Jackson Pollock
Pollock, nato a Cody nel 1912 e morto a Long Island nel 1956, fu un pittore statunitense, considerato tra i maggiori rappresentanti dell’Espressionismo astratto, o Action Painting, in altre parole della gestualità dell’atto pittorico.
Gli elementi fondamentali del suo lavoro sono la pittura d’azione, il dripping (sgocciolatura) e il rifiuto della pittura a cavalletto, in cui è evidente l’influenza dell’arte dei nativi americani, che operavano con modalità molto simili.
Secondo Pollock, l’azione è l’opposto della rappresentazione. Dalla rappresentazione nasce una forma, mentre dall’azione nasce il gesto.
Nel 1947 egli abbandona la pittura tradizionale a cavalletto per dedicarsi interamente a tele di grandi dimensioni che adopera fissandole per lo più a terra. In questo modo si ha come effetto la perdita dei consueti punti di riferimento della visione verticale, e l’adozione di un nuovo punto di vista dinamico. Pollock sosteneva di trovarsi molto più a suo agio sul pavimento, poiché così si sentiva più vicino al quadro, poteva camminarci intorno, lavorarci da tutti e quattro i lati ed essere quindi letteralmente dentro di esso.
Pollock si muoveva energicamente attorno alle tele facendo sgocciolare il colore o schizzandolo direttamente mediante l'uso di bastoni o pennelli o direttamente dal tubetto. Lavorava alla tela come a un disegno, cioè senza prima fare bozzetti o schizzi. Spesso nelle sue opere inseriva materiali: mozziconi di sigarette, bottoni, chiodi e utilizzava le impronte delle mani e delle dita. A volte anche la pellicola, che si formava sui barattoli di vernice aperti, veniva lanciata sulla tela.