, proprio come Nemo e anche la passione per gli alberi di ciliegio.
Solo che non ricorda il nome... peccato, le verrà.
A proposito, le domanda, come si campa nel bosco?

Nemo: "Oh, questo?
E' un bosco meraviglioso!"

Madre Natura: Quindi la formica s'informa se l'albero dove sono sedute è di sua proprietà.


Nemo: "Sì, cioè, no, è a disposizione di tutti.
Insomma, se vuoi salire più su puoi farlo come una mosca o un uccellino."

Madre Natura: Senza rispondere né si né no, la formica chiede se nei paraggi ci sono delle belle rose.
Nemo la guarda stupita, ha detto belle rose?
Beh, sì, rose, quei fiori con i petali dal profumo lieve, col gambo, le spine e tutto il resto.
Ha presente?

Nemo: "Oh certo, è pieno! Però, Frank dice che non bisogna svelare i siti segreti delle rose."


Madre Natura: Enrica si accosta a Nemo con interesse: e questo Frank così circospetto sarebbe?
Un amico?
Persona degna?

Nemo: "Ma certo che lo è!"


Madre Natura: La formica fa notare che, a volte, le persone hanno segreti perché non vogliono condividere le cose belle con gli altri, cosa che lei trova un po' meschina.


Nemo: "Sì, lo è infatti.
Cioè, lo sarebbe, maaa... insomma, non è il caso di Frank!"

Madre Natura: Vabbè, chiosa Enrica sgrullando le spalline, in fondo le rose di cui si parla, se fossero belle, ma davvero belle, si noterebbero... invece...


Nemo: (estasiata e ingenua) "Oh, no, ti sbagli!
Sono rose magnifiche, di tanti colori e profumatissime!"

Madre Natura: E allora è come dice lei, sentenzia la formica.
Frank non vuole che tutto il mondo se ne bei, altrimenti ne rivelerebbe i siti.
Quindi Enrica fa un giretto nervoso attorno a una mollica di polline valutandone la digeribilità.

Nemo: (risentita) "Ma no, no, sono sicura che non è il mio amico Frank quello di cui stiamo parlando.
Io le ho viste quelle rose e posso giurare che sono magnifiche!"

Madre Natura: La formica insiste.
Ok, quante volte le ha viste?
Nemo, confusa, non ricorda.
La formica è sempre più convinta di avere ragione.
Quale ragione?
Che Frank è amico, ma come e quando pare a lui!
Altrimenti, Nemo avrebbe libero accesso alle sue rose.
Insomma, Frank è un classico: quando gli vai bene ti fa vedere le rose, quando non gli vai bene ti critica e si fa i fatti suoi.
Vecchia storia, che, fra l'altro, lascia presumere che Nemo gli sia andata bene una volta sola nel corso della loro tanto decantata amicizia.
Nemo è dispiaciuta ma anche un po' rapita dalla parlantina di Enrica.

Nemo: "Troppo poco?"


Madre Natura: Pochissimo, decreta implacabile la formica.
Anzi, non si stupirebbe se Frank pensasse di Nemo che è un po'...

Nemo: "Un po'?"


Madre Natura: Enrica si stoppa, non ci sta, non vuole di parlare male di un amico di Nemo e osserva la ragazzina che, abbracciata a un ramo del ciliegio, tormenta avvilita una manica della sua marsina pezzata.

Quindi ripete fra sé "farle vedere una volta sola, che tirchieria... certa gente non si capisce proprio!"

Nemo: (sbotta) "A dir la verità neanche io lo capisco a volte.
Avevo fatto quella pasta di ciliegie con la massima cura!"

Madre Natura: Quale pasta?
S'informa lupina Enrica.
Nemo le racconta in breve la sua avventura culinaria.

Nemo: "Sì, una pasta di ciliegie.
Perché?
Anche a te fa schifo l'idea?"

Madre Natura: Accidenti no!
E aggiunge che è una vita che spera proprio, esattamente, di assaggiare una buona e stagionata pasta di ciliegie!

