La canzone regina

[Racconto di Giovanna Gra]


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durata 19 minuti


Il 1967 è un anno che non si apre sotto i migliori auspici.
Da Cape Canaveral, infatti, arrivano notizie impressionanti.
Un incendio ha spento qualsiasi speranza per progettare un nuovo viaggio sulla Luna e gli astronauti, Grissom, White e Chaffee, perdono la vita in un volo di prova alla vigilia della grande impresa.
In Italia, il Pontefice, il discorso della Luna lo ha già fatto.
E la carezza del Papa si è già posata sulla testa di ogni bambino.
Infatti, nel 1967, il Santo Padre è alle prese con l'indissolubilità del matrimonio e la sua preservazione.
Sulla guerra in Vietnam soffiano venti di sconfitta.
I vietcong, più o meno segretamente aiutati dalla Russia e dalla Cina, tengono duro.
E così, per le cronache del futuro, il presidente Johnson non riuscirà a piegare il nemico.
Ed è proprio in una notte vietnamita che s'infrangerà il Sogno Americano.
Mentre l'America abbandona l'infanzia e si sveglia dal torpore, i cieli del mondo sono attraversati dalla fusoliera allargata del grande Boeing, meglio noto, nella storia degli aerei di linea, come SetteQuattroSette.
L'impressionante quadrigetto resterà sulla breccia, solcando in su e in giù il firmamento attorno al globo, per circa quarant'anni.
Ed è proprio con la spinta propulsiva di un Boeing, continuando a navigare ad alta quota, che prosegue il nostro viaggio.
Dopo i cieli stellati delle notti vietnamite, oltre quelli azzurri delle limpide ottobrate capitoline, sorvolando idealmente parte dell'emisfero terreste...
... Eccoci lì.
Mentre ci affacciamo fra le nuvole sopra un parco colorato lungo e affusolato che conta più o meno un milione di alberi e una superficie di circa cinque chilometri quadrati, perché è proprio da qui che si leva una voce roca e ruvidissima.

 

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Immagine del conduttore della Hit Parade (Per leggerne la descrizione proseguire nel link) Si vede il conduttore in mezzo busto con um microfono.Particolare del braccio.Particolare del conduttore in mezzo busto
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Una voce dall'impasto mischiato, fatto di rabbia e di tuono, dalla tristezza naturale.
Un grido che è quasi un fiato, probabilmente reso ancor più rozzo da cocktail a base di erba, benzedrina e barbiturici che, nonostante questo, ci rivela uno straordinario impeto vocale.
Signori, siamo al Golden Gate Park e, insieme alla neonata Big Brother and Holding Company, sta debuttando nel mondo hippy l'indimenticabile Janis Joplin.
Insieme a lei, i Jefferson Airplane, massimi rappresentanti del rock psichedelico dell'epoca e, a seguire, i Grateful Dead.
Altri indiscussi protagonisti di quell'estate calda ed effervescente all'insegna del Peace & Love.
Insomma, nel mondo musicale sta accadendo qualcosa di memorabile:
è la stagione dell'amore.
E love è la parola che si ripete all'infinito.
Questo per dire che, fra il Golden State Park e la San Francisco State University, è nata l'isola virtuale della tregua.
Molti dei protagonisti o dei corsari dalle vite impenitenti e burrascose che salperanno da quest'oasi di pace, saranno fra quelli che getteranno le basi della musica per il futuro del futuro prossimo e di quello ancora più lontano.
E in Italia?
Cosa succede in Italia?
Ma soprattutto, cosa ci arriva di tutto ciò?
Forse non è un caso se il Belpaese è sintonizzato sulla radio.
Sì, la radio, un oggetto a cui gli italiani, sono molto, molto, affezionati.
Il primo mezzo per viaggiare, almeno con l'immaginazione, attraverso l'America, la California, Cuba, il Cremlino.
E ancora, Germania, Israele, Palestina e perfino il Polo Nord.

