Le Orchestre della Radio
Se dici Radio dici Musica e se dici musica dici innanzitutto Cinico Angelini e Pippo Barzizza.
Se dici
Angelini e
Barzizza dici Orchestra.
Orchestra della Radio naturalmente. E il cerchio si chiude.
Cinico Angelini (che in realtà si chiamava Angelo Cinico e in effetti con un nome così più che un direttore d’Orchestra sarebbe sembrato un amico intimo di Lucifero…) è stato – e lo diciamo a quelli che non lo sanno - per trenta anni la musica leggera della Radio: dagli anni Trenta agli anni Sessanta; le sue orchestre e la sua scuderia di cantanti hanno attraversato due epoche e una guerra e hanno accompagnato le nuove generazioni.
E per tutti gli anni Cinquanta l’Orchestra di Cinico Angelini è stata anche Sanremo; possiamo dire anzi, senza paura di essere smentiti, che senza Angelini il Festival non solo non sarebbe esistito, ma non avrebbe neanche mai avuto il successo che in effetti ebbe quasi immediatamente.
Aveva cominciato come direttore di un’orchestra da ballo a Torino e l’Eiar, ancor prima di assumerlo, usava mandarlo in diretta da lì in quelle che erano le prime riprese esterne di qualità della radiofonia: in questo modo si potevano far ascoltare le novità ballabili agli abbonati.
Poi, nel 1938, avvenne l’assunzione e il Nostro venne messo a capo dell’Orchestra di musica leggera e della scuderia di cantanti che Angelini contribuì a lanciare: parliamo di nomi quali Achille Togliani e Nilla Pizzi.
Ebbene Angelini divenne un vero Divo radiofonico e godette di una popolarità grandissima, soprattutto alimentata dalla supposta (e mai provata) rivalità con l’altro grande Maestro delle Orchestre della Radio:
Pippo Barzizza!
Così Nunzio Filogamo spiegò una volta al microfono di Sandro Ciotti questa presunta rivalità: Barzizza amava e voleva far conoscere il jazz, anche se sempre all'interno dell'autarchia dell'epoca. Viceversa Angelini ha avuto un'orchestra che è sempre stata denominata l'orchestra della canzone. Angelini non ha fatto che la canzone. Se oggi in Italia imperversano i festival lo si deve ad Angelini.
Stiamo quindi parlando del periodo precedente la Seconda guerra mondiale: Barzizza cercava lo swing anche nella stessa strumentazione della sua Orchestra, mentre Angelini, con tanti archi e pochi fiati, si rifaceva alla tradizione operistica nazionale.In realtà entrambi mediavano tra le due esigenze, in attesa che arrivassero Gorni Kramer e Lelio Luttazzi…
Ma questa è un’altra storia, o un altro aperispritz!