Giochi senza frontiere

[Racconto di Paola Manoni]


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durata 18 minuti


L'internazionalizzazione televisiva ha visto nei suoi esordi la storia di un torneo a squadre, una sfida ludica tra le nazioni europee nello scenario dell'Eurovisione.
Siamo a metà degli anni Sessanta del secolo scorso.
In Italia va in onda un programma dal titolo Campanile Sera, in collegamento con diverse località italiane, dove l'amministrazione civica ha promosso sfide e giochi di abilità in piazza.
L'idea del programma è semplice e piace molto alla gente; ha così successo che viene esportata oltralpe, dove prende il nome di Intervilles.

Intervilles incontra il gusto di Charles de Gaulle, il quale si fa personale divulgatore di una nuova idea:
perché non promuovere giochi televisivi per far incontrare i giovani francesi con i giovani tedeschi, così da migliorare le relazioni sociali tra i due paesi?
Da qui, il passo verso una partecipazione allargata è breve: l'Unione Europea di Radiodiffusione sposa l'idea e produce il programma che in Italia prende il nome di Giochi senza frontiere, il primo programma trasmesso in eurovisione.
Il collegamento internazionale dei Giochi si evidenzia con una sigla caratteristica che precede e segue la trasmissione.
Negli anni essa sarà proposta anche per altre eurovisioni come gli eventi sportivi internazionali, i messaggi e le celebrazioni del Papa così come altri spettacoli, ad esempio, l'Eurovision Song Contest, il Festival di Sanremo o lo Zecchino d'Oro.
Questa sigla ha una connotazione molto forte e, nonostante diversi arrangiamenti e variazioni di soluzioni grafiche (ultimo restyling nel 2012), propone la fanfara del Te Deum di Marc-Antoine Charpentier fin dal 26 maggio 1965, con l'inaugurazione della prima edizione dei Giochi, in onda dal secondo canale della RAI.
I Giochi senza frontiere rappresentano la coproduzione europea più longeva della storia televisiva: ogni estate, fino al 1982 senza pause, per poi riprendere dal 1988 fino al 1999.
I partecipanti arrivano a comporre, negli anni, le squadre di diciotto nazioni e il successo è tale da promuovere anche un'edizione speciale di giochi invernali, nel periodo 1970-1983 e 1989-1991.
I presentatori della prima edizione dei Giochi sono Giulio Marchetti e Enzo Tortora.

 

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Immagine di una signora anziana davanti al televisore (Per leggerne la descrizione proseguire nel link). La signora, seduta in poltrona, mentre lavora a maglia, davanti al televisore. Si vede la scena di profilo; in evidenza il fascio di luce proveniente dall'apparecchio.Particolare del televisoreParticolare della signora.
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Due anni dopo, Renata Mauro partecipa alla conduzione del programma per poi prendere il posto di Enzo Tortora, nel 1969, accanto a Marchetti.
Ci saranno nel corso degli anni diversi conduttori.
Tra il 1971 e il 1977 Rosanna Vaudetti sostituisce la Mauro, sempre al fianco di Marchetti, e poi negli anni successivi si alternano presentatori tra i quali Milly Carlucci, Ettore Andenna, Michele Gammino, Claudio Lippi, Simona Izzo, Maria Teresa Ruta.
Nel regolamento dei Giochi è prevista la presenza di due arbitri di gara; questi sono, fin dalla prima edizione e per tutti gli anni Ottanta, Guido Pancaldi e Gennaro Olivieri, in seguito sostituiti dal francese Dennis Pettiaux, arbitro fino all'ultima edizione dei Giochi.
Ciascuna puntata è trasmessa da una delle località partecipanti, a eccezione delle prime puntate, dove i Giochi si svolgono ancora, come in Campanile sera o Intervilles, in due città per puntata.
Alla prima edizione aderiscono Belgio, Francia, Germania Ovest, Italia e si percepisce subito il fine educativo dei Giochi: parlare della località ospitante attraverso una presentazione per immagini, narrandone le caratteristiche salienti e le tradizioni locali.
Le scenografie e i costumi che indossano le squadre s'ispirano anch'essi alla tradizione del luogo.
Il successo dell'iniziativa porta nel tempo nuove adesioni che riverberano, in una certa misura, le vicende contemporanee della storia delle nazioni europee.
Il 1978 vede infatti l'apertura all'Europa dell'Est, con la partecipazione della Jugoslavia, seguita poi nel 1992 dalla Cecoslovacchia (che in seguito partecipa come Repubblica Ceca); infine, nel 1993 l'Ungheria e la Slovenia nel 1994.
Nel virtuale e ludico parlamentino dei Giochi si potrebbe dire che si ritrova un'anticipazione dell'attuale assetto della Comunità Europea.
Ma senza alcuna pretesa storica, di fatto la trasmissione, con il suo abbinamento alla Lotteria Europea, ha messo in gioco e fatto circolare anzitempo l'idea di un impiego della moneta unica: infatti il montepremi della lotteria (di circa 5 miliardi di lire) è proposto in ECU (l'unità di conto europea) in un momento in cui l'Euro è ancora per tutti una chimera assai lontana.

