Cronache di San Remo




[Racconto di Giovanna Gra]


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durata 23 minuti



"Miei cari amici vicini e lontani, buonasera."

Così annunciava ai radioascoltatori italiani Nunzio Filogamo il 29 Gennaio del 1951.

Il 31 Gennaio 1951, esattamente due giorni dopo, Nilla Pizzi diventava la prima vincitrice del Festival che avrebbe visto più di sessanta altre edizioni, arrivando fino a oggi.

E chissà quante ne vedremo ancora...

Infatti, il Festival di Sanremo è lo spettacolo più longevo della televisione italiana.

Potremmo dire il più longevo in assoluto, essendo stato, prima ancora, un successo radiofonico.

Fu Pier Busseti, allora gestore del Casinò di Sanremo, a volere a tutti i costi che si creasse una manifestazione che desse importanza alla canzone italiana e coinvolse la Rai in questa operazione.

Evidentemente il matrimonio riuscì, perché ancora oggi il Festival è uno dei programmi più redditizi dal punto di vista pubblicitario, se non il più redditizio.

Ma prima di tutto è giusto ricordare i nomi di chi ha permesso che il Festival di Sanremo diventasse quel colosso dello spettacolo che è ancora oggi: i presentatori e i cantanti.

I presentatori del Festival sono i veri genitori di questa manifestazione canora, i cantanti sono le star che permettono e hanno permesso a migliaia di canzoni di diventare le colonne sonore del nostro tempo e del nostro paese.

La prima edizione del Festival, correva l'anno 1951, vedeva in gara Nilla Pizzi, Achille Togliani e il Duo Fasano.

Questo terzetto di artisti si cimentò con svariate canzoni, per l'esattezza 10 per sera per i primi due giorni.

Il pubblico era chiamato a votare cinque canzoni ogni sera e a eliminarne altre cinque.
La terza serata, le dieci canzoni che avevano passato il turno nei giorni precedenti dovettero sfidarsi fino a eleggere un vincitore, poi un secondo e un terzo posto.

 

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Immagine di un presentatore, in figura intera, sul palcoscenico (Per leggerne la descrizione proseguire nel link). Il presentatore in smoking, sul palco, con il braccio sinistro alzato a sottolineare la chiamata del cantante. Ai lati il tendaggio rosso del sipario.Particolare del sipario rosso.Particolare del presentatore.
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La regina del primo Festival di Sanremo fu Nilla Pizzi con la canzone Grazie dei fior.

Naturalmente, parlando di votazioni, non dovete assolutamente pensare che ci fosse una qualsiasi partecipazione dei radioascoltatori sintonizzati sull'allora secondo programma della radio, men che meno una qualunque rudimentale forma di televoto, tanto in voga in questi anni.

Gli unici che poterono esprimere una preferenza sulle canzoni in gara, che si davano battaglia in quel lontano 1951, furono i componenti del pubblico del salone delle Feste del Casinò Municipale che, durante la gara canora, consumavano succulenti manicaretti, mentre la Pizzi, Togliani e il Duo Fasano gorgheggiavano Eco tra gli abeti, Sei fatta per me, La cicogna distratta e tante altre canzoni.

Nunzio Filogamo, presentatore ufficiale della prima edizione del Festival, fu riconfermato anche l'anno seguente e quello ancora successivo e quello dopo...

Ma la sua carriera di presentatore di Sanremo finì quando la manifestazione divenne televisiva.

Fu infatti ritenuto poco telegenico e sostituito, nel 1955, da Armando Pizzo, giornalista.

Questa edizione sarà poi storicamente importante non solo perché sarà la prima a essere trasmessa in televisione, e precisamente dal secondo programma, ma anche perché vedrà la comparsa del playback.

A usufruirne fu Claudio Villa che, a causa di una faringite, si vide costretto a fingere di cantare, cosa che non gli impedì di vincere comunque, insieme a Tullio Pane.

Abbiamo detto che il primo presentatore del Festival televisivo fu Pizzo, ma già si era fatto il nome di un altro candidato.

Questi non la spuntò e dovette aspettare qualche anno prima di calcare le assi di quel palcoscenico... ma lo avrebbe poi fatto per moltissime altre volte nel corso degli anni, esattamente undici!

