Kazimir Malevich
Malevich (Kiev, 1878 - San Pietroburgo, 1935) fu un pittore russo, pioniere dell’astrattismo geometrico e delle avanguardie russe. Nei primi anni della sua carriera sperimentò vari stili moderni e partecipò alle principali mostre dell’avanguardia. Durante l’ultima mostra futurista, che si tenne nel 1915 a Pietrogrado, lanciò il Suprematismo, con la sua pittura astratta e geometrica. Dal 1919 studiò le applicazioni tridimensionali del suprematismo con dei modellini architettonici. Negli ultimi anni della sua vita iniziò a dipingere in maniera figurativa.
Dal punto di vista dei suprematisti, le apparenze esteriori della natura non sono di alcun interesse, l’oggetto in sé non significa nulla. E’ quindi necessario “distruggere” gli oggetti per staccare l’opera dagli stereotipi basati sul predominio della rappresentazione e della visibilità.
Malevich considera la pittura impressionista e quella cubista come momenti decisivi nella dissoluzione degli oggetti. In particolare esprime una considerevole stima proprio per i principali esponenti di questi movimenti artistici: Cézanne e Picasso.
Con il Suprematismo, l’arte non deve più riprodurre nulla dell’ordinario visibile. La pittura viene condotta da Malevich al massimo grado di emancipazione e rinuncia al culto delle apparenze. La scelta di utilizzare per i suoi quadri il monocromatismo bidimensionale (cioè un unico colore e due sole dimensioni), dimostra la critica nei confronti di una pittura incaricata di rappresentare il mondo. Per questo artista è fondamentale riuscire a liberare lo sguardo dall’abitudine, vedere le cose da una prospettiva nuova, diversa, ironica. La sua passione per il colore ebbe un ruolo molto importante: nelle sue opere rettangoli di tutte le forme e colori, fluttuano su fondi bianchi.