Il film documentario sulla guerra in Ucraina, girato da Barbara Cupisti e prodotto da Clipper Media con Rai Cinema, è disponibile su RaiPlay
WARTIME NOTES di
Barbara Cupisti vince il Premio per il Miglior Film Straniero al
Bir Duino Film Festival in Kirghizistan. Prosegue il brillante percorso del film documentario sulla guerra in Ucraina, girato dalla regista italiana e prodotto da
Clipper Media con
Rai Cinema che, dopo essere stato presentato al Molodist Kyiv International Film Festival a Kiev, al 9° Festival Internazionale del Documentario Visioni dal Mondo a Milano, dopo l’anteprima polacca presso il cinema Kino Muranów di Varsavia, durante un evento organizzato dall’Istituto Italiano di Cultura di Varsavia con il patrocinio dell’Ambasciata d’Italia a Varsavia e dopo la presentazione alla 44.ma edizione del Festival di Cinema e Donne di Firenze alla presenza del Premio Nobel per la Pace 2022 Oleksandra Matvijčuk, anche tra i protagonisti del film, ottiene anche questo prestigioso premio internazionale.
FOTO
POSTER
CLIP
“
Sono felice di ricevere questo premio assegnato in un paese dell’ex Unione Sovietica - dichiara la regista
Barbara Cupisti -
con un valore profondo che attribuisce forza al messaggio che volevo esprimere con il mio film: dare riconoscimento alla resistenza culturale, ai valori di ciascuna cultura, riconoscere i crimini di guerra in Ucraina, e soprattutto affermare i valori della democrazia e della libertà. Continuerò ad accompagnare il film nei paesi dell’Asia centrale e negli altri Paesi per continuare a promuovere sempre più le connessioni culturali e il dialogo attraverso il cinema”.
Il film documentario
WARTIME NOTES in Italia
è disponibile gratuitamente sulla piattaforma RaiPlay.
Sinossi
24 febbraio 2022. In Ucraina la quotidianità scorre come in un giorno qualsiasi. Arrivano i primi bombardamenti che costringono molti a lasciare il Paese, altri a imbracciare le armi, quasi tutti ad affrontare separazioni, paure, l’assenza di beni di prima necessità e lutti. Il film è un viaggio della regista, mossa dal bisogno di arrivare all’epicentro emotivo di questo conflitto, che parte da Varsavia e attraversa le città di Lviv e Odessa e la campagna dimenticata dell’Ucraina, arriva fino a Kyiv, Irpin, Bucha, Borodyanka. Incontra chi ha attraversato il confine per sopravvivere o aiutare la resistenza o chi è rimasto nella propria terra continuando a lottare per difendere il Paese e la propria cultura. Natalia Panchenko, attivista a Varsavia, dal primo giorno della guerra ha organizzato azioni sul confine e in Polonia per aiutare i rifugiati e inviare aiuti umanitari ai civili e beni necessari all’esercito, usa i social media per raccogliere fondi. Tatiana Kucherenko, amica di Natalia, ha iniziato un video diario in cui racconta la paura che ha vissuto e l’attesa di trovare una nuova collocazione nel mondo, si è rifugiata in un albergo a Odessa e cerca un nuovo modo di essere utile per l’Ucraina. Olga Aivazovska, Oleksandra Matviichuk e Kateryna Sukhomlynova raccolgono prove dei crimini di guerra per la necessità che la giustizia non sia rimandata a dopo. Ivan Cherednichenko, direttore d’orchestra di Lviv, lotta per l’identità del suo Paese attraverso l’arte e cerca giustizia per i genitori uccisi a sangue freddo a Irpin mentre la loro casa bruciava. Alla fine del viaggio restano impressi silenzi e piccoli gesti che raccontano il prezzo della libertà, ma che, per la loro forza, come le onde create da un sasso in uno stagno, si espandono e spezzano i confini per parlare la lingua universale dell’umanità. In un momento in cui gli unici confini che contano sembrano essere quelli geopolitici, le storie raccolte dalla regista testimoniano come si possa essere protagonisti attivi della Storia e proporre con coraggio una visione del mondo ancora libera. Questo porterà Oleksandra Matviichuk e il suo Centro per le libertà civili a vincere il Premio Nobel per la Pace 2022. Dietro di lei, sul palco di Oslo, c’è l’intera Ucraina.
BARBARA CUPISTI
Fin dall'inizio del suo lavoro documentaristico, ha dedicato particolare attenzione alle questioni sociali e all'ingiustizia, soprattutto dal punto di vista delle donne. Dal suo esordio con "Madri" (David di Donatello 2008), ai suoi lavori più recenti "Womanity", "My America" e "Hotel Sarajevo", la regista ha affrontato i temi con originalità e profondità, approfondendo come le donne vivono e vivono i loro ruoli nella società e come affrontano i conflitti in cui non sono solo vittime ma anche protagoniste.