Fatima

Fatima di Sara Russolillo. Un'auto procede lenta arranca tra vetri rotti e asfalto dissestato. Alessio ha solo dodici anni, e con la fronte poggiata sul finestrino combatte con l'inadeguatezza e con un mal di stomaco che lo tormenta da quella mattina. Quella domenica lo aspetta una sorpresa, un regalo tardivo per il suo dodicesimo compleanno. Suo padre gli ha già spiegato qualcosa, ma Alessio non è sicuro di aver davvero capito cosa lo attende. Sa solo che quella domenica mattina non sarebbe andato a servire Messa come chierichetto ma sarebbe partito verso il mare con suo padre, in una mattinata tra uomini, con il culo poggiato sul sedile sfondato della Mercedes. Maurizio è alla guida, le mani sono salde sul volante, ma condivide con suo figlio un certo timore. Sua madre non sa e non deve sapere niente, perché una cosa tra uomini non contempla la presenza di altre donne, ne basta una sola. Lo stomaco batte forte, Maurizio aziona la freccia e accosta. Una ragazza nera come il cielo che da lontano minaccia pioggia si avvicina alla macchina e sale. Si chiama Fatima, santa come il nome che porta, puttana come l'esistenza che trascina.