Strage Bologna: confermato l'ergastolo per Paolo Bellini
La Corte d'Assise d'Appello di Bologna, presieduta dal giudice Alberto Pederiali, ha confermato l'ergastolo per l'ex terrorista di Avanguardia Nazionale, Paolo Bellini, nel processo sulla strage della stazione di Bologna del 2 agosto 1980. La sentenza è arrivata dopo sei ore di camera di consiglio.
Condannato in primo grado all’ergastolo nell’aprile del 2022, l’ex terrorista di Avanguardia Nazionale è ritenuto il responsabile dell’esplosivo che il 2 agosto 1980 ha causato 85 morti e 200 feriti. Il suo nome si aggiunge a quelli dei Nar Valerio Fioravanti, Francesca Mambro, Luigi Ciavardini, e Gilberto Cavallini, condannati in via definitiva come esecutori della strage.
Già ladro d’arte e killer di ‘ndrangheta, Bellini viene indagato per la strage e infine prosciolto nel 1992 dopo aver fornito un alibi familiare. La svolta nel 2019 quando, in un filmato girato dieci minuti prima dell’esplosione da un turista svizzero, viene riconosciuto proprio il volto di Paolo Bellini. L’alibi del 1992 cade e la “primula nera” viene condannata all’ergastolo in primo grado per concorso in strage.
Oltre alla conferma della condanna all'ergastolo per Paolo Bellini, la Corte di Assise di Appello di Bologna ha ribadito la colpevolezza anche degli altri due imputati. Si tratta dell'ex capitano dei carabinieri Piergiorgio Segatel, accusato di depistaggio, e condannato nuovamente a sei anni e di Domenicho Catracchia, ex amministratore di condomini in via Gradoli, a Roma, accusato di false informazioni al pm alfine di sviare le indagini, condannato a quattro anni.
Paolo Mondani aveva ricostruito le vicende di una delle peggiori stragi della storia repubblicana, che avrebbe avuto come mandanti e finanziatori il capo della loggia P2 Licio Gelli, il suo banchiere di fiducia Umberto Ortolani, l’ex direttore del “Borghese” Mario Tedeschi e Federico Umberto d’Amato, capo dell’Ufficio Affari Riservati del ministero dell’Interno, tutti deceduti e mai processati.
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