 

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Immagine della scritta JukeBox (Per leggerne la descrizione proseguire nel link) Si vede la scritta su uno sfondo colorato dalla forma di jukeboxParticolare del lato destro della scritta.Particolare del lato sinistro della scritta
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Quella radio che aveva annunciato la fine della guerra e che nel corso degli anni ci stava ancora raccontando come, lasciandoci alla spalle il piano Marshall (quel disegno che gli americani avevano pensato per resuscitare l'Europa) eravamo saltati a piè pari nel boom economico della Cinquecento e delle cinquecento lire dall'argenteo conio.
Ed è sempre lei, la radio, che nel 1967, dopo un brillante squillo di trombe, ci annuncia per la prima volta:

"Lelio Luttazzi presenta...
Hiiiiiiiiiiiiit Pareidddddddd!"

Già, la HIT PARADE.
La prima classifica delle canzoni d'intrattenimento del dopoguerra.
Dove i brani musicali si contendono il podio come atleti e combattono per mantenere le loro posizioni.
La Hit Parade, dove la canzone regina tiene in pugno lo scettro del gradimento del grande pubblico osannante.
Si, perché da Elvis in poi, la musica è un fenomeno in crescendo.
E, per la cronaca, anche la passione e il fenomeno dei fans, degli ammiratori e delle ammiratrici urlanti, quelli disposti a tutto per i loro beniamini, sta esplodendo in quasi tutte le questure europee.
Ad ogni modo, eccola lì.
Eccola lì la prima puntata della fortunatissima Hit italiana.
Programma che, per almeno un decennio, terrà banco sulle classifiche musicali.
E annuncerà al Belpaese i successi di stagione, fra cronaca, gossip e divertissement musicali e letterari.
Seguendo tutti i crismi e l'impronta degli ormai veterani programmi americani, la Hit Parade italiana propone una struttura dinamica e un piglio decisamente esaltante.
I brani, presentati ogni venerdì alle ore 13 dalla sede RAI della mitica via Asiago, sono dieci.
I primi due, per onor di classifica, cioè nono e decimo posto, vengono solo annunciati.
Gli altri, ciascuno con una presentazione speciale e dedicata, vengono trasmessi e ascoltati quasi integralmente.

La trasmissione ha una nuovissima impostazione.
I codici dell'intrattenimento sono stravolti.
Largo ai giovani, insomma, che in quest'epoca sono creature originali, con una grande voglia di sperimentare e un crescente e sempre più affilato senso critico.
Ma soprattutto, udite, udite, la trasmissione sembra fatta dal vivo, con applausi, risate e urletti incontenibili.
C'è attesa e suspense per arrivare alla vetta.
I titoli vengono gridati mentre il ritmo incalza e le battute fioccano con una velocità impressionante.
Il nome della canzone regina è atteso con trepidazione e non meno quello della damigella d'onore, cioè la canzone che si è vista scalzare da un brano nuovo o che orbita pericolosamente intorno all'area del podio.
Insomma per intenderci, alle salaci battute del grande Luttazzi, seguono risate e battimani come nelle situation comedy made USA.
Il programma ha un ritmo eccellente, ma... si badi bene, all'epoca si parla di gradimento, non di ascolti.
Questo, perché l'idea del format era fondamentalmente servire il pubblico, informarlo sui cantanti e le canzoni pubblicate, non monitorarlo come una sorta di Auditel e nemmeno incentivare o asservirsi al Music business, fenomeno successivo che, a nostro modesto avviso, non gioverà per niente alla vitalità del settore.
Il dato, tuttavia, resta fondamentale per distinguere le epoche.
Le canzoni non vengono presentate secondo un numero decrescente, ma seguendo il canovaccio del conduttore e dei suoi autori.
Cioè, la scaletta è assolutamente imprevedibile.

 

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Immagine di regia (Per leggerne la descrizione proseguire nel link) tre sagome tra macchine da ripresa, al centro operatore con cuffia.Particolare dell'operatore con cuffia.Particolare della macchina da ripresa.
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Regna una non-gerarchia, presumibilmente dettata dagli eventi dell'attualità, dal gossip, e dalle storielle raccontate nel contenitore radiofonico stesso.

Il primo anno vede fra i protagonisti:
Fausto Leali con la canzone A chi.
Ma anche il duo Celentano - Mori con la famosa Coppia più bella del mondo, titolo mai dimenticato e divenuto, poi, una sorta di espressione gergale degli italiani tutti.
E come possiamo dimenticare Bugiarda, canzone urlata a squarciagola dall'instancabile e agitatissima Caterina Caselli col suo caschetto biondo?
Altri successi in quota:
Winchester Cathedral, titolo internazionale e famosissimo che, a tutti coloro che hanno vissuto, anche se giovanissimi, l'epoca, suggerisce già il motivetto abbinato, ovvero una tipica voce distorta da grammofono antico che canticchia un'aria assai contagiosa.