 

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Immagine di tre bambini davanti al televisore (Per leggerne la descrizione proseguire nel link). Si vedono di schiena tre bambini seduti sul divano in salotto, davanti al televisore. Sullo schermo si vede un cartone animato: un cane in mezzo busto.Particolare di un dettaglio del salotto: libri su un ripiano e sopra di essi un quadro che raffigura una marina, con una barca a vela.Particolare dei tre bambini
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L'organizzazione di ciascuna puntata prevede prove di squadra su esercizi di abilità, originali e bizzarri, che richiedono una certa preparazione fisica se non atletica.
Il tema ludico è declinato in una serie di prove che le nazioni in gara affrontano al fine di accumulare il massimo punteggio.
Per ciascuna prova è possibile mettere in campo il jolly della puntata che consente il raddoppio del punteggio del gioco.
Ovviamente la squadra, composta di otto giocatori (quattro donne e quattro uomini) oltre a un allenatore e un capitano, gioca il jolly al momento giusto, considerando la possibilità di garantire la migliore performance così da guadagnare il numero massimo di punti.
Un altro appuntamento fisso è con il cosiddetto fil rouge: un tipo di prova nella quale si cimenta una squadra alla volta.
Alla fine di ogni prova, la squadra che totalizza il miglior punteggio arriva in finale.
L'ideazione delle scenografie, dei costumi, dell'impianto dei giochi disputati in Italia (ma anche nelle edizioni di Malta e Portogallo), è quasi interamente di Armando Nobili, il grande scenografo milanese, già noto per la scenografia di sceneggiati televisivi famosi, come ad esempio, I promessi sposi.
Una delle scenografie più complesse di Nobili è stata quella realizzata a Casale Monferrato, sede di diverse puntate della trasmissione.
Il campo giochi era allestito all'interno di un edificio piccolo e circondato da mura, il Mercato Pavia, per cui le strutture dovevano essere create ad hoc.
I giochi erano studiati e creati al centimetro, essendo lo spazio molto ridotto, con l'ausilio di strutture girevoli.
I costumi realizzati da Nobili hanno diverse finalità: estetica e simbolica, per caratterizzare il personaggio cui il costume è ispirato ma anche una funzionalità protettiva (per esempio, con impiego di gommapiuma e parrucche per nascondere i caschi protettivi), soprattutto nei giochi con salti o con arrampicata.
Oppure il costume costituiva un vincolo per impacciare i movimenti del concorrente ponendo una difficoltà aggiuntiva al percorso da compiere.

Assieme a Nobili lavora anche lo storico autore dei Giochi, Popi Perani: il vero padre di oltre 1500 sfide trasmesse.
Perani preparava i giochi in modo minuzioso: visitava la città ospitante per comprenderne la tradizione al fine di riproporre temi locali in modo scherzoso, all'interno delle sfide a squadra.
Sulle gare difficili non mancano scenette e aneddoti, tutti ovviamente svolti durante le registrazioni delle puntate.
Ad esempio, il caso in un gioco, di un Garibaldi che monta a cavallo, in corsa, lungo una rotaia.
Ma accade che il concorrente non sia in grado di fermare in tempo il cavallo, finendo con un tuffo in mare.
In un'altra sfida, una coppia di giocatori deve risalire un piano inclinato, rivestito interamente di tela cerata per mettere in fila una serie di copertoni di camion.
Ma gli atleti, giunti in cima, cadono fragorosamente dal piano riscendendo al punto di partenza.
Ancora memorabile è stata una lotta a colpi di cuscino su un trespolo scivoloso e stretto: una gara semplicissima con un grande effetto spettacolare.
Per quanto riguarda la provenienza dei partecipanti ai giochi, la squadra dei 4 + 4, si può dire giunga sempre da accurate selezioni che spesso avvengono in piscina o in campi sportivi, al fine di valutare le capacità atletiche degli aspiranti.
Lo spirito dei concorrenti varia molto di nazionalità in nazionalità.
Per le squadre dell'Est, non sempre l'importante è solo partecipare: molto spesso in campo ci sono dei veri e propri sportivi che si allenano, fuori regolamento, anche di nascosto (il caso dei Cechi) oppure barando con il sabotaggio dei costumi per muoversi con maggiore agilità (il caso degli Ungheresi).
Tra le edizioni invernali speciali dei Giochi senza frontiere, si ricorda quella del 26 dicembre 1990 a Macao, allora colonia portoghese (poi tornata alla Cina nel 1999).
Attraverso la trasmissione, la città rivendica le proprie tradizioni europee.

