Deposizione presso la commissione Cosmica della Luce Naturale di Sir Magenta Signore delle Terre d'Ametista

[Racconto di Giovanna Gra]

 



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durata 20 minuti


Onorevole Spettro.
Onorevoli colleghi e Pigmenti.
Finalmente giunge a me la parola, è da più di un anno che fremo in attesa di questo momento.
E' da un anno che fisso, memorizzo e creo questo mio intervento.

Voglio scusarmi sin da ora se non avrò l'eloquio di Messer Rubens o la poesia di Sir Cobalto.
Eppure mi urge parlarvi di me, della mia casata e delle sue discusse tinte.
Sì, mi urge parlarvi di me.
E, facendo ciò, intendo sin d'ora candidare la casata dei Magenta quale possibile argomento per aprire il trattato di semiologia della tinta che andremo presto a scrivere.
Del resto, questo dibattito è in ragione di questo:
quale sarà il primo colore.
Il più importante, l'indispensabile.

Lo so, lo so, esistono candidati più autorevoli per questo incarico e, come voi, volgo lo sguardo fra gli spalti dei Rossi, dei Blu, dei Gialli... i colori primari.
Ma io qui, oggi, voglio invitarvi a pensare altrimenti.
A riflettere e a immaginare che, se anche un colore non siede da tempo immemore fra le prime file della storia, potrà un giorno rivelarsi la guida cromatica del futuro.

Ah, vedo già una pattuglia di Bianchi e saggi scuotere scettici la testa.
Temevo le vostre reazioni, certo che le temevo.
Ebbene signori, io vi dico che voi, voi dei candidi scranni, avete necessità di ascoltare il mio discorso più di altri.
Credetemi!

Io, che sono fra i colori il colore nuovo, la progenie, l'accordo, il compromesso, la summa.

Io, il colore moderno.
Il colore rinnovato, il sempiterno giovane.
Penso, in tutta onestà, di avere qualcosa da insegnarvi.

Oh, sì... attendevo i borbottii alla mia destra, certo, li stavo aspettando.
E posso dirvi senza nemmeno voltarmi che provengono dagli spalti dei Turchesi.

Sì, sì, adesso lo dico, un attimo!
Lasciatemi almeno cominciare!
Comunque sì, è vero, anche loro, i Turchesi, sono naturalmente collocabili fra i colori di oggi.
E' così, siamo i colori moderni.
Eppure, io, nelle mie sfumature, nei miei picchi, negli arditi accostamenti con cui sovente vengo proposto, lo sono di più.

Suvvia, c'è poco da commentare onorevoli colleghi e Pigmenti tutti, eccellenti Colori e pregiate Tinte!
So quel che dico e lo sapete anche voi.

Poiché il colore della casata che ho l'onore di rappresentare veste la rivoluzione moderna.
Io e la mia casata siamo il fazzoletto, la stoffa che fluttua oltre l'ostacolo.
Al di là della barricata.
Il colore di ciò che è diverso, inatteso come un bacio rubato, uno sguardo scosceso.

Viola come quell'attimo prima del crepuscolo, viola dove, al fin, il dì giace.
Viola dove la notte s'ingravida e si distende insieme al buio.
Quel calar del giorno in cui un refolo d'indaco vestito, sovente ci rivela la primavera.

Viola ordunque!

E voglio qui parlarvi della mia sostanza, voglio qui davvero spiegarvi di che pasta son fatto.
Ricordo allora le parole di quel Messer Rubens che tanto ci fecero effetto, che tanto furono materia di polemiche, di ammirate ammissioni, di vibrate potreste e contestazioni.

Egli, parlando di sé, infatti, evocò il sangue di Urano rosso e vivido e da cui nacquero le potenti Erinni.
Così invocò baccanali, Dioniso e il vino dal rosso inebriante.
Rossi i colori dei generali!
Rosso il Pendragone di Artù!
Rossi i risvolti dei mantelli degli iniziati!
Rossa la furia e la passione, rossa la rabbia e rosso il cuore!
E abbiamo avvertito tutti l'eterno dilemma, il secolare contrasto, la contesa intestina attraversare i nostri scranni e sciogliersi ai piedi delle insegne e dei baluardi dei tonanti e pur sempre nemici Blu.