Segue a ruota il giovanissimo Gianni Morandi, classe 1944, con Un mondo d'amore e le sue inflessioni da bolognese doc.

Ma anche Lara's theme (Il Tema di Lara) di Bob Mitchell colonna sonora dell'epico film Il Dottor Zivago.
A questo punto, noi, avendo metabolizzato una visione del mercato odierna e probabilmente distorta, non possiamo fare a meno di andare a curiosare fra le carte dei mitici Sixties.
Sì, insomma...
... che cosa diceva il borsino delle note?
Udite, udite, il botteghino dell'epoca confermava che il gradimento del pubblico faceva da specchio alla percentuale delle vendite!
Un dato non sempre scontato in quel futuro che noi chiamiamo, più prosaicamente, oggi.
Altro elemento assolutamente caratteristico ed esclusivo del tempo, è che nella Hit Parade nostrana ci si occupa unicamente di singoli.
Sì, proprio loro, gli epici quarantacinque giri, supporti molto simili agli ormai defunti compact disc ma realizzati in vinile.
Un supporto per la memorizzazione analogica dei segnali sonori per citare Wikipedia e che, alla faccia delle discoteche digitali, sembra stia tornando in auge resuscitando un mercato dato oramai per morto.
La canzone regina della prima puntata della Hit Parade è Bang Bang, cantata da Dalida, ma nel 1967, fra i singoli più venduti, svetta proprio il ruvido Leali con A Chi (quattro dischi d'oro).
Curiosa la storia della canzone di Leali, che, in quell'anno, non era affatto un green, ma compiva tredici anni.
Presentata, infatti, per la prima volta al pubblico nel 1954 con il titolo Hurt, il brano veniva poi eseguito dalla cantante italo americana Timi Huro nel 1960.
Fatto curioso è che, fra le mani del cantante italiano, per misteriose scelte discografiche e nonostante le evidenti potenzialità, la canzone venne relegata al lato B del quarantacinque giri presentato dall'artista.

Tuttavia, in occasione del debutto all'arcinota trasmissione condotta da Pippo Baudo Settevoci, a causa, pare, di un incidente tecnico sul playback, il buon Leali fu costretto a rimediare e a cantare il lato B del suo ultimo disco.
Fatto che determinò il lancio assolutamente inaspettato e dirompente della famosissima canzone.
Un successo che durò molto, molto a lungo, visto che anche Elvis Presley ne fece una versione live più o meno a metà degli anni Settanta.
Grandi vendite, nelle classifiche italiane, anche per il ciuffo ribelle del rock made in Italy Antonio Ciacci, meglio conosciuto come Little Tony.

 

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Immagine di tre dischi in vinile (Per leggerne la descrizione proseguire nel link) I tre dischi : con i numeri, 1, 2, 3: le tre canzoni al primo, secondo e terzo posto della classfica della hit paradeParticolare del disco numero 3.Particolare del disco numero 1.
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La sua canzone Cuore matto mantenne lo scettro di canzone regina per diverse settimane.

Ma se Little Tony visse un lungo periodo da re, lo sfrenato Gianni Morandi non fu da meno.
Elencando i suoi comandamenti, mantenne il brano Un mondo d'amore ben saldo sulla vetta per ancora più tempo.

Può divertire sapere che nel medesimo lustro, in posti meno ambiti dei singoli più venduti, si potevano trovare:

L'immensità di Johnny Dorelli piuttosto che Ragazzo triste cantata da una platinatissima e smilza Patty Pravo o la Pelle nera di Nino Ferrer.
Era così che la nostra seguitissima trasmissione continuava a macinare successi e a cavalcare brani celeberrimi ed immortali.

