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Martedì 1 ore 20.30
Il cane deve stare fuori
di Alan Bennett
interpretato da Monica Demuru
traduzione Mariagrazia Gini
Uno dei monologhi scritti dal drammaturgo inglese per un ciclo di brevi sceneggiati televisivi della BBC. Bennett mette in campo umanità smarrite e vite alla deriva, tra vecchiaia, solitudine, sconfitte, ma in alcuni casi, come in questo arriva a descrivere il rapporto fra l’orrore e la quotidianità, con la moglie di un serial killer che copre le tracce dei delitti del marito e continua una normale convivenza con lui. Monica Demuru, una delle attrici più interessanti della scena italiana contemporanea, dà voce al personaggio.
Mercoledì 2 ore 20.30
Il filo dell'acqua. L’alluvione, le alluvioni
di Francesco Niccolini
con Dimitri Frosali, Massimo Salvianti, Lucia Socci
musiche originali di Paolo Coletta
regia di Roberto Aldorasi e Francesco Niccolini
produzione Arca Azzurra Teatro
Tre voci per un canto che intreccia poesia, storia e la memoria di chi c’era. E poi la musica, le immagini, le parole di allora, i telegiornali, le opere d’arte, le prime pagine dei giornali, le voci, il pianto, tutto mischiato, vicino e lontano, in quel contraddittorio, spaventoso e al tempo stesso meraviglioso momento in cui tutto quello che è normalità e quotidianità salta e diventa straordinario e condiviso. Scandito dal ritmo perenne dell’acqua e della pioggia, il poema prende corpo: in scena due uomini, una donna, e un immenso aggrovigliarsi di oggetti travolti dall'acqua. Suoni, rumori, immagini, tutto che scorre. Insieme raccontano e restituiscono il ricordo di quei giorni.
Giovedì 3 ore 22.30
Il calapranzi
di Harold Pinter
traduzione Elio Nissim
con Tino Buazzelli ed Enzo Tarascio
regia Giorgio Bandini
prima messa in onda 23/02/1962
Uno dei testi più noti del grande drammaturgo inglese, in cui prende corpo la sua scrittura fatta di iterazioni, di domande senza risposta, di spirali verbali senza soluzione, qui articolate nel rapporto fra due individui di cui sappiamo poco, e che, durante il corso della commedia comprenderemo essere due killer in attesa di ordini da un capo misterioso e assente. E’ l’occasione per riascoltare un’illustre presenza del teatro italiano, Tino Buazzelli, affiancato da un altro grande attore, entrambi abilissimi nel rendere il complesso gioco linguistico e il sottile scandaglio umano di Pinter.
Venerdì 4 ore 20.30
L’Alluvione nei ricordi di Piero Bargellini, allora sindaco di Firenze, di Enrico Mattei che dirigeva il quotidiano ‘La Nazione’ e attraverso il diario mimino di un sedicenne dell’epoca Massimo Sandrelli. I tre racconti compongono una testimonianza e un monito per i meno giovani e per chi visse quelle tragiche giornate non soltanto nell’esperienza diretta ma anche nelle cronache della televisione e dei giornali. Questi racconti si pongono però anche come una interessante ricognizione sugli eventi per tutti coloro che non possono avere memoria di quella catastrofe.
Sabato 5 ore 20.30Autore e interprete di questo lavoro il giovane artista siciliano compone la storia di un ex artificiere siciliano con una grave malattia agli occhi. Il paziente aspetta il suo turno in un ospedale. L’attesa diventa l’anticamera perfetta di uno spazio personale dove rivelare chi si era prima della malattia e supporre come andrà a finire. Il tempo di attesa è indefinito e informe: il protagonista ci vive dentro in una costante altalena tra presente, passato e futuro. Si ricorda chi era e immagina chi vorrà essere. Intanto prepara un fuoco d'artificio che deve esplodere in tempo o forse mai.
Cosa hanno in comune la sanità e la polvere da sparo?
Accanto all’attore la tromba di uno dei giovani musicisti più interessanti del momento, fra jazz e sperimentazione.
