Poi la voce è diventata baritonale senza perdere la lucentezza iniziale ed ancora dodicenne, Leonardo Lamacchia sognava di calcare i palchi da solista, da crooner, come un piccolo Sinatra o un giovanissimo Bublé. Così ha iniziato a studiare pianoforte, ad avvicinarsi – curioso e impaziente di crescere – a tantissimi generi musicali diversi: la musica classica e lirica, il rock e l'indie-rock, la musica d'autore italiana e francese. Adolescente è salito sul palcoscenico del Teatro Petruzzelli di Bari ed ha capito che nutrire quel sogno, custodire quella bolla magica nella quale era appena entrato, sarebbe stato l'obiettivo della sua vita.
Ora è autore ed interprete: scrive partendo dal pianoforte, per poter esprimere, narrare il suo vissuto, i suoi sentimenti in modo autonomo ed assolutamente personale. "Ciò che resta", brano del quale è co-compositore insieme a Mauro Lusini (autore, tra l'altro, di "C'era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones" e, più di recente, "AAA cercasi" di Carmen Consoli) e Gianni Pollex (autore di "Straordinario"), è la canzone con la quale si affaccia alla soglia del grande panorama musicale italiano.