Da Roncisvalle a Santiago.
Dal 24 aprile al 26 maggio 2008

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Il cammino di Compostela mi affascina da quando, 35 anni fa, vidi il film La Via Lattea: Buñuel era ateo come me, ma evidentemente quel viaggio a tappe attraeva pure lui. In seguito ho visto reportages fotografici sul cammino, e sono stato colpito dalla bellezza dei luoghi: spero dunque di trovare sul percorso quello che Spinoza chiamava "deus, sive natura": dio, cioè la natura. 
Naturalmente, so bene che il cammino è affollato di chiese statiche, e di pellegrini dinamici: li considero come un'aggiunta folcloristica alle attrattive del cammino, e credo che visiteró le une e osserveró gli altri con curiositá, e anche con un po' di compassione. Perché cercare di arrivare a un dio trascendente attraverso un percorso immanente è tipico dell'illusione delle religioni teistiche in generale, e del cristianesimo/cattolicesimo in particolare.
Ma di questo avró modo di parlare a lungo, e forse anche piú del dovuto, col mio compagno di viaggio. Abbiamo fatto voto che partiremo un ateo e un credente e torneremo un ateo e un credente, ma non necessariamente gli stessi, anche se quella malalingua di Vespa, quando lo dissi in una sua trasmissione, mi rispose che forse era possibile che io diventassi credente, ma non che Valzania diventasse ateo. Chissá: in queste cose è meglio lasciar fare a dio. Cioè, alla natura.”

Piergiorgio Odifreddi, matematico e scrittore, al microfono dal 24 aprile al 26 maggio

“Perché tornare dove si è giá stati? Per esempio per accompagnare un amico, e poi perché lungo il cammino si incontrano solo visi allegri. Per il pellegrino la stanchezza e il sorriso si mescolano in modo felice.”

Sergio Valzania, direttore Programmi Radio Rai, al microfono dal 24 aprile al 5 maggio e dal 14 al 26 maggio

“Il senso della camminata da Burgos a Leon, se la mia sciatica mi consentirà di farcela onorevolmente, consiste nel fatto che le radici d'Europa si stanno perdendo, che il senso della vita sta scomparendo in un pulviscolo di gesti e di atteggiamenti radicati solo nell'effimero, nel produrre, nel consumare, nel far profitto. È necessario ritrovare il senso della vita: e lo si trova obbligando il proprio corpo e la propria mente a ripercorrere antiche strade, a ricercare quel che va al di là del Qui e dell'Ora.”

Franco Cardini, storico e saggista, al microfono dal 6 al 13 maggio

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