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14 GENNAIO
san potito
![](http://www.rai.it/dl/img/2017/01/14/1484357964065_santo%201.png)
Gennaio XIV
Potito (Sardica, II secolo- Tricarico, 160) fu un giovane pagano che si convertì al Cristianesimo e venne martirizzato. Venerato come santo patrono di Tricarico in Basilicata e altri comuni. Il corpo, dopo varie traslazioni, è custodito nella cattedrale di Tricarico (Matera), alcune reliquie in altre diocesi.
Potito (Potitus), adolescente, apparteneva ad una ricca famiglia pagana con la quale entrò in contrasto perché convertitosi alla fede cristiana. Le fonti su questo santo parlano di diversi miracoli, pur non verificabili storicamente: in particolare avrebbe liberato dal diavolo la figlia dell'imperatore Antonino Pio, che però lo condannò. Prima venne messo nell’arena per essere dato in pasto ai leoni, ma quelle belve di fronte a lui divennero docili; dopo venne gettato nell'olio bollente ma “miracolosamente” ne uscì indenne; infine gli venne tagliata la testa per non aver rinnegato la fede in Cristo.
Si parla di San Potito in antiche recensioni, la “passio” più antica è del IX secolo. Potito è presentato come un’adolescente tredicenne, nato a Sardica nella provincia romana della Dacia Inferiore (attuale Romania), unico figlio di una famiglia ricchissima. Nonostante le minacce e le ritorsioni si convertì al Cristianesimo ed iniziò la sua opera di evangelizzazione. Si narrano gesta leggendarie ed esorcismi. Guarì anche la figlia dell’imperatore, liberandola dai demoni, ma fu dallo stesso (Antonino Pio) condannato al supplizio durante le persecuzioni; nonostante le torture non abiurò e fu pertanto decapitato, probabilmente nell’Italia meridionale. Le sue reliquie furono ritrovate nel 1500 nell'altare maggiore della chiesa della SS. Trinità di Tricarico e furono trasportate in solenne processione nella cattedrale di Tricarico. Il 22 dicembre 1873 il vescovo di Ascoli Satriano, Antonio Sena, otteneva da Tricarico la reliquia del braccio di S. Potito, custodita tuttora in una teca d'argento nella chiesa cattedrale di Ascoli Satriano.
La più antica memoria del suo culto, viene ricordata nel ‘Liber Pontificalis’ napoletano del IX secolo e nel famoso Calendario marmoreo, tuttora custodito nell’arcivescovado di Napoli e che fu scolpito tra l’847 e l’877.
Il culto ebbe inoltre larga diffusione in Puglia e Sardegna, a Napoli, a Capua e Benevento, dove sorgono anche chiese a lui dedicate; già nel 1140 in un documento napoletano, si nominava una chiesa posta in località San Potito.
Le sue reliquie, solo più tardi, furono traslate in Sardegna. Nella ‘Vita s. Potiti’ scritta da Leon Battista Alberti (1404-1472), ne vengono amplificare le lodi, redigendo in una più elegante forma letteraria, le leggende già riportate.
Nel ‘Martirologio Romano’ precedenti edizioni, la sua festa era al 13 gennaio, mentre nell’ultima recente edizione del 2003, è riportata al 14 gennaio, giorno in cui è celebrato nella diocesi di Tricarico, di cui è patrono.
Nel Martirologio si celebrano anche:
S. Glicerio; SS. Martiri di Raithu e del Monte Sinai