Il piccione immaginario

[Racconto di Giovanna Gra]

 

Prima parte



Madre Natura: "Stump, stump, stump…", un rumore sinistro echeggia da qualche notte nella radura.

La paura serpeggia fra gli anfratti erbosi.

La luce della Luna infilza i tronchi degli alberi, tracciando sulle cortecce le sue iniziali blu e argento.

La paura eterea e grave è appesa al filo di un sospiro strozzato, come una stella al cielo.

La Luna piena trabocca e nasconde fra i suoi bagliori cangianti e arcani i segreti e le tracce del passato, delle specie, delle prede e dei loro predatori.

È una pupilla pallida e dilatata che conserva i segni delle grandi migrazioni e delle lotte per la sopravvivenza, della ricerca delle sorgenti e del cibo, dell’amore e della vita.

Il bagliore dell’astro, si dice, è spesso infido: mostra e nasconde, tutela ed espone.

Un faro di luce ambigua, insicura, non certa.

Come l’insostenibile timore di finire divorati.

Fifa livida, fredda e blu, che investe la pelle e il pelo nei suoi umori... come la Luna.

Tutto è silenzio, un silenzio freddo, pieno di mistero e di alieni scricchiolii.

Tutto affonda nel buio.

Un buio arcano, profondo, colmo di echi e enigmi insoluti.

L’aria è strana, d’accordo.

Resa strana da questi versi indecifrabili che tagliano in due le notti del bosco.

Ma l’aria, in verità, sembra raccontare un antico ritorno.

Un senso di nostalgia, di rimpianto.

Eppure, nemmeno le specie millenarie sanno spiegarne i motivi, o il senso del grido, da dove arrivi il richiamo.

Gli effluvi.

I pericoli.

I possibili agguati.

"Stump, stump, stump!", ancora e ancora il ritmo sconosciuto s’impone e si ripete.

Alcuni bruchi, immersi in una culla calda di terriccio umido, sprofondano qualche centimetro più sotto.

La salvezza, a volte, è questione di millimetri.

Una lumaca scompare nella sua casa cadendo da una foglia di felce in un fitto nido di rovi.

"Stump, stump, stump!"

La terra vibra.

Un giovane ragno si lascia calare nelle viscere di un tronco vecchio e morto borbottando qualcosa.

Arrivato a terra si percepisce bene l’eco dei suoi passi.

"Stump, stump, crash!"

Qualcosa è cambiato.

È sufficiente un rumore diverso perché la paura si trasformi in panico, l’allerta in emergenza, la tensione accumulata in una fuga.

Allora, la paura degli animali del bosco prende il sopravvento.

Un ticchettio impercettibile si confonde col fruscio delle foglie agitate dalla brezza.

C’è anche chi batte i denti e attende.

Qualcuno attraversa di filato delle foglie secche.

"Chi è là?", domanda una voce strozzata.

"Scchhhttt! Scchhhttt!", è l’ammonimento in risposta.

"Stump, stump, stump!", il rumore spaventoso si ripete e appare anche più vicino.

"Oh, insomma, qualcuno si prenderà la bega di andare a vedere?", si domanda finalmente il Bacca, preda dell’ansia, oscillando ripetutamente sul filo.


Una vocetta roca ma decisa che ha tutta l’aria di appartenere a Frank Coccino chiarisce subito: quel coraggioso non sarà lui!

D’altro canto, ne convengono sia Coccino che il Bacca, non potrebbe essere nemmeno il vecchio.

Ma allora chi ci va?

Farfalla, intanto, prendendo la parola e sfilandosi con un balzo dalla foglia che lo avvolge tipo coperta, domanda stizzito: sarebbe forse lui il vecchio?

I due sorvolano diplomaticamente.

Morale? Non ci si va.

Anzi, stavolta s’attende, chiosa Frank sbrigativo.

D’altro canto, dev’essere un predatore mostruoso, mai visto, immenso… forse più alto di un pino, prevede il Bacca in un crescendo di panico.

E dunque, perché dovrebbero anticipare l’incontro con un mostro mostruoso e alitante?

Già, anche per Frank, qualunque cosa sia deve stare lontana dalla radura anni luce!


Nemo: "Ah, non mi piace questo vostro terrore!"


Madre Natura: Esclama Nemo all'improvviso, emergendo da un cespuglietto di foglie secche.

Beh, se non le piace, chiosano gli altri, a loro dispiace, ma non staranno a farne un simposio, per quella notte.


Nemo: "E invece dovreste, perché la paura è il peggior predatore che si possa incontrare!"


Madre Natura: Ma Jo Farfalla non la vede allo stesso modo.

E non vuole sentire idiozie.

