"Abusivo" il maxi allevamento di polli, sei avvisi di garanzia. Ci sono anche funzionari pubblici

Finisce di nuovo nell’occhio del ciclone l’allevamento da oltre due milioni di polli l’anno di Fileni a Monte Roberto: il pubblico ministero Ruggero Dicuonzo ha notificato in questi giorni un avviso di chiusura delle indagini preliminari a sei persone. Ci sono l’imprenditore marchigiano Giovanni Fileni e cinque funzionari pubblici. Ad essergli contestati sono l’abuso edilizio e l’abuso d’ufficio in concorso per la realizzazione dello stabilimento. 

L’allevamento non avrebbe le dimensioni previste per quella zona, inserito in un’area definita fascia di continuità naturalistica. Eppure le autorizzazioni a costruire erano state regolarmente rilasciate dagli enti preposti, Comune, Provincia e Regione. A cinque anni dalla realizzazione, lo stabilimento sarebbe abusivo e le procedure per farlo aprire sarebbero state forzate.

Stando alla Procura, Fileni avrebbe beneficiato di atti amministrativi illegittimi per cubature e autorizzazioni paesaggistiche con un presunto ingiusto profitto patrimoniale. Contestati anche il permesso di costruire del Comune, l’autorizzazione paesaggistica, i provvedimenti regionali tanto da "determinare il mutamento di destinazione dello stabilimento avicolo passando da allevamento industriale a industria nociva". L’azienda fa sapere di essere “vittima perché autorizzata da enti preposti”.

Noi di Report avevamo filmato come all’interno dell’allevamento fossero stati inseriti quasi mezzo milione di polli senza autorizzazione: all’epoca infatti il Tar, poi confermato dal Consiglio di Stato, aveva determinato che la costruzione fosse stata fatta in una fascia fluviale protetta. Rivedi l'inchiesta "Che polli"

24 giugno 2024:
La nota di Fileni S.p.a al riguardo: "Con riferimenti all'inchiesta Fileni S.p.a per il tramite del proprio legale rivendica la propria assoluta estraneità ai reati ipotizzati, avendo sempre confidato sulla totale regolarità dell'operato degli enti preposti, e precisa che l'ipotesi accusatoria (peraltro tutta da verificare) non ha nulla a che vedere con il tema del benessere animale e con le pratiche di buon allevamento seguite da Fileni, di cui anche Report aveva dato conto e che non sono minimamente messe in discussione dalle irregolarità urbanistico-burocratiche oggi ipotizzate dalla Procura".