Deposizione integrale presso la Commissione Cosmica della Luce Naturale.

Presiede Lady Guazzo, incaricata di introdurre e coordinare gli ultimi relatori per la lettura della sentenza e dell'epilogo.

[Racconto di Giovanna Gra]



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durata 21 minuti


Onorevole Spettro.
Onorevoli colleghi e Pigmenti.
Ministri dell' Iride.

Come altri hanno fatto meglio e con maggiori titoli prima di me, mi accingo a relazionare presso la nostra autorevole assemblea.
Per i distratti, per i ritardatari, per i nuovi venuti, ricordo che siamo qui riuniti affinché, dopo questo lungo, estenuante, combattuto dibattimento, si possa vergare l'opera omnia dell'arcobaleno, a tutti nota come il Trattato di semiologia della tinta.
Come gli onorevoli pigmenti sanno, l'assemblea plenaria della Commissione Cosmica è riunita da diversi mesi.
Mesi in cui tutte le casate, di ciascun colore, hanno avuto la possibilità di motivare, affermare e imporre all'attenzione dei tanti, le ragioni per cui le proprie insegne dovrebbero assurgere al massimo titolo.
Oggi è finalmente giunto il giorno in cui conosceremo l'esito di questo nostro lungo lavoro.
Per questo non mi dilungherò oltre e mi accingo a introdurre l'ultima fase del dibattimento.
Ricordo a tutti che l'opera dovrà essere scritta e approvata all'unanimità.
Prima di procedere, tuttavia, devo pregare quei Violetti lassù di spostarsi un po' più a lato...
ecco, così, sì grazie.
E quei Verdi Speranza devono liberare l'arena dell'emiciclo affinché si possano aprire le porte per far entrare gli ultimi oratori.

Signori, signori...
cosa c'è da mormorare?
Vi prego, contegno!
Vi ricordo che abbiamo l'onore di essere dei distinti membri della Commissione Cosmica della Luce Naturale!
Cerchiamo di mantenere quel giusto aplomb che si confà ai nostri ranghi.
Per favore!
In ogni caso...
Ah, sì...
Grazie.
Vi comunico che il cerimoniere mi ha or ora fatto presente che lo stupore della sala è riferito all'inconsueta apertura delle porte.
E' vero:
l'apertura delle medesime è un fatto assolutamente inconsueto per la Commissione Cosmica, abituata com'è a deliberare e a dibattere a porte chiuse.

 

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Immagine delle campiture dei colori fondamentali (Per leggerne la descrizione proseguire nel link). In fila, in senso orizzontale, le campiture ovali dei colori rosso, blu, giallo. In ciascuna, al centro, la parola esprimente il colore. Particolare del rosso e del bluParticolare del blu e del giallo.
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Abbiate pazienza colleghi, ma stiamo per trarre le conclusioni.
Abbiate fiducia.
L'evento è epocale.
Vi chiedo, pertanto, ancora una volta, di liberare l'arena e prendere posto sugli scranni delle vostre casate.
Grazie...
attendo qualche istante per darvi il tempo di raggiungere e accomodarvi alle vostre postazioni.
Grazie...
Infinitamente grazie.
Uscieri, date via al segnale.
Sì, Sir Atreius, è vero quello che state sentendo:
sono cavalli al galoppo, per quello vi ho chiesto di liberare l'arena.
Ecco signori, in qualità di modestissima relatrice quale io sono, per sì tale evento e con la speranza che l'eco degli zoccoli dei cavalli non si sovrapponga completamente alla mia voce, vengo a presentarvi i protagonisti della relazione di chiusura del Trattato sulla Semiologia della Tinta.
Coloro che ci detteranno le conclusioni, che ci tratteggeranno la sentenza.
Sentenza che noi tutti saremo tenuti, d'ora in poi, nei secoli dei secoli, a osservare.
Eccoli...
Fateli entrare, dunque, e credetemi, lasciarsi andare all'ammirazione è quasi un obbligo.

Dunque, li vedete?
In sella a quei magnifici destrieri sulfurei, armati dei giusti contrasti?
Così sgargianti nelle loro luminose divise, con i loro mantelli bianco latte, le onorificenze gialle d'Isabella, i loro scudi policromi?
Avete spiato attentamente le lucide lacche dei loro elmi?
E quelle divise iridescenti curate in ogni velatura?

