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ANGELUS 4.0

3 GENNAIO

Il Santo  del Giorno
 

 santissimo nome di gesù
 
Gennaio III

  La venerazione del Santissimo Nome di Gesù ebbe inizio de facto nei primi tempi della Chiesa, come mostrano i cristogrammi che decorano l’arte paleocristiana. L'originalità del Nuovo Testamento sta nel fatto che il “nome divino” viene applicato a Gesù (Jeshu’a, in aramaico; Iesous, in greco), il quale non viene identificato formalmente con Dio ma è elevato ad una dignità caratteristica della persona divina che si è fatto uomo.
Nel suo nome si compiono prodigi (Marco 16, 17), si guariscono gli ammalati (Atti 3,6), si cacciano i demoni (Marco 9,38). L'invocazione del suo nome è fonte di salvezza, di remissione dei peccati e di vita eterna. La ricorrenza liturgica del Santissimo Nome di Gesù è celebrata nella Comunione anglicana, compresi gli ambienti episcopaliani, e nel rito romano della Chiesa cattolica.
Durante il Medioevo la devozione per il Nome di Gesù è ben presente in alcuni Dottori della Chiesa, fra cui Bernardo di Chiaravalle e san Francesco d’Assisi, ma soltanto nel XIV secolo essa acquisì rilevanza liturgica, dando origine a un vero e proprio culto, grazie all'impegno per la sua diffusione e il suo riconoscimento ufficiale profuso da san Bernardino da Siena e dai suoi seguaci.
L’obiettivo fu quello di elaborare una liturgia associata e focalizzata sul Santissimo Nome di Gesù, sottolineando la centralità di Gesù Cristo, nello sforzo di rinnovare la Chiesa.
Diceva san Bernardino: “Questa è mia intenzione, di rinnovare e chiarificare il nome di Gesù, come fu nella primitiva Chiesa”, spiegando che, mentre la croce evocava la Passione di Cristo, il suo Nome rammentava ogni aspetto della sua vita, la povertà del presepio, la modesta bottega di falegname, la penitenza nel deserto, i miracoli della carità divina, la sofferenza sul Calvario, il trionfo della Resurrezione e dell'Ascensione. Nella sottomissione al Nome di Gesù, Bernardino risolveva i problemi concreti e attuali della vita pratica e sociale: gli odi politici, l'etica familiare, i doveri dei mercanti, la maldicenza, ecc.
In antitesi alle insegne araldiche delle famiglie nobiliari, le cui contese insanguinavano le città italiane, Bernardino inventò uno stemma dai colori vivaci, con cui rappresentare il Nome di Gesù. Esso era costituito dal trigramma IHS, inscritto in un sole dorato con dodici raggi serpeggianti sopra uno scudo azzurro. Riprodotto su una tavoletta di legno, lo stemma era posto sull'altare durante la messa e i fedeli erano invitati a baciarlo al termine. Questo stratagemma dava concretezza e visibilità alle parole di Cristo: "Se due o tre si riuniscono per invocare il mio nome, io sono presente in mezzo a loro" (Matteo 18,20).
Nel 1530 papa Clemente VII autorizzò l'Ordine Francescano a recitare l'Ufficio del Santissimo Nome di Gesù; e la celebrazione ormai presente in varie località, fu estesa a tutta la Chiesa da papa Innocenzo XIII nel 1721.
La Compagnia di Gesù diventò sostenitrice del culto e della dottrina, prendendo il trigramma bernardiniano come suo emblema e dedicando al Santissimo Nome di Gesù le sue più belle e grandi chiese, edificate in tutto il mondo. Fra tutte si ricorda, la Chiesa del Gesù a Roma, la maggiore e più insigne chiesa dei Gesuiti.


Nel Martirologio si celebrano:

SS. Teopempto e Teonas; S. Gordio il centurione; S. Daniele di Padova; S. Teógene
 





 

 

 

 

 

 

 


 I SANTI DEL GIORNO

 
 
 

 

 

 


 

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