1^ capitolo
La Vita Ferma è uno spazio mentale dove si inscena uno squarcio di vita di tre vivi qualunque - padre, madre, figlia - , attraverso l’incidente e la perdita. Una riflessione sul problema del dolore-ricordo, sullo strappo irriducibile tra i vivi e i morti. Un dramma di pensiero in tre atti che accoglie, sviluppa e inquadra il problema della complessa, sporadica e sempre piuttosto colpevolizzante, gestione interiore dei defunti. Un toccante spettacolo non sulla morte, ma sul ricordo di chi non c’è più, profondamente reinventato da chi invece vive. E’ l’ultimo lavoro di una scrittrice che è senza dubbio una delle voci più intense e innovative della nuova drammaturgia italiana.
2^ capitolo
Martedì 8 ore 22.30
La vita ferma. Sguardi sul dolore del ricordo
dramma di pensiero in tre atti scritto e diretto da Lucia Calamaro
con Riccardo Goretti, Alice Redini, Simona Senzacqua
3^ capitolo
Mercoledì 9 ore 22.30
Prove d'autore. Scene di varietà
Diciotto scenette di rivista di Harold Pinter
traduzione Alessandra Serra, libero adattamento Simone Carella
interpreti cantanti: Agata Lombardo, Tamara Triani, Vittoria Di Pace, Alessandro Riceci
interpreti attori: Giada Prandi, Filippo Dionisi, Francesco Siciliano
con l'affettuosa e amichevole partecipazione di Roberto Benigni
e con i musicisti Giorgio Scordino, Salvatore Zampataro, Carlo Cossu, Juan Pablo Simoniello, Giovanni Lo Cascio, Tiziana Picchiarelli
aiuto regia Anna Antonelli
musiche originali di Arturo Annechino
regia di Simone Carella
prima messa in onda 16/5/2003
Alcune piccole pièces scritte in gioventù da quello che diventerà uno degli autori più importanti della drammaturgia contemporanea. Le rielabora Simone Carella, scomparso nel settembre scorso, regista e animatore della stagione delle cantine romane degli anni Settanta e di quel profondo rinnovamento del teatro di quegli anni. Proprio negli spazi animati da Carella esordiva il giovanissimo Roberto Benigni, che qui si presta al gioco chiudendo la carrellata di scenette.
Giovedì 10 ore 21.00Rosso, inedito in Italia, negli Stati Uniti è stato un caso. Premiato con sei Tony Award nel 2010, ha decretato il successo del suo autore, drammaturgo nonché sceneggiatore al fianco dei più importanti registi americani: da Scorsese a Tim Burton fino a Spielberg, per cui ha scritto Lincoln.
Il testo s'ispira alla biografia del pittore americano Mark Rothko, maestro dell'espressionismo astratto, che alla fine degli anni Cinquanta ottenne la più importante commissione della storia dell’arte moderna, una serie di dipinti murali per il ristorante Four Season di New York.
Ne emerge il ritratto di un uomo ambizioso, egocentrico e vulnerabile, uno dei più grandi artisti-filosofi del '900, per il quale "La pittura è quasi interamente pensiero. Metter il colore sulla tela corrisponde al dieci per cento del lavoro. Il resto è attesa”. Per Ferdinando Bruni è l’occasione per una prova d’attore a 360 gradi in cui il gesto pittorico e quello teatrale si completano e si confondono.
Il libro della scrittrice francese ripercorre la storia del suo Paese a partire dal secondo dopoguerra in maniera del tutto originale, mettendo insieme memorie personali, richiami di avvenimenti politici e sociali, canzoni, luoghi, nomi, descrivendo così i tanti cambiamenti avvenuti nelle abitudini comuni e nelle prospettive dell’intera società della nazione. Sonia Bergamasco ha selezionato due capitoli del libro della Ernaux e li propone all’interno del week end in cui Radio3 si trasferisce a Perugia con molte delle sue trasmissioni, con l’intento di tornare a riflettere su storia e cultura della Francia, ad un anno dai tragici attentati avvenuti nel centro di Parigi.
