Immigrazione e media, un problema aperto


Photo by Sara Prestianni

L'immigrazione è uno di quei temi che continua a dominare il dibattito pubblico. Al di là del risvolto politico, legislativo, culturale e sociale, c’è un aspetto che non può essere sottovalutato. Ed è quello della relazione con i media. Lo conferma il 4 rapporto curato dalla "Carta di Roma" e ampiamente illustrato dal sociologo Ilvo Diamanti. Un'inchiesta che ha evidenziato come il tema dell'immigrazione nel 2016 è aumentato di oltre il 10% rispetto al 2015 sui media in generale.
Dice Ilvo Diamanti che "nell'ultimo anno i servizi dedicati all'argomento nei telegiornali risultano 2954, con una media di quasi 10 notizie al giorno. Insomma, gli immigrati sono divenuti un tema dominante di cronaca e di dibattito pubblico". Una crescita di attenzione da parte dei media – dalla carta stampata ai vari talk televisivi ai social, soprattutto - che conferma come il l'immigrazione continui ad essere un argomento di forte interesse nella pubblica opinione, che suscita sentimenti opposti e confliggenti. Dalla paura dello "straniero" alla volontà di "accoglienza", dal timore di essere "invasi" alla necessità di favorire e promuovere "l'integrazione". Ma il dato di particolare interesse, dome evidenzia lo stesso Diamanti, è che "la frequenza degli articoli e dei titoli non si riflette sulla drammatizzazione narrativa dell'argomento. Gli sbarchi continui degli immigrati, infatti, sui media non fanno più grande rumore. L'invasione degli immigrati sui media, nell'ultimo anno, si presenta e viene presentata, invece, come un fenomeno 'normale’, nella sua costante crescita.
Anche se le polemiche e l'allarme sui migranti non sono cessati. Non si sono spenti".
Insomma, dal Rapporto emerge che il tema dell'immigrazione nell'ultimo periodo appare quasi come un'emergenza normale. Trattata prevalentemente dalla politica in chiave europea.
Dove, invece, il dibattito è più forte, e forse anche più violento, è sui social. Ed è proprio qui che la comunicazione rischia di diventare più violenta proprio quando si parla di migranti e di immigrazione. E, forse, la maggior "sorveglianza" andrà fatta proprio su questo versante.
Per questo, quindi, nel futuro occorrerà prestare maggior attenzione alla presenza degli immigrati sui media. Sui diversi canali di informazione. Per evitare, proprio come evidenzia Diamanti, "la scissione fra la normalizzazione del fenomeno sui media tradizionali e la drammatizzazione che subisce sui media nuovi ed immediati".
E anche il Prix Italia, cioè il più antico e prestigioso concorso internazionale per programmi Radio, Tv e Web della Rai non può sicuramente essere estraneo a questo tema e ai risvolti e alle ricadute concrete che questo fenomeno continua ad avere nella società contemporanea.