Eccoli, or dunque, coloro che hanno attraversato la storia della pittura per ogni umore!
Percorso in controtendenza ogni corrente, issato tele come stendardi, varcato muri, edicole, navate, cripte e absidi, soverchianti cupole e abissità d'immortali affreschi!
Giunti dal furore del Romanticismo alla velocità dell'Impressionismo, dal voluto Manierismo alle oltraggiose Avanguardie.
E poi, andando oltre, oltre gli abbacinanti ori bizantini, al di là delle miniature fiamminghe, esplorando i rivoli della pittura Naïf.
Eccoli!!!
Coloro che hanno percorso il Surrealismo oltre i Dada e, del primo, ammirato l'amore, il sogno, la follia, la libertà.
Quei gloriosi che hanno oltrepassato la Pop-Art, affrontato le Transavanguardie e, di queste, la lateralità, l'inatteso, sfuggendo alla norme e agli ordini precostituiti.
Laggiù, sì, lontano, ove forse qualcuno di loro è perfino tornato inevitabilmente alle origini!
Costoro, signori, hanno reso omaggio all'Espressionismo mentre colori, linee e curve venivano tracciate dalla scia delle emozioni sparse.
Costoro hanno preso quota con la Metafisica, il Dadaismo e la Action painting!

 

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Immagine delle campiture dei colori complementari (Per leggerne la descrizione proseguire nel link). In fila, sulla destra e in senso verticale, le campiture ovali dei colori arancio, verde, viola. Sulla sinistra, i nomi dei due colori componenti il colore: giallo + rosso in riferimento all'arancio; giallo + blu in riferimento al verde; rosso + blu in riferimento al viola. Particolare del verde e del violaParticolare dell'arancione e del verde..
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Si faccia dunque avanti Sofonisba della Rubia, portavoce della congrega.
E, per concludere, signori, sono felice di dare la parola agli autorevoli Cavalieri dell'Ordine della Tavolozza!

Parla Sofonisba:

"Vi ringrazio per gli applausi.
Vi ringrazio per l'accoglienza e per l'attenzione dimostrataci.
Quale umile portavoce dei Cavalieri dell'Ordine della Tavolozza, giungo dunque qui per leggere l'ardua sentenza e, del di lei, doveroso incipit.

Ordunque signori, ascoltateci.
Dovere dell'Ordine da noi rappresentato, come quest'onorevole assemblea sa meglio di me, è stabilire il nome del portabandiera, di colui che impugnerà il prezioso vessillo della luce.
Come potete vedere, il nostro seguito ha scaricato ai piedi dei vostri scranni numerosi barili.
Questi barili contengono quegli oli pregiati, in dotazione al nostro Ordine, per dare inizio all'alchimia che segue la diluizione, l'impasto, l'amalgama e la mescolanza del colore.
Vado a illustrare:
Il primo barile, in legno di quercia, è olio di noce.
Il secondo, in legno di salice, è olio di papavero.
Il terzo, in legno di ciliegio, è olio di lino.

Dai colori primari, che come tutti sanno sono così nominati perché non si ottengono in virtù di mescolanze, abbiamo ottenuto i colori secondari.
Così, dalla mescolanza del giallo e del rosso ha preso vita il soave arancione.
Dal giallo e dal blu è emerso uno speranzoso verde.
Dalla comunione del rosso con il blu, ecco distillate le prime gocce di un riottoso viola.

Li abbiamo osservati nascere e legarsi, ma voi capite... onorevoli pigmenti, signori miei... che, sebbene vi siano tante e profonde relazioni fra voi, è giunta l'ora di fare i nomi e i cognomi degli esclusi.
Signori...
Signori, vi prego di non commentare...
era nei patti!
Era scritto nella cosa:
Il portavoce, talvolta, è un ingrato compito.
Vi prego di fare silenzio.

Si cancellino, dunque, dall'insigne lista:
il Viola, quale colore secondario, complementare e affiliato alla casata del Giallo.
Si cancelli il Verde, quale colore secondario e complementare affiliato alla casata del Rosso.

Onorevoli pigmenti...
per favore, sapevamo che le prime esclusioni sarebbero state un trauma e lo sono, lo sono per tutti!
Ma dobbiamo andare avanti, il tempo stringe.

Sì, Sir Magenta delle terre di Ametista...
mi rendo conto...
naturalmente, immagino l'amarezza...
certamente...
ma vi prego, lasciatemi continuare in modo che possa svolgere velocemente l'ingrata missione.
Cancelliere, procediamo:
si cancellino ancora dall'aureo cartello
l'Arancio, il Bianco e il Nero.
Esattamente, quelli!
E lasciatemi fare un apprezzamento alle casate di Sir Orange, di Sir Albus e Sir Atreius delle Tenebre per il comportamento composto con cui accolgono le nostre decisioni.
Se l'assemblea volesse... anzi... salutare ciò con un applauso... ha la facoltà di farlo.

