Il suicidio di Didone
Guercino
Opera commentata da
Angelo Mazza
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Descrizione dell'opera
Giovanni Francesco Barbieri, detto Guercino, Il suicidio di Didone (1631), olio su tela, cm. 287 x 335. Roma, Galleria Nazionale di Palazzo Spada
Il dipinto fu realizzato per Maria dei Medici come viatico in vista dell'aggiudicazione al pittore emiliano di un importante incarico al Palazzo di Lussemburgo. Il nome dell’artista fu suggerito dal cardinale Bernardino Spada, già nunzio apostolico a Parigi, fedele consigliere della regina di Francia e titolare del palazzo romano nelle cui sale è oggi ospitata la sua ricca collezione d’arte. L’opera però non toccò mai il suolo francese e finì nelle acquisizioni del cardinale stesso, il quale fu un convinto sostenitore del pittore, il cui stile espressivo e teatrale risultava di maggiore impatto comunicativo, rispetto a quello classico e composto del più anziano Guido Reni, che fino ad allora dominava la scena artistica bolognese.Bibliografia
- M.T. Dirani, Mecenati, pittori e mercato dell’arte nel Seicento. “Ratto di Elena” di Guido Reni e la “Morte di Didone” del Guercino nella corrispondenza del cardinale Bernardino Spada, in “Ricerche di Storia dell’arte”, 16, 1982-1983, pp. 84-94
- L. Salerno, I dipinti del Guercino, Roma 1988
- D. Mahon (a cura di), Giovanni Francesco Barbieri Il Guercino 1591-1666, catalogo della mostra, Bologna 1991
- D. M. Stone, Guercino. Catalogo completo dei dipinti, Firenze 1991