Intanto, nel mondo...
...Anche un neonato gruppo, noto alle cronache come T-set, poi Abdabs quindi Screaming Abdabs (tutti nomi che avevano decretato autentici fallimenti nel panorama musicale) iniziava, finalmente, a farsi notare.
Questa volta il successo sorrideva a quei giovani musicisti, grazie forse all'esperienza acquisita, o magari alla fortuna e, senza dubbio, a un nome più giusto.
Quel gruppo di ragazzi, ora, si chiamava Pink Floyd.
Siamo ancora nell'estate del 1967, è il 5 agosto.
Il singolo della band s'intitola The Piper at the Gates of Dawn.
Il tessuto del brano è complesso, fatto di bassi, di richiami blues e, naturalmente, di rock psichedelico.
Nel complesso è ben accolto dalla critica dell'epoca, nonostante il fatto che il brano precedente, Arnold Layne, seppure arrivato al venticinquesimo posto della classifica inglese, sia stato censurato per il contenuto estremo definito troppo audace dall'opinione pubblica anglosassone.
Ad ogni modo, Arnold Layne resterà un singolo controverso, infatti, viene riportato raramente nelle biografie della band che si trovano sul web.
Ma nel mondo non accade solo questo.
E anche la nostra Hit Parade non resta a guardare.
Secondo le indagini DOXA, nelle classifiche nostrane continuano ad accendersi brani memorabili, colonne sonore di film, sigle di trasmissioni televisive, mitiche canzoni degli Abba e poi...
... Penny lane / Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band, cioè, quello che verrà giudicato come uno dei migliori quarantacinque giri di tutti i tempi.
Questi erano i Beatles, con la loro prima, ma non unica, proposta per l'anno in corso.
Nello stesso periodo, un giovanissimo e inquieto ragazzo dallo sguardo ambiguo, il fisico filiforme e il volto bellissimo, dopo aver firmato un contratto con la Decca e abbandonato la Pye con cui ha già sfornato due clamorosi insuccessi, debutta con i suoi toni profondi, i vestiti cangianti e la sorte a favore.
Siamo a Londra nella stagione dei Flower, power e il mai abbastanza compianto David Bowie esce con l'album The world of David Bowie, un ibrido musicale, a detta di molti, poco disciplinato ma pieno di idee e originali intuizioni.
Un ellepì, come riportato dalle cronache dell'epoca, forse troppo teatrale, con eccessivi fraseggi, certamente influenzato dal rock psichedelico e ancora restio ad abbandonare aspetti distinti del folk britannico.
Ad ogni modo, il pezzo, che dava il titolo al disco, vedeva il futuro Duca Bianco al quinto posto nella classifica inglese.
Una damigella d'onore e non la canzone regina.
Fatto che però accadrà negli anni successivi con l'arcinota Space Oddity .
Ricordate?
In fondo tutto è cominciato con la Luna...

L'album, come già accennato, viene accolto abbastanza bene.
Il ragazzo, dicono, si farà.
Sicuramente, quel posto nelle hit portò visibilità a Bowie e attrasse l'interesse di un grande artista che sarà molto importante per la sua formazione e il suo futuro:
l'inimitabile Lindsay Kemp.
Nel 1967 esce anche il primo numero della rivista Rolling Stone.
Anche lei si farà, e uscirà in milioni di copie.
Come dirà uno dei primi fotografi del periodico, Baron Wolman, con una frase, temiamo, profondamente vera, intervistato su Rollingstone.it:
"Quando il Music business è diventato più importante della musica, l'innocenza si è perduta per sempre."

