La realtà sullo schermo non è mai stata così grande
Rai Cinema negli ultimi dieci anni ha disegnato e sostenuto con convinzione un progetto organico indirizzato al Cinema del Reale, che è andato affermandosi in ambito nazionale e internazionale all’interno di quei percorsi che lo riconoscono innanzitutto come Cinema.
Più che di documentari parliamo di “film della realtà”, capaci di fornire allo spettatore gli strumenti per una maggiore conoscenza del passato e una migliore comprensione dell'oggi, a fronte di una società multiculturale in continua evoluzione.
Cinema di ricerca allo stato puro, il documentario ha il merito di esplorare geografie ai margini cogliendone gli elementi di essenzialità e universalità, rivelando una forte predisposizione alle coproduzioni internazionali grazie anche a una nuova generazione di produttori indipendenti che talvolta sono essi stessi autori. È il cinema che più di ogni altro nasce dalla collaborazione tra diversi paesi e viaggia per il mondo creando un network dalle potenzialità non ancora del tutto esplorate.
Dal punto di vista editoriale, non ci sono preclusioni: la produzione di Rai Cinema è molto varia ed eterogenea, sia per i temi trattati che per gli approcci e i diversi punti di vista. Le linee editoriali elaborate da Rai Cinema sono il frutto di un attento lavoro di ricerca e selezione di proposte da parte di autori consolidati ed esordienti, e si perfezionano nell’incontro tra queste e l’esigenza aziendale di creare una proposta di qualità, variegata per tematiche e approcci, che sia di efficace utilizzo per i canali generalisti, tematici e digitali, sia nel caso in cui il prodotto arrivi dopo significative affermazioni in festival nazionali ed internazionali, sia quando i “film della realtà” riscontrino buoni risultati di pubblico e di critica.
Nei dieci anni trascorsi dalla nascita dell’area editoriale dedicata ai documentari, Rai Cinema ha saputo intercettare un fermento creativo e produttivo che coinvolge anche le generazioni più giovani. Autori che non avevano mai lavorato in Italia, come Gianfranco Rosi, o non avevano mai ricevuto la dovuta attenzione produttiva nel nostro paese come Roberto Minervini, hanno potuto sentirsi finalmente a casa. E altri come Pietro Marcello hanno potuto confermare il proprio talento a livello nazionale e internazionale, anche passando al cinema di finzione e contaminando il rapporto tra finzione e documentario, insieme a molti altri giovani come Maria Tilli, Enrico Maisto, Federica Di Giacomo, Leandro Picarella, Michele Pennetta, Beniamino Barrese, Martina Melilli, Valentina Pedicini, Martina Di Tommaso, tanto per fare qualche nome.
I risultati di questo progetto sono sotto gli occhi di tutti, in Italia come all’estero, evidenziati dai vari riconoscimenti nei festival internazionali, dalla stampa nazionale e dalla maggior presenza di documentari nei listini dei distributori theatrical italiani sia con le uscite classiche che con la modalità “evento” che si sta imponendo come strada ideale per questa tipologia di cinema. Moltissimi, infatti, sono i titoli che in questi anni hanno richiamato l’attenzione del grande pubblico grazie alla distribuzione al cinema. Di pari passo si registra una maggiore e più diffusa presenza dei film documentari nei palinsesti televisivi sia generalisti che tematici.
Da Sacro Gra, Leone d’oro a Venezia 2013, e Fuocoammare, Orso d’oro a Berlino 2016, entrambi firmati da Gianfranco Rosi, il cinema documentario italiano ha preso il largo: da fiume carsico che era, con qualche exploit rapsodico, nel giro di pochissimi anni si è imposto all’attenzione nazionale e soprattutto internazionale come un vero e proprio “nuovo corso del cinema italiano” da non perdere di vista. Tale attività risponde in modo puntuale alla vocazione di servizio pubblico che caratterizza l’azienda Rai, poiché offre la possibilità di attraversare e leggere la realtà con gli strumenti specifici dell’approfondimento culturale e del linguaggio cinematografico, andando ad arricchire l’offerta editoriale televisiva con differenti contenuti e punti di vista rispetto al quotidiano lavoro d’informazione svolto dalle redazioni giornalistiche. Una sinergia intensa e consolidata è quella con SPECIALE TG1 - uno spazio prezioso riservato al film documentario - che ospita per i suoi approfondimenti tanti progetti coprodotti da Rai Cinema.
QUALCHE DATO
Dal 2010 al 2021 Rai Cinema ha contribuito alla produzione di 475 film documentari per un investimento complessivo di 33 milioni di euro.
Dal 2010 al 2021 abbiamo lavorato con 360 registi.
Sono 236 le società di produzione affiancate e sostenute.
Dal 2010 al 2021 sono 519 le ore di trasmissione sui canali generalisti, per oltre 500 passaggi.
E dal 2011 sono 2.200 le ore trasmesse sui canali specializzati, con più di 2.000 passaggi.