In effetti, alcuni di voi ci hanno scritto perorando le loro cause.
Rispondo alla missiva di Sir Golden Yellow per rispondere a tutti coloro che hanno, come lui, confidato in quest'iniziativa epistolare.

Sir Yellow, sappiamo benissimo che sulla Tavolozza, il cui Ordine abbiamo l'onore di rappresentare, i colori vanno sovente disposti per temperatura.
Ma certo...
Certo, leggo l'ordine che lei mi ha suggerito...
In effetti, coloro che scelgono questo sistema vedono le tavolozze ornate con il seguente ordine di colori:
dal caldo al freddo.
Ovvero:
giallo, arancio, rosso, viola, blu, verde, e le terre a seguire.
Ma non è un trattato sulla termica del colore quello che andiamo a vergare.
No.
Sir Golden Yellow, noi qui stiamo cercando il pigmento più rappresentativo.
E avverto subito la pregiata assemblea, per far pulizia di qualsiasi errata convinzione, che l'aristocratica appartenenza alle casate non sarà una discriminante nella scelta.
Cosa voglio dire, Sir Blanco del Nebbioso?
Voglio dire che la ricerca del pigmento scelto potrebbe avvenire anche aldilà delle nobili origini.
Signori vi prego...
E' inutile che protestiate, discutere le esclusioni non è cosa all'ordine del giorno!

 

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Immagine delle campiture di colori ordinati dal caldo al freddo (Per leggerne la descrizione proseguire nel link). In fila, in senso orizzontale, le campiture quadrate dei colori secondo un criterio di temperatura. Da sinistra a destra: giallo, arancione, rosso, violetto, blu, verde, marrone. In basso: a sinistra la scritta caldo e a destra la scritta freddo.Particolare del violetto, blu, verde, marrone. Particolare del giallo, arancione, rosso, violetto.
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Messer Rubens, lei sperava nella nomina di un Rosso Cadmio, perché pigmento caldo e appassionato.
Ma mi dica, mi dica lei come avrebbe fatto, poi, a giustificare la scelta a quel Carmino D'Alizarina, noto pigmento rosso e freddo, seduto al suo fianco?
Ah, non ci aveva pensato?
Dunque, vede che una scelta oculata è cosa ponderosa e lunga?

Ma Signori, voi mi state elencando nomi di colori più o meno brillanti...
Punto primo:
il colore brillante, lo sanno tutti, è un pigmento alla sua massima saturazione.
Perfetto, ma... cosa cambierebbe?
Non faremmo che reiterare, se pur con forza e smalto, lo stesso concetto?
Ora ditemi, quale sarebbe la novità?
Benissimo Messer Citrus Orange, lo sappiamo, prendendo il giallo e mischiandolo con una goccia di viola otterrò il caldo e avvolgente color sabbia...
Sicuramente...
Il colore è vostra competenza, Messer Orange, lungi da me pensare il contrario.
Può spiegare, tuttavia, all'assemblea dov'è la novità?
Qual è l'originalità della scelta?
Signori, qui ci vuole un gesto ben assestato.
Se occorre, un colpo sinistro, lesto di mano e, forse, anch'esso non basterà! Lasciatemi dire:
credo si chiami...
colpo di genio!
Sicché, non proponetemi Sir Atreius delle Tenebre la scelta fra il Nero d'Avorio, per quanto sia caldo, e il Nero di Marte, così opaco e coprente, perché non si distingueranno.
E anche voi, Messer Cobalto di Cyanos, ritirate per decreto il vostro emendamento!
Ma che novità volete che ci sia fra il caldo blu cobalto e il freddo blu oltremare?

No, no, per favore, cosa son quei tafferugli?
Le Terre?
Le Terre d'ombra bruciata?
Così cupe e ritrose, possibile che possano strillare così tanto contro quei Rossi di Venezia?
Ma vi pare un contegno da tenere?
Pigmenti dall'antica storia quale la vostra!
Per favore, si seggano le Terre di Siena naturali e bruciate...
si seggano perché vi comunico...
Cancelliere, prendete nota:
anche tutte le terre sono state escluse dalla competizione!
Signori, per favore, così è molto difficile andare avanti!

 

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Immagine di un pentagramma sincopato e colorato (Per leggerne la descrizione proseguire nel link). Le notazioni musicali, sul pentagramma, colorate, nell'ordine, di giallo, nero, blu e rosso, come a esprimere l'umore musicale.Particolare della parte del pentagramma di colore giallo e nero.Particolare della parte del pentagramma di colore blu e rosso
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Certamente, Sir Blanco del Nebbioso, non è stato solo il criterio della temperatura quello che abbiamo esaminato per pensare a un probabile candidato.
Certo.
E infatti, la seconda tecnica che abbiamo cercato di percorrere è stata quella dell'umore.
Nella medicina antica, i colori furono le tinte e i sintomi degli umori, perlomeno di quelli che ci sono più noti.
E voi sapete tutti meglio di me che a queste speciali sfumature sono stati associati, talvolta a titolo meramente indicativo, nomi illustri.

