Titanic

[Racconto di Giovanna Gra]

 



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Più presso a te, Signor, più presso a te!
Anche se sarà una croce che mi solleverà,
anche allora questo sarà il mio canto:
più presso a te, Signor, più presso a te!


Il 10 aprile del 1912, dopo una serie di 'prove di navigazione', dal molo 44 del porto di Southampton, il transatlantico Titanic salpò per il suo primo viaggio.

La nave era costata una cifra che potrebbe essere paragonata a circa centoventicinque milioni di dollari di oggi e il biglietto (per una suite di prima classe) aveva un costo, più o meno, di cinquantamila dollari attuali.
Per la terza classe, il biglietto più abbordabile era di circa centocinquanta dollari di oggi.

Lungo duecentosettanta metri e largo ventotto, il Titanic aveva ventinove caldaie e poteva sostenere una velocità massima di ventiquattro nodi.
Dotato di tre eliche, aveva sedici compartimenti stagni.
Ed era stato progettato per poter sostenere pesantissime collisioni...

Il transatlantico poteva ospitare circa tremilacinquecentocinquanta passeggeri.

Il Titanic era, insomma, un immenso progetto estremamente ambizioso che vantava la migliore architettura navale dell'epoca e, a detta dei giornali di allora, un'avanzatissima tecnologia.
Un transatlantico monumentale, arredato secondo il gusto e i dettami del lusso più sfrenato.
Si pensi soltanto che, per la prima volta su una nave, era stata costruita una piscina, situata nel ponte D.
Oltre alla piscina, degni di nota erano un bagno turco, una palestra e il campo di squash.
Sulla nave, inoltre, si poteva disporre di ben tre ascensori.
E vi erano allestiti trentaquattro alloggi privati.
Sfarzosissimo nell'allestimento, l' interno del transatlantico vantava stili che andavano dal 'Luigi XVI' al 'Luigi XV', allo stile georgiano dai capitelli corinzi.

Il Titanic partì per il suo primo ed ultimo viaggio il 10 aprile 1912 alle ore dodici.
Alle diciotto e trenta fece tappa in Francia.
Alle undici e trenta del mattino dopo approdò in Irlanda e da lì, per affrontare l'Oceano e raggiungere New York, salpò giovedì undici aprile alle tredici e trenta.
La domenica successiva, ovvero il 14 aprile alle ore ventitré e quaranta, fu lanciato dalla nave l'S.O.S per l'avvistamento di un iceberg a largo delle coste di Terranova.
Alle due e trenta circa del 15 aprile 1912, il Titanic colò a picco in fondo al mare portando con sé gran parte dei suoi passeggeri.

La storia del Titanic è corredata, come forse molte delle tragedie che hanno sconvolto la vita e l'immaginazione degli uomini, da moltissime leggende. Storie del si dice e si racconta.
E alcune di queste vicende sono davvero degne di qualche riflessione.
Riportiamo di seguito i fatti più noti ed i più chiacchierati.

Poco prima della partenza della nave, la White Star Line, la compagnia di navigazione, fece alcune modifiche circa lo staff dell'equipaggio e il secondo ufficiale, David Blair, lasciò la nave mettendo in valigia, per la fretta, una chiave che avrebbe dovuto, in caso di necessità, aprire la cassetta dove venivano custoditi i binocoli d'ordinanza. Quindi, Blair se li portò via.

John Pierpoint Morgan, arcinoto armatore americano, creatore del Titanic e punta di diamante della White Star Line, si dice fosse reduce da un grave tracollo finanziario.

Il Titanic aveva due gemelle: l'Olympic e il Britannic. Alcune voci sostennero che L'Olympic, a differenza del Titanic, fosse stata costruita con materiale meno solido e più scadente.

Per la cronaca: il Titanic avrebbe dovuto consentire alla White Star Line il dominio delle rotte oceaniche.

In ogni caso, in seguito ad un viaggio, l'Olympic aveva riportato dei danni.
I danni riportati dall'Olympic non furono mai coperti dall'assicurazione.
A Belfast le due navi furono viste ormeggiate fianco a fianco...
Alcune voci dell'epoca ipotizzarono che, a partire per il mitico viaggio, potesse essere stata l'Olympic anziché la gemella, dopo un rapido cambio di materiali e di codici.
Dando vita così alla più grossa truffa ai danni delle assicurazioni mai vista prima.

Questa voce fu probabilmente alimentata dal fatto che, in effetti, il Titanic era ritenuto inaffondabile, un vero gioiello del mare.
Molti giornali, allora, sostennero a gran voce che:
"Si trattava di una nave che nemmeno Dio avrebbe potuto affondare"

Altre voci, però, etichettarono il Titanic quale la nave della maledizione.
Questo perché il suo codice era 390904 numero che, se letto allo specchio, cioè al contrario, mostrava la scritta No pope.
E' altresì probabile che questa diceria fosse nata dal fatto che molti operai che avevano frequentato i cantieri dove veniva costruito il transatlantico erano di religione protestante.