Stiamo parlando di Mike Bongiorno, che affrontò la manifestazione canora per la prima volta il 7 Febbraio del 1963, insieme a Edy Campagnoli e ad altre protagoniste, manifestazione che fu vinta da Tony Renis ed Emilio Pericoli.

Dicevamo di Mike Bongiorno...
Beh, presentò il Festival anche nel '64, nel '65, nel '66 e nel '67, mentre nel 1968, anno turbolento per il nostro paese, fece la sua comparsa Pippo Baudo.

Da quel momento Baudo presenterà il Festival per ben tredici edizioni, un record tutt'ora imbattuto.

Nello storico 1968, il Festival di Sanremo vide la vittoria di Sergio Endrigo e di Roberto Carlos con la canzone Canzone per te e, evento eccezionale, si esibì di fronte a un pubblico commosso il grandissimo Louis Armstrong...

Una parentesi meritano anche i cantanti e le canzoni che hanno vinto il Festival e che sono scomparsi dalla scena musicale.

Mino Vergnaghi vinse nel 1979 con la canzone Amare.

Non fu uno strepitoso successo di vendita, Vergnaghi si trasferì in Inghilterra e si mise a fare il corista, mestiere che svolge tutt'ora.

Si è messo a collaborare con altri cantanti distinguendosi soprattutto per la collaborazione con Zucchero Fornaciari.

Anche per i Jalisse le luci della ribalta non furono tutte rose e fiori... furono potentemente fischiati nel 1997, quando la canzone Fiumi di parole arrivò prima.

Continuano tutt'ora a occuparsi di musica, ma non sappiamo moltissimo della loro attività.

Ma torniamo al 1951, quel primo anno di Sanremo...
Tre interpreti eseguivano tutte le canzoni in gara e, come abbiamo già detto, Nilla Pizzi vinse con Grazie dei fior.

La Pizzi, però, vinse anche il secondo posto.

Diventò la cosiddetta Regina della Canzone l'anno seguente, il 1952, vincendo ancora con la canzone Vola colomba e ottenendo il secondo posto con Papaveri e Papere e il terzo con Una donna prega.

Dall'anno successivo, il 1953, per la terza edizione del Festival, per ogni canzone ci furono due interpreti e questo sistema durò fino al 1971 (eccezion fatta per il 1956).

Dal 1972 in poi, per ogni canzone ci sarà un solo interprete.


 

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Immagine di una cantante (Per leggerne la descrizione proseguire nel link). Si vede il busto di una prosperosa cantante, i folti capelli rossi e ricci sulle spalle. Impugna un microfono nell'atto di cantare e sullo sfondo diversi riflettori, punti di luce.Particolare della luce di un riflettore. Particolare della cantante
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Il Festival di Sanremo si è svolto nel salone delle Feste del Casinò fino al 1976.

Dal 1977, la manifestazione si trasferì al teatro Ariston, un teatro di 1909 posti.

La ragione per cui la manifestazione dovette traslocare fu che il Salone delle Feste del Casinò era in pieno lavoro di restauro e, vista la maggior capienza del nuovo teatro ospitante, il Festival rimase all'Ariston dove si svolge tutt'ora.

Quello del 1977 fu il primo Festival che venne visto a colori.

Vinsero quest'edizione gli Homo Sapiens con la canzone Bella da morire.

Presentava Mike Bongiorno, affiancato da Maria Giovanna Elmi.

La prima donna a presentare il Festival di Sanremo fu Stefania Casini, nel 1978, affiancata da Beppe Grillo.

La sua venne considerata più una conduzione virtuale che effettiva, perché alla Casini fu riservato in realtà poco spazio, mentre la parte del leone la fece Vittorio Salvetti che non era certo timido né privo di un notevole scilinguagnolo.

Bisogna arrivare al 1986 per vedere veramente una donna sul palco dell'Ariston in qualità di padrona di casa.

Loretta Goggi fu la presentatrice ufficiale, pluridecorata, dell'edizione di quell'anno.

Per la cronaca, il vincitore del Festival fu Eros Ramazzotti con Adesso tu.

Ma torniamo al 1978.

Quell'anno fece scalpore l'interpretazione della giovanissima Anna Oxa che, vestita da punk, si piazzò al secondo posto con la canzone Un'emozione da poco, firmata da Ivano Fossati.

Un debutto d'eccezione al Festival di Sanremo fu quello di Gianni Morandi nel 1972.