Nemo: (dispiaciuta) "Spiacente, ma l'ho lasciata al campo e, a quest'ora, Frank l'avrà buttata!"


Madre Natura: "Invadente questo Frank", chiosa Enrica, deplorando lo spreco, ma se è andata così, a lei, non resta che sperare di essere invitata la prossima volta.
Perché è un fatto, lei non è come gli altri, lei adora intingere le spighe nella pasta di ciliegio!

Nemo: (entusiasta) "Contaci!
Sarai l'ospite d'onore."

Madre Natura: Detto ciò, la formica si congeda.
Era venuta a cercare un posto dove fare una bella gita con delle amiche e... visto che le rose di quel bosco sono appannaggio esclusivo dell'amico Frank, porterà le sue antenne altrove.
Nemo la osserva sparire fra felci e caprifoglio.

Nemo: (avvilita) "Ciao, ciao... (fra se) aspetta un attimo (ad alta voce) Enrica!
Enrica!"

Madre Natura: La formica sbuca improvvisamente da un cespuglio.
Ha sentito giusto?
Forse qualcuno la sta chiamando?

Nemo: "Sì, io!
So dove sono quelle rose e penso che tu e le tue amiche abbiate diritto quanto me di apprezzarne la bellezza."

Madre Natura: Nemo si decide a spifferare il luogo segreto delle rose.
Frank non se la prenderà, in fondo è un buontempone... capirà!

Qualche giorno dopo, Nemo torna alla radura dai suoi amici.
Il bosco apprezza le persone che sanno tornare sui propri passi, commenta dall'alto il Bacca avvolto nei suoi fili.
Nemo è confortata dall'accoglienza.
Anche Jo è di ottimo umore, gli fa piacere vedere la bambina così ottimista.

Nemo: "Sì, sono ottimista e penso che questo mondo sia bello perché è vario.
E poi ho scoperto che esiste qualcuno che apprezzerà la mia pasta di ciliegie.
E non è un dinosauro, ma forse un ragno dai capelli blu!"

Madre Natura: Jo e il Bacca si guardano perplessi.
Cosa significa un ragno dai capelli blu?
Non esistono ragni dai capelli blu.

Nemo: "Forse sì, un particolare tipo di ragno, esattamente!"


Madre Natura: E, fischiettando, si mette a spazzare la radura con delle frasche umide.
L'uomo farfalla alza gli occhi verso il Bacca che scrolla lievemente le spalle e si domanda sottovoce se non possano aver ignorato qualche indizio che inducesse a pensare che la ragazza fosse aracno-parente... Jo non ci sta, perbacco, è ancora in grado di riconoscere un ragno da una... da una... Ecco, appunto: da una... cosa?
Chiede il Bacca divertito.
Oh, accidenti, Jo non lo sa!
Se sapesse la specie dell'infante, la strana bambina avrebbe una tana, un nome e un predatore, elementi che chiarirebbero molte cose.
Ma i fatti non stanno così.

Certo, la prospettiva di un ragno con i capelli azzurri che si piazzi nella radura a umettarsi le zampette con la pasta di ciliegia non è affatto tranquillizzante, fa notare il baco non più divertito.
D'altro canto, non possono certo impedire a Nemo di frequentare chi le pare.
Tutt'al più possono vegliare, solo vegliare.
Le riflessioni vengono interrotte da un grido terrificante.
"Cosa sarà stato?", si domandano con un filo di voce tremolante.
Non conoscono il nome, non conoscono la tana, forse, però, stanno per conoscere il suo predatore.
"Mai sentito urlo più orribile", constata il Bacca, inquieto, dall'alto del suo bozzolo.
"Davvero terrificante", ammette il vecchio Jo che, in tutta la sua vita, non ha mai udito niente del genere.
Il Bacca farfuglia spaventato, il vecchio Jo dice che sì, a pensarci bene, un urlo così potrebbe decretare la loro ultima primavera!
Le amare considerazioni vengono interrotte da Frank Coccino, che arriva di gran carriera parlando di un fatto orribile.
E ripete: orribile.
Jo cerca d'indagare, lui sa cosa è stato?
Coccino non gli risponde, balbetta cose e dice che ormai si è in guerra!
"In guerra?!", ripete inorridito Jo.
"Sì, in gu-erre-erre-a", conferma Coccino.