 

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Immagine di due tifosi davanti al televisore (Per leggerne la descrizione proseguire nel link). Si vedono i due uomini, entrambi con la sciarpa della squadra. Siedono in poltrona in una sorta di contorcimento emotivo davanti alla partita: uno stringe il pugno e l'altro alza la sciarpa. Sullo sfondo: uno spicchio di luna che si affaccia dietro i vetri della finestra.Particolare del tifoso che stringe il pugno e della luna.Particolare del tifoso che alza la sciarpa.
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La conduzione italiana della puntata è di Ettore Andenna e Feliciana Iaccio, mentre le nazioni partecipanti sono: Spagna con la città di Jaca, Jugoslavia con la città di Traù, la Repubblica di San Marino, l'Italia con la città di Bergamo, il Portogallo con la città di Guimarães e la colonia di Macao.
La puntata viene vinta a pari merito da Bergamo e Traù con 46 punti; seguono, ancora a pari merito per il terzo posto, San Marino e Guimarães con 34 punti, Jaca con 30 e ultima Macao, organizzatrice dei Giochi, con soli 20 punti.
Giochi sotto l'albero e Questa pazza pazza neve sono invece i titoli di due serie invernali, sempre connesse ai Giochi senza frontiere, svolte in località montane.
Il primo, che parte col titolo inglese It's A Christmas Knockout, si svolge per la prima volta a Leida, in Olanda, nel 1970 e vi partecipano solo Olanda e Gran Bretagna.
Poi nel 1971 gareggiano anche l'Italia e il Belgio, nel 1977 si aggiunge la Svizzera e nel 1982 il Portogallo.
L'ultima edizione della prima serie risale al 1982 in Portogallo.
Il programma torna per l'ultima volta in onda sette anni dopo presso la località italiana Alba di Canazei, con la partecipazione di due puntate in cui si sfidano squadre solo italiane.
Le puntate vanno in onda la vigilia di Natale o nei giorni successivi.
Presentano i Giochi sotto l'albero, in ordine cronologico:
Giulio Marchetti e Rosanna Vaudetti (dal '71 al '75), Ettore Andenna (1976) con Barbara Marchand ('77 e '78) e infine Claudio Lippi (dal '79 all'81) con Feliciana Iaccio (1989).
Questa pazza pazza neve è ispirato invece dal programma francese Interneige e si compone di sei edizioni, con lo svolgimento di puntate sulle piste di sci più famose d'Europa.
In Italia viene mandato in onda la domenica pomeriggio, all'interno di Domenica In.
L'Italia vi partecipa a partire dal 1977, qualche anno dopo l'inizio che aveva visto le sfide della Francia e della Svizzera.
Negli ultimi due anni di trasmissione, 1980-1981, si aggiunge la Jugoslavia.
Presentano il programma: Ettore Andenna e Barbara Marchand (1977 e 1978) e Claudio Lippi (1979-1981 con la partecipazione di Cecilia Buonocore nel 1979), di Sabrina Ciuffini nel 1980 e di Patrizia Pilchard nel 1981.
La sesta e ultima edizione si svolge nel 1992: a presentarla sono Ettore Andenna e Maria Teresa Ruta.

 

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Immagine di un single davanti al televisore.(Per leggerne la descrizione proseguire nel link). Un ragazzo in poltrona impugna in una mano una lattina con una cannuccia e il telecomando nell'altra. Su un lato, un tavolinetto tondo con altre vettovaglie in scatola.Particolare del tavolinetto rotondo.Particolare del ragazzo.
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Si può concludere affermando che, in tutte le sue espressioni, la trasmissione ha sempre avuto una finalità ludica ma sullo sfondo di un'idea europeista.
Quando il conduttore, Ettore Andenna, divenuto europarlamentare, lavorò all'emanazione di una direttiva comunitaria sulla televisione, non a caso propose di intitolarla Televisione senza frontiere, quale diretto collegamento ai Giochi.
Si potrebbe infine aggiungere, con le parole tratte dal libro di Gianni Magrin, sul tema dei Giochi senza frontiere:


De Gaulle sognava in grande l'Europa, pensando un'Europa più unita, più solidale, più fraterna, più... senza frontiere, partendo, perché no, proprio con il gioco.
E il sogno diventò realtà e l'idea si rivelò vincente.

"Mettiamo insieme", disse, "tutti i nostri giovani e facciamo loro condividere qualcosa di nuovo, di grande, cosicché, quando un domani saranno adulti, sapranno cosa vuol dire stare insieme."

L'occasione era fornita da alcune gare, però niente di ufficiale o troppo impegnativo, non si trattava di creare un'alternativa europea alle Olimpiadi, ma solo di proporre, insieme al valore del divertimento, lo stare insieme e il conoscersi meglio.
La formula adottata non servì soltanto per i giovani partecipanti, ma ebbe un'inevitabile ricaduta anche presso i Paesi da cui provenivano: il coinvolgimento di tutti i cittadini nel tifo e nell'accoglienza portò a un alleggerirsi notevole di tensioni, soprattutto per coloro che non avevano ancora dimenticato gli odi del recente conflitto.
Anzi, tra le prime nazioni partecipanti vedemmo, quasi profeticamente, quelle che più si erano combattute con odio.
Per quasi quarant'anni il carrozzone dei giochi ha vagato per l'Europa, cercando un po' alla volta di allargare i confini di un rispetto reciproco, salvaguardando l'identità di ciascuno.
Tutto questo oggi è finito.
I Giochi sono ritornati in soffitta e attendono solo che il sogno continui...



[tratto da: G. Magrin, Giochi senza frontiere. Trent'anni di Giochi, Mestrino, 2004, p. 160]

 

 

 

 

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