Il cantante era già stranoto nel nostro paese, ma si presentò per la prima volta sul palco dell'Ariston con la canzone Vado a lavorare, scritta da Franco Migliacci.

Modugno presentò Un calcio alla città, Marcella Bella cantò la famosissima e vendutissima Montagne verdi, scritta dal fratello Gianni, e fece capolino una giovane interprete che si chiamava Carla Bissi con la canzone La festa mia, scritta da Franco Califano.

Nel 1981 Carla Bissi vinceva il festival con una canzone scritta da lei, Franco Battiato e Giusto Pio: Per Elisa, ma questa volta la cantante si chiamava Alice e la sua voce profonda e tonante l'aveva fortemente distinta nel panorama musicale femminile.

Era anche diventata un'icona di stile sfoggiando delle vistose sciarpe annodate intorno al collo su delle giacche strette con le maniche rimboccate.

Un'immagine aggressiva, che le ragazze dell'epoca apprezzarono molto.

E imitarono.

Decisamente meno aggressiva, anzi, assolutamente dolce e rassicurante, fu la performance di una giovanissima esordiente nel 1964:

Gigliola Cinquetti.

La Cinquetti vinse il Festival e vendette quasi dieci milioni di copie di dischi in tutto il mondo con quella che diventerà una delle canzoni italiane più famose di tutti i tempi:

Non ho l'età.

Ma anche Bobby Solo, che a causa di un forte mal di gola fu costretto a cantare in playback e a essere quindi escluso dalle votazioni finali, varcò i confini dell'Italia vendendo anche all'estero la sua Una lacrima sul viso che, nel nostro paese, vendette un milione e mezzo di copie in soli due mesi.

Fra i direttori d'orchestra di quell'anno spicca il nome di Ennio Morricone.

Nel 1969 fece un vero e proprio blitz Lucio Battisti.

Il grande cantautore infatti partecipò al Festival per la prima e ultima volta con la canzone Un'avventura.

Era l'anno delle bellissime Ma che freddo fa, cantata da Nada (già vincitrice nel 1971 insieme a Nicola Di Bari con Il cuore è uno zingaro), e di Lontano dagli occhi, cantata da Sergio Endrigo e scritta dal grande interprete insieme a Sergio Bardotti.

Quell'anno vinse Zingara, cantata da Iva Zanicchi e da Bobby Solo.

La vera rivoluzione del Festival, però, si ebbe nel 1958.

Domenico Modugno, in coppia con il giovanissimo Johnny Dorelli, si aggiudicò la vittoria con la canzone Nel blu dipinto di blu, che tutti chiamiamo Volare grazie al ritornello.

Nel blu dipinto di blu vendette venticinque milioni di copie in tutto il mondo, Modugno divenne in America Mister Volare e da quel momento la canzone italiana subì una radicale trasformazione.

Non vincevano più solo le lacrime e i melodrammi, ora una ventata di entusiasmo aveva sconvolto il pubblico e la critica che si trovarono, cosa niente affatto scontata, assolutamente d'accordo.

E' giusto ricordare che quell'anno, il 1958, la seconda canzone classificata fu L'edera, un sempreverde, cantata dalla sempreverde Nilla Pizzi.

Segno che gli italiani amavano, sì, la novità di Modugno, ma non disdegnavano la sana tradizione del bel canto.

A presentare la manifestazione di quell'anno fu Gianni Agus, pregevole attore a cui dobbiamo molti bei caratteri del nostro cinema, e Fulvia Colombo.

Una botta di modernità il Festival di Sanremo la ricevette nel 1976, quando Giancarlo Guardabassi, reduce da grandi successi radiofonici, presentò la manifestazione senza salire mai sul palcoscenico e creando una specie di postazione radiofonica alla quale stette seduto per tutto il tempo, lanciando le canzoni come un disc jockey.

E i grandi?

I veri grandi della musica, quelli che riempiono gli stadi, quelli che comunemente definiamo star?

Agli inizi, Sanremo ha visto sfilare grandi nomi della musica italiana.

Abbiamo citato Modugno, Nilla Pizzi, Celentano, e poi, più tardi, Ranieri, Ramazzotti...

Ma c'è un personaggio che proprio non ce l'ha fatta a sfondare al Festival.

E sì che c'è andato per ben due volte!

