Puntate
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Libri in archivio - Ed. 2014/2015
"La Resistenza perfetta" e "Un cielo pieno di nodi"
Giovanni De Luna e Teresa Vergalli
Sono decenni, ormai, che la Resistenza è sottoposta a uno scrutinio costante da parte di storici, ma anche di giornalisti e opinionisti. E se una volta poteva essere provocatorio fare le pulci al mito dei partigiani e parlare di guerra civile mettendo sullo stesso piano le fazioni in lotta, oggi molta di questa vulgata è diventata un sottofondo dato quasi per scontato. Il rischio è che ci dimentichiamo, e le giovani generazioni non sappiano mai, quanto di nobile, puro e davvero all’altezza del suo mito c’è stato nella lotta partigiana.
Nel settantesimo anniversario della Liberazione, Giovanni De Luna ha voluto mettere di nuovo a punto un’immagine della Resistenza che si stava offuscando. Con grande efficacia, De Luna ha scelto una storia, un luogo, alcuni personaggi: un castello in Piemonte, una famiglia nobile che decide di aiutare i partigiani, la figlia più giovane, Leletta d’Isola, che annota sul suo diario quei mesi terribili ma anche meravigliosi in cui comunisti e monarchici, aristocratici e contadini, ragazzi alle prime armi e ufficiali dell’ex esercito regio lottarono, morirono, uccisero per salvare la loro patria, la loro libertà, il futuro di una nazione intera.
Mesi in cui, tra il cortile della sua villa di famiglia e le montagne tutt’attorno, si formò veramente quell’unità che diede origine al mito della Resistenza. Certo, quell’unità e quella tensione ideale furono di breve durata, e a partire dal 25 aprile del 1945 ognuno avrebbe percorso la sua strada. Ma per Leletta, e per tantissimi italiani, restò sempre nella memoria il ricordo di una “Resistenza perfetta”, non come ideale irraggiungibile, ma come concreta realizzazione, capace di salvare la patria. Lavorando con grande acume storico a cavallo tra dimensioni locali e grandi scenari, e tra storie personali e dibattiti storiografici, De Luna ci restituisce la consistenza storica di un movimento che fu davvero una lotta per la libertà, in cui si impegnarono italiani di ogni provenienza, ceto e credo politico, capaci di riscattare con il loro impegno e i loro sacrifici (a volte tremendi) una nazione intera, umiliata dal fascismo e dalla guerra.
Una microstoria che diventa una finestra su un periodo decisivo del nostro Paese.
Il romanzo ripercorre alcuni episodi della guerra partigiana, fornendone una visione non retorica e attenta ai dettagli quotidiani allargando la visuale alla vita contadina nell’Emilia del periodo fascista. La narrazione, sul filo della memoria di una giovane partigiana, procede per piccoli quadri che, alla fine, danno conto non solo delle storie private, ma anche di una parte significativa della storia del nostro Paese.
Ciò che piú resta dalla lettura del libro è la coerenza di un percorso e la capacità di trasmetterne l’es- senziale anche attraverso «Il cielo pieno di nodi». E, forse sopratutto, per quel tocco di leggerezza e curiosità «giovanili» che l’autrice mette nel ricordare le caotiche e poco raccontate esperienze della formazione dell’Italia democratica.
Nel settantesimo anniversario della Liberazione, Giovanni De Luna ha voluto mettere di nuovo a punto un’immagine della Resistenza che si stava offuscando. Con grande efficacia, De Luna ha scelto una storia, un luogo, alcuni personaggi: un castello in Piemonte, una famiglia nobile che decide di aiutare i partigiani, la figlia più giovane, Leletta d’Isola, che annota sul suo diario quei mesi terribili ma anche meravigliosi in cui comunisti e monarchici, aristocratici e contadini, ragazzi alle prime armi e ufficiali dell’ex esercito regio lottarono, morirono, uccisero per salvare la loro patria, la loro libertà, il futuro di una nazione intera.
Mesi in cui, tra il cortile della sua villa di famiglia e le montagne tutt’attorno, si formò veramente quell’unità che diede origine al mito della Resistenza. Certo, quell’unità e quella tensione ideale furono di breve durata, e a partire dal 25 aprile del 1945 ognuno avrebbe percorso la sua strada. Ma per Leletta, e per tantissimi italiani, restò sempre nella memoria il ricordo di una “Resistenza perfetta”, non come ideale irraggiungibile, ma come concreta realizzazione, capace di salvare la patria. Lavorando con grande acume storico a cavallo tra dimensioni locali e grandi scenari, e tra storie personali e dibattiti storiografici, De Luna ci restituisce la consistenza storica di un movimento che fu davvero una lotta per la libertà, in cui si impegnarono italiani di ogni provenienza, ceto e credo politico, capaci di riscattare con il loro impegno e i loro sacrifici (a volte tremendi) una nazione intera, umiliata dal fascismo e dalla guerra.
Una microstoria che diventa una finestra su un periodo decisivo del nostro Paese.
Il romanzo ripercorre alcuni episodi della guerra partigiana, fornendone una visione non retorica e attenta ai dettagli quotidiani allargando la visuale alla vita contadina nell’Emilia del periodo fascista. La narrazione, sul filo della memoria di una giovane partigiana, procede per piccoli quadri che, alla fine, danno conto non solo delle storie private, ma anche di una parte significativa della storia del nostro Paese.
Ciò che piú resta dalla lettura del libro è la coerenza di un percorso e la capacità di trasmetterne l’es- senziale anche attraverso «Il cielo pieno di nodi». E, forse sopratutto, per quel tocco di leggerezza e curiosità «giovanili» che l’autrice mette nel ricordare le caotiche e poco raccontate esperienze della formazione dell’Italia democratica.