Altre tracce della maledizione, forse le più inquietanti, si riferirono alla presenza di una mummia.
Si diceva che tutti coloro che avevano avuto a che fare con il vecchio sarcofago, erano morti o caduti in disgrazia.
Ironia della sorte, la mummia era soprannominata 'Il naufrago'.
Secondo le testimonianze, la mummia era stata donata dal suo proprietario, Douglas Murray, che voleva disfarsene, al British Museum.
E viaggiava nella stiva del transatlantico.

Se come un pellegrino errante, tramontato il sole,
l'oscurità sarà sopra di me, e il mio riposo su una pietra,
anche allora nei miei sogni io sarò più presso a te!


Bisogna inoltre sapere che la rotta stabilita per il viaggio era considerata, dai marinai più esperti, una rotta maledetta.
Le testimonianze di vecchi lupi di mare che avevano solcato quelle acque, raccontavano di urla e pianti notturni che si perdevano nell'oscurità.
I lamenti, ovviamente, venivano attribuiti a tutti coloro che in quella tratta avevano perduto la vita.
Leggende, tante leggende... anche se la via che fu percorsa dal Titanic, è ancora oggi pochissimo praticata a causa dei pericolosissimi ghiacci e iceberg che l'attraversano.

Altra leggenda, molto criticata ma degna di nota, è la seguente.
Qualche anno prima del viaggio del Titanic, i più grossi banchieri americani avevano dato vita ad un progetto che mirava al controllo del sistema monetario americano.
Fra questi banchieri vi erano le famiglie più ricche d'America e sembra anche che ve ne fossero alcuni che avevano ben più di un legame con il già citato John Pierpoint Morgan, l'armatore del transatlantico.

In ogni caso, il progetto che stava prendendo vita avrebbe preso il nome di Federal Reserve Bank.

Il piano, a grandi linee, prevedeva un cartello di banche che avrebbe dovuto mettere mano alle riserve auree degli stati nazionali.
L'idea era di conferire ampio potere alle banche private per quanto concerneva la pubblicazione della moneta americana, privando di tale opzione lo stato americano.
Questo avrebbe messo gli stati in una posizione di enorme dipendenza nei confronti delle banche, specie in caso di effettiva necessità.

Tuttavia, alla storica assise sembra vi fossero fra i presenti tre signori, Benjamin Guggenheim, Isidor Strauss e John Jacon Astor, che non vedevano affatto di buon occhio tale prospettiva.
Temevano, non a torto, che 'l'effettiva necessità' potesse essere rappresentata dalla prima guerra mondiale, che intendevano a tutti costi scongiurare.

Quegli stessi signori, ovvero Benjamin Guggenheim, Isidor Strauss e John Jacon Astor, avevano in tasca il biglietto di prima classe per partecipare alla grande crociera del Titanic.
Erano forse gli uomini che avrebbero potuto impedire l'accordo a favore delle grandi banche.
Ma non sopravvissero alla tragedia.
Anche l'armiere John Pierpoint Morgan aveva in tasca un biglietto per la crociera, ma all'ultimo momento annullò la sua partecipazione...


Degnati di mostrarmi il cammino, gradini fino al cielo,
ti ringrazio per ogni cosa che mi hai dato.
Gli angeli mi accompagnano
più presso a te, Signor, più presso a Te!


La tragica notte del 14 aprile, secondo le testimonianze dell'epoca, il mare era calmo.
La temperatura era di zero gradi.
La totale assenza della luna non facilitava in alcun modo la visuale.
Sebbene fosse stata segnalata la presenza di ghiacci (grazie ad un messaggio delle ore tredici e trenta), le precauzione prese in cabina di comando furono solo una lieve modifica della rotta verso Sud.
Alle ore tredici e quarantacinque, a seguito di un ennesimo avvertimento, il Titanic raggiungeva i ventidue nodi e veniva dato ordine di accendere le ultime quattro caldaie non ancora utilizzate...
Un ultimo messaggio, che avvisava della presenza di diversi iceberg, sembra sia stato addirittura ignorato...
Intorno alle ventidue, il comandante, dopo aver dato le ultime indicazioni all'equipaggio qualora si fosse presentata un po' di foschia, si ritirò nella sua cabina.
Alle ventitré e quaranta l'iceberg era di fronte alla nave.
La mancanza della luna e, soprattutto, dei binocoli non aveva facilitato il compito delle vedette.
La velocità della nave era, al momento dell'impatto, di circa ventiquattro nodi.
Il primo ufficiale decise allora una lieve virata a sinistra.
Ma la decisione fu fatale!

