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Regolamento Elezioni Regionali 2010
La lettera di Santoro al Direttore Masi
Il 9 Febbraio la Commissione parlamentare di Vigilanza RAI ha approvato un regolamento che, nell’ultimo mese di campagna elettorale, di fatto impedisce alla nostra trasmissione di andare in onda nella sua forma consueta.
Nei 30 giorni prima del voto infatti potranno andare in onda solo le tribune regolamentate dalle norme della comunicazione politica, se Annozero vorrà continuare la sua programmazione, dovrà sottostare alle direttive che regolamentano questo tipo di trasmissioni.
Pubblichiamo qui sotto la lettera che Michele Santoro ha mandato al Direttore generale della Rai Mauro Masi chiedendo di andare in onda senza politici.
Vi proponiamo anche la nota dell’Avvocato Paola Rizzo scritta per Annozero sul Regolamento della Commissione.
Oggetto: Regolamento Elezioni Regionali 2010
Gentile Direttore,
la legge istitutiva della par condicio prevede una netta distinzione tra programmi di comunicazione politica e programmi di informazione. Riguardo ai programmi di informazione la legge indica la necessità di adottare criteri specifici per quarantacinque giorni, tenendo conto della data di convocazione dei comizi elettorali.
In una sua delibera, l’ AGCOM sottolinea che la Corte Costituzionale ha stabilito come “le regole più stringenti che valgono per la comunicazione politica non si attaglino alla diffusione di notizie nei programmi di informazione”.
Sempre l’AGCOM ha fatto rilevare come la Corte Costituzionale, a proposito dell’art. 2 della legge del 2000 sulla Par condicio abbia stabilito che non si possono trasporre i criteri dettati per la comunicazione politica nei programmi di informazione, che secondo la Corte “certamente costituiscono un momento ordinario, anche se tra i più caratterizzanti dell’attività radiotelevisiva”.
L’AGCOM ha concluso che “l’espressione diffusione di notizie” secondo la Corte va intesa “nella sua portata più ampia, comprensiva quindi della possibilità di trasmettere notizie in un contesto narrativo-argomentativo ovviamente risalente alla esclusiva responsabilità della testata”.
L’AGCOM ha quindi concluso che le disposizioni in vigore per i programmi di comunicazione politica “non si applicano alla diffusione di notizie nei programmi di informazione”. Perche’ la Corte Costituzionale ha posto in rilievo come “il diritto all’informazione, garantito dall’articolo 21 della Costituzione, venga qualificato e caratterizzato, tra l’altro, sia dal pluralismo delle fonti cui attingere conoscenze e notizie – così da porre il cittadino in condizione di compiere le proprie valutazioni avendo presenti punti di vista e orientamenti culturali e politici differenti – sia dall’obiettività e dall’imparzialità dei dati forniti, sia infine dalla completezza, dalla correttezza e dalla continuità dell’attività di informazione erogata”. “Il diritto alla completa ed obiettiva informazione del cittadino appare dunque” – prosegue la Corte “tutelato in via prioritaria soprattutto in riferimento a valori costituzionali primari, che non sono tanto quelli (…….) della pari visibilità dei partiti, quanto piuttosto quelli connessi al corretto svolgimento del confronto politico su cui in permanenza si fonda ( ….)il sistema democratico”.
Il Regolamento della Commissione Parlamentare di Vigilanza, recentemente approvato, diversamente da quanto previsto dalla legge, e da quanto stabilito dalla Corte Costituzionale, sovrappone comunicazione politica (le cosiddette tribune) e informazione (i programmi d’approfondimento) con conseguenze molto gravi.
In primo luogo è intaccato il principio costituzionalmente rilevante della libertà d’espressione e irrimediabilmente ferita l’autonomia dei giornalisti.
In secondo luogo risulta limitato il diritto di cronaca e viene operata una sospensione del servizio pubblico del quale le trasmissioni come Annozero rappresentano un genere fondamentale.
In terzo luogo viene esautorato il Consiglio di Amministrazione, cui viene sottratta la funzione primaria di indirizzo sulla programmazione radiotelevisiva, viene danneggiata gravemente la Rai dal punto di vista economico, si altera la concorrenza a favore di Mediaset, si colpiscono le remunerazioni delle redazioni.
Ma soprattutto si conferma la tendenza, già in atto, ad ingabbiare i programmi di approfondimento informativi sottoponendoli, anche fuori dai periodi elettorali, a regole improprie.
Per tutte queste ragioni io ritengo che la Rai dovrebbe resistere disapplicando le prescrizioni del Regolamento, rese in manifesta violazione della lettera della legge sulla par condicio e in contrasto con le sentenze interpretative della Corte Costituzionale, adottando il Regolamento precedentemente approvato dalla stessa Commissione.
Eventuali procedimenti sanzionatori sarebbero non solo contestabili, per le ragioni sopra accennate, ma consentirebbero al giudice di chiedere alla Corte Costituzionale di pronunciarsi sia su disposizioni che violano diritti costituzionalmente garantiti, sia sull’indebito sconfinamento della Commissione che usa il Regolamento non per attuare la legge ma per modificarla, sostituendosi ai poteri legislativi dell’intero Parlamento.
Per quanto attiene alle mie decisioni, Annozero potrà comunque continuare ad andare in onda con cadenza settimanale, senza politici, anche in giorni diversi dalla sua normale programmazione, per il periodo indicato, con obiettività, completezza e imparzialità .
Naturalmente l’Azienda potrà assumere decisioni diverse da quelle da me prospettate assumendosene tutte le responsabilità.
Qui la nota dell’Avvocato Paola Rizzo al Regolamento della Commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai del 9 Febbraio 2010.
Uno strumento per capire come la Commissione si sia attribuita compiti e funzioni che la Legge 28 del 2000 (quella sulla par condicio) delega alla Rai.