Dal 2010 al 2021 sono ben 136 i film documentari con il marchio Rai Cinema che hanno partecipato ai festival più prestigiosi.
Un impegno proficuo e costante che guarda al futuro. Numerosi autori sono già al lavoro e altri stanno per iniziare. Di seguito alcuni dei titoli in cantiere tra i più significativi.
1. L’ULTIMO FRONTE
regia:
Pietro Marcello
produzione: Avventurosa, Stemal Entertainment con Rai Cinema, Match Factory
Stalingrado, l'odierna Volgograd, fu teatro della più lunga e sanguinosa battaglia della Seconda Guerra Mondiale, uno scontro che durò dall'estate del 1942 all'inverno del 1943. Il 22 novembre del 1942 per gli uomini della Wehrmacht e dei suoi alleati chiusi in una sacca dalle armate sovietiche iniziò un tragico conto alla rovescia. Stalingrado divenne il più infernale mattatoio della storia contemporanea. Attraverso le parole scritte dai soldati prigionieri nella sacca del diavolo emerge l’atrocità della guerra, il dramma dei vinti e la tragedia dei vincitori. Le lettere riuscirono ad uscire dalla sacca e arrivare in Germania dove vennero considerate elementi destabilizzanti dalla propaganda, testimonianze di debolezza. Ne venne ordinata la distruzione immediata. I frammenti di queste lettere, selezionati e articolati, sono la base del film e vanno a comporre un mosaico di tessere sonore e visive, costruite attraverso la ricerca di immagini di archivio tedesche, sovietiche, italiane, ungheresi e rumene. Immagini non solo di battaglie e vittorie, ma al contrario immagini di sconfitta, ritirata. L’iconografia di un mondo di vinti.
2. I DANNATI
regia:
Roberto Minervini
produzione: Okta Film con Rai Cinema, Pulpa Film, Michigan Film, Shellac Sud
Tucson, Arizona, 1862. Otto soldati della cavalleria dell'Unione e un ricognitore del 1° Cavalleggeri della California stanno conducendo una perlustrazione della zona di Picacho Peak, alla ricerca di confederati segnalati nelle vicinanze. Il tenente della pattuglia, Jeremiah, è un soldato esperto e un cristiano devoto, il cui obiettivo è quello di entrare in seminario dopo la fine della guerra. Mentre il reggimento continua a rimanere indietro, il viaggio della pattuglia diventa lentamente una lotta per la sopravvivenza, che costringe i soldati a rivalutare e dare un senso al loro impegno in guerra.
3. LA BELLA STAGIONE
regia:
Marco Ponti
produzione: Groenlandia con Rai Cinema
Un film su una squadra di calcio unica, che ha deciso, di punto in bianco, di diventare per una stagione non solo la più forte, ma soprattutto la più bella. Questa squadra è la Sampdoria 1990-1991, la mitica Samp di Vialli e di Mancini. Il film segue lo svolgimento dell’annata 1990-1991 culminata con la vittoria dello scudetto. Contemporaneamente, segue i componenti della squadra, giocatori, dirigenti, tifosi, fino ad arrivare ai campioni d’Europa del 2021, che hanno avuto la fortuna di avere come allenatore e come mentore due miti come Gianluca Vialli e Roberto Mancini. La Bella Stagione ci riporta a valori di cui oggi c’è sempre più bisogno: la vittoria come meraviglioso scenario sempre possibile anche quando è impossibile, il successo frutto della fatica vera e non solo di quella finanziaria, l’amicizia come arma vincente contro ogni ostacolo.
4. IL VIAGGIO DEGLI EROI
regia:
Manlio Castagna
produzione: One More Pictures con Rai Cinema e Rai Com
In tempi bui, quando il peso di giorni difficili e di crisi diventa schiacciante, tanto che anche la prospettiva del futuro sembra compromessa, emerge un forte bisogno di “eroi”. Un pallone, mille storie che conducono tutte a quella domenica sera, 11 luglio 1982, a Madrid quando gli eroi azzurri alzano al cielo la Coppa più desiderata. Più inaspettata. Quel mondiale in Spagna non fu solo una gloriosa vittoria sportiva. Fu una porta spalancata sul futuro e sulla speranza, per un intero Paese. Un'iniezione potente di fiducia che permise alla schiena della società di raddrizzarsi e di rimettersi in sesto. Sette partite come tappe di un viaggio mitico, raccontate dalla voce narrante di Marco Giallini e dalle parole dei protagonisti di quella Nazionale indimenticabile e indimenticata. E al centro di tutto una favola di riconoscenza e di riscatto che porta un nome e un cognome, Enzo Bearzot: commissario tecnico, mentore e padre putativo di quei giocatori che fecero l’impresa.
