Tg3 Altre Visioni
Psicologia delle notizie
Rubrica multimediale settimanale di Stefano Paolillo, psicologo dell’audiovisivo, che affronta alcune notizie rintracciate nei media che possono avere altre visioni o celare altre interpretazioni. Una visione psicologica delle notizie
di Stefano Paolillo – psicologo dell’audiovisivo
Il numero 133 di Altre Visioni prende avvio con l’articolo proposto da repubblica.it del 19 novembre sul crescente comportamento di sexting dei ragazzi. Sempre più spesso i giovanissimi pubblicano foto e video di sesso più o meno esplicito. E’ probabile che questo comportamento venga inserito nel più ampio filone definito “devianza”. Viene da pensare, però, che ai giovani abbiamo fornito prima la tecnologia per fare facilmente foto e video, poi gli abbiamo dato i social media per diffonderle e, infine, sul web sono disponibili tutti i materiali pornografici.
[VIDEO] Ancora una volta le forze dell’ordine intervengono per chiudere delle strutture di parcheggio per anziani, come si vede dal servizio del TG5 del 20 novembre. Una volta che la famiglia ha implicitamente affermato che un vecchio o un disabile non è più sotto la loro protezione, ecco che questi rischiano di diventare preda di chi si adegua e li tratta come pesi inutili. Forse, in fondo, è uno degli effetti collaterali dello sviluppo, nella nostra società, del modello familiare mononucleare in cui “gli altri” non ci sono più.
Ilmessaggero.it del 21 novembre riporta della polemica tra la popolazione e gli enti istituzionali, come Protezione Civile e Prefetture, sul mancato avviso della burrasca che si sarebbe abbattuta sulla Sardegna. Ancora una volta appare stridente il contrasto tra il desiderio delle opere di prevenzione e la filosofia della “spending review”. Forse i politici trovano più comodo spendere i soldi pubblici per intervenire nelle emergenze perché, in questo modo, è visibile il loro operato.
[VIDEO] In un momento di sana consapevolezza, nel TG2 del 22 novembre si fa qualche cenno alle responsabilità dei media nei meccanismi di memoria degli eventi sociali. La presenza, l’assenza o l’oblìo di catastrofi, stragi, guerre o emergenze è una delle grandi responsabilità del giornalismo. Chi fa giornalismo, quindi, si trova costretto a non sapere “come va a finire” ma solo a buttare nella centrifuga di giornali e notiziari tutto ciò che può suscitare la minima reazione di interesse: che sia paura, schifo, interesse morboso o altro.
Una donna generale dell’esercito degli Stati Uniti, come scrive lastampa.it del 23 novembre, si trova al centro di polemiche per aver affermato che in genere si pensa che le donne belle usino la loro bellezza per fare carriera. Conclusione implicita dei media: la generale afferma che sono meglio le militari brutte. Ancora una volta il pensiero costruito per stereotipi impedisce di capire le ragioni delle affermazioni della generale e delle donne militari.
Le fonti fino ad oggi di “Altre Visioni”
Affari & Finanza (all.