Ironia della sorte, tutte e due le volte è arrivato penultimo e, come se non bastasse, in tutti e due i casi si è distinto per il suo comportamento, diciamo così... bizzarro.

Parliamo di Vasco Rossi, una star che da più di vent'anni riempie gli stadi d'Italia e del mondo.

La sua prima volta a Sanremo è nel 1982, dove porta la canzone Vado al massimo, si mette in tasca il microfono alla fine del brano e vede trionfare Albano e Romina con Felicità.

L'anno successivo torna al Festival con la bellissima Vita spericolata, con la quale conquista un fantastico penultimo posto.

Lascia il palco a canzone non finita.

Sul palcoscenico vuoto echeggiano le note su cui Vasco canta ancora: "E poi ci troveremo come le star, a bere del whisky al Roxy bar...", ma probabilmente lui è già in camerino.

Magie del playback.



 

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Immagine di un cantante in mezzo busto (Per leggerne la descrizione proseguire nel link). Si vede la testa reclinata all'indietro che si allontana dal microfono per modulare la voce.Particolare del braccio che tiene il microfono.Particolare del volto.
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A vincere nel 1983, quindi, non è Vasco Rossi ma Tiziana Rivale, con Sarà quel che sarà.

Purtroppo Sanremo non si è distinta solo per il divertimento della gara canora, la partecipazione del pubblico a casa (ci sono state svariate edizioni seguite da ottanta milioni di persone!), le gaffes dei presentatori e dei cantanti, gli abiti luccicanti delle vallette e le note intonate e stonate che abbiamo sentito nel corso di tutti questi anni.

Il Festival della canzone ha avuto un momento buio e tragico nel 1967, quando Luigi Tenco, che portava la canzone Ciao amore ciao, morì.

E' una vicenda con lati oscuri che non è mai stata chiarita, si è parlato di suicidio, ma non è provato che Tenco abbia veramente voluto togliersi la vita.

Era stato escluso dalla gara canora, è vero, ma può essere stata questa esclusione a determinare una decisione tanto drammatica?

Quell'anno vinsero Iva Zanicchi e Claudio Villa con Non pensare a me.

Moltissimi presentatori si sono succeduti sul palco del teatro Ariston, e prima ancora nel salone delle feste del Casinò di Sanremo.

Quindi moltissimi stili e modi diversi di fare spettacolo.

Alcuni hanno seguito la tradizione mettendosi totalmente al servizio della gara canora, altri hanno voluto rivoluzionare tutto abbandonandosi a uno stile sciolto e informale.

Altri ancora hanno voluto stupire e scandalizzare a tutti i costi.

La vera essenza di Sanremo è la profonda popolarità di questa manifestazione.

Il festival è innanzitutto una gara canora.

Intorno alle canzoni ruotano la personalità dei conduttori, il look dei cantanti, la simpatia dei partecipanti, delle vallette, degli ospiti italiani e stranieri... ma per quanto la formula sia stata modernizzata, reinventata, scomposta e ricomposta, per quanto il sistema di votazione delle canzoni sia diventato ormai raffinatissimo, per quanto le giurie giudicanti siano varie e sempre più specifiche, il Festival di Sanremo rimane la stessa manifestazione che vide la luce del sole, anzi, il chiarore della luna, quel lontano 29 Gennaio del 1951.

Una gara di canzoni popolari, orecchiabili e, possibilmente, sentimentali.

Vogliamo sentire il parere di una partecipante al Festival di Sanremo del 1998?

Quell'anno a presentare la manifestazione fu chiamato Raimondo Vianello, grande personaggio televisivo.

Fu affiancato da una bellissima top model, Eva Herzigova, e da un'attrice:

Veronica Pivetti.

Come fu per questo personaggio ritrovarsi improvvisamente sbalzata in una realtà come quella del Festival?

Glielo chiediamo non senza curiosità...



 

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Immagine di un microfono di antica concezione.(Per leggerne la descrizione proseguire nel link). Si vede un microfono datato, sorretto da un'asta, al centro della scena, tra il sipario rosso di un palcoscenico.Particolare del corpo rettangolare del microfono.Particolare del microfono sull'asta.
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Parla Veronica Pivetti:



"Quando mi telefonarono per annunciarmi la mia candidatura alla co-conduzione del Festival non ci credetti.