Sì signori, ancora una volta i Rossi e i Blu in guerra fra loro, nel contendersi il posto.
Il blasone.
Il più alto scranno.
Il libro... il nostro libro.

E ancora una volta abbiamo assistito a sfacciate provocazioni, impeti di rabbia, insulti taciuti a fatica.
Ancora una volta i Gialli e i Bianchi sono intervenuti nella contesa per sedare gli animi, conciliare i primi e placare gli ultimi.

Così abbiamo pazientemente atteso.


 

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Immagine di un'ametista (Per leggerne la descrizione proseguire nel link). Si vede la pietra sfaccettata, nel suo colore viola, su di uno sfondo nero .Particolare del vertice della pietra.Particolare delle sfaccettature dell'ametista.
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Del resto, Messer Cobalto di Ciano non si è fatto aspettare poi molto.

Ed egli, ascoltate le ragioni del Rosso, ci ha posto le sue fondamentali domande.
Cito a memoria:
"Davvero avete bisogno che vi spieghi perché non il Rosso ma il Blu debba essere il primo?
Non vi basta il cielo?
Non vi serve nient'altro per volare...
Non vi basta il mare?"


E ancora aggiunge:

"Nell'alto azzurro quieto etere siede", segnalandoci la prestigiosa posizione di Jahwèh.

E di seguito ci ha annunciato...

"In principio Dio creò il cielo."

E ha ragione perbacco!
Pensateci: il primo pensiero di Dio è stato Blu.
Non è cosa che si possa ignorare... il primo pensiero di Dio.

Ma perché, si domandano perplessi quei giovani e inquieti Gialli D'oro, io vi racconto tutto questo?

Perché lascio che il mio spazio sia invaso dalle altrui istanze?

Perché, signori, della guerra del Rosso e del Blu ne abbiamo avuto abbastanza!
Così, almeno, disse un drappello ostinato di nostri antenati.
Così essi si riunirono, discussero, ne convennero e, al fine, decisero e diedero vita al colore della... Metamorfosi!

Diedero vita alla pace!

E così fu che la furia, la vita, la rabbia e la passione si persero nella quiete del rosso, nelle profondità dei sentimenti, nel colore magico per eccellenza, nell'epifanica tinta del Blu.

Da quest'unione nacque, potente e brillante, il colore del futuro.
Il colore delle minoranze, il colore del singolo, della temperanza, il colore nuovo: il viola.

Viola è il cielo, viola è il mare... viola è tutto quel che vi pare!

Corrispondente al quattordicesimo arcano dei Tarocchi, appunto, la Temperanza.
La carta dove è ben illustrato il nostro tema natale:
un angelo che ha fra le mani due vasi, il primo mesce azzurro, il secondo mesce rosso e il liquido che fra i due si fonde simboleggia la forza vitale...il viola!

 

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Immagine di una viola del pensiero (Per leggerne la descrizione proseguire nel link). Su di uno sfondo di colore nero si evidenzia, al centro, il fiore di colore viola, con delle striature gialle, nel mezzo dei petali. Si intravede a un lato una foglia verde brillante.Particolare del gambo del fiore e della foglia.Particolare dei petali violetti.
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In natura c'è un fiore che più di altri ci rappresenta.
Quel fiore con cui i nostri scudi si fregiano.
Il fiore dai petali a forma di cuore e dal misterico e dorato centro.
Esso è meglio noto come la viola del pensiero.
Un fiore che simboleggia il ricordo.

Un fiore, il nostro, che ha attraversato la storia e servito i grandi!

La viola, la viola del pensiero era infatti il simbolo, ora possiamo svelarlo, niente meno che dell'imperatore Bonaparte!
Con questo fiore i suoi sostenitori comunicavano segretamente il di lui sostegno.
Un fiore, signori, simbolo del viola per eccellenza e che fu la parola d'ordine nelle riunioni segrete e informali.
Un fiore che divenne il viatico, la parola d'ordine nei conciliaboli e nelle notti buie e cospiratrici.
Un fiore che consegnò Napoleone alla storia dell'umanità!

