Flavio Tosi condannato per avere diffamato Sigfrido Ranucci
L'ex sindaco di Verona Flavio Tosi condannato in primo grado dal tribunale di Verona - giudice dr.ssa Cristina Carrara, P.M. dr.ssa Elisabetta Labate, - a 3 mesi di reclusione, con la condizionale subordinata al risarcimento del danno: l'accusa è di aver diffamato il conduttore e autore di Report, Sigfrido Ranucci.
Tosi nel 2014, nel pieno del suo mandato di sindaco, aveva fatto filmare clandestinamente da un suo emissario, Sergio Borsato, l'inviato di Report che stava realizzando un'inchiesta sull'amministrazione veronese, sui rapporti clientelari, sul presunto appoggio elettorale di imprenditori in odore di 'ndrangheta e sull'esistenza di un video hard. L'allora sindaco aveva depositato i nastri in procura prima della messa in onda e aveva pubblicamente accusato Ranucci di costruire un dossier falso usando fondi neri della Rai. Accusa che si è rivelata falsa. I nastri depositati alla luce di due perizie sono risultati anche successivamente modificati. Tosi nel tentativo di impedire la messa in onda dell'inchiesta inviò anche una lettera alla dirigenza Rai chiedendo provvedimenti disciplinari nei confronti del giornalista. L'inchiesta andò invece regolarmente in onda e ne conseguirono ben 19 tra querele e richieste di risarcimenti del danno nei confronti del giornalista, queste tutte archiviate.
Tosi nel 2014, nel pieno del suo mandato di sindaco, aveva fatto filmare clandestinamente da un suo emissario, Sergio Borsato, l'inviato di Report che stava realizzando un'inchiesta sull'amministrazione veronese, sui rapporti clientelari, sul presunto appoggio elettorale di imprenditori in odore di 'ndrangheta e sull'esistenza di un video hard. L'allora sindaco aveva depositato i nastri in procura prima della messa in onda e aveva pubblicamente accusato Ranucci di costruire un dossier falso usando fondi neri della Rai. Accusa che si è rivelata falsa. I nastri depositati alla luce di due perizie sono risultati anche successivamente modificati. Tosi nel tentativo di impedire la messa in onda dell'inchiesta inviò anche una lettera alla dirigenza Rai chiedendo provvedimenti disciplinari nei confronti del giornalista. L'inchiesta andò invece regolarmente in onda e ne conseguirono ben 19 tra querele e richieste di risarcimenti del danno nei confronti del giornalista, queste tutte archiviate.