Venerdì 11 ore 22.30Trent’anni fa perdeva la vita in un tragico incidente Annibale Ruccello, appena trentenne, che ci lasciava un nucleo di opere di grande interesse, costantemente riprese sulle scene italiane. Riprendiamo dai nostri archivi una versione realizzata per la radio in cui l’autore e attore napoletano Enzo Moscato, amico di Ruccello, interpreta uno dei suoi testi più interessanti, dando voce a tutti i personaggi, entrando così in quel mondo di travestiti circondato da tensioni e paure, e proiettato verso sentimenti e amori vissuti solo con la fantasia.
Sabato 12 ore 17.05
in diretta dal Complesso Monumentale di S. Pietro a Perugia
Gli anni di Annie Ernaux
traduzione Lorenzo Flabbi
drammaturgia e interpretazione di Sonia Bergamasco
nell’ambito di Radioeuropa. Un weekend con Radio3 a Perugia. Noi e la Francia
Un altro capitolo tratto dal volume della scrittrice francese che ripercorre la storia della sua nazione mettendo insieme suggestioni private ed eventi collettivi.
Sabato 12 ore 22.30Il Natale, festa della famiglia e degli affetti più di ogni altra, è il momento in cui solitudini e disagi interiori si fanno più acuti. Steven Berkoff, autore britannico sospeso sempre tra uno sguardo lucido e consapevole fino alla durezza e un’amara ironia, mette in scena un individuo che nei giorni delle festività natalizie si trova a fare i conti con se stesso e con il mondo che lo circonda, entrando in un vortice di pensieri sempre più soffocante e senza uscita.
Domenica 13 ore 20.30
Giuseppe Di Donna. Un Monsignore in motocicletta
scritto e interpretato da Michele Sinisi
Nel 1939, dopo gli anni trascorsi da missionario in Madagascar, Giuseppe Di Donna viene nominato Vescovo di Andria, in Puglia, e interpreta il suo ruolo come una vera e propria missione sociale, trovandosi a vivere il periodo difficile del dopoguerra e le lotte feroci tra proprietari terrieri e contadini dell’inizio degli anni Cinquanta. Michele Sinisi, nato nella cittadina pugliese, ha raccolto le memorie di quella vicenda lontana nel tempo, raccontandola in una ricostruzione che mette in campo le tante figure e il complesso sfondo delle vicende sociali di quegli anni.
Lunedì 14 ore 20.10
Mercoledì 16 ore 22.30
Non ho tempo di badare ai miei killer
di Nino Gennaro
uno spettacolo ideato e diretto da Massimo Verdastro e Giuseppe Cutino
con Massimo Verdastro e Giuseppe Sangiorgi
consulenza musicale Marco Ortolani
produzione Teatro Biondo Palermo
in collaborazione con Compagnia Massimo Verdastro
Corleonese di nascita e palermitano di adozione, Gennaro è sempre stato ai margini, nel senso più crudo e autentico, ed ha sempre rifiutato vetrine e convenzioni. A venti anni dalla sua scomparsa, lo spettacolo, prende il titolo da una frase dello stesso Gennaro, non priva di ironia, coniata durante gli anni della malattia e presente in uno dei suoi ultimi scritti. E’ un’antologia composta da Una divina di Palermo, che ha rivelato la forza poetica e drammaturgica dello scrittore di Corleone, La via del sexo, Rosso Liberty, ed altri scritti editi e inediti. Brani di diversa natura, che trattano gli argomenti più disparati, con i modi e i registri più diversi, ma con una comune urgenza: “l’urgenza di essere detti”.
Giovedì 17 ore 21.00L’avventuriero veneziano immaginato all’età 53 anni, fra la stanchezza e l’imminente senilità e l’attrazione di nuove seduzioni. E’ uno dei capolavori narrativi di Arthur Schnitzler che con questo racconto del 1918 ci rivela la tragicommedia della coscienza moderna, sganciata dai valori della tradizione, attenta ai propri istinti e ai propri falsi valori, nel tentativo di sfuggire alla vecchiaia e alla morte. Il cuore del testo è quindi un freudiano scontro fra Amore e Morte, segnato dall’angoscia della fine di un’epoca “felice”. Torna dunque da un’angolazione ancora diversa, l’indagine sul mistero dell’amore, al quale Tiezzi e Lombardi hanno già dedicato Un amore di Swann di Marcel Proust, rappresentato con successo nel 2012 e nel 2013, e Non si sa come di Luigi Pirandello, spettacolo molto apprezzato da pubblico e critica nel corso dell’ultima stagione.
