La maledizione di Capistrano è il titolo dell'opera di Johnston McCulley che dà vita a un eroico personaggio che si eterna in un marchio indelebile... nel segno dell'ultima lettera dell'alfabeto.
La Zeta... come l'iniziale del suo nome: il popolare Zorro, apparso per la prima volta, in racconti a puntate, sulla rivista All-Story Weekly nel 1919.
Certamente McCulley non poteva immaginare che il gusto pulp di allora potesse perdurare nel tempo e attraversare quasi un secolo dell'immaginario popolare costruitosi attorno al suo eroe.
I film, i fumetti, le storie, i giochi, le maschere... quasi ogni bambino di sesso maschile, almeno una volta nella sua infanzia, ha assunto le sembianze carnascialesche del temerario spadaccino Zorro.
Così come quasi tutti hanno visto in televisione qualche puntata del telefilm, nei diversi serial andati in onda!
Ma qual è il fascino segreto di questo famoso personaggio?
Zorro è un eroe mascherato, alter ego di Don Diego Vega: nobile californiano che combatte la tirannia dei governatori della sua città, Los Angeles, per riscattare la povera gente.
L'insospettabile Don Diego è il fantomatico Zorro: eroe mascherato in costume nero.
Mantello, cappello, maschera sugli occhi, guanti di colore nero così come il cavallo: il leggendario Tornado, intelligente e velocissimo destriero andaluso.
Zorro stupisce nelle sue movenze atletiche a spada sguainata, combatte con grande maestria, sovente lasciando inciso sull'avversario sconfitto il suo famoso emblema: la lettera Z, composta da tre graffi.
Ma prima di raggiungere il piccolo schermo, il personaggio ha una prima edizione cinematografica.
E' il 1920 e Douglas Fairbanks, popolare attore americano del cinema muto, si appassiona della storia di McCulley tanto da produrre il film Il segno di Zorro.
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Partecipa anche alla stesura della sceneggiatura e ne riveste il ruolo di protagonista, garantendo al personaggio di Zorro tutta l'agilità e l'acrobazia richieste dal caso.
I 90 minuti di pellicola prodotta da Fairbanks ispireranno poi Tyron Power a recitare il medesimo ruolo in una versione sonora di Zorro, anch'essa rimasta nella storia del cinema.
Ma la vera consacrazione dell'uomo mascherato la si deve alla prima serie televisiva, inaugurata nel 1957 e prodotta da Walt Disney, a più riprese, in circa due anni.
Con una piccola variante nel cognome rispetto al personaggio di McCulley, Don Diego De La Vega si traveste per ben 82 episodi, dando vita ad avventure spettacolari, quali episodi all'interno di un filo conduttore che corre lungo tutte le vicende: il ristabilimento della pace e della giustizia nella coloniale Los Angeles, più rurale che urbana, del XIX secolo.
In Italia la storia arriva nel 1969 presso il Programma Nazionale della RAI, con il titolo La spada di Zorro, nella trasmissione pomeridiana per ragazzi Il club di Topolino.
La storia inizia con lo studente Don Diego che abbandona gli studi universitari in Spagna per fare ritorno nel Vicereame della Nuova Spagna, per l'esattezza nella Los Angeles del 1820, e combattere la tirannia del governatore spagnolo, Enrique Sanchez Monastario.
Diego, così come suo padre Alejandro, cerca una linea difensiva per la sua famiglia, per i suoi amici, per la gente vessata.
Al suo ritorno trova l'anziano amico Don Ignacio Torres, tartassato e accusato da Monastario, che cerca di aiutare come può.
Il sergente Garcia, attendente dell'odiato capitano Monastario, è un pingue personaggio, buono ma stupido, incapace di ribellarsi al suo superiore.
A nulla valgono gli appelli di Diego all'amico sergente.
Sicché, organizzatosi con il suo servitore Bernardo, affetto da mutismo, e avvalendosi della velocità del suo cavallo Tornado, Diego si crea l'identità di Zorro.
Si organizza nella clandestinità: allestisce un rifugio che raggiunge dal palazzo di casa attraverso un passaggio segreto.
Zorro inizia la sua carriera di eroe difendendo Don Ignacio che ha chiesto asilo presso la chiesa di padre Felipe, un altro amico di Don Diego.
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Per contrastare l'immediata popolarità di Zorro, il tiranno escogita il medesimo travestimento e ordina al criminale Martinez (arrestato per un omicidio) di terrorizzare la gente nel nome di Zorro, così da screditare e soprattutto instillare il dubbio presso la gente che ripone nell'operato di Zorro tutte le sue speranze di ribellione contro i governatori.
I due Zorro si affrontano.
Il criminale e il suo mandante vengono smascherati; di conseguenza, il viceré spagnolo assegna al sergente Garcia il comando provvisorio del pueblo di Los Angeles.
Ma nonostante il pericolo del famigerato Monastario sia stato scongiurato, una serie di loschi personaggi, riunitisi in una organizzazione segreta, riescono a emergere e, ancora una volta, a tartassare di soprusi il popolo.
Zorro in diversi episodi sgominerà tutta la banda.
Tuttavia i guai non finiscono per i peones.
Il vice-governatore Rico instaura anch'egli un regime oppressivo che l'eroe contrasta a più riprese.
Anche l'acienda dei De La Vega diviene teatro di scontro in qualche episodio della lunga serie, ma nonostante le insurrezioni sociali e le azioni dei militari corrotti, Zorro riesce a garantire una certa stabilità presso la gente.