Le inchieste successive rivelarono infatti che, se il Titanic avesse preso l'iceberg di fronte, avrebbe compromesso solo i primi due compartimenti stagni, senza un eccessivo danno.
Fu invece colpita la fiancata, che fu danneggiata in molti punti.

Le testimonianze ci dicono che quasi nessuno dei passeggeri si rese conto del disastro, tanto che alla vista dell'iceberg alcuni ne staccarono dei pezzi per gioco, altri per scioglierli nei propri drink.

Il Titanic aveva in dotazione venti scialuppe, insufficienti per raccogliere i suoi passeggeri ma assolutamente regolamentari per il numero previsto dalla legge.
La cosa incomprensibile fu che molte scialuppe vennero calate in mare con a bordo un numero risibile di persone.
I passeggeri di terza classe ebbero molte difficoltà a trovare le uscite...

L'unica nave presente nelle vicinanze, il Californian, non recepì gli S.O.S del Titanic, la qual cosa per molto tempo rimase un mistero.
Sembra tuttavia, che i razzi lanciati dal Titanic non furono presi in gran considerazione dell'equipaggio del Californian.

Quando la nave incominciò ad inclinarsi erano ancora moltissimi i passeggeri a bordo.
L'orchestra, composta di otto elementi, non smise mai di suonare nel tentativo, vano, di alleviare gli animi dei naufraghi.

La temperatura del mare era intorno agli zero gradi.
Una temperatura che consente ad un essere umano di sopravvivere, immerso nell'acqua, al massimo per dieci minuti.

Alle due e quaranta circa, il Titanic sprofondò nelle buie acque dell'oceano.

Nel 1898, molti anni prima della tragedia, tal Morgan Robertson (secondo la sua testimonianza, preda di una sorta di scrittura automatica), scrisse un romanzo dal titolo 'Wreck of the Titan', dove narrava una storia del tutto identica a quella del Titanic.
Le coincidenze sono incredibili, a cominciare dal nome del transatlantico del libro: Titan!



Il 19 aprile, il senato degli Stati Uniti fece aprire un'inchiesta.
Il 3 maggio, anche in Inghilterra fu aperta un'inchiesta.

A seguito del risultato dell'inchiesta, molte norme di navigazione in mare, da allora in poi furono modificate.

Poi, coi miei pensieri volti a te per lodarti
dalla pietra di Bethel mi rialzerò ,
così da essere, attraverso il mio soffrire,
più presso a te Signor, più presso a te!


L'iceberg sfregiò la nave in sei punti, violando ben sei compartimenti stagni.
Erano le ventitre e quaranta del 14 aprile del 1912.
Il tempo impiegato dalla nave per affondare fu di due ore e quaranta.
Spezzandosi in due tronconi, il Titanic colò definitivamente a picco alle due e trenta del mattino del 15 aprile 1912.

Il totale dei sopravvissuti fu di 704 persone su 2227 persone imbarcate.
Sembra che la famosa chiave che avrebbe consentito l'uso dei binocoli fruttò, messa all'asta negli anni '80, ben 90 sterline inglesi.

Il Titanic giace tutt'ora sul fondo dell'oceano al largo dei grandi banchi di Terranova.
Distante circa cinquecento miglia dall'isola di Terranova, alla profondità di circa quattromila metri.
La National Oceanic and Atmospheric Administration, stima che quel che resta del transatlantico potrebbe depauperarsi definitivamente nei prossimi cinquant'anni.


O se, su ali di gioia che fendono il cielo,
in alto volerò oltre il sole, luna e stelle sperdute
anche allora il mio canto mi porterà
più presso a te, Signor, più presso a te!


"Più presso a te", ovvero "Nearer, my God, to thee", la cui traduzione è stata inserita in questo sintetico resoconto della vicenda del Titanic, sembra fu la canzone suonata dall'orchestrina del Titanic che continuò a suonare con grande volontà ed estremo coraggio per cercare di alleviare l'angoscia dei passeggeri più sfortunati.
La canzone composta da Sarah F. Adams era un inno cristiano molto diffuso nel mondo anglosassone.

Dell'orchestra di bordo, per un breve periodo i giornali diffusero la notizia che constava di sette elementi.
Mancava il violinista.
Sicché, un'ennesima leggenda dell'epoca narrò di un violino sopravvissuto al disastro, che fu oggetto di compravendite in diverse case d'asta.
Ma il mistero fu presto svelato.
Il violinista non apparve nelle prime stesure delle pagine dei giornali perché i parenti tardarono a mandare nelle redazioni la foto del loro congiunto.

O se, su ali di gioia che fendono il cielo,
in alto volerò oltre il sole, luna e stelle sperdute
anche allora il mio canto mi porterà
più presso a te, Signor, più presso a te!


Il 6 maggio 2006 è morta l'ultima sopravvissuta del Titanic.
Aveva novantanove anni.

 

 

 

 

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