Quindi alla domanda rispondo:
sì!
Abbiamo esaminato le vostre candidature anche secondo questi criteri.
E ci siamo dunque detti...
Sir Atreius, per favore...
non alzate la voce!
Il fatto che io sia una donna non deve interessarvi, Atreuis delle Tenebre, perché, prima di ciò, vi rammento che siete al cospetto di un Cavaliere dell'Ordine della Tavolozza!
Vi è chiaro, signore?
Naturalmente i cavalli dei miei compagni scalpitano perché voi avete rischiato di offendere l'Ordine... signore.

E dunque, no!
Ve lo anticipo subito, non è stata scelta la bile gialla, sintomo di umore collerico, sovente associata al grande Beethoven, perché molti di noi hanno considerato il carattere pacifico e composto dell'opera.
Non è stato possibile nemmeno optare per la bile nera, con il suo tratto malinconico, spesso legata agli abissi del potente Wagner.
Una scelta troppo, troppo oscura!
Non abbiamo, altresì, potuto candidare la flegma blu, sovente rappresentata dal lunare Chopin.
Avremmo rischiato un contagio di azzurrite!
Né il rosso sangue, degnamente rappresentato dal sanguigno Wolfgang Amadeus Mozart!
Si poteva rischiare si essere accusati di tramare un complotto scarlatto!

Signori, si potrebbe prolungare quest'assise per anni, visto che continuo a ricevere dai vostri scranni suppliche, teorie applicate, teoremi incontrovertibili, formule, eccetera, eccetera, eccetera...
Ma, come disse molto autorevolmente prima di noi, il grande Johann Wolfgang von Goethe:

«Diciamo basta, basta, basta a quest'insopportabile tirannia della matematica!
I colori sono e dicono altro, i colori sono emozioni, intenzioni, palpito!!!»

No, Sir Rubens, non stiamo rinnegando i Newtoniani, però, per Bacco, la nostra scelta, no, non è stata solo dettata dalla chimica e dal calcolo, ma anche...
dai battiti dei nostri cuori!
Si faccia dunque avanti il pigmento prescelto, nelle vesti dell'onorabile Madama Plantilla Caligo Bistro!
Sì signori, si tratta di una tinta.
Noi abbiamo scelto la tinta per eccellenza:
e Bistro, Plantilla Bistro, è la candidata prescelta.
Ma certo, Sir Albus, vado subito a darvi la nostra motivazione.
E la nostra motivazione si racchiude in un nome:
Rembrandt Harmenszoon van Rijn!
Altrimenti detto:
il profeta della civiltà.
Colui che dipinse la profondità delle ombre e fece del bistro uno fra i suoi colori d'elezione.
Cose antiche?
Preistoria del colore?
Voi dite?
Rimando al mittente l'accusa di quegli scalpitanti Turchini!
E' vero ciò che dite, il miglior bistro si otteneva dalla combustione del legno di faggio, la grana era finissima e andava a lungo trattata.
Ma...
ancora formule?
Che noia, suvvia!
E poi, ne avete veduto gli effetti, le suggestioni?
Avete mai ammirato un Guercino?

Signori, la storia talvolta si ripete, e invece di divenire farsa si trasforma in futuro.
Il bistro, nella stampa moderna in quadricromia, è il colore.
Sì, esatto:
è la somma del ciano, del magenta, del giallo.
Dunque, esso racchiude in sé i tre colori fondamentali e di essi cattura l'essenza.
Non nero, non grigio, ma bistro.
La terza via, color fuliggine, color scuro, semibuio, bistro!

E Bistro è dunque il colore che tinge la nostra delibera di giustizia.
Il dado è tratto, il mio compito concluso, rimetto a quest'onorevole assemblea il mio mandato.
Consegno il vessillo nelle mani di Madama Plantilla Caligo Bistro, poiché, da oggi, essa ha la facoltà di elevarlo!
E a tutti coloro che ancora stentano a comprendere cosa abbia ispirato una simile scelta, risponderò, per espresso desiderio dei Cavalieri dell'Ordine della Tavolozza, con la frase di un grande della letteratura, Ralph Waldo Emerson:
Signori:
«Solo la poesia ispira poesia»!"

 

 

 

 

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