Ma andiamo ancora più lontano, sfiorando i prati verdi e gravidi dell'Olimpo. Andiamo alle origini, per scorgere la bella Io.
La Ninfa dai capelli ornati di viole e glicini dai violetti boccioli, misteriosa e avvenente, al fin trasformata in giovenca per aver scatenato troppa passione nel sommo Giove!

Oh, ma certo Messer Rubens, parliamo di cose più concrete...
Volete parlar di pietre?
Sta bene, parliamo di pietre e dei marmi di cui siete i signori.

Ebbene, io voglio parlarvi della più bella, di quella che a tutt'oggi ci appare come una goccia di sangue incastonata al tramonto:
l'ametista.

La pietra che veglia oltre lo zodiaco per il segno dell'acquario.
La pietra che, a differenza dei vostri marmi, Messer Rubens, cura l'uomo!

 

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Immagine di Violetta Valery, dall'opera lirica di Giuseppe Verdi La Traviata (Per leggerne la descrizione proseguire nel link). Si vede sotto un cono di luce 'occhio di bue' una cantante lirica in figura intera. E' vestita con abito da sera nero che si apre in una piega centrale di stoffa di colore rosa. E sempre rosa è la vistosa collana di perle che trionfa sulla scollatura. Le braccia sono coperte da guanti bianchi che salgono sugli avambracci. La capigliatura è di colore rosso.Particolare del busto di Violetta.Particolare del vestito, con la piega di stoffa rosa al centro.
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E' infatti a tutti noto che la NOSTRA pietra porti beneficio alla ghiandola che ci fa da scudo:
la tiroide.
Ma naturalmente... lo sapevano anche nei mondi passati!

E che dire quando dissolve, a contatto, le più feroci emicranie?

E narrano ancora gli antichi libri che eserciti un potere eccezionale e normalizzatore sul metabolismo umano.
Suggerisce riflessione e induce gli ubriachi alla moderazione.
Sì, hanno ragione i Fucsia...
quasi dimenticavo: essa giova anche al cervello destro, quello dell'immaginazione!

Oh, ma... Messer Rubens, non è una novità lo sanno tutti che la pietra viola, era cara agli egiziani, già nota ai greci e, oserei dire, adorata dai romani.

Suvvia che anche voi ne siete a conoscenza!

Ma certamente che dico il vero, signore!
Non per niente la sola essenza del viola ha di per sé influenze eccezionali sul cervello umano.
Di fatto esso sollecita il sistema parasimpatico...
Ma assolutamente sì, Messer Rubens, dico il vero!
Certo... certo!
Ve la consiglio personalmente... visto che inibendo la secrezione di adrenalina abbassa immediatamente la frequenza cardiaca... sì... sì signore, sì signore, proprio per questo vi farebbe bene!

Cosa penso?
Penso che voi e quelli come voi abbiano bisogno del viola per andare avanti!

Ma non è affatto una novità!
E, circa le influenze positive della luce violetta, ha discettato financo Leonardo Da Vinci... suvvia Messer Rubens, bisogna saper perdere talvolta!

Ma, vedete, nessuno nega nulla alla vostra persona, siamo tutti qui, come pigmenti, per temperare con grazia la vostra fulva impulsività mescendola nell'intensità del Blu più profondo... tutto qui... lo ripeto!

Ma perché dite che è inaccettabile questa diluizione, Messer Cyano?
Perché dovete essere così ostinatamente conservatori!
Messer Cyano, una parte della vostra casata e un frammento dei Rubens han dato vita al colore della Metamorfosi...
Tutto questo non ha forse del meraviglioso?
E dite:
non è forse uno stato... magico?
Io direi che sì, lo è.
E fortemente lo è, data la brillantezza del risultato.
Signori, suvvia!
Festeggiamo, gioite unendovi a noi!

"Libiam ne' lieti calici", egli disse.
"La vita è nel tripudio!", ella rispose.
Queste le parole di colei che nel suo nome porta le nostre insegne.
Violetta Valery, protagonista dell'opera più significativa del maestro Verdi:
La Traviata.
Opera che fa parte della trilogia popolare assieme al Trovatore e a Rigoletto create dal gran maestro.
E che quei Verdi Smeraldi si plachino laggiù!
Sì, il maestro si chiamava Verdi, è vero, ma alla protagonista pose, accanto al suo cognome, il nostro nome.

