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UNIVERSAL PICTURES CELEBRA 100 ANNI DI MEMORIE CINEMATOGRAFICHE
Una delle case di produzioni cinematografiche più celebri al mondo celebra quest'anno un secolo di vita, dal suo atto costitutivo ufficiale. Ripercorriamo in una serie di articoli la cavalcata nell'immaginario collettivo, di questo colosso hollywoodiano.
Partiamo con la sua genesi e il suo primo filone di grandissimo successo: gli "Universal Monsters".
La Universal fu fondata da Carl Laemmle, un ebreo tedesco immigrato da Laupheim, che si stabilì a Oshkosh, nel Wisconsin.
In un viaggio di lavoro a Chicago, nel 1905, Laemmle fu colpito dalla popolarità dei "nickelodeons" (cinema il cui ingresso costava un solo "nichelino", ovvero 5 centesimi di dollaro).
Laemmle decise di investire in questo settore, comprando il primo di una successiva lunga serie di "nickelodeons".
Il brevetto di Edison sui motori elettrici usati per le cineprese e i proiettori, aveva creato un monopolio della produzione cinematografica. Dal 1908 i gestori dei film dovevano pagare una tassa a Edison, su tutti i film che affittavano da proiettare.
Così Laemmle e altri proprietari di cinema decisero di prodursi i propri film, per evitare di versare la percentuale ad Edison.
Nel 1911 Laemmle diede vita alla Yankee Film Company, che presto diventò la Independent Moving Pictures Company (IMP).
Laemmle fece inoltre una scelta rivoluzionaria per l'epoca: Edison non accreditava i nomi degli attori, ritenendo che solo il nome del produttore dovesse comparire. Laemmle invece iniziò a presentare i nomi dei protagonisti, promuovendoli anche fuori dalla pellicola. In questo modo si accaparrò gli attori migliori dell'epoca, che preferivano lavorare in questo modo, e diede vita al cosiddetto "star system", creando empatia tra lo spettatore e il divo.
Nel 1912, il 30 aprile, venne presentato l'atto costitutivo della Universal Film Manufacturing Company, presso lo stato di New York, con Laemmle come presidente.
Nel 1915 Laemmle inaugura il più grande spazio di produzione cinematografica dell'epoca, gli Universal City Studios (1 km²), aperto anche alle visite del pubblico.
Il successo della Universal agli esordi è immenso e produce una sequela ininterrotta di film ancora oggi cult. Negli anni 20 conquista il pubblico con i film di Lon Chaney, tra cui "Il gobbo di Notre Dame" (1923) e "Il fantasma dell'Opera" (1925).
La serie horror continua e diventa storica con "L'uomo che ride" (1928, con Conrad Veidt. Il protagonista fu il modello per il successivo Joker, nemico di Batman).
Seguono poi "Frankenstein" (1931, con Boris Karloff), "Dracula" (1931, con Bela Lugosi)
"La Mummia" (1932, con Boris Karloff), "l'Uomo Invisibile" (1933, con Claude Rains), "l'Uomo Lupo" (1941, con Lon Chaney jr), e tutti i numerosi seguiti, con figli e mogli dei mostri o versioni alternative.
La galleria di mostri della Universal si arricchì di una nuova stella negli anni '50, con la "Creatura della laguna nera" (1954) che vide anch'essa diversi sequel.
Per decenni, tutti questi mostri si sono identificati a livello di immagine con quelli della Universal, e tutti i seguiti, anche di altri autori, hanno dovuto rifarsi a questa iconografia.
Pur essendo stati soppiantati da altri modelli, negli ultimi anni, l'importanza dei mostri Universal è tale che quando ci si vuole riportare uno di questi mostri a uno stereotipo assoluto, si fa riferimento sempre alla loro immagine.