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3 MARZO
sant' anselmo di nonantola
![](http://www.rai.it/dl/img/2017/03/03/1488541709752_sant%20anselmo%20di%20nonantola%201.jpg)
MARZO III
Anselmo (Cividale del Friuli, 723- Nonantola, 803) è stato Duca del Friuli durante il regno dei Longobardi ma spinto dalla vocazione religiosa preferì rinunciare ai titoli famigliari per diventare monaco, fondatore dell’Abbazia di Nonantola.
Esistono notizie storiche certe provenienti da bolle pontificie, diplomi e altri documenti. Anche una Vita scritta da un autore anonimo, che era già citata nel 1037 nel Catalogus Abbatum. Anselmo ascese al trono ducale di Cividale nel 749, quando Astolfo divenne re dei Longobardi a Pavia.
Fu per qualche tempo anche duce del Friuli; nel 749, Anselmo però lascia tutte le attività e cariche politiche per dedicarsi ad una vita di santità; lascia il Friuli risalendo la valle dell’Alto Panaro, dove il cognato re Astolfo, gli dona la terra di Fanano e qui si ferma a fondare un cenobio per accogliere i monaci che ormai gli si erano radunati attorno e più in alto verso il passo di S. Croce Arcana, apre un ospizio per pellegrini che prende il nome di S. Jacopo di Val d’Amola.
L’opera di accoglienza dei pellegrini, molto numerosi nella valle, che era uno dei passaggi obbligati tra il Nord e la Toscana, costituisce un impegno primario e nessun pellegrino deve allontanarsi senza avere ricevuto con misericordia ogni assistenza.
Nel 751 il re Astolfo che comunque aveva mire espansionistiche, aveva occupata Ravenna e dona ad Anselmo un altro territorio di nome ‘Nonantolae’, che controllava le strade che da Verona e Piacenza scendevano a Bologna.
Il santo abate e i suoi monaci, si danno da fare per costruire una chiesa e il monastero, bonificando e coltivando quelle terre ormai abbandonate e incolte, producendo un vantaggio economico e sociale a tutta la regione.
Si sa che la chiesa dedicata alla Madonna venne consacrata l’8 ottobre del 752 dal vescovo Geminiano di Reggio Emilia per delega del papa Adriano I. Una seconda dedica questa volta agli Apostoli è fatta dall’arcivescovo di Ravenna, Sergio (748-769), la ‘Vita’ continua a narrare dicendo che nel 752 Anselmo insieme a re Astolfo va a Roma, per offrire in dono al papa Adriano I il monastero nonantolano.
Il Sommo Pontefice, conferisce ad Anselmo la dignità di abate e gli dona i ‘corpi santi’ di s. Silvestro papa e di altri martiri; così il 20 novembre 756 il vescovo di Bologna, Romano compie una terza dedicazione della chiesa e monastero questa volta a S. Silvestro I papa.
Alcune di queste notizie non sono certificate dalla realtà storica del periodo, come il dono delle reliquie, in realtà molte reliquie di martiri romani emigrarono verso il Nord a seguito delle spoliazioni di cimiteri suburbani compiute dai Longobardi durante l’assedio di Roma del 756.
L’opera dell’abate Anselmo è sottolineata dalla grandiosa attività di assistenza sociale e spirituale svolta a favore delle folle degli umili che si sviluppò e proseguì nei secoli, attraverso i suoi monasteri. Oltre quello di Fanano, egli fondò altri tre monasteri con annessi ospizi, dipendenti dall’abbazia di Nonantola: quello di S. Ambrogio dove il fiume Panaro taglia la via Emilia, quello del ‘Vicus Domnani’ a Vicenza (ora S. Silvestro) e quello non meglio identificato nel ‘luogo detto Susonia’ con l’oratorio di S. Giustina.
Oltre 1100 monaci da lui dipendenti si dedicarono all’ascesi, all’assistenza sociale, alla trascrizione dei codici, all’attività ospedaliera, alla bonifica dei terreni; per un certo numero di anni fu come in esilio a Montecassino, durante il regno di Desiderio (757-774), il perché ci è ignoto, ma Anselmo poté ritornare a Nonantola solo dopo la morte di Desiderio; nel periodo cassinese acquistò per la sua abbazia vari codici, infatti queste operazioni sono registrate nell’Archivio Nonantolano compilato verso il 1000.
Si prodigò per la pace fra longobardi e franchi, al punto che il re franco Carlo Magno, lo ringraziò con grandi benefici e privilegi per l’abbazia.
Morì il 3 marzo 803 ad 80 anni di età ed a 50 dalla fondazione del monastero; fu sepolto nella chiesa della stessa abbazia.
Nel Martirologio si celebrano:
SS. Marino e Asterio
A Cesarea in Palestina, ricordo dei SS. Marino, soldato, e Asterio, senatore, martiri sotto l’imperatore Gallieno; il primo, denunciato come cristiano da un commilitone invidioso, testimoniò limpidamente davanti al giudice la sua fede, e conseguì la corona del martirio per decapitazione; essendosi poi Asterio preso cura del corpo del martire, rivestendolo col suo mantello, si narra che abbia anch’egli ricevuto immediatamente l’onore conferito dal martirio.
SS. Emeterio e Cheledonio
A Calahorra in Spagna, ricordo dei SS. Emeterio e Cheledonio, che, militando entrambi nella legione di stanza in Galizia, ed essendo divampata la persecuzione, per essersi confessati cristiani furono condotti a Calahorra e quivi coronati dal martirio.
SS. Cleonico e Eutropio
Ad Amasea nella regione del Ponto, ricordo dei SS. Cleonico e Eutropio, martiri durante la persecuzione dell’imperatore Massimiano, sotto il governatore Ascleopiodato.
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