 

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Immagine di una stola liturgica di colore viola (Per leggerne la descrizione proseguire nel link). Il paramento, su fondo nero è lievemente piegato, al centro della scena. Di colore giallo sono le croci con cui esso è ricamato mentre alle estremità� presenta delle frange.Particolare della croce gialla.Particolare dell'estremità� della stola che presenta delle piccole frange.
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Viola, che è frequente nei disegni dei bimbi e che è lì a rappresentare, sovente, l'urgenza di esprimersi.

Viola come gli occhi di Liz Taylor, famosi per questo!
Viola come le labbra infreddolite.
Viola come una violetta candita, come una prugna, un fico, un grappolo d'uva...

Viola come quel mazzetto di rose e VIOLE di cui canta Giacomo Leopardi nel suo Sabato del villaggio.

E così Torquato Tasso, quando scrive...

D'un bel pallore ha il bianco volto asperso, come a' gigli sarian mille viole...

Viola il vero colore del lutto.
Il colore usato nei paramenti liturgici durante la purificazione penitenziale.
Per questo sovente è inviso nei teatri, nulla a che vedere con la jella o la sfortuna, attenzione!
Infatti, viola indicava il periodo della Quaresima, quando nel Medio Evo per quaranta giorni venivano vietati tutti i tipi di spettacoli e rappresentazioni teatrali.
Per questo il viola faceva paura e per la medesima ragione veniva accostato alla carestia.

Ma, in Oriente, esso è associato al sesto chackra, ovvero al terzo occhio, quello che presiede alla spiritualità e alla forza psichica.

E ora riflettiamo...

Un raggio di luce bianca che sappiamo essere composto da tutti i colori entra in una goccia d'acqua in posizione retta e compatta.
Ma dentro la goccia d'acqua, il raggio cozza sulle umide pareti e si riflette scomponendosi nei diversi colori.
I colori escono dalla goccia alla spicciolata ciascuno con le proprie forze, con le proprie potenzialità (quella che si dovrebbe chiamare lunghezza d'onda) e dunque con la propria intensità.
Così uscendo, si sistemano in un grosso arco visibile per brevissimi istanti.
Quell'arco è a tutti noto come l'arcobaleno.
Ora, qualcuno sa spiegarmi come mai agli estremi di detto arco si pongono il rosso e il violetto?
Avrà la sua importanza tutto ciò?
Un senso?
Un perché?

E va bene Onorevole Spettro... sì, sì, sono a conoscenza delle regole, non spetta a me discutere la luce.
So che tutto questo compete alla vostra arringa finale, non intendo infrangere le regole.

Posso almeno svelare il segreto per trovare sempre un arcobaleno?
Sì, questo posso farlo Onorevole Spettro, ho consultato i codici...

E' possibile trovare sempre un arcobaleno dopo un temporale, Onorevole Spettro, sì.
Certo che ho intenzione di svelarlo:
un arcobaleno sarà sempre dalla parte opposta rispetto al sole.

E' così.

Ma vogliamo a tornare a noi?
Vogliamo tornare al viola ?
A quel colore usato da El Greco nel dipingere la mistica disperazione ?
E tanto amato dallo stile Liberty?
Purple rain!
La canzone è chiaramente ispirata!

Viola il potere dell'immaginazione, l'universo che va oltre il visibile dove si ammirano improbabili distese di prati Blu di Persia.
Fontane che spruzzano indaco.
Fanciulle dai capelli color porpora, colore conteso al rosso, danzano.
Danzano porgendo calici di sangria.
Sfoggiando incauti sguardi color magenta.
Hanno le labbra morbide come impalpabili orchidee viola, mentre i capelli ricadono fluenti come allegri grappoli di lillà.
Cesti di malva giacciono ai loro piedi, mentre ciuffi di violaciocche costeggiano i prati.
Lontano, un violista suona il suo procace strumento accompagnando delle fanciulle i passi ordinati.
Egli le osserva attento
pizzicando le code distese
violando con la sua viola l'incantevole silenzio...

Signori... a voi le più ardue riflessioni, ma, come dicevano i nostri vecchi:
Errare humanum est, perseverare autem diabolicum!

 

 

 

 

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