Nella rappresentazione del vicereame spagnolo, si vede lo spostamento dell'eroe da Los Angeles a Monterey, in Messico.
L'espediente narrativo consiste nel trasferimento per concludere affari con Don Diego Verdugo, amico di suo padre.
Ma a Monterey come a Los Angeles, l'eroe mascherato trova il suo da fare in combattimenti contro bande e, ancora una volta, in opposizione all'ingiustizia dei governanti.
Nella seconda edizione di Zorro, i fans americani della serie televisiva chiedono alla Disney di inserire nel personaggio di Zorro qualche aspetto romantico.
In effetti l'amore non è rappresentato nella prima parte del serial anni '50.
Sicché nel 1958, per girare la seconda parte del telefilm, viene scritturata la giovane Jolene Brand per il ruolo della figlia di Verdugo, dando così il via a un intreccio amoroso tra Zorro e la nobile Anna Maria Verdugo.
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Il personaggio femminile possiede un guardaroba davvero accattivante che si deve adattare a tutte le circostanze: dalla gonna pantalone per cavalcare fino al negligé di pizzo per sedurre.
Inizialmente l'intreccio sentimentale prevede un lieve interesse di Anna Maria per Don Diego che si trasforma poi in conclamato amore per l'eroe mascherato, al terzo episodio della seconda serie.
Famoso è il primo bacio di Zorro ad Anna Maria, filmato più volte dai cameraman, e da differenti angolazioni, per un totale di circa due ore.
Nel 1959 si chiude la serie con il finale che vede Zorro di ritorno a Los Angeles, in un crescendo di nuovi combattimenti e avventure.
Sono memorabili le puntate con il personaggio di Joe Crane che compare sulla scena.
Anima solitaria, uomo di montagna, Joe si caccia nei guai e Zorro riesce a farlo fuggire.
Gli amici di Zorro / Don Diego che si trovano nei guai e che vengon salvati in extremis sono diversi.
Tra questi spicca il personaggio del fedele servitore Bernardo, muto e scaltro.
Accade infatti che Bernardo venga incolpato di crimini non suoi; Bernardo viene arrestato ma Zorro, comparendo al suo processo, riesce a dimostrarne l'innocenza.
Sicché tra i tanti duelli, colpi di scena, abilità acrobatiche, Zorro garantisce il lieto fine, come ogni storia disneyana, e sconfigge i cattivi della California.
Nel 1990 viene prodotta una seconda opera televisiva che arriva poi in Italia nel 1992, nella trasmissione per ragazzi Big e poi Solletico di Rai Uno (ripetuta poi negli anni 2000 - nella trasmissione Trebisonda di Rai Tre).
Si tratta stavolta di 88 episodi, sempre ispirati al personaggio e alla trama di Johnston McCulley.
Vi sono pertanto numerosi punti di contatto con la serie degli anni '50.
Don Diego torna dalla Spagna nella casa del padre a Los Angeles, dove governa il disonesto alcalde Louis Ramon con il suo collaboratore sergente Mendoza.
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Ramon, dopo tanti episodi di ingiustizia sventati da Zorro, giunge alla sfida finale.
Nel corso della lunga e spettacolare fuga sui tetti della Fortezza del diavolo, la prigione, Ramon affronta Zorro e lo smaschera, svelandone l'identità.
Ma cade dal tetto e muore.
Giunge un nuovo alcalde, Don Ignacio De Soto.
Nonostante il cambio di governo, la situazione di Los Angeles non migliora.
De Soto è un altro uomo corrotto che Zorro combatte.
A un certo punto compare nella storia un misterioso capitano che si rivela essere il fratellastro di Don Diego, istigato dalla madre a combattere i De La Vega.
Costui giunge a Los Angeles dalla Spagna ed è a capo di un corpo speciale che ha il compito, per ordine del re, di catturare Zorro.
Il capitano spagnolo accusa De Soto di non aver saputo catturare il fuorilegge mascherato sicché concede all'alcalde solamente tre giorni di tempo per catturarlo, trascorsi i quali vi sarà per lui la condanna a morte.
Ma accade un incidente: De Soto, nel tentativo di uccidere Zorro, spara all'ufficiale uccidendolo.
De Soto si salva dalla condanna a morte, il sergente Mendoza rimanda i soldati in Spagna e Zorro continua la sua missione!
La fortuna del mitico personaggio (che in spagnolo vuol dire volpe) è stata veloce e scaltra come il suo nome, estendendosi anche ad altre narrazioni, versioni filmiche e letterarie, come i fumetti di Alex Toth (pubblicati da Disney) e dell'italiano Jacovitti che disegna la parodia di Zorry Kid, conclusasi nel 1973.
Dei telefilm trasmessi in Italia si ricorda infine il grande lavoro dei doppiatori.
Ad esempio, nella prima versione italiana del 1969 lavorano Cesare Barbetti nella voce di Don Diego De La Vega / Zorro, Ferruccio Amendola nel caporale Reyes, Fiorella Betti nella Anna Maria Verdugo, Carlo Romano nel Sergente Garcia.
Mentre nella edizione degli anni '90 vi sono Antonio Sanna nel ruolo di Zorro, Giorgio Lopez in quello di Garcia, Georgia Lepore in Anna Maria Verdugo
Dalle serie sono stati ricavati due film di montaggio, usciti nei cinema: La sfida di Zorro del 1959 e La rivincita di Zorro del 1961.
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