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lo scenario del mercato televisivo

Il 2009 è stato l'anno della transizione al digitale terrestre di una buona parte della popolazione. Nel Piemonte Occidentale, in Val d'Aosta, in Trentino Alto Adige, in quasi tutto il Lazio e in Campania sono cessate le trasmissioni televisive analogiche che ci avevano accompagnato per oltre cinquant'anni, sostituite dal segnale digitale che ha permesso il moltiplicarsi dei canali televisivi e le possibilità di scelta del pubblico. A fine anno la percentuale di popolazione raggiunta esclusivamente da questo tipo di segnale è giunta così quasi al 30%.

Il processo di conversione al digitale che entro il 2012 sostituirà totalmente le trasmissioni analogiche procede nel rispetto dei tempi previsti e per il 2010 sono già stati definiti i passi che porteranno alla digitalizzazione di tutto il Nord Italia e che a fine anno consentiranno quindi di raggiungere complessivamente il 70% della popolazione italiana.

A un arricchimento complessivo dell'offerta corrispondono gli ottimi risultati di ascolto del mezzo televisivo.

Nell'anno 2009 (periodo di riferimento Auditel: 4/1/2009-2/1/2010) la platea televisiva ha fatto registrare il record assoluto nell'intera giornata sfiorando una media di 9 milioni e mezzo di telespettatori, mentre in prime time ha raggiunto in media i 24,4 milioni di ascoltatori, il miglior risultato degli ultimi quattro anni.

A fine 2009, in Italia la televisione digitale (satellitare e terrestre) è presente ormai nel 65% circa delle famiglie, percentuale che sale al 70% su base individui per effetto della maggiore diffusione presso le famiglie più numerose e con figli.

A fare da volano a questa crescita è il digitale terrestre che, spinto dal citato switch-off di importanti aree del paese e dalle vendite dei televisori con tuner DTT integrato - unici apparecchi presenti in commercio dall'aprile scorso - ha sorpassato ampiamente il satellite e costituisce la piattaforma più diffusa avendo raggiunto a dicembre 2009 una base-utenti di circa 32 milioni di individui, ovvero il 56% del totale della popolazione.

In questo ambito, la Rai, con i suoi otto canali - che diventano 13 nelle aree in cui si è completato lo switch-off - è l'editore con l'offerta gratuita più ampia e attrattiva non solo in Italia, ma anche in Europa.

Nel segmento pay del digitale terrestre, la leadership è di Mediaset che con la sua offerta di contenuti semi-premium e premium raggiunge una base abbonati di circa 2,9 milioni di utenze (tessere attive a settembre 2009). Il secondo operatore è Airplus, che con il marchio Dahlia, ha attivato il suo servizio nel marzo 2009 sostituendo quello di La7 Cartapiù, e la cui base abbonati è stimata in circa 400 mila famiglie.

Il satellite si attesta complessivamente a 17,7 milioni di potenziali spettatori (il 31% del totale) e continua a essere caratterizzato dalla leadership indiscussa del segmento pay in cui Sky, con una base abbonati pari a 4,5 milioni di famiglie (sostanzialmente invariata rispetto al 2008) raggiunge circa 12,8 milioni di individui (il 22% della popolazione).

Il 2009 ha visto, nel mese di luglio, anche la nascita di TivùSat, prima piattaforma satellitare gratuita italiana, sorta nell'ambito di Tivù, società partecipata da Rai, Mediaset e Telecom Italia Media. Pensata per raggiungere tutte le aree del territorio, anche quelle che a regime non saranno coperte dal segnale digitale terrestre, TivùSat consente di fruire, tramite un apposito decoder e relativa smartcard, di tutta l'offerta televisiva di sempre (compresi tutti i programmi privi dei diritti di trasmissione per l'estero), di tutti i nuovi canali televisivi nazionali e di una serie di altri canali sia italiani che internazionali (come Euronews, France 24, BBC World News, TVE International, Canal 24 Horas, Arte, Deutsche Welle, ZDF, ARD e altri ancora).

