Fuochi d'artificio

Fuochi d'artificio

 

di Guido Barlozzetti

Una storia di ragazzi, di amicizia, che ci riporta al tempo della Resistenza, durante la Seconda Guerra Mondiale.

Arriva in prima serata su Raiuno la serie in tre puntate Fuochi d’artificio diretta da Susanna Nicchiarelli, in una produzione che vede insieme Rai Fiction e Fandango.

È il tempo della guerra partigiana sulle Alpi piemontesi.

Quattro ragazzi. Marta Bertin, interpretata da Anna Losano, 12 anni, sensibile e instancabile, specialmente quando si tratta di salire sulle montagne che ama. È la più piccola della famiglia, coraggiosa, determinata e a volte impulsiva. Ha una bellissima voce e ama cantare e ascoltare la musica, in particolare il jazz, e ha un sogno: un mondo senza armi e senza più guerre. È lei al centro del racconto. Il padre, ingegnere a Torino, in contatto con il comitato di liberazione nazionale, la madre Cristina/Giada Prandi, maestra di piano e di canto in una scuola a Torino, è assente perché è impegnata nella lotta. I nonni molto accoglienti, interpretati da Carla Signoris e Bebo Storti, un fratello maggiore, Matteo, punto di riferimento per Marta, anche lui nella Resistenza, del quale non si sa cosa sia accaduto…

Il fratello Davide/Luca Charles Brucini ha 13 anni e non è ancora abbastanza grande per diventare partigiano, ma essendo maschio può ascoltare i discorsi degli adulti e le informazioni sull’attività del padre e del fratello maggiore coinvolti nella Resistenza. Ha una forte motivazione ad impegnarsi contro i fascisti e gli occupanti. Sente il bisogno di ribadire continuamente il suo ruolo di fratello maggiore e di leader del gruppo di amici.

C’è poi Sara/Carlotta Dosi, la migliore amica di Marta oltre che compagna di scuola, abile nel ricamo e nella cucina, una chioma bellissima, una famiglia benestante. Meno sicura rispetto a Marta la segue come fosse un suo faro. Infine, Marco/Lorenzo Enrico anche lui 13 anni, altissimo, gentile, serio, riflessivo, amica Marta ma è frenato dalla sua timidezza.

I quattro capiscono che la loro verde età è una sorta di salvacondotto che li tiene a riparo da perquisizioni e controlli dei nazi-fascisti e dunque consente di partecipare attivamente alla guerra partigiana.

In questo senso, Fuochi d’artificio è un coming of age, un racconto di crescita in cui i ragazzi affrontano un passaggio decisivo che li riguarda sia dal punto di vista personale che da quello delle relazioni fra di loro. Il tutto inquadrato in un contesto generale rispetto al quale si assumono la responsabilità di effettuare delle scelte di campo e di impegnarsi nonostante la loro giovanissima età.

Non è solo “la guerra vista dei ragazzi”, è anche “la guerra fatta dai ragazzi” in nome della Resistenza contro il nazismo e il fascismo. Dunque, una grande favola, che racconta una sorta di viaggio di crescita e iniziazione dove è necessario superare degli ostacoli simbolici, in questo caso la prova della guerra con il finale-gioco. Una storia che riverbera sull’attualità e sulle difficoltà che la contraddistinguono una vicenda esemplare in cui dei ragazzi entrano nel mondo degli adulti.

Fuochi d’artificio esplora i desideri dei ragazzi, le aspirazioni, le paure, e appunto la decisione di sfidare i grandi nella consapevolezza di poter essere utili alla lotta in corso. Per il gruppo una prova di vita che si vince affrontandola insieme: la serie esalta il valore del gruppo e all’interno del gruppo il collante dell’amicizia nel rispetto delle differenze di ciascuno. Per Marta sarà anche l’occasione di conoscere Vittorio, partigiano ventitrenne e sarà un’immediata simpatia.

Il momento decisivo sarà quando, i quattro entreranno nella fortezza occupata dai tedeschi e, con l’intuizione e il coraggio di Marta, ordiranno una trama così imprevedibile da spiazzare le truppe proprio nel momento in cui sembrano avere partita vinta.

Insomma, il coming si intreccia con il thriller, l’avventura e l’action, sullo sfondo affascinante delle montagne.

La fiction è tratta dall’omonimo racconto di Andrea Bouchard: “Un romanzo adolescenziale ma non solo – dice - una bellissima storia d’amicizia e d’amore per la patria, con protagonisti dei ragazzini, costretti a crescere velocemente, ma che con la loro ingenuità e purezza d’animo, riescono ad incarnare il vero spirito della Resistenza e del nazionalismo”.

La regia è di Susanna Nicchiarelli, una delle registe più originali del cinema italiano di questi anni. Al centro dei suoi film, personaggi femminili alla ricerca di un riscatto in tempi e contesti completamente diversi l’uno dall’altro. Da ricordare: La scoperta dell’alba, Nico, Miss Marx e Chiara.

“Il progetto – dice - nasce da un innamoramento per il libro, un libro che i ragazzi di tutte le età adorano perché è appassionante, avvincente, buffo e a tratti commovente. Fino ad ora non esistevano prodotti televisivi e cinematografici convocazione popolare, per famiglie, che parlavano della resistenza in termini così semplici al tempo stesso profondi: prodotti che potevano essere visti ed apprezzati da genitori, nonni, i ragazzi insieme”.

Un riferimento cinematografico, il genere avventuroso/adolescenziale anni Ottanta, titoli come Goonies, Stand by Me, Breakfast Club, con un gruppo di ragazzi che devono superare la prova che porta alla maturità. E poi, il Pinocchio di Luigi Comencini.

 

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