Il gioco trasmesso
[Racconto di Paola Manoni]
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[ascolta l'audioracconto] durata 15 minuti |
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Era il 1970 quando Paolo Limiti e Ludovico Peregrini proposero alla RAI una nuova forma di intrattenimento per le famiglie italiane. Uno spettacolo per grandi e piccini di natura coinvolgente. La sfida nozionistica con risposte a premi. Su ispirazione del modello americano, importato dal programma Jeopardy che debuttò sulla rete NBC nel 1964, il nostrano Rischiatutto, condotto da Mike Bongiorno, divenne una sorta di monumento nazionale che andò in onda per cinque edizioni, dal 1970 fino al 1974. Ma la sua storia, oltre al format americano, si incrocia con la precedente edizione di quiz televisivo: il Lascia o raddoppia, con la stessa conduzione, dal 1955 al 1959. Ma anche in questo caso la derivazione è estera, dal Quitte ou double?, a sua volta derivato dall'americano The $64,000 Question (che ha le sue radici nel radiofonico Take It or Leave It). La mania del game-show si manifesta sul piccolo schermo fin dagli albori, nonostante la popolarità del Rischiatutto assuma uno status autonomo ed eccezionale se lo si paragona tanto ai suoi precedenti illustri quanto ai suoi discendenti proseliti. Il fascino stava nella conduzione spigliata, con l'accento del gaffeur, ma anche nella presenza della valletta Sabina Ciuffini, prototipo di studentessa universitaria al passo coi tempi. Mike Bongiorno la selezionò, avendola vista all'uscita del Liceo Classico "Giulio Cesare" di Roma, per farle interpretare il ruolo di valletta parlante. In effetti, prima di allora, le vallette avevano il ruolo di mute e graziose comparse televisive. In Rischiatutto, la valletta sexy che indossa la minigonna, a rappresentare la moda giovanile, va controcorrente rispetto alla tradizione casta della RAI... e per la prima volta si cambia il ruolo della showgirl. I quiz venivano proposti ai concorrenti, nel numero di tre manches per ciascuna puntata, nell'ambito di alcune regole.
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| | | Nella prima parte del programma ogni concorrente affrontava, in modo indipendente, una serie di dieci domande su una materia a piacere che costituiva il montepremi iniziale. Ogni risposta esatta aveva il valore di 25.000 lire. Poi veniva il turno della prova al tabellone elettronico. Il suggestivo dispositivo rappresentava la deriva tecnologica della trasmissione. Era diviso in 36 caselle, rappresentanti unitariamente un quiz, ulteriormente raggruppate per argomento (6 quiz per materia: cinema, arte, sport, ecc.). Ciascuna di queste 6 caselle era corrispondente a un valore monetario crescente, da 10 mila a 60 mila lire. Capitava che la domanda della casella fosse accompagnata da un breve filmato oppure da un brano musicale. Per la suspense il tabellone proponeva dei jolly: aumento di capitale gratis, senza dover rispondere, ma anche dei rischio, cioè delle domandone complicate sulle quali il concorrente che si prenotava per la risposta poteva scommettere una cifra qualunque: questa sarebbe stata accumulata in caso di risposta corretta o persa nel caso contrario. Le categorie di domande riguardavano argomenti di nozionismo e cultura generale. In media, almeno un paio erano orientate per ciascuna delle specialità dei concorrenti. Facevano spettacolo la scenografia tecnologica (per il tempo avanzatissima), la mini della Ciuffini, la conduzione di Mike, oltre allo show dei concorrenti, i quali sceglievano le caselle secondo il differente valore in lire. Ad esempio: Storia da 10 oppure Teatro da 60, in base ai temi collegati. Appena la tabella veniva scoperta, i concorrenti si prenotavano con un cicalino... azionato da un pulsante in loro dotazione. All'interno del quiz, tra una parte e un'altra vi erano tante rubriche che vedevano concorrenti alcune persone del pubblico, per dar vita ad autentiche scenette con Bongiorno e la Ciuffini.
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Sicché Rischiatutto fu tra i primi programmi a portare in TV temi leggeri e di intrattenimento quali l'oroscopo oppure un giochino, poi ripetuto in tanti programmi: il riconoscimento di personaggi famosi attraverso le loro foto d'infanzia.
Come premi venivano donate delle magliette con l'omino simbolo del quiz, il quale interveniva nella sigla del programma così come all'apertura delle caselle speciali.
Giuliana Longari, una famosa campionessa del Rischiatutto, a una domanda sulla qualità dei quiz del tabellone, rispose:
"Si passava dal cinema alla letteratura, dall'arte alla musica.
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Quest'ultimo fu colui che per errore intralciò il tentativo di record d'immersione in apnea di Enzo Majorca.
In quell'occasione, una domenica mattina, milioni di italiani seguivano in diretta l'impresa del sub.
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Infatti, nel rispondere al raddoppio a una domanda relativa alla referenza numerica della Messa da Requiem di Mozart, Inardi rispose subito:
"Seicentotrentas..." per poi correggersi un istante dopo con: "Seicentoventisei..." ma era quanto il giudice di gara, Ludovico Peregrini (il cosiddetto Signor No), attendeva da tempo per squalificare il professore.
Ma tornando alla storia delle finali del Rischiatutto, alla prima parteciparono la già citata Giuliana Longari con Andrea Fabbricatore (esperto di geografia) e Paolo Paolini (esperto di astronautica).
La signora Longari era in netto vantaggio sugli altri due concorrenti, ma cadde su una domanda su Diocleziano, sbagliando le circostanze storiche della riforma del 286.
Sicché fu Fabbricatore a vincere i cinque milioni in palio e ottenere il diritto di partecipare alla super finale.
Alla seconda finale dei campioni parteciparono Umberto Ruzier (esperto di storia dell'aviazione), Marilena Buttafarro (esperta di favole, con particolare riguardo ai testi dei fratelli Grimm) ed Ernesto Marcello Latini (ricordato come il simpaticissimo tabaccaio di Monte Porzio Catone).
L'esperta di favole risultò la vincitrice.
Nella terza finale si scontrarono il supercampione Massimo Inardi, Giampaolo Lusetti e Anna Mayde Casalvolone. |
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