Il mercato continua dunque a caratterizzarsi per una maggiore articolazione delle piattaforme di diffusione e ricezione e per l'incremento della pressione competitiva a tutti i livelli: dall'acquisizione dei fattori produttivi (diritti, contenuti e talenti), all'attenzione (ascolti) e alla spesa del pubblico (correlata soprattutto alle forme di Tv a pagamento), fino alla raccolta pubblicitaria.

In termini di modelli di offerta, le innovazioni procedono da un lato con la specializzazione dei canali televisivi, ovvero con una focalizzazione per tipologie di pubblico e/o di tematiche, dall'altro con lo sviluppo di offerte nonlineari, ossia svincolate dalla logica tipica di un palinsesto.

Appartengono a quest'ultima categoria tutti i servizi di video on demand (specialmente presenti nell'offerta dagli operatori della IpTv) nonché i nuovi modelli di videoregistratori digitali (compreso il My Sky offerto dal principale operatore pay) che rendono estremamente semplice la registrazione di un evento televisivo e la sua successiva fruizione, anche durante il corso della stessa registrazione, quindi con scarti temporali di pochi minuti rispetto alla messa in onda.

A questa maggiore offerta, la Rai ha contribuito con successo con i suoi canali digitali specializzati, tutti gratuiti e con una programmazione quasi integralmente di Servizio Pubblico (Rai 4, Rai Storia, Rai Sport Più, RaiNews 24, Rai Gulp, Rai Scuola, RaiSat Cinema, RaiSat Premium, RaiSat Extra e RaiSat YoYo) dimostrando di saper coniugare la tradizione della Tv generalista con le novità della Tv specializzata.

La Rai, rafforzando la sua natura di Servizio Pubblico, rimane fortemente impegnata anche sugli altri mezzi di comunicazione come l'editoria, la radio, il cinema e il web, diversificando e allo stesso tempo integrando le sue offerte.

L'Iptv continua a rimanere marginale nel panorama italiano nonostante gli sforzi profusi dagli operatori telefonici, in particolare Telecom Italia e Fastweb, nel costruire, articolare e promuovere un servizio attraente.

Pur se a ritmi più lenti rispetto al passato, Internet continua a crescere in termini sia di utenti, sia di tempo dedicato alla navigazione e alla fruizione delle varie applicazioni.

Le ultime stime elaborate da Audiweb indicano che nel mese di dicembre 2009 circa 23 milioni di italiani si sono collegati alla rete almeno una volta da casa o dai luoghi di lavoro. In termini economici, questo sviluppo si sta traducendo in una crescita dei ricavi da spesa diretta degli utenti (es. per l'acquisto dei contenuti), ma soprattutto in un vero e proprio boom dei ricavi pubblicitari.

La rete si sta prepotentemente affermando anche come canale di distribuzione di contenuti audiovisivi attraverso un'ampia modalità di servizi, che si differenziano notevolmente per modelli di offerta e di business, e che vede l'arena competitiva affollata di operatori tradizionali (es. broadcasters) e nuovi punti di riferimento per gli utenti (operatori telefonici, editori della carta stampata, portali, piattaforme di erogazione come YouTube, distributori come Apple, aggregatori di canali, web Tv di nicchia rivolte a specifiche comunità).

In questo contesto di rapido mutamento la Rai, facendo leva sulla sua centralità d'uso in qualità di televisione generalista e sulla sua capacità di rivolgersi a pubblici estremamente differenziati, accompagna progressivamente l'ibridazione mediale dei consumi degli Italiani e continua ad affrontare positivamente i mutamenti del mercato grazie alla sua strategia di integrazione e sfruttamento delle diverse piattaforme su cui è da sempre presente.

Il 2009 è stato un anno ricco di sfide tecnologiche e industriali che si intensificheranno nel prossimi anni e che renderanno lo scenario sempre più complesso e competitivo. La Rai ha saputo muoversi agilmente in passato e saprà guidare il cambiamento in futuro rispondendo in modo completo ai bisogni di pubblici sempre più differenziati.

RAI: Rai Radio Televisione Italiana