Gli amici lo fissano increduli, ma lui ne è arci sicuro e da un tronco cavo estrae un elmetto, vari gingilli e attrezzi bellici.
Nemo e il Bacca si guardano sempre più sbigottiti.
Lui, lanciatissimo, dice che deve armare le spighe.
Jo ipotizza che, magari, l'urlo, così come è venuto se ne andrà.
Frank tuona:
"Che non si dicano stupidaggini, non è mai successo in tutta la storia delle specie!"
Jo ammette, in effetti, che anche il suo istinto gli dice che quell'urlo è in avvicinamento e osserva Frank che sta indossando l'elmetto e infila in fretta una zampetta dentro a un nocciolo intagliato, a guisa di scarponcino.

Conclusa la vestizione, Frank fa notare all'amico che il suo istinto non ha mai funzionato e, in momenti come quelli, è giusto che uno sappia la verità.
Mai una volta che Jo ci avesse preso, bercia la coccinella passando un dito sulla punta affilata di una spiga.
Ma Jo, indispettito, domanda:
"E allora?
Da chi proveniva quel ruggito?
Forse il tizio con il guscio a pallini sa dirlo?"

Frank si volta verso l'amico.
Di cosa sta parlando?
Quale ruggito?
Lui non ha sentito nessun ruggito.
L'uomo farfalla si spazientisce.
Capperi, lui sa riconoscere l'urlo di un predatore e ancor di più di un big predator!
Sia chiaro: lui, Jo Farfalla, ha mille ali di differenza da Frank e dal Bacca e montagne di polline scalate, prima che loro nascessero!
Detto ciò, un predatore va identificato prima di dichiarare guerra, perciò lui si autoproclamerà generale.
O qualcuno vuole discuterne?
Insomma sarà lui a muoversi fra le polveri, stordire con gli aromi, mutare colori e insegne, sarà lui che dovrà andare in avanscoperta e reperire i dati. Chiaro?
Perciò è necessario sapere chi si nasconde dietro quella berciata, quanti veleni possiede fra le sue antenne, sapere se viaggia con truppe polifaghe, se colpirà fra cielo e erba o solo terra, conoscere il numero di ali di cui disporranno i reparti, ecc. ecc. ecc.
Insomma quell'urlo aveva qualcosa di atroce e per giunta, il vecchio Jo, proprio non vuole pensare a quella come alla loro ultima primavera!
"Aridagli!", esclama Bacca dall'alto.
Ma Frank, ascoltata la sfuriata dell'amico, si ferma fissandoli perplesso.
Di quale urlo parlano i suoi amici?
Perché lui non ha sentito nulla.
Jo lo fissa con occhio clinico e si domanda se il Coccino non si sia bevuto il cervello.
Per quale ragione si sarebbe vestito da coccinella speciale se non per quello stridente, orribile, lacerante grido di battaglia che ha paralizzato il bosco pochi istanti prima?
Attimo d'imbarazzo, poi Coccino domanda se l'urlo di cui si parla non facesse più o meno così.
E si mette a ululare come un esaltato.

Jo Farfalla, per riflesso condizionato, incita gli amici a impugnare le armi e si agita zampettando su e giù.
Frank si precipita a calmarlo.
Accidenti!
Non c'è nessun orribile predator nei paraggi!
Ma il vecchio Jo è allucinato e non sembra convinto.
E non lo convince nemmeno Frank, anzi, ora appare uno in preda ad amnesie compulsive.
Ha forse ingerito sostanze tossiche velenose?
Insomma, come può affermare che non vi sia il pericolo di un predatore nei paraggi?


... fine seconda parte.

 

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