La paura è sacra perché ti prepara al sospetto, il sospetto ti mette sull’avviso e l’avviso ti dà la carica per abbandonarti alla grande fuga: la fuga dal predatore! Quindi, spiega Jo, logico e intransigente, la paura non è un optional.


Il Bacca, assai contrariato, ringrazia l’amico per la lezione di storia, ma osserva che ci sono anche le creature inermi tipo lui, che non potrebbe certo filarsela con tutti quei... fili!

Frank non condivide e gli fa notare che le creature inermi, come le chiama lui, hanno un sacco di altri sistemi per sfuggire ai predatori.

Il Bacca, per esempio, che sembra una foglia tra le foglie, sarà l’unico che se la caverà, prevede Frank Coccino ingoiando amaro.

"Stump, crash, stump, crash, crash!"

Capperi, deve essere proprio vicino, nota il vecchio Jo, rabbrividendo.


Nemo: "Ma fatemi il piacere! A me non sembra affatto più vicino… e, soprattutto, non mi sembra che cerchi noi!", osserva Nemo.


Madre Natura: "Naaaa, i predatori sono tutti così", la smonta Frank.


Nemo: "Così come?"


Madre Natura: "Beh, fanno gli gnorri", dice.


Nemo (perplessa): "Gli gnorri?!"


Madre Natura: "Gnorri, sì", reitera Frank, e spiega che, normalmente, si avvicinano di soppiatto.

Qualche sorrisino, qualche scodinzolata, se hanno la coda, una lisciata di baffi, se hanno i baffi, due chiacchiere sul tempo… magari ti offrono un bel semino tostato, occhiata accogliente che tu ricambi per educazione o simpatia e… ZAN! Ti ritrovi in una pallina di poltiglia fra i loro incisivi!

Ma, per carità, lui l’ha scampata una volta e non intende proprio tornarci, nella bocca di un predatore!

Ergo, se ne tiene alla larga.

"Ah, sì, alla larga!", conclude deciso il Coach, allontanando da sé l’aria come se nascondesse un mostro mostruoso.


Nemo (timida): "Beh, io non la penso così."


Madre Natura: Non la pensa così?! E come la pensa? Ma poi non c’è un bel niente da pensare! C’è da correre, da fuggire! Strepita Jo farfalla correndo e saltellando sul posto.

Accidenti, Jo sta facendo un sacco di rumore saltellando sulle foglie secche, lo rimprovera Frank.


Nemo: "Sì, sì, sarà anche come dite voi, ma io voglio andare alla ricerca di questo rumore.

Ho il mio anello magico: in caso di paura, l’anello di Salomone mi difenderà!"


Madre Natura: "Già e se stavolta non dovesse funzionare? Se il predatore fosse troppo grosso, o cattivo, o immenso?", si chiede il Bacca trepidante.


Nemo: "Tranquillo Bacca, l’anello non ragiona in questo modo!"


Madre Natura: Ma il bruco insiste: l’anello è molto antico, parecchio vecchiotto, insomma, sarebbe pure suo diritto funzionare male… o non funzionare più… magari per il resto dei secoli a venire.

Frank lo trova melodrammatico, ma il Bacca non ci sta, non vuole affatto essere melodrammatico, ma non vuole nemmeno vedere Nemo ridotta ad una poltiglia per incisivi, ecco tutto.

Jo tenta d’intervenire a favore del bruco, ma Nemo l’interrompe bruscamente.


Nemo: "Ah, smettetela! Siete tre fifoni! Il mio anello non ha mai fatto cilecca. Non la farà neanche stavolta.

Voglio andare al lago, sono certa che i rumori provengono da lì.

Anzi, lo indosserò subito.

Se si tratta di specie sconosciute, o pericolose, m’informerò sulle loro intenzioni, visto che con questo piccolo tesoro…"


Madre Natura: Conclude Nemo tenendo il prezioso, fra l’indice e il pollice…


Nemo: "…Potrò capire cosa dicono. E soprattutto…"


Madre Natura: "E soprattutto?", ripete ansioso il Baco, oscillando sempre più nervosamente sul suo filo.


Nemo (scherzando): "E soprattutto potrò capire se intendono fare una dieta a base di bachi da seta.

Pare sia molto in voga da certe parti!"

(Nemo ride)


Madre Natura: A quelle parole il Bacca sfodera un grugno risentito, ma il vecchio Jo gli fa notare che la piccola sta solo cercando di sdrammatizzare.

"Bel modo, brava, complimenti davvero!", borbotta il Baco, offeso.


Nemo: "Ciao, ciao!"


Madre Natura: E Nemo si congeda incamminandosi verso l’ignoto.


... fine prima parte.

 

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