Ad ogni modo, il primo numero della rivista, per gli appassionati dei dettagli, uscì con il mezzo busto di un insolito Lennon.
Il beatle indossava un elmetto da soldato e un abbigliamento militare, per ricordare la guerra in Vietnam.
L' immagine era presa dal film Come ho vinto la guerra basato sul romanzo di Patrick Ryan.
Intanto, in Italia è di scena il festival di Sanremo ed è un anno in cui la kermesse canora non verrà dimenticata.
E' il 27 gennaio del 1967.
All'Hotel Savoy, Luigi Tenco, ventotto anni, dopo aver appreso gli esiti della classifica della gara in corso, si spara un colpo di rivoltella e muore.
In un biglietto lascerà scritta la sua amarezza.
La gente non è quasi mai pronta a capire le idee che le piaceranno in futuro.
Tenco è intenso, moderno, originale, non somiglia a nessuno se non a se stesso.
Finisce ultimo.
E se ne va.
E' il dolore per non essere stato capito.
E' il dolore per aver consegnato al mondo canzoni struggenti e immortali, mentre il pubblico e la giuria gli preferiranno Io tu e le rose, brano melodioso, ma non eterno, cantato da Orietta Berti.
L'episodio, invero, scosse molto l'opinione pubblica.
Scompariva così, davvero ingiustamente, uno dei più grandi innovatori della musica italiana.
Dall'altra parte del mondo, intanto, imperversa la guerra in Vietnam.
Muore il Che.
Il premio Nobel per la pace, non trovando in quell'anno candidati meritevoli, non viene assegnato.
In Europa incomincia a trasmettere la BBC2, con requisiti tecnici davvero molto alti.
Nino Benvenuti vince il suo primo match nel cuore della grande mela, strappandolo a Emile Griffith.
Felice Gimondi conquista il giro d'Italia.
Il professor Christian Barnard esegue il primo trapianto di cuore.
La minigonna, inventata da Mary Quant, l'anno precedente, spopola fra le donne di quasi tutto l'emisfero occidentale.
E di come gira il mondo, la nostra amata trasmissione delle Hit cerca, obbligata dalla sintesi, dai ritmi e dal buongusto, di raccontare almeno i titoli.
Gettando, ovviamente, l'imprinting per le trasmissioni radio del futuro.
Come abbiamo già detto, durerà per circa dieci anni.
Come canzone regina incoronerà, fra le altre, Mi ritorni in mente di Lucio Battisti nel 1968 e Insieme di Mina, nel 1970.
Proprio quest'anno, però, sarà davvero infausto per la trasmissione.
All'epoca, infatti, il suo istrionico ed ecclettico conduttore, tanto amato dal pubblico italiano oltre che per la brillante Hit Parade, anche per aver composto canzoni famose e condotto Studio Uno con Mina, a causa della (pesantissima) leggerezza di un amico, viene condotto in carcere.
Una vicenda molto triste e oltraggiosa che vide passare la trasmissione ad altri conduttori e che segnò per sempre, inevitabilmente, la vita di Luttazzi.
Il quale verrà poi scarcerato senza macchia alcuna, decretando l'errore giudiziario.
Negli anni successivi, la Hit Parade orfana del suo primo papà, vedrà salire in vetta il primo grande successo dei Pooh:
Tanta voglia di lei, nel 1971.
Quindi, L'importante è finire, nel 1975, cantata dall'inarrestabile Mina.
Nel 1976, però, i piccoli quarantacinque giri non vanno più di moda.

E' il tempo del long playing, il cosiddetto disco a microsolco a lunga durata.
Sì, proprio lui, il vecchio ellepì o trentatregiri.
Spopola La Tartaruga di Bruno Lauzi ed è anche l'anno in cui la nostra trasmissione finisce, vedendo germogliare nel panorama radiofonico numerosi cloni.
Di fatto, guardandoci indietro e tirando qualche conclusione, possiamo dire che nessuno ha mai doppiato il successo della Hit Parade di Lelio Luttazzi.
Vero è che i tempi cambiano e forse l'entusiasmo e la spinta della prima volta non sarebbero mai stati ripetuti.
Parlando, invece, di oggi, i criteri più à la page del gradimento musicale non sembrano più essere egemonia della radio ma di YouTube.
Del resto, i confini sono più ampi, i tempi più lunghi.
Basti pensare che il video della canzone di Psy dal titolo Gangnam style ha stazionato nell'Olimpo (come direbbe il buon Luttazzi) dei più visti per circa cinque anni.
E con quasi 2.150.000 visualizzazioni.
Anche se... è poi avvenuto il sorpasso.
Infatti, con 2.800.000 e rotti, conquista lo scettro di regina la canzone dal titolo See you again, con il video dedicato alla morte dell'attore Paul Walker, deceduto in un incidente d'auto nel 2013, ma anche colonna sonora di una famosissima fiction americana.
Insomma, dal 1967 a oggi sono trascorsi esattamente quarant'anni.
Tanta musica è stata composta da quei giorni lontani.
Nel 2010, esattamente l'8 luglio, veniva a mancare il grande Lelio Luttazzi.
Ricordando la sua carriera di presentatore e musicista, la sua Zebra a pois e il suo sorriso che ci diceva che, , finalmente era arrivato il sabato sera, forse non ci resta altro da dire che, anche se la Luna resta un mistero molto lontano, quaggiù, sul vecchio pianeta Terra...
..."C'era un ragazzo che come noi amava i Beatles e i Rolling Stones..."

 

 

 

 

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