5. IN-VISIBILE
regia:
Adele Tulli
produzione: Pepito Produzioni con Rai Cinema, FilmAffair, in associazione con Cinecittà in co-produzione con Les Films d’ICI, Egoli Tossel
Il mondo materiale degli atomi e delle molecole, delle cose che possiamo assaggiare e annusare, si sta dissolvendo. Mentre il mondo digitale è sempre più fuso con quello che ancora consideriamo il mondo "reale", la nostra esistenza diventa progressivamente più intangibile ed effimera. Con uno stile asciutto, tagliente e ipnotico, In-visibile esplora la trasformazione dell'esperienza umana nell'era digitale, offrendo una riflessione critica e urgente sulle frontiere più insidiose del futuro che ci attende. Il film segue una serie di personaggi principali nelle loro attività quotidiane, ognuno dei quali rappresenta aspetti diversi del vivere in un mondo digitalizzato e iper-connesso.
6. BESTIARI, ERBARI, LAPIDARI
regia:
Massimo D'Anolfi e Martina Parenti
produzione: Montmorency Film con Rai Cinema, Bocalupo Films, Lomotion
Un documentario “enciclopedia”, i cui protagonisti non umani raccontano la storia e le storie di noi uomini. Il film è una trilogia in cui ogni atto racconta di un singolo soggetto: gli animali, le piante, le pietre. Sono questi i personaggi centrali di un universo di storie in cui possiamo riconoscere chiaramente i frammenti delle nostre esperienze. Metafore perfette della nostra salute, del nostro corpo, della nostra follia, del nostro tempo o più semplicemente delle nostre vite. Un tributo a quello “sconosciuto” e per certi versi davvero alieno mondo, fatto di animali, piante e pietre, che troppo spesso diamo per scontato, ma con cui in realtà dovremmo essere in costante dialogo dal momento che racconta di noi, preserva il nostro sapere e costituisce la parte essenziale della nostra esistenza sul pianeta Terra.
7. PORTRAIT OF THE QUEEN
regia:
Fabrizio Ferri
produzione: Nexo Digital con Rai Cinema
Un documentario sulla donna più iconica dei nostri tempi, la Regina Elisabetta, ma non la solita biografia. Questa è la sua storia lunga nove decenni, vista attraverso gli obiettivi dei più grandi fotografi del mondo. Non solo i ritratti ufficiali, ma anche quelli casuali che sono diventati iconici. Le centinaia di immagini che sono state realizzate durante il suo regno sono l’unico modo per scoprire i lati meno evidenti di una donna estremamente riservata. Un film evento realizzato in occasione del giubileo dei 70 anni del regno della Regina Elisabetta, diretto da uno dei maggiori fotografi del presente.
8. THE EMPEROR
regia:
Ruth Beckermann
produzione: Citrullo International con Rai Cinema, Ruth Beckermann Productions
Il nuovo progetto della regista austriaca Ruth Beckermann, considerata una tra la le documentariste più importanti d’Europa, che con il suo ultimo film Mutzenbacher ha recentemente vinto il premio come Miglior documentario al Festival di Berlino. Il film è basato sul libro del 1978 “L’imperatore” dell’autore polacco Ryszard Kapuściński, il quale, impiegando diversi livelli narrativi, realizza uno straordinario ritratto di Hailé Selassié, il leggendario negus neghesti d’Etiopia, e della vita di Palazzo ad Addis Abeba. I dettagliati resoconti della vita quotidiana degli ex impiegati di corte gettano luce sull’ascesa dell’imperatore, sul consolidamento del suo potere e sul suo lento sgretolamento. Fino al 1974, anno del definitivo crollo dell’impero. Introducendo questi resoconti nell’Etiopia di oggi, il film mette in moto una nuova narrazione, dando luogo a un’allegoria di portata universale e senza tempo, che si rivela applicabile sia all’Etiopia odierna sia al resto del mondo.
9. I FRATELLI SEGRETO
regia:
Federico Ferrone e
Michele Manzolini
produzione: Stayblack con Rai Cinema, Bang Filmes
1882: la nave a vapore Savoy solca l’oceano Atlantico con destinazione Rio de Janeiro. A bordo, tra le centinaia di immigrati italiani stipati in terza classe, ci sono due fratelli campani sfuggiti alla povertà e in cerca di fortuna nel Nuovo Mondo: Pasquale e Gaetano Segreto. Il fratello minore Alfonso, che li raggiungerà nel 1898 con una cinepresa Pathé, sarà uno dei pionieri del cinema, il primo a realizzare delle riprese cinematografiche in Brasile. In breve tempo, dapprima vendendo giornali e vivendo di espedienti, i fratelli diventeranno imprenditori di successo, fonderanno giornali, parchi di divertimento, cinema e teatri. Ma il loro rapporto, nel corso degli anni, andrà lentamente sgretolandosi. Dopo la morte di Pasquale, un enorme incendio metterà definitivamente fine al loro sogno e al loro impero. Una saga famigliare che si snoda a cavallo di due secoli, dalla povertà dell’Italia di fine ‘800 fino alla ricchezza effimera, prima del crollo e dell’oblio. Chi erano veramente i Segreto: degli avventurieri o dei visionari?
10. IN VIAGGIO
regia:
Gianfranco Rosi
produzione: 21Uno con Rai Cinema, Stemal Entertainment
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