Venerdì 18 ore 21.00Sabato 19 ore 21.00
in diretta dalla Sala A di via Asiago, Roma
Madame Marguerite
di Roberto Athayde
traduzione Monica Capuani
con Elisabetta Pozzi
musiche di Daniele D’Angelo
regia Serena Sinigaglia
produzione ATIR
La signorina Margherita è un’insegnante, ma nel delineare questa figura l’autore non pensa soltanto all’istituzione scolastica ma alle mille forme che può assumere l’autorità, alle coercizioni più sottili, alle strutture educative che non possono non essere impositive e verticali. L’aula di insegnamento rispecchia il potere della famiglia, il potere dello stato sui cittadini e, infine, quello dell'attore sul pubblico. Non a caso il testo fu scritto da Athayde quando in Brasile governava la dittatura militare.
Domenica 20 ore 20.30Lunedì 21 ore 22.30
Muta Imago
Fare un fuoco
racconto sonoro tratto da Preparare un fuoco di Jack London
traduzione Davide Sapienza
drammaturgia e voce narrante Riccardo Fazi
musiche originali V.L. Wildpanner
regia Claudia Sorace
produzione Muta Imago
La compagnia teatrale, che ha acquisito notorietà costruendo spettacoli soprattutto basati sull’immagine, come fa intuire lo stesso nome del gruppo, si cimenta ormai da tempo con il suono, creando operazioni puramente acustiche, come in questo caso in cui il racconto di London diventa lo spunto per una sottile partitura di intreccio tra parola e sonorità. La collocazione di questo lavoro non è casuale, Jack London morì nella notte tra il 21 e il 22 novembre di cento anni fa.
Martedì 22 ore 21.00
in diretta dalla Sala A di via Asiago, Roma
Serata d’onore per Massimo De Francovich
al pianoforte Alessandro Stella
con la partecipazione di Manuela Mandracchia, Marta Richeldi, Maximilian Nisi
E’ divenuta una tradizione del mese del teatro di Radio3 dedicare una serata ad una figura importante del teatro italiano. Così De Francovich attraverserà, con le sue memorie e con frammenti di alcuni testi, la sua lunga carriera trascorsa accanto ai nomi eccellenti della regia e ad illustri colleghi. Saranno presenti alla serata amici e compagni di scena, in una carrellata che ricomporrà per tappe momenti gloriosi della scena italiana e il profilo di quello che si può definire un vero grande attore.
Mercoledì 23 ore 21.00Un testo di rara intensità che la regista Renata Palminiello ha diretto con maestria per un’attrice sensibile e di forte temperamento come Valentina Sperlì.
Una storia, un linguaggio ed uno stile che commuovono e divertono, con leggerezza ed ironia, anche attorno ad un tema così delicato come il ‘fine vita’: Ci si può assumere la responsabilità della morte di un uomo, dopo aver rifiutato quella della sua esistenza? È quanto accade a Lady Mora, la spregiudicata chiromante protagonista del racconto, quando, unica parente rimasta in vita, è chiamata a decidere il destino di un cugino entrato in coma. Anni prima, fuggì il suo amore. Oggi, lo abbandonerà di nuovo?
La giovane formazione ripropone in una versione radiofonica realizzata per l’occasione alcune parti del lungo lavoro di ricerca realizzato incontrando persone che per vari motivi transitano o passano periodi più lunghi in una stazione ferroviaria. Le voci dei tre attori ripropongono quei frammenti di esistenze, quelle considerazioni elaborate nel corso di vite difficili e spesso trascorse ai margini della società, ma restituendo anche i toni ironici e grotteschi che certe situazioni creano naturalmente. Così come l’altoparlante della stazione emette comunicazioni di servizio insieme a frasi insensate e strampalate.
