C’era una volta un tempo in cui immigrazione e migrazione potevano essere mantenute separate. A quel tempo, secondo Umberto Eco, che scrisse di questo tema negli anni ’90, la prima poteva essere controllata politicamente, la seconda no.
Ma ora la distinzione tra migrazione e immigrazione si è sfaldata, dice il sociologo Zygmunt Bauman. Negli ultimi anni, abbiamo assistito a profondi cambiamenti all’interno dello stesso fenomeno migratorio, con una crescita nel numero di rifugiati e richiedenti asilo.
Occorrerebbe fare di più per promuovere gli aspetti positivi della migrazione, secondo gli esperti, operatori umanitari e giornalisti, riuniti a Roma per l’East Forum 2016. I migranti possono essere un grande vantaggio per i paesi in cui arrivano, come i migranti europei lo sono stati per gli Stati Uniti.
I giornalisti si occupano di migrazione e delle sue storie di tragedia e speranza giorno dopo giorno, ma a volte è importante far ricorso ad una prospettiva di più ampio respiro.
“Quello che sta succedendo è qualcosa di grande, alcuni lo definiscono addirittura ‘biblico’ nelle sue dimensioni, e non sempre è facile mettere tutto a fuoco”, dice Myrta Merlino, giornalista a LA7.
L’Europa e il dilemma della solidarietà
La migrazione ha cambiato l’Europa, l’ha rimodellata. E parlare di migrazione significa anche parlare del modo in cui l’Europa ha reagito e ha gestito la situazione.
Secondo Stephane Jaquemet, rappresentante regionale dell’UNHCR per il sud Europa, “il futuro dell’Europa sarà incentrato sulla migrazione”. Ha anche fatto notare che se c’è una “crisi”, probabilmente si tratta di una “crisi di identità”.
“L’anno scorso circa un milione di persone sono arrivate in Europa e questo è stato considerato una crisi, specialmente in seguito alla decisione di alcuni paesi membri di chiudere i propri confini. È un’emergenza, non una crisi”, ha affermato Jaquemet.
“Specialmente se guardiamo ad altri numeri: il Libano ha una popolazione di 4 milioni di abitanti ed ospita 1,5 milioni di rifugiati. Lampedusa, un’isola di 6,000 abitanti, ha accolto circa 50,000 persone”.
Per l’UNHCR, c’è una questione che determinerà il futuro dell’Europa: la solidarietà. Ovvero “aprire realistici passaggi legali verso l’Europa, sia per migranti sia per rifugiati”.
Al momento, la via più utilizzata è nuovamente quella attraverso il Mediterraneo verso l’Italia, dopo il netto calo di arrivi in Grecia a seguito dell’accordo Turchia-Ue.
Le difficoltà dell’accoglienza
Giornalisti di varie emittenti europee hanno raccontato le difficoltà dei sistemi di accoglienza e integrazione in diversi paesi, dalla Grecia all’Italia.
Myrta Merlino, giornalista a LA7, ha detto che mentre l’impegno per soccorrere le persone in mare è stato evidente, soprattutto a partire dal tragico naufragio davanti le coste di Lampedusa nel 2013, il sistema di accoglienza è stato più volte criticato. Questo soprattutto a causa delle condizioni critiche di alcuni dei centri di accoglienza.
Tuttavia, l’Italia sta tentando di aumentare il numero di posti disponibili in accoglienza, facendo affidamento anche sui contributi delle autorità territoriali, ha chiarito Domenico Manzione, sottosegretario al ministero degli interni italiano. Lo stesso vale per l’integrazione, che dovrebbe comprendere educazione, salute, lavoro e molti altri aspetti, che non sempre è facile fornire in un momento in cui la crisi migratoria impatta sulla preesistente crisi economica, ha detto Manzione.
“E comunque,” ha concluso, “quando queste persone arrivano, non importa se siano migranti economici o richiedenti asilo, abbiamo il dovere di aiutare e accogliere tutti loro”.
Migrazione e sicurezza
Un altro aspetto cui i mezzi di informazione devono prestare attenzione è la questione della sicurezza.
Un’informazione corretta è fondamentale per evitare di far passare messaggi sbagliati, per esempio collegare le traversate del mare con il rischio che terroristi sbarchino sulle coste europee”.
“Uno sforzo in questo senso deve essere fatto dai giornalisti,” ha detto Myrta Merlino, “ma anche dalle istituzioni che devono comunicare apertamente quanto stanno facendo”.
Quando si parla di sicurezza, uno dei principali obiettivi è quello di fermare i trafficanti. In Italia, la Direzione Nazionale Antimafia è uno degli attori in questa battaglia, e si coordina con Eurojust, l’agenzia dell’Unione europea che si occupa di cooperazione giudiziaria in materia penale.
La migrazione è un tema complesso da affrontare, anche perché finisce con l’intrecciarsi con altre questioni, come il terrorismo.
“Lo Stato Islamico lucra sul flusso dei migranti,” ha affermato Franco Roberti, procuratore generale della Direzione Nazionale Antimafia.
“Le indagini hanno mostrato che l’Isis prende tangenti sui passaggi in mare”
Da questo punto di vista l’Europa è messa alla prova. Affrontare queste sfide significa che maggiori coordinazione e cooperazione sono necessarie, come sottolineato da Michèle Coninsx, president di Eurojust.
“Abbiamo bisogno di più Europa,” ha sostenuto, “ma dobbiamo anche cooperare con altre regioni al di fuori dell’Unione europea, come la Tunisia, l’Algeria e i Balcani orientali”.
I media devono sforzarsi di tenere a mente questo quadro più ampio per raccontare la migrazione in un modo da aiutare il pubblico a comprenderne le origini, ma anche le conseguenze. Prima di tutto è una questione di prospettiva.