Vigile catanese morto per covid era tornato da un corso a Roma. I sindacati: attività delle Scuole chiusa con ritardo
Il 9 aprile scorso a Catania perde la vita per Coronavirus il vigile del fuoco Giuseppe Coco, 50 anni, lasciando una moglie e due figli. È la terza vittima nel Corpo nazionale per Covid-19, dopo altri due colleghi di Sala Consilina e Parma. Ma non l'ultima: purtroppo domenica notte è toccato a un altro vigile di Cosenza.
È forte la posizione su questa vicenda di tutti i sindacati dei vigili del fuoco, insolitamente uniti (Fp Cgil, Fns Cisl, Uilpa, Confsal, Conapo e Usb - Catania):
“Il collega Coco - scrivono - era di ritorno dalle strutture delle Scuole Centrali Antincendi di Roma dove aveva partecipato ad un percorso formativo e dove, pochi giorni dopo, si sarebbero riscontrati diversi casi con sintomi simili-influenzali e due casi di positività. A tale riguardo si segnala come la sospensione delle attività didattiche e formative disposte dal Capo del Corpo sia stata tardiva e non rispondente ai caratteri d’urgenza che la situazione richiedeva e meritava".
Un duro j'accuse al capo del Corpo Fabio Dattilo. Si poteva fare meglio e prima? Ma soprattutto: Coco si sarebbe contagiato alle Scuole?
Report ha chiesto conto al capo Dipartimento Salvatore Mulas, che così ricostruisce i fatti: Coco “è stato in servizio dal 23 al 28 febbraio presso la Scuola di Formazione Operativa di Montelibretti (Roma, ndr), come tutor ad un corso destinato a vigili del fuoco per le attività aeroportuali. Non siamo in grado di dire dove e quando abbia potuto contrarre il virus. Il 2 marzo - aggiunge - il nostro caposquadra ha segnalato al comando di Catania di accusare sintomi febbrili ed è stato immediatamente sottoposto a screening sanitario e posto in malattia".
La drammatica cronologia degli ultimi giorni del vigile catanese: il corso a Roma, a tre giorni dal suo ritorno i sintomi e poi, secondo quanto denunciano i sindacati passano ben 14 giorni prima che gli venga effettuato un test per verificare la positività. Tanto che Coco "a causa dei forti malori che accusava e delle condizioni che peggioravano, si è recato di propria iniziativa presso l’Azienda Ospedaliera “Cannizzaro” di Catania”.
Sulla gestione del virus nelle Scuole antincendio si erano già espressi i sindacati Fp Cgil e Fns Cisl il 29 febbraio: “Chiediamo immediati provvedimenti preventivi a tutela della salute e della sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori del comprensorio di Capannelle e di Montelibretti. Inoltre chiediamo l'immediata sospensione di tutte le attività formative. Non escludiamo eventuali iniziative nei confronti dei vertici del Corpo che con leggerezza e con disposizioni assolutamente incomprensibili non sono stati in grado di impartire disposizioni e misure preventive adeguate a tutela del personale e arginare così la contaminazione del COVID 19”. Chi soccorre i soccorritori?
Report se lo era chiesto nel servizio del 30 marzo.
- Il comunicato dei sindacati
È forte la posizione su questa vicenda di tutti i sindacati dei vigili del fuoco, insolitamente uniti (Fp Cgil, Fns Cisl, Uilpa, Confsal, Conapo e Usb - Catania):
“Il collega Coco - scrivono - era di ritorno dalle strutture delle Scuole Centrali Antincendi di Roma dove aveva partecipato ad un percorso formativo e dove, pochi giorni dopo, si sarebbero riscontrati diversi casi con sintomi simili-influenzali e due casi di positività. A tale riguardo si segnala come la sospensione delle attività didattiche e formative disposte dal Capo del Corpo sia stata tardiva e non rispondente ai caratteri d’urgenza che la situazione richiedeva e meritava".
Un duro j'accuse al capo del Corpo Fabio Dattilo. Si poteva fare meglio e prima? Ma soprattutto: Coco si sarebbe contagiato alle Scuole?
Report ha chiesto conto al capo Dipartimento Salvatore Mulas, che così ricostruisce i fatti: Coco “è stato in servizio dal 23 al 28 febbraio presso la Scuola di Formazione Operativa di Montelibretti (Roma, ndr), come tutor ad un corso destinato a vigili del fuoco per le attività aeroportuali. Non siamo in grado di dire dove e quando abbia potuto contrarre il virus. Il 2 marzo - aggiunge - il nostro caposquadra ha segnalato al comando di Catania di accusare sintomi febbrili ed è stato immediatamente sottoposto a screening sanitario e posto in malattia".
La drammatica cronologia degli ultimi giorni del vigile catanese: il corso a Roma, a tre giorni dal suo ritorno i sintomi e poi, secondo quanto denunciano i sindacati passano ben 14 giorni prima che gli venga effettuato un test per verificare la positività. Tanto che Coco "a causa dei forti malori che accusava e delle condizioni che peggioravano, si è recato di propria iniziativa presso l’Azienda Ospedaliera “Cannizzaro” di Catania”.
Sulla gestione del virus nelle Scuole antincendio si erano già espressi i sindacati Fp Cgil e Fns Cisl il 29 febbraio: “Chiediamo immediati provvedimenti preventivi a tutela della salute e della sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori del comprensorio di Capannelle e di Montelibretti. Inoltre chiediamo l'immediata sospensione di tutte le attività formative. Non escludiamo eventuali iniziative nei confronti dei vertici del Corpo che con leggerezza e con disposizioni assolutamente incomprensibili non sono stati in grado di impartire disposizioni e misure preventive adeguate a tutela del personale e arginare così la contaminazione del COVID 19”. Chi soccorre i soccorritori?
Report se lo era chiesto nel servizio del 30 marzo.
- Il comunicato dei sindacati