Pensai a uno scherzo, perché non credevo di avere nemmeno uno dei requisiti che servivano per quella manifestazione.

In linea di massima, le cosiddette vallette devono essere per lo più delle ragazze di bella presenza, alle quali non viene chiesto molto altro oltre che saper scandire bene i nomi dei cantanti, sfoggiare abiti strepitosamente eleganti e vistosi e sorridere in continuazione.

Che volevano quindi da me?

Mi dissero che mi ritenevano molto simpatica e divertente (troppo buoni!) e che il mio modo di essere sarebbe andato a pennello con quello di Vianello, sempre ironico e pungente, ma molto, molto spiritoso.

Pensai che, in effetti, in coppia con lui si sarebbero sicuramente create un sacco di occasioni di incontro-scontro molto piacevoli.

Vianello avrebbe potuto prendermi in giro col suo strafamoso modo di fare irriverente ma gentile, pungente ma mai volgare e io avrei potuto rispondergli per le rime e anche essere un po' la sua vittima designata.

Questo volevano gli autori da me e io accettai.

Il ruolo della bella a tutto tondo, ovviamente, andava alla Herzigova.

Fu un'esperienza estremamente importante e formativa.

Era una manifestazione che dava un'enorme popolarità, che mi chiedeva di mettermi alla prova con un grande, grandissimo pubblico, che mi faceva affrontare per la prima volta le critiche positive, negative, costruttive e distruttive di un numero smisurato di persone.

Insomma, un'esperienza che difficilmente avrei potuto rifiutare.

Il pubblico fu estremamente solidale con me.

Mi fu amico, si divertì ai miei battibecchi con Vianello e stette molto dalla mia parte, forse proprio per il mio ruolo di bersaglio vivente.

E poi ci furono i giornalisti.

Cominciarono a inventare sulla mia persona un sacco di storielle, credo per il puro gusto di creare un po' di polemiche che, a detta di molti, rendono pepata l'atmosfera sanremese.

Molti dissero un sacco di fandonie, altri sviscerarono la mia persona come mai avrei immaginato si potesse fare e alcuni scrissero delle cattiverie inaudite.

Pochi, grazie a Dio!

Poi ci furono quattro o cinque giornalisti il cui giudizio mi interessava veramente, firme importanti, penne intelligenti e argute, che scrissero cose delle quali li ringrazio tutt'ora.

A distanza di tanti anni posso dire che il Festival di Sanremo è una delle occasioni professionali che ricordo con maggiore nitidezza e con maggiore gratitudine.

Penso che mi abbia formato e mi abbia insegnato a conoscere una forza che non sapevo di possedere.

E poi mi ha divertito, mi ha divertito tanto!

Ricordo l'ultima sera... la vincitrice, Annalisa Minetti, era appena stata proclamata e già i titoli di coda scorrevano da qualche minuto.

C'era una gran confusione, molti personaggi salivano sul palco, stelline argentate svolazzavano per tutto il teatro...

Mi rifugiai in camerino per cambiarmi, sfilarmi quell'abito luccicante e impegnativo e mettermi i miei soliti panni, gli abiti normali di una persona normale.

Dopo poco tornai in teatro, salii sul palcoscenico.

Non c'era più quasi nessuno, la gente se n'era andata, i volti più o meno noti probabilmente stavano già nei vari ristoranti a mangiare i soliti piatti di pesce.

In mezzo alla platea vuota c'erano un paio di persone con dei potentissimi aspirapolvere che raccattavano i lustrini da terra, dal palco, dalle poltrone...

Ecco, questa è l'immagine più calda, più accogliente che ho di quell'esperienza.

Dopo la bagarre delle serate, delle conferenze stampa, delle prove costumi, delle sedute di trucco e capelli, delle prove dei cantanti con l'orchestra, dopo tutto quello spettacolo nello spettacolo, finalmente tutto tornava alla normalità.

Quell'immagine così quotidiana mi ha aperto il cuore, mi ha rilassato, mi ha ridato un forte senso di realtà.

E' stato bello giocare per un po' e anche far finta di crederci impegnandosi al massimo.

E poi tutto è tornato come prima."



Giustamente!

Miei cari amici vicini e lontani... prepariamoci per il prossimo Festival della Canzone italiana e... che vinca il migliore!

 

 

 

 

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