Venerdì 25 ore 21.00
in diretta dalla Sala A di via Asiago, Roma
Non sono stata finita
poemetto per corpo e voce ispirato ad una storia vera
scritto, diretto e interpretato da Clara Galante
al pianoforte Cinzia Pennesi
produzione Marioletta Bideri per BIS TREMILA
in occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne
Sabato 26 ore 20.30
Salario
ovvero Storie di Italiani e Francesi, di orsi ammaestrati, di arrampicate sugli olmi, di trucchi di magia e di America
di Gualtiero Burzi e Mauro Pescio
con Gualtiero Burzi
musiche originali Gianni Coscia
regia Mauro Pescio
Una strage di lavoratori italiani avvenuta nel 1893 e oggi dimenticata. Avvenne ad Aigues Mortes, in Francia e, a partire da alcuni contrasti tra lavoratori locali e gli immigrati italiani impegnati nelle saline, si passò ad una campagna di diffamazione nei confronti degli italiani che portò ad una feroce azione omicida nei confronti di un gruppo di nostri connazionali. Gli autori ricompongono quelle vicende secondo le linee più solide del teatro di narrazione, intessendo vicende personali e considerazioni più generali sui temi del lavoro, dello sfruttamento, dell’odio raziale.
Lunedì 28 ore 21.00
in diretta dalla Sala A di via Asiago, Roma
Il giorno che me ne andrò
scritto e diretto da Valeria Patera
tratto da Al giardino ancora non l’ho detto di Pia Pera
con Maria Paiato
al violoncello Giovanna Famulari
musica originale Vache Sharafyan
drammaturgia del suono di Dario Arcidiacono
Il libro da cui è tratto lo spettacolo raccoglie la commovente autobiografia della scrittrice, traduttrice e autrice di libri e rubriche di giardinaggio Pia Pera.
“Un giorno di giugno di qualche anno fa”, Pia si era accorta di zoppicare impercettibilmente “poco più di una disarmonia nel passo”. Alla donna era stata diagnosticata, la sclerosi laterale multipla. Il suo rigoglioso giardino, suo vanto e specchio della sua anima, non poteva più essere seguito come aveva fatto fino ad allora. Nel suo piccolo Eden la scrittrice si era accorta con rammarico che anche raccogliere frutta e ortaggi era diventato complicato. E’ su questa sottilissima traccia interiore che si muove l’attrice con la sua consueta finezza interpretativa.
Sembra una fiaba crudele dei fratelli Grimm. Invece s’ispira a una storia vera, accaduta a Mosca negli anni violenti e poverissimi di Boris Eltsin. Ivan ha undici anni e racconta una storia successa sette anni prima, quando aveva quattro anni, ma la racconta come se stesse accadendo ora. Estraneo in casa propria, Ivan scappa, indossa il suo cappotto più pesante, i guanti di lana, s’infila in tasca due pacchetti di patatine ed esce per le strade. La percezione del mondo ‘fuori’ è acuta e scarna, scandita dalla fame e dall’inverno. In giro solo estranei e bugiardi, dall’ostile donna del chiosco, ai barboni, agli ubriachi, ai poliziotti, ai bombzi (i senza tetto con nessuno al mondo), ai ragazzini che sniffano colla… Ivan preferisce allora vivere in compagnia dei cani, impara ad abbaiare, a ringhiare, a ululare, divide con loro il cibo e dorme nelle loro tane. È l’unico modo che trova per sopravvivere alle strade di Mosca.
Mercoledì 30 ore 21.00Lo studio in cui Pirandello visse gli ultimi anni della sua vita e nel quale spirò è in via Bosio a Roma, ed è un luogo poco conosciuto agli stessi abitanti della città. Sarà da qui che verrà trasmessa la serata di chiusura del mese del teatro di Radio3, facendo rivivere la voce di Marta Abba attraverso le sue lettere, lette da Sara Bertelà, mentre le risposte del drammaturgo saranno affidate alla voce registrata di Enzo Vetrano che aleggerà negli spazi dell’appartamento. Un percorso parallelo di tensioni sentimentali e di considerazioni artistiche, di dolorose esperienze di vita quotidiana sul palcoscenico. Un omaggio al grande scrittore alla vigilia del centocinquantesimo anniversario